Note di traduzione: E’ la prima fan fiction
straniera che traduco, spero di aver reso bene il significato delle parole,
sicuramente ho fatto del mio meglio. Trovo questa one-shot molto bella, spero piaccia anche a voi. L’originale
potete trovarla a questo indirizzo.
Of Men
“E qual è il tuo nome?”
Castiel si sentiva a disagio in quel tramite. Limitato. Sapeva che era
solo una situazione temporanea e che avrebbe lasciato il
ragazzino prima che il giorno si fosse concluso. Ma
non riusciva ad evitare il costante flettersi delle sue dita.
Continuava a pensare che le ossa si sarebbero rotte, che il suo potere
avrebbe sopraffatto il suo ospite umano.
“Castiel” rispose.
“Castiel,” Si voltò verso di lui e sorrise “vieni,
resta vicino a me.”
Castiel esitò per un attimo, poi obbedì.
Prese posto accanto a Lui, senza sapere bene cosa dire o fare. L'angelo saltò quando Egli gli batté una mano sulla spalla.
“Angeli,” ridacchiò “siete tutti così seri.”
Castiel corrugò la fronte. Perchè stava sorridendo? Aveva detto qualcosa
di divertente? L'angelo contrasse le guance verso l'alto, sperando di aver
indovinato.
Gli strinse la spalla. “Sei davvero speciale, lo sai
Castiel? Riesco a sentirlo. Hai un grande destino
davanti a te.”
Castiel finalmente pensò a cosa dire. “Come te. Più grande di tutti.”
“Non sminuire il tuo valore.” disse Egli in
tono fermo. “Tu sei.... diverso dagli altri, amico
mio.”
Questo lo confuse. “In che modo?”
“Non ti sei inginocchiato,” rispose
ridacchiando, le rughe d'espressione intorno ai suoi occhi si fecero più
profonde, “quando mi hai visto, prima.”
“Perdonami,” si scusò Castiel e
immediatamente cadde su un ginocchio, “non ero a conoscenza...”
“Oh smettila,” lo ammonì con leggerezza, “non
preoccuparti. Noi siamo amici, Castiel. Tra amici non ci si inginocchia....
a meno che uno non sia ferito e l'altro stia cercando di tirarlo su.”
Castiel si alzò ed Egli rise di nuovo, ancora una volta l'angelo si
sentì confuso. Era un'altra battuta? Doveva ridere?
“Posso fare una domanda?”
“Certo che puoi.”
“Quest'incontro con te.... è un obbligo per
tutti gli angeli. Ma se non fosse un obbligo, vorresti comunque....”
“Incontrare tutti voi?”
Castiel annuì.
“Certo.” rispose gentilmente. “E tu vorresti incontrare me, se non ci fosse alcun obbligo?”
“Certo che lo vorrei!”
“Per chi sono, o per cosa sono?”
Castiel piegò la testa, i lineamenti contratti del
suo viso tradivano la sua confusione.
“Non capisco.”
“Togli il mio nome, il mio destino, la mia parentela,”
allargò le braccia e fece qualche passo indietro, “se fossi solo un uomo,
perderesti ancora tempo con me?”
Castiel aprì la bocca, un deciso “Sì!” pronto a balzar fuori. Ma quando i suoi pensieri lentamente elaborarono la domanda,
lentamente chiuse la bocca, e abbassò la testa per la vergogna. “No,” disse, “non credo.”
L'angelo si aspettava rabbia nei suoi confronti. Restò sorpreso quando la stessa mano gli toccò di nuovo la spalla,
seguita dalla Sua morbida voce. “La verità non è una cosa di cui vergognarsi.
E' per questo, amico mio, che tu sei diverso.”
“Perchè non mi sono inginocchiato?”
Gettò la testa all'indietro e rise. Castiel non capiva perchè ogni
cosa che diceva o faceva, era tanto divertente per Lui.
()
“Ehi, Cas?”
Castiel agitava la sua birra formando pigri cerchi, affascinato da
come le bollicine apparivano e scomparivano. Guardò Dean, che stava spostando
una sedia per sedersi.
“Hmm?”
“Hai mai incontrato Gesù Cristo?”
“Amico,” Sam roteò gli occhi dal suo posto davanti
al proprio laptop, “sarebbe meglio se questa non diventasse una sorta di
conversazione offensiva.”
“E' solo una domanda, e poi non dirmi che non sei curioso. Allora Cas,
lo hai mai incontrato?”
“Cas, non rispondere se non vuoi....”
“L'ho incontrato.”
Entrambi i Winchester ammutolirono alla risposta di Castiel. Dean sogghignò
un paio di volte prima di distrarre la bocca con un veloce sorso di birra. “Allora,
uh...,” disse Dean a bassa voce, guardando la bottiglia
invece di Castiel, “chi.... che aspetto aveva?”
Sam, che curiosamente prima non voleva che Castiel rispondesse alla domanda,
ora si era piazzato di fronte a loro, appoggiato sulle ginocchia con interesse.
“Era giovane,” disse Castiel infine, “più
giovane di voi due. Aveva ventuno anni, credo.”
“Wow.” esclamò Sam con meraviglia. “Perchè eri là? A parlare con lui, voglio
dire. C'era una crisi...?”
“No.” rispose, senza biasimare Sam per quella
linea di pensiero.
“Era un obbligo per tutti gli angeli parlare con lui una volta. E'
stata la prima volta che ho camminato sulla terra “
“Di cosa avete parlato? Se posso chiedertelo.”
Castiel rifletté. Gli dispiaceva condividere la conversazione che
aveva avuto con il Figlio? Per qualche strana ragione, Castiel pensò che a Lui
non sarebbe dispiaciuto.
“Mi disse che ero diverso.”
“Diverso?” ripeté Dean.
“Dagli altri angeli. Quando gli chiesi in che modo,
non ha voluto specificare. Ad oggi, non ho ancora capito cosa volesse
dire.”
“Hmm ...” Dean strinse le labbra. Poi si
strinse nelle spalle. “Beh, oramai è inutile cercare di capirlo. Ti piace la
birra, Cas?”
“Non particolarmente.” rispose, mettendola giù. “Mi piacciono le
bollicine, però”.
“Amico,” si lamentò Dean, “è così che direbbe una ragazza. Sei una
ragazza?”
“Non l'ultima volta che ho controllato.”
Sam scoppiò a ridere. Dean roteò gli occhi.
E Castiel, divertito da quella vista, si concesse un
sorriso.
Ulteriori note di traduzione: Chi è la traduttrice in questione? Ma è ovvio, Brokendream!!!! L’ultima frase di Castiel mi ha fatto morire ahahha! Lo amo!