Ciao a tutti! Non vorrei rovinare
ciò che leggerete con una stupida
introduzione e/o una stupida presentazione di come e quando ho scritto
questa
one-shot, anche perché un motivo vero e proprio non
c’è, è nata da sé.
Vi auguro davvero una buona lettura e vi chiedo di lasciare una piccola
recensione, anche minuscola, perché mi farebbe davvero
piacere sapere la vostra
J Grazie mille in anticipo!
Vostra,
_Pulse_
Go
and… Fall in
Love
È da molto tempo ormai che sono qui.
Tempo scorso in fretta;
tempo
scivolato via delle dita come sabbia.
Tempo in cui ho fatto il
possibile per adempiere alla mia missione; tempo in cui ho imparato a
guardare
il mondo con altri occhi, i tuoi.
Ingiustizia, dolore, morte…
Vedevo solo questo quando sono arrivato: dimensioni a me del tutto
sconosciute,
a cui non avrei mai voluto assistere, che mi spaventavano e che mi
ferivano nel
profondo del cuore.
Avevo già catalogato questo mondo
come luogo dominato e distrutto contemporaneamente da chi lo abitava,
generalizzando, quando ho incontrato te.
Incrociai i tuoi splendidi e
grandi occhi castani, da bambina, e qualcosa si mosse dentro me,
qualcosa che
non provavo ormai da anni ed anni.
Tu hai fatto rinascere in me la
vita, la vita vera, una vita che avevo perso…
Era una grigia mattinata e avevo
deciso di fare una passeggiata sulla spiaggia per pensare, nella
solitudine a
cui ormai ero abituato, quando improvvisamente ho incrociato il tuo
sguardo: il
tempo si fermò, lo spazio intorno a me vorticò
tanto da farmi provare un
qualcosa di simile al mal di testa.
Ho letto nei tuoi occhi tutta la
sofferenza provata nella tua giovane vita, tutte le
difficoltà che hai dovuto
superare, ma nulla impedì a quel sorriso di sorgere sulle
tue belle labbra
rosate, illuminandoti il viso pallido e delicato.
Un grosso labrador beige con il
pelo bagnato mi era corso incontro con la lingua di fuori e non
l’avevo nemmeno
visto saltarmi addosso, perso inevitabilmente in quel paradiso.
“Tutto
bene?”, mi chiesi con
voce melodiosa, chinandoti; i tuoi
capelli neri mi sfiorarono la pelle e un brivido si
impossessò di me.
In quel momento ho capito quanto
in realtà fossi forte; capii che non tutti in quel mondo
erano dominati dalla
sete di ricchezza, di potere, di fama, di supremazia; capii che non
tutti erano
cattivi come invece credevo.
Ho iniziato a rivalutarvi, ho
iniziato a guardare ciò che mi circondava, che ci
circondava, attraverso di te.
Ho conosciuto cose che nella mia
vita passata non avevo mai immaginato, ho conosciuto un sentimento
simile alla
felicità, ho conosciuto la vita, ho conosciuto
l’amore… Grazie
a te.
Grazie a te sono cresciuto, ho
imparato ad apprezzare questo mondo e ho svolto la missione che mi
è stata
affidata dai Cieli con molta meno fatica.
Il cielo oggi è grigio come
quella mattina, la sabbia è bagnata e fredda, ma non
rinuncio a camminarci a
piedi nudi: è una sensazione troppo bella, che mi
è mancata.
Sorrido e il tempo scorre, alzo
lo sguardo sul mare agitato di fronte a me e chiudo gli occhi
allargando le
braccia, respirando a pieni polmoni il profumo di iodio portato dal
vento che
mi scompiglia i capelli e gonfia i miei vestiti leggeri.
Non voglio separarmi da te e non
lo farò, perché ti amo.
Non voglio separarmi da te e non
lo farò, a costo di tradire chi mi ha mandato qui,
perché il tradimento sarà un
peso leggerissimo rispetto alla consapevolezza di non rivederti mai
più.
La mia vita – o quello che sto
vivendo – non sarebbe più definibile tale se mi
separassi da te.
Rido, se penso che all’inizio non volevo nemmeno venire qui: mi ero aggrappato a delle stupidi scuse, a della stupide domande e a delle ovvie risposte; rido, se penso che ora non voglio più tornare da dove sono venuto.
Il mio posto
è qui, con
te, e Dio in persona se mi
rivuole
fra la sua schiera deve scendere e trascinarmi via con la forza.
Mi ha mandato qui per
vedere come
procedeva l’umanità su uno dei pianeti da lui
meglio creati,
Io, stupido essere superiore, ho
cercato di oppormi alla sua volontà con scarsi risultati.
Ora sono qui, mi
pento di ogni mia esitazione, perché ora non voglio
più tornare.
Perderà un altro angelo, ma non
ha bisogno di me.
Io non sono migliore di tanti
altri che ancora sono al suo fianco. Non sarei migliore se tornassi
senza ciò
che mi rende ancora vivo.
Sento la sua voce
chiamarmi e mi
giro, mi accorgo che ha iniziato a piovere e ho i capelli e i vestiti
fradici
che si appiccicano alla pelle. Sorrido e la raggiungo con una piccola
corsa.
Sono sicuro che non sto
sbagliando, la mia è la scelta migliore perché
comandata dal cuore; non mi sento in colpa, né ho
paura di quello che sto facendo. Mi sento solo felice, estremamente felice,
come non lo sono mai stato.
Forse una vita non basta per
trovare quella che davvero si chiama felicità.
Infondo chi l’ha detto che gli
angeli non si possono innamorare?