Capitolo 3: Attacco e sorpresa
Naruto, Sakura e Kakashi
erano andati a fare un giro per il villaggio, con l’intento di recarsi a uno
dei campi di allenamento e fare esercizio, dato che in altro modo non potevano
rendersi utili.
Però durante la strada non mancarono
le sorprese.
Passarono davanti al negozio di fiori
Yamanaka dove al bancone si trovava un uomo pallido
dai capelli scuri con in mano un bambino di appena 5 mesi, che non smetteva di
strillare.
“Sai?” disse Naruto
sorpreso, riconoscendo l’amico.
L’uomo alzò la testa a rimase stupito
di trovarsi davanti il suo vecchio compagno si squadra, tanto che si dimenticò
del figlio che piangeva e questo fece arrabbiare la moglie che stava servendo
dei clienti.
“Sai, i clienti non entrano più in
negozio se continuano a sentire Akihiro piangere! Sai
fare il tuo mestiere di padre?” la donna vedendo che non rispondeva e che si
era imbambolato, guardò nella stessa direzione del marito.
“Sakura? Naruto…ma
cosa?”
“Ino?”
disse Sakura sorpresa nel vedere la sua rivale, in splendida forma come sempre.
“Ci sono anche io comunque!” disse Kakashi che solitamente passava inosservato.
“Ci siamo visti cinque minuti fa Kakashi! Anko ha gradito le
rose?” chiese la donna.
Kakashi sbiancò, non aveva ancora digerito
la notizia, ma riprendendosi dal colpo, informò la donna della situazione
“Veramente come loro due, vengo dal passato, quindi non sono ancora sposato!”
disse facendo una smorfia pensando ad Anko come sua
promessa sposa.
Ino e Sai ci misero un po’ a credergli e
non furono gli unici ad avere problemi ad accettare questa faccenda.
“Si certo, e sperate che io ci
creda?” disse Kiba con la stessa aria strafottente di
quando era un teenager. Lo avevano incontrato davanti a un negozio di vestiti
femminili, mentre aspettava qualcuno.
Sakura e Naruto
faticarono a convincerlo. Mentre Kakashi non ci
provò nemmeno.
“Io ci credo!” disse una donna uscita
dal negozio, appena in tempo per sentire la strana storia. Essa era molto
bella, tanto che Naruto arrossì a vederla, beccandosi
una gomitata nello stomaco da parte si Sakura. Aveva lunghi capelli corvini e
due occhi lilla chiarissimi.
“Tu credi a tutto Hinata!
Ma dai come può essere?” disse Kiba scettico più di
prima.
Naruto mise il broncio “Proprio tu che dovresti
sentire gli odori, non ci riconosci?”
Kiba si sentii in imbarazzo e si portò
una mano alla testa. Non aveva nemmeno pensato ad annusarli e quando capì che
non era uno scherzò, si scusò.
“E così tu e Hinata
siete sposati? Avete anche voi qualche figlio in giro da qualche parte?” chiese
Sakura guardandosi intorno.
Hinata diventò rossa come un peperone e per
poco non svenne. Kakashi riuscì ad afferrarla in
tempo.
“Certi aspetti non cambiano mai eh!”
disse il copia-ninja divertito.
“Almeno ora non sviene più per Naruto!” disse Kiba accompagnato
da un guaito di Akamaru, che scodinzolava accanto al
padrone.
“per me? perché dovrebbe svenire per
me?” chiese il ragazzo non capendo.
“E già, sei proprio il solito baka che non capisce niente! Comunque per rispondere alla
tua domanda Sakura, non siamo sposati. Siamo fidanzati e aspettiamo che la
guerra finisca per mettere su famiglia!”spiegò.
Più avanti incontrarono Rock Lee e
Gai, i quali si allenavano insieme. Scoprirono che il primo era sposato con Tenten e avevano una figlia di 9 anni, molto somigliante a
Lee, ma con sopracciglia normali, mentre il secondo era ancora single. Era
stato un duro colpo per lui sapere che il suo rivale KAKASHI si era trovato una
donna…ora aveva poco tempo per le sue sfide
giornaliere.
non ebbero il piacere di incontrare Neji, Shino e Chouji,
ma vennero a sapere da terzi che Neji era diventato
il patriarca del clan degli Hyuuga, dopo la morte di Hyashi a causa di un infarto. Shino
e Chouji invece erano stati uccisi in missione due
anni prima.
I tre rimasero sconvolti alla
notizia. Sapere che due dei loro compagni erano periti, non era facile da
digerire.
Anche quella sera l’hokage tornò tardi, ma Naoko,
essendo ancora sveglia al rientro del padre, appena lo vide gli corse incontro
saltandogli in braccio.
NARUTO se la coccolò un po’ cercando
di pensare solo a lei e dimenticare la faticosa giornata appena trascorsa. Mise
velocemente qualcosa nello stomaco, dopo di chè, andò
nella stanza della figlioletta e, come promesso poco prima, le raccontò una
favola.
Non trascorse molto tempo che Naruto vide la bambina, con un pigiama arancione con tante
piccole volpi blu, affacciarsi in cucina
“Ehi Naoko,come
mai sei lì?” chiese il ragazzo addentando subito dopo un biscotto.
“Non riesci a dormire?” chiese
Sakura.
La bimba li guardò e scosse la testa,
dopo di chè si avvicinò alla madre.
“Cosa c’è? Vuoi un bicchiere d’acqua
tesoro?” chiese accarezzandole la testa.
La piccola scosse la testa “Papà si è
addormentato nel mio letto mentre mi raccontava la storia di quando ha
incontrato la prima volta nonno Jiraya, lui è grosso
e non c’è spazio per me!”
“voi vedere che ora lo devo portare
pure a letto?” disse SAKURA sospirando.
“Posso pensarci io!”disse Kakashi.
“No, non disturbiamolo! Il letto è
piccolo, ma è talmente stanco che
dormirebbe comodo anche per terra!” rispose la donna, poi con un dito
accarezzò il nasino alla figlia “Per stanotte,dormirai con me, va bene?”
La piccola fu felicissima a quella
notizia, adorava dormire nel lettone, anche se preferiva quando c’erano
entrambi i genitori. Le sembrava di essere protetta in mezzo a loro due.
L’hokage si
svegliò verso mezza notte di soprassalto, si sentiva caldissimo e di corsa scese
dal letto e si recò in camera di SAKURA e, spalancando la porta, fece
spaventare lei e la bambina.
“SAKURA prendi Naoko,
sveglia gli altri e andate nei
sotterranei! I ninja della pioggia saranno qui a momenti!” disse per poi dare
l’allarme anche ai vicini.
Shikamaru lo affiancò mentre si recavano verso
le porte del villaggio per prepararsi all’attacco.
“NARUTO sei sicuro che attaccheranno
sta notte?” chiese l’uomo.
L’hokage
gli porse la mano e toccandogliela il Nara rimase
quasi ustionato “Sei bollente!”
“Lo sai cosa significa questo! Più
sono caldo, più Kyuubi è in allerta e ciò può
significare solo che i ninja nemici sono vicini!”
Fece appena in tempo a finire la
frase che i due si videro piombare addosso una pietra infuocata, che riuscirono
a schivare appena in tempo.
“Cosa sta succedendo?” chiese
assonnato Naruto sentendo le grida di SAKURA.
“i nemici saranno qui a momenti!
Venite con me!” disse facendosi seguire verso la cantina, dove al suo interno
c’era una botola che andava in profondità.
“Questo corridoio vi porterà al
sicuro verso le montagne. Prendete Naoko e dirigetevi
là!” disse porgendo la bambina in braccio alla passata se stessa.
“Io sono un ninja medico e là fuori
hanno urgente bisogno di me! Kakashi, Naruto, Sakura, lo so che per voi è dura dovervi
nascondere, piuttosto che dare una mano, ma per favore non fate mosse avventate
e proteggete mia figlia!” disse supplichevole la donna, prima di chiudere la
botola e andare verso la battaglia.
“SAKURA!” la chiamò Ino durante il tragitto “Ci sono già vari feriti, io mi
occupo di questa parte del villaggio, tu vai a nord!” le disse l’amica e la
donna dai capelli rosa obbedì.
La battaglia non era molto accesa
come l’hokage e gli altri ninja si sarebbero
aspettati. La maggior parte dei nemici attaccavano per lo più a distanza
lanciando bombe verso il villaggio.
Gli scontri che avvenivano
ravvicinati, non sembravano voler stabilire chi delle due fazioni era in
vantaggio.
NARUTO vedeva cadere a terra prima un
nemico, poco dopo un suo alleato.
Lui era stato cerchiato da una decina
di ninja molto potenti e preparati, probabilmente addestrati con il solo scopo
di vedersela con lui.
“Consegnati a noi e smetteremo di
assediare il tuo amato villaggio!” disse uno di loro, il quale però non
ricevette la risposta che tanto desiderava.
L’hokage
afferrò un kunai, facendo capire che avrebbe posto
resistenza “Se mi consegnassi ora, sarebbe solo questione di tempo e Konoha sarebbe rasa al suolo comunque!”
“Cosa pensi di fare? Sei da solo
contro dieci e non ti conviene sottovalutarci!”disse un altro che afferrò la
sua Katana.
“Ho imparato con l’esperienza che il
nemico non si sottovaluta, ma non mi preoccupa il fatto che siate in dieci o in
mille, lotterò fino alla fine per salvare quello che amo!” disse NARUTO
scagliandosi contro di loro.
Cominciò una lotta senza esclusione
di colpi tra l’hokage e i ninja della pioggia, i
quali si avventavano su di lui, senza lasciargli un attimo di respiro.
La loro tecnica era quella di
sfinirlo, perché una volta esausto, la sua fama di ninja più imprevedibile di Konoha, sarebbe diventata solo un nome.
L’Hokage
parava inizialmente con grande destrezza i colpi dei suoi avversari. Riusciva
anche a schivare i colpi di katana con un semplice Kunai,
ma per quanto i suoi sensi fossero maggiormente sviluppati rispetto a una
volta, grazie a Kyuubi, non riusciva a stare attento
a tutti i nemici contemporaneamente.
Riuscì a farne fuori cinque
prendendoli alla sprovvista e colpendoli con il rasengan.
Incompleta o no, la tecnica di suo
padre, insegnatagli da Jiraya, rimaneva sempre il suo
Jutsu preferito…comunque
aveva sempre un grande effetto.
Successivamente il biondo colpì uno
dei nemici con l’elsa del Kunai sul collo, facendogli
perdere i sensi, mentre un altro venne trafitto dalla katana del suo compagno
tramortito a terra, di cui NARUTO si era impossessato.
Ora gli rimanevano tre nemici da
combattere,ma la stanchezza del combattimento, la stanchezza dei suoi cloni
sconfitti in battaglia e quella dei
giorni passati cominciava a farsi sentire.
Dormire poco poteva dargli la
possibilità di elaborare piani di difesa di Konoha,
ma in combattimento la mancanza di sonno, si rivelava una perfida alleata.
Venne colpito più volte da dei kunai alle spalle e solo per un pelo era riuscito a
schivare le carte bombe che i nemici gli lanciavano.
Non si arrese e rialzandosi sempre in
piedi, riuscì a parare altri colpi che gli sarebbero stati fatali.
Di sicuro i ninja avevano avuto
l’incarico di catturarlo vivo,ma nella frenesia della battaglia, potevano anche
dimenticarsene.
In tal caso la guerra non avrebbe più
avuto ragione di esistere.
Un forte colpo allo stomaco lo fece
cadere e sputare sangue e per un breve momento la sua vista lo abbandonò, ma
anche un piccolo istante come quello lo fece cadere prigioniero.
Shikamaru lo teneva sotto controllo, ma
nonostante avesse visto l’amico in difficoltà, non riuscì a intervenire, perché
altri nuovi ninja gli piombavano addosso.
NARUTO si trovava con le mani dietro
la schiena, il volto a terra, un ginocchio del nemico che lo teneva fermo e un Kunai puntato contro la gola.
“Adesso sei innocuo, mio caro Kyuubi! Sei stato bravo a sbarazzarti di sette di noi, ma
come vedi…abbiamo vinto n…”
il ninja nemico non riuscì a finire la frase che cadde a terra privo di vita.
“Non ti ricordavo così debole dobe!” disse un uomo con la katana sguainata ricoperta di
sangue del ninja che aveva appena colpito per salvare l’hokage.
“S-Sasuke!
Ottimo tempismo!” disse il biondo provando ad alzarsi, ma una forte fitta lo
fece cadere nuovamente a terra. Aveva perso parecchio sangue e aveva delle
costole rotte.
“Tu riposati, a loro ci penso io!”
disse l’Uchiha buttandosi nella mischia.
Nonostante la frase del compagno,
NARUTO non poteva starsene lì senza fare niente e dopo aver fatto profondi
respiri per riprendere un po’ coscienza di se stesso, si alzò nuovamente in
piedi e chiamò a se il potere della volpe.
“Tsè! Deve
sempre mettersi in mostra!” disse Sasuke divertito, notando
cosa avesse intenzione di fare il suo vecchio compagno di squadra.
Libero semplicemente tre code, ma
esse bastarono per fargli guarire le ferite più superficiali e per aumentare
potenza e velocità.
I nemici non avevano tenuto in
considerazione una cosa, il fatto che il jinchuuriki
ricorresse ai poteri del bijuu. Non gliel’avevano mai
visto fare e erano convinti che a differenza dell’hachibi,
lui non ne fosse in grado di usufruire di una tale quantità di chakra.
Fu un grosso errore che costò loro la
vittoria.
I ninja sopravvissuti scapparono e Konoha potè tirare un sospiro di
sollievo.
“NARUTOOOO!”
L’hokage si
girò verso il luogo dove proveniva la voce: era SAKURA
“NARUTO, stai bene?” chiese la donna
controllando le sue condizioni.
L’uomo annuì “sono solo un po’
ammaccato! Sasuke…grazie per avermi salvato!” disse
l’uomo con gratitudine.
“La prossima volta vedi di cavartela
da solo dobe!” disse cercando di mantenere la sua
freddezza “Se non fossi arrivato saresti stato spacciato e non solo tu!”
L’uomo abbassò la testa e non
rispose. Sasuke alzò un sopracciglio sorpreso. Il suo
intento era quello di provocarlo come al solito, ma aveva scelto l’argomento
sbagliato per farlo e cercò di rimediare “Ben fatto! se non fossi ricorso al
potere del kyuubi staremmo ancora combattendo e le
vittime e i feriti sarebbero stati di più!” disse distogliendo lo sguardo
dall’uomo.
“Probabile! Ora pensiamo a riposarci
tutti quanti, non è finita con questo attacco!” disse il biondo provocando i
sospiri si tutti.
NARUTO il giorno dopo si prese un
giorno di “vacanza”. Glielo aveva imposto SAKURA, la quale gli ordinò riposo
assoluto. Grazie a Kyuubi era uscito abbastanza bene
dall’incontro, ma se voleva riprendersi completamente doveva riposarsi
decentemente.
Per quanto provasse a rilassarsi, si
sentiva nervoso e soprattutto molto accaldato. Non riuscendo più a stare
sdraiato nel letto e a prendere sonno, si alzò e si recò a fare colazione.
In quella giornata faceva
particolarmente freddo e tutti rabbrividirono quando videro l’hokage entrare in cucina a torso nudo, tranne per le
fasciature.
“NARUTO cosa ci fai fuori dal letto!”
lo sgridò SAKURA.
“sono le undici, mi sembra di aver
riposato abbastanza!” disse l’uomo sedendosi al tavolo.
“Non avrai intenzione di andare a
lavorare!” chiese la donna fulminandolo con lo sguardo.
Era proprio quella la sua intenzione,
ma dovette ripensarci o sarebbe stato messo fuori combattimento da sua moglie.
“NARUTO, non hai freddo conciato
così?” chiese Sakura cercando di nascondere il rossore sulle sue guance,
provocato dal vedere la muscolatura del torso nudo dell’uomo.
L’uomo si accorse del suo imbarazzo e
si mise una leggera maglia per coprirsi “No, in realtà sto morendo di caldo!”
disse facendo voltare SAKURA preoccupata.
L’hokage la
guardò con la stessa espressione e i tre ninja dal passato si domandarono il
perché di quegli sguardi.
“Se avete freddo avvicinatevi a me…sono una stufa umana!” disse sforzandosi di sorridere.
La donna poggiò una mano sulla fronte
dell’uomo…era molto caldo e si preoccupò.
“Non è influenza vero?” disse la
donna con una voce carica di tensione.
L’uomo scosse la testa “No, il
termometro segnerebbe non so quanti gradi in più rispetto alla norma se fosse
solo febbre! Ho timore di credere che l’attacco di ieri sia stato solo un
avvertimento!” disse l’uomo.
“Cooosaaa?”
gridò Naruto “Ma…ci hanno
detto quello che è successo e se quella strage di ieri era solo l’avvertimento…quando i nemici fanno sul serio cosa accadrà?”
chiese preoccupato.
L’hokage scosse
la testa, nemmeno lui poteva saperlo.
“Posso farti una domanda? Il tuo
emanare calore…è collegato al Kyuubi
vero?” chiese Kakashi
L’uomo annuì. Erano successe un sacco
di cose in quegli anni e una di queste era il fatto che il potere di Naruto e di Kyuubi si erano fusi,
dando all’uomo sensi più sviluppati e una capacità straordinaria di percepire
in anticipo il pericolo.
Quando la sua temperatura corporea
cominciava a salire, significava che presto sarebbe successo qualcosa di
spiacevole e purtroppo per lui, quella sensazione non aveva sbagliato.
In quel momento sentiva molto caldo,
annuncio che qualcosa sarebbe accaduto…probabilmente
un altro attacco, ma non era ancora così bollente da dire che l’evento sarebbe
caduto a momenti…comunque manteneva sempre bene
all’erta i sensi.
Successivamente SAKURA andò nella
stanza della figlia per svegliarla.
“Mamma, mamma…cos’hai?”
gridò dall’altra stanza la piccola Naoko all’armata.
NARUTO,sentendo le urla della piccola
e seguito dagli altri, si precipitò nella stanza della piccina, dove trovarono
la donna a terra priva di sensi.
L’hokage si
avvicinò immediatamente a lei e la soccorse. La richiamò più volte e dopo
l’ennesimo richiamo, la donna cominciò a reagire, aprendo leggermente gli occhi
e sussurrando il nome del marito.
L’uomo la prese in braccio e la portò
nella loro camera da letto, dove la pose e la coprì gentilmente con le coperte.
“SAKURA riesci a sentirmi?” chiese
l’uomo accarezzandole delicatamente i capelli.
La donna ancora stordita gli sorrise
e accennò con il capi un sì.
“Vuoi che ti porti in ospedale?”
chiese NARUTO, ma la donna rispose scuotendo la testa.
“Posso controllare io le sue
condizioni!” disse la piccola Sakura, ma la donna mettendosi lentamente a
sedere, rispose che non c’era bisogno.
“Cosa fai? Rimettiti giù! Devi
riposare!”disse l’hokage preoccupato.
SAKURA sorrise “Non ti preoccupare,
sto meglio!” disse la donna distogliendo lo sguardo dal marito.
L’hokage
accorgendosi dello strano comportamento le chiese “C’è qualcosa che mi stai
nascondendo?”
SAKURA dopo un po’ di esitazione
annuì “So a cosa è dovuto lo svenimento…NARUTO io…noi…aspettiamo un bambino!” disse quasi in un soffio,
quasi temendo la reazione del marito.
Avevano deciso di non avere figli finchè non si sarebbero calmate le acque e pensava che l’hokage non avrebbe voluto il bambino, ma contrariamente a
quello che pensò lei, NARUTO le si sedette vicino e abbracciandola le baciò
ripetutamente la testa e le accarezzò il ventre.
Naruto e Sakura erano nuovamente in
imbarazzo soprattutto quando i due ricevettero i complimenti dal maestro “E
bravi i miei due allievi!” disse mettendo ad entrambi una mano sulla spalla e
facendoli avvicinare. I due ragazzi invece si girarono per non guardarsi in
faccia.
“Da quanto lo sai?” chiese NARUTO.
“Da circa tre settimane…sono
al terzo mese!” disse la donna “Volevo dirtelo prima, solo che…avevamo
deciso di non avere più figli per il momento e…”
Non terminò la frase che l’uomo
l’allontanò dalle sue braccia per guardarla in volto.
“Pensavi che non avrei accettato
questo bambino? SAKURA, tu sei la cosa più bella che mi sia capitata e i nostri
figli sono per me un miracolo, ero convinto che io non meritassi una famiglia,
non potrei mai non accettare un figlio da te!” disse cercando di
tranquillizzarla.
SAKURA cominciò a piangere e l’uomo
la cinse nuovamente con le braccia cullandola dolcemente.
“Solo…sai
cosa significa questo vero? Fino ad ora hai fatto la furba, ma scordati di
partecipare a qualsiasi battaglia o di continuare il tuo lavoro come medico usando
il tuo chakra. Ora devi pensare solo a te stessa e al
bambino, ok?” le disse guardandola seriamente negli occhi.
“Ma io…voglio
aiutarti. Non voglio che ti accada qualcosa e…”
“C’è Ino e gli
altri medici ninja, nel caso mi accadesse qualcosa e se vuoi davvero aiutarmi,
promettimi che starai al sicuro. Non riuscirò a concentrarmi se saprò che sei
in mezzo a questa stupida guerra!”
SAKURA accennò a un sorriso sforzato
e promise al marito che non sarebbe intervenuta.
E così fu.
Purtroppo per i ninja di Konoha, il tempo per riposare e preparare una difesa verso
il nemico, non fu sufficiente, ma grazie all’hokage
riuscirono almeno ad impedire che l’attacco avvenisse all’interno del
villaggio.
Eccomi tornata con un solo giorno di
distacco.
Questo è il penultimo capitolo e se
tutto va bene, internet e pc permettendo, venerdì
sera dovrei postare l’ultimo capitolo.
Ringrazio tutti coloro che hanno
recensito e seguito e spero che anche questo capitolo sia stato di vostro
gradimento. Fatemi sapere
A presto
Ciao
Neko =^.^=