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Autore: beat    30/01/2010    3 recensioni
Aiolia non seppe mai dire quale fu l'indizio decisivo.
Sapeva solo che una notte, dopo aver passato ore e ore a rigirarsi nel letto a causa del caldo soffocante, fu come colpito da una divina rivelazione.
Il significato di tutto era lì davanti a lui, chiaro come non lo era mai stato in tutta la sua vita.
Finalmente capiva il perché di quei silenzi, di quelle occhiate furtive, di quei modi di fare così
sospetti. [...]
Quella mattina Phoenix si era presentato per l'ennesima volta alla sua porta. Sbucato dal nulla come al solito, come sempre nervoso e guardingo. L'aveva accolto e lasciato passare, con la consueta gentilezza. Ikki gli era passato accanto, un po' più vicino del solito forse. Ed era allora che era successo. Si erano guardati negli occhi, sguardi fissi. Un infinitesimale attimo in cui le loro anime si era quasi sfiorate.
{Seconda classificata al "FilosoFANDOM" Contest indetto da PucchykoGirl.}
Genere: Generale, Commedia, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Leo Aiolia, Phoenix Ikki, Scorpion Milo, Virgo Shaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Titolo: L'inizio della saggezza è il silenzio
Personaggi: Leo Aiolia, Scorpio Milo, Phoenix Ikki, (ShakaIkki)
Genere: Commedia, Suspance
Avvertimenti: One-shot
Citazione: Pitagora: L'inizio della saggezza è il silenzio.
Altro: Aiolia potrebbe risultare un po' OOC, ma secondo me il suo comportamento è imputabile al trauma infantile avuto a causa del tradimento di Saga nei confronti del Santuario, e in particolar modo nei confronti di Aiolos. Questa cosa ha segnato il piccolo Aiolia in maniera molto profonda. Per questo secondo me è così suscettibile quando si tratta di complotti e affini.


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Seconda classificata al contest "FilosoFANDOM" indetto da PucchykoGirl

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E vincitrice del "Premio XD"
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L'inizio della saggezza è il silenzio



“... e poi si sono finalmente accorti di noi. Avresti dovuto vedere di che colore è diventato Cygnus: altro che impassibile guerriero dei ghiacci! Ahahah! Ehi! Ma mi stai ascoltando? Aiolia?!”

“Eh?”

Leo si riscosse dai suoi pensieri, sbattendo velocemente le palpebre, come se si fosse svegliato di soprassalto. Non aveva ascoltato nemmeno una parola di quello che Milo gli stava dicendo. Anche se dalla faccia che aveva probabilmente stava di nuovo raccontando qualche aneddoto poco lusinghiero su qualche Saint che avrebbe dovuto faticare non poco per riottenere una decente reputazione.

“Scusa, stavo pensando.”
“Non è che hai bevuto un po' troppo vino?!” chiese Milo, toccando con il proprio il bicchiere quasi vuoto di Aiolia. Un deciso tintinnio si levò per tutta la Casa del Leone.
“Ehi! Ma per chi mi prendi?” replicò questo, indispettito.
“Per uno che a tredici anni pretendeva di bere il vino senza allungarlo!” gli rispose sornione Milo, ghignando sotto i baffi quando vide Aiolia arrossire e distogliere lo sguardo.
“Il fatto che tu sappia praticamente tutto di tutti non ti autorizza a parlar male dei tuoi compagni.”
“E chi parla male? Io riferisco!”
“Sei pregato di evitare.”

Milo scoppiò a ridere vedendo la faccia dell'amico.
Sembrava un ragazzino a cui avessero appena rubato le caramelle.
Ma prima che Aiolia potesse in qualche modo rispondere, i due udirono l'eco distinta di passi sulle scalinate d'ingresso alla Quinta Casa.
Aiolia si alzò quasi di scatto, pronto a dare il benvenuto – o eventualmente attaccare – l'ospite che si faceva avanti. Dietro di lui, Milo si stava versando un altro bicchiere di vino, canticchiando sottovoce.
Dalle colonne del pronao vide emergere una figura scura, che avanzò senza troppo timore lungo il tempio. Si fermò giusto a qualche metro di distanza dal padrone di casa, più per sicurezza che per vero e proprio rispetto.
I due si squadrarono per qualche secondo, in silenzio. Poi Aiolia sorrise all'ospite per dargli poi il benvenuto, ma Milo fu addirittura più veloce di lui.

“Phoenix! Che piacere rivederti! Un po' di vino?” Milo, incurante del fatto che era anche lui un ospite - e che non doveva offrire con così tanta leggerezza di spirito bevande non sue - si dimostrò affabile come sempre. Aveva anche già riempito un bicchiere per Ikki.

Aiolia si voltò verso l'amico, lanciandogli un'occhiata fulminante; mente Phoenix dal canto suo storse appena il naso all'offerta di Scorpio.
I dolci vini della terra greca non erano di suo gusto. Preferiva di gran lunga del thè verde, bollente, senza zucchero.
O del saké.

“Grazie Scorpio, ma sono solo di passaggio.” e si rivolse quindi ad Aiolia “Posso passare, Leo?”

Aiolia gli lanciò un altro mezzo sorriso, prima di scostarsi appena e di lasciare libero il passaggio. Ikki lo salutò con un impercettibile cenno del capo e si allontanò a larghe falcate, sparendo in fretta dalla vista dei due.
Aiolia ritornò al tavolo, sedendosi di nuovo di fronte a Milo.

“Quel ragazzo capita qui molto spesso ultimamente.” commentò con noncuranza Aiolia, prendendo in mano il bicchiere che Milo aveva diligentemente riempito di nuovo.
“Davvero?”
“Sì, almeno sette volte nelle ultime... mmh... tre settimane!” disse Aiolia, contando sulle dita, mentre ripensava a quante volte aveva visto sbucare Ikki dal nulla, per poi oscurarsi tra le colonne del suo vicino di casa.
“Davvero?!” ripeté di nuovo Milo, un ghigno che gli si allargò istantaneamente sul viso. “Questo spiega molte cose..!”
“Quali cose? E perché hai quella faccia?”
“Quale faccia?!”
“Quella di quando stai pensando a qualche cosa di malvagio.”

Milo ridacchiò, prendendo un lento sorso di vino.
Aiolia lo stava fissando, seguendo ogni suo gesto, praticamente pendeva dalle sue labbra.
Il sorriso di Milo aveva lasciato intendere che il ragazzo stava per fare una delle sue rivelazioni scioccanti, e Aiolia non aveva intenzione di perdersela.
Scorpio lasciò che la suspance permeasse qualche momento ancora l'atmosfera.

“Io Phoenix non l'ho mai visto, in queste tre settimane.”

Aiolia fissò l'amico, tra il perplesso e lo scocciato.
Odiava quando l'altro prendeva alla larga le cose.

“Che intendi dire?”
“Che anche se è passato di qui, non è mai giunto sino alla mia dimora.”
“E allora?!”
“Oh, andiamo Aiolia! Non puoi essere così sprovveduto. Tra la tua e la mia, ci sono solo altre due Case. E non credo proprio che Phoenix si faccia tutte quelle maledette scale solo per andare a trovare il vecchio Maestro!”

Milo concluse così, lasciando che fosse Aiolia a fare il restante “due più due”.
Non che ci volesse poi molto, quindi Milo poté ammirare la migliore espressione sbalordita che il Cavaliere di Leo fosse in grado di produrre.

“Tu quindi stai dicendo che... Ikki e... Shaka?!”
“E chi altri se no?”
Shaka di Virgo?!”
“Quanti altri Shaka conosci?”

Aiolia sorseggiò un altro po' di vino, meditabondo, mentre Milo rideva, congratulandosi con se stesso per essere riuscito ad individuare un'altra felice coppietta.

“In effetti questo spiegherebbe come mai Phoenix continua ad aggirarsi nei dintorni...” commentò alla fine Aiolia, anche se gli scocciava dare ragione a Milo – che aveva capito tutto in un attimo, mentre lui in tutto quel tempo non ci era arrivato.
Milo scoppiò a ridere, e la risata alla fine contagiò anche Aiolia.

“Credo proprio che vedrai il giovane Cavaliere di Phoenix molto spesso, d'ora in avanti, visto che ha buoni motivi per intrattenersi al Santuario.”
“Sì, ne ho il sospetto anche io adesso.” convenne Aiolia.
“Peccato per quel suo caratterino accomodante. Non fosse così testardo, scommetto che il Sacerdote sarebbe più che felice di concedergli un alloggio al Santuario. Non voglio nemmeno pensare a quanti chilometri e quanti gradini si deve fare ogni volta per arrivare qui!”

Milo prese un lungo sorso di vino, subito imitato da Aiolia.
I due trascorsero il resto del pomeriggio a bere e chiacchierare amabilmente, separandosi solo quando la sera scese sul Santuario, tingendo di rosso le colonne dei templi.



*°*°*°*°*


Aiolia si fermò, sedendosi su un gradino incandescente per riprendere fiato. Poteva anche essere uno dei Gold Saint più forti in circolazione, ma farsi cinque piani di scale era dura anche per lui, specie durante una di quelle giornate in cui il sole sembrava ben deciso a spaccare tutte le rocce di Grecia. E soprattutto se aveva appena finito un allenamento massacrante giù nell'arena insieme a quel burlone di Milo, che quel giorno aveva deciso di prenderlo per un puntaspilli. Non gli avrebbe più offerto il suo vino, nossignore. Poteva bersi l'acqua del fiume se proprio aveva sete.
Sospirando, Aiolia si rialzò, riprendendo a salire gli infiniti scalini.
Era quasi giunto in vista della sua Casa, quando vide due figure avvicinarsi. Riconobbe i profili, che indubbiamente appartenevano ai Cavalieri della Vergine e della Fenice. Stavano parlando tra di loro, talmente presi dal loro discorso da non notare Aiolia finché non fui lui stesso a richiamare la loro attenzione.
Quando si resero conto della sua presenza, i due si zittirono immediatamente. Ikki scoccò un'occhiata a Leo per poi rivolgere un rapido sguardo all'uomo al suo fianco. Il quale ricambiò, anche se Aiolia non sapeva bene spiegare come, visto che teneva ostinatamente gli occhi chiusi.
Aiolia si sentì vagamente a disagio per quel fugace scambio di sguardi di cui, inspiegabilmente, si sentiva l'oggetto. Ma probabilmente era solo uno scherzo della stanchezza.

“Shaka, Ikki. Buon pomeriggio!” li salutò allora, per porre fine a quell'imbarazzante situazione di stallo.
Shaka rispose con un elegante cenno del capo, mentre Ikki borbottò qualche cosa di vagamente simile ad un saluto.
“Spero che non ti dispiaccia se siamo passati dalla tua dimora senza il tuo permesso” flautò Shaka, sorridendo appena.
“Nessun problema. Anche se è insolito vederti in giro per il Santuario, Shaka.”

Il sorriso di Virgo non sembrò mutare all'apparenza, ma il tono di voce vagamente canzonatorio del suo proprietario lo rese quanto mai sarcastico. “Oh, mi è solo sembrato cortese accompagnare il mio ospite fino all'uscita, visto che non vuole trattenersi più del necessario.”

Aiolia sentì Ikki borbottare un indefinito commento iroso all'indirizzo del compagno.
Shaka lo stava evidentemente prendendo in giro.
“Faccio quello che mi pare e piace, capito? Tornatene a casa tua se non ti sta bene!”

Aiolia non si trattenne e scoppiò a ridere, anche se per questo gesto spontaneo si beccò una delle peggiori occhiate inceneritrici che Ikki sapeva lanciare.

“Via, Phoenix, devi essere sempre così rigido? Guarda che puoi trattenerti al Santuario tutto il tempo che vuoi!” disse Aiolia, ancora sorridendo, mentre riceveva solo altri borbottii incomprensibili come risposta.
“Gliel'ho detto anche io, ma a quanto sembra non vuole sentire ragioni. Che ragazzo testardo. E dire che con questo continuo andirivieni disturba di più, soprattutto voi che lo dovete far passare ogni volta.”

Aiolia diplomaticamente si astenne dal commentare, visto che Ikki aveva l'aria di stare per saltargli alla gola se avesse dato ancora corda a Shaka. Era al limite della sopportazione.

“Ci sono molti alloggi qui al Santuario che...”
“Falla finita!” Ikki interruppe Shaka, prendendolo per un braccio e trascinandolo via.

Aiolia non voleva nemmeno sapere come Virgo si sarebbe poi vendicato per un simile affronto.

“Lo so, lo so. Non vuoi la carità di nessuno. Ti guadagnerai da solo il tuo posto!” stava cantilenando Shaka, a quanto pare imitando il tono dei discorsi di Ikki. Il quale stava continuando a berciare all'indirizzo dell'uomo che stava ancora trascinando giù per le scale.

Aiolia rimase fermo qualche altro momento, assolutamente divertito per la scena a cui aveva appena avuto il piacere di assistere.
Quello che però non gli era parso per nulla divertente era stata l'occhiata predatoria che Phoenix gli aveva rivolto poco prima di sparire dalla sua vista.



*°*°*°*°*


Aiolia non seppe mai dire quale fu l'indizio decisivo.
Sapeva solo che una notte, dopo aver passato ore e ore a rigirarsi nel letto a causa del caldo soffocante, fu come colpito da una divina rivelazione. Si mise seduto alla velocità della luce, ansimante, la fronte madida. Sentiva più che chiaramente ogni singola stilla di sudore che lentamente scendeva lungo il collo e la schiena.
E il significato di tutto era lì davanti a lui, chiaro come non lo era mai stato in tutta la sua vita.

Finalmente capiva il perché di quei silenzi, di quelle occhiate furtive, di quei modi di fare così sospetti.
Capì come mai Shaka e Ikki erano stati così schivi con lui quel giorno, quando si erano incontrati sulle scale. Del perché parlassero per sottintesi, a lui non dati da capire.
Capì come mai Phoenix fosse sempre così nervoso in sua presenza e perché ogni volta che passava da lui squadrava furtivamente ogni angolo della sua casa, come se stesse valutando, come se stesse prendendo le misure. E non gli erano certo sfuggite le occhiate cariche a lui indirizzate.
Come pure non gli era sfuggito quell'ultimo, terribile indizio. Il più sconvolgente.
Quello che più lo stava facendo soffrire.

Era accaduto due giorni prima e lui, stupidamente, aveva liquidato quel fatto con leggerezza. Come era stato idiota! Avrebbe dovuto capirlo subito!
Quella mattina Phoenix si era presentato per l'ennesima volta alla sua porta. Sbucato dal nulla come al solito, come sempre nervoso e guardingo. L'aveva accolto e lasciato passare, con la consueta gentilezza. Ikki gli era passato accanto, un po' più vicino del solito forse. Ed era allora che era successo. Si erano guardati negli occhi, sguardi fissi. Un infinitesimale attimo in cui le loro anime si era quasi sfiorate.
Era stato allora che l'armatura del Leone aveva risuonato.
Un trillo, poco più che una nota di dorata eufonia. Ma brillante e chiaro, come solo il canto di un'armatura sapeva essere.
Sciocco Aiolia, a non averci pensato prima!
Non aveva dato peso al fatto, già in passato era accaduto che le armature risuonassero.
Proprio non gli era venuto in mente che il motivo potesse essere un altro.

Solo in quel momento, in quella notte soffocante, gli venne in mente il vero motivo per cui l'armatura aveva risuonato in presenza di Ikki.
Il ragazzo in passato aveva indossato l'armatura del Leone.
La Gold Cloth, per un momento – epico scontro contro il Dio della Morte in persona – l'aveva riconosciuto come suo nuovo, legittimo proprietario. Aveva vestito il suo giovane corpo, pronta a proteggerlo fino alla fine.

Aiolia boccheggiò, sconvolto. Incapace di articolare a parole il suo stesso pensiero.
Era dunque quello ciò a cui Phoenix mirava: il suo posto come Cavaliere d'Oro!

Si alzò, nervoso come non lo era mai stato in tutta la sua vita.
Prese a camminare avanti e indietro per la stanza. Il suo cervello lavorava febbrilmente. Ora che il mistero era svelato, anche tutti gli altri pezzi sembravano andare a posto da soli. E si incastravano tutti perfettamente.
Il comportamento sospetto di Ikki ora era lampante, come pure lo era il coinvolgimento di Shaka. Doveva per forza esserci anche il suo zampino! Li aveva visti parlottare tra di loro, e poi zittirsi in sua presenza. Per non parlare del fatto che con tutto il tempo che passavano assieme era impossibile che Virgo non fosse a conoscenza dei piani di Phoenix. Ed era più che probabile che li sostenesse.
Inoltre, era opinione ormai comune che Ikki sarebbe stato più comodo nell'avere un alloggio al Santuario. E quale migliore abitazione se non quella ad un solo piano di distanza dal proprio amante?

Aiolia si sentì improvvisamente prudere la mani.
Sentiva la necessità di fare qualche cosa.
Per cui, non curandosi nemmeno di mettersi qualche cosa addosso – oltre i pantaloncini che costituivano il suo pigiama –, si fiondò fuori dal Quinto Tempio. Avvertì un impellente bisogno di parlare con qualcuno.
Cominciò a salire le scale di corsa, rendendosi conto solo a metà che era proprio Shaka il custode del successivo Tempio. Ah, ma lui non si sarebbe certo fatto sconfiggere dal nemico! E poi c'era una buona probabilità che Virgo in quel momento stesse dormendo, o quanto meno che non fosse abbastanza sveglio per cominciare a dargli battaglia. Infatti fortuna volle che Aiolia riuscì non solo a passare indenne dalla Sesta Casa, ma che fu così rapido che Shaka quasi non si era accorto della fugace intrusione.

Fu così che Aiolia, trafelato e stravolto, piombò tra capo e collo nella stanza di Milo.
Il quale – ad onor del vero – se la stava dormendo saporitamente, ma questo non sembrò certo un buon motivo a Leo per non svegliare l'amico.
Certo, se l'avesse fatto in maniera più delicata forse non avrebbe dovuto usare tutta la sua abilità consumata di guerriero per schivare al pelo uno Scarlet Needle, ma in quel momento simili bazzecole non sfioravano nemmeno la mente del preoccupatissimo Cavaliere di Leo.

“Aiolia! Che succede?!” chiese, confuso e assonnato, Milo, tirandosi su di scatto dal letto. Per essere stato svegliato in quella maniera doveva essere successo qualche cosa di veramente grave. Come minimo Ares in persona che era arrivato ad attaccare il Santuario.
Phoenixmivuoleuccidere!” proruppe Aiolia, tutto d'un fiato.

Tanto velocemente che Milo non era sicuro di quello che aveva appena sentito. No di certo, perché quello che aveva capito era che...

“Phoenix mi vuole uccidere per prendere il mio posto come Cavaliere del Leone!” si spiegò meglio Aiolia, sconcertato dall'espressione di puro dubbio sul volto dell'amico. Eppure la cosa era così evidente!

Ci fu un attimo di silenzio, un intenso silenzio.
Poi Milo si sedette lentamente sul letto, assimilando l'informazione appena ricevuta e continuando a guardare stralunato Aiolia.
Il quale sì stava fissando a sua volta Milo, ma stava al contempo tenendo d'occhio anche tutto ciò che gli stava attorno: era così nervoso da sembrare un gatto appena finito per errore in acqua.
Milo prese un respiro profondo, calibrando bene le parole che stava per pronunciare.

Cosa?! Aiolia, ma sei impazzito?!”
“No che non sono impazzito! Ho le prove! Non hai notato il fare sospetto che ha sempre Phoenix? E come guarda la mia casa? E del fatto che è a solo un piano di distanza da quella di Shaka? E poi l'armatura del Leone! L'altro giorno ha cantato! E poi lo sanno tutti che il suo passato non è certo senza macchia. E...”
“Basta! Aiolia, ti prego basta!” Milo rise nervosamente, cercando di porre un freno a quel fiume di parole.
“Guarda che è una cosa seria!”
“No! Aiolia... no! Come ti viene in mente che Phoenix dovrebbe volere il tuo posto?”
“E non è ovvio?! Prima di tutto sarebbe un bell'avanzamento di carriera, per non parlare poi del fatto che essere Cavaliere d'Oro porta onore e gloria e indiscutibile potere... e poi sarebbe vicino di casa di Shaka, che non mi sembra proprio un dettaglio da trascurare!”

Milo sbatté la palpebre, ancora incredulo.
Sul serio, quello lì davanti a lui non poteva certo essere il suo amico Aiolia. Qualcuno doveva avergli fatto il lavaggio del cervello, non c'era altra possibilità.
Milo si spostò vicino alla testa del letto, sedendosi a gambe incrociate, e invitando Aiolia a fare lo stesso.

“Sediamoci e parliamone con calma, vuoi?”
“Non c'è tempo! Devo andare ad avvisare il Sacerdote del pericolo che...”
“Tu non vai ad avvisare nessuno!” Milo lo bloccò, praticamente placcandolo, prima che potesse dileguarsi, obbligandolo a sedersi di fronte a lui.
“Milo!”
“Se non stai buono ti lego!”

Aiolia lo guardò torvo, per poi sedersi anche lui, nervoso e teso come una corda di violino.

“Non ti sembra il caso di raccogliere prove un po' più concrete prima di andare a denunciare per tradimento un tuo compagno?!”
“Prove?! Non sono abbastanza le prove che ti ho dato?”
“Lia, a me non hai dato prove, solo una confusa accozzaglia di paranoie e sospetti.”
“Ma...”
“Analizziamo i fatti insieme, d'accordo? Se riuscirai a convincermi allora ti accompagnerò dal sommo Sion per denunciare Phoenix.”

Aiolia lo squadrò: se non fosse stato così preoccupato, si sarebbe offeso per la maniera in cui Milo lo stava trattando.

“Ikki mi vuole uccidere!” ripeté di nuovo Aiolia.
“Questa è la cosa più stupida che potessi dire!”
“È sospetto!”
“Senti, Phoenix potrà anche avere tutti i difetti di questo mondo, e buona parte ce li ha, ma di certo non è un traditore, non è un assassino a sangue freddo e non vuole il tuo posto!”
“Ma...”
“Aiolia, davvero. Non ti è mai venuto in mente che per uno come lui diventare Cavaliere d'Oro sarebbe solo un'immensa seccatura? Ce lo vedi a presenziare nelle cerimonie sacre? O ad allenare qualche piccolo aspirante Saint giù nell'Arena? O anche solo al fatto di dover restare sempre al Santuario? Per quanti sedicenti vantaggi potrebbe guadagnare, il gioco non vale la candela.”

Aiolia aprì la bocca per ribattere, ma l'occhiata decisa di Scorpio lo fece desistere.
In effetti a guardarla come Milo...

“Ma... l'armatura del Leone...”
“Ti ha per caso abbandonato per andare a vestire lui? Lo sai che le cloth sono capaci di cose strane. Probabilmente in quel momento ha solo salutato Ikki. Nulla di più. Aiolia, ti prego, non hai nulla da temere. Non fare il paranoico!”
“Io non sono paranoico” borbottò Aiolia.

Milo sorrise, vedendo le spalle dell'amico rilassarsi appena.
Non sapeva che cosa gli aveva dato quella balzana idea di un complotto contro la sua persona, ma evidentemente parlarne con qualcun altro, e soprattutto parlarne a mente lucida, lo aveva aiutato a capire quanto fosse insensata tutta quella questione.

“Forza! Ti prometto che se mai Phoenix attenterà alla tua vita, ti vendicherò.”
“Bella consolazione..!” brontolò come risposta l'altro.



*°*°*°*°


“Hai sentito la novità, Lia?”
“No, quale novità?”

Milo aveva affiancato Aiolia a fine allenamento, mentre gli altri compagni si erano già diretti ognuno alla propria dimora.

“Pare che il giovane Ikki sia riuscito ad acquistare un immobile nella zona del porto, qui ad Atene!”

Aiolia, che si era irrigidito istintivamente a sentir nominare Phoenix, non poté fare a meno di tirare un sospiro di sollievo a quella notizia.

“A quanto pare i tuoi sospetti erano totalmente infondati, no?”

Aiolia arrossì appena, mentre Milo ridacchiava. Lo odiava quando aveva così stramaledettamente ragione. A ripensarci in effetti non doveva proprio avere fatto una bella figura, a piombargli in casa come un disperato, snocciolando accuse di complotti e tradimenti.

“E va bene!” commentò alla fine Aiolia “Forse sono stato un pochino troppo precipitoso nell'accusare Phoenix!”
“E molto prevenuto. Non si può giudicare una persona solo in base a come appare.”
“Beh, non si può certo dire che quel ragazzo ispiri fiducia così, a pelle.”

Milo scoppiò di nuovo a ridere, per poi indicare con un cenno della testa qualche cosa alle spalle di Aiolia.

“Toh, parli del diavolo! Ehilà Phoenix! Come va la nuova casa?!”

Ikki squadrò in silenzio Milo e Aiolia, prima di affiancarli sulle scale e rispondere.

“Le voci qui girano un po' troppo in fretta!” commentò fosco. Sperava che la cosa non diventasse proprio di dominio pubblico.
“Mi spiace per te, Phoenix, ma qui la servitù ha le orecchie molto, molto lunghe.”
“E di certo non disdegna nemmeno di spargere in giro le voci che sente!” commentò caustico Aiolia, memore di quante volte lo stesso Galan aveva contribuito a far diventare pubbliche cose che Leo avrebbe preferito rimanessero sigillate nel Quinto Tempio.

Milo ridacchiò giulivo: per lui invece era una vera pacchia riuscire a sapere sempre tutto di tutti, solo chiedendo alle persona giuste.
Il ragazzo lanciò un'occhiata obliqua all'indirizzo dell'amico. Aiolia sembrava tranquillo, ma sotto sotto si vedeva che era un po' agitato.
Un sorriso ghignante si disegnò sul volto dello scorpione. Si fermò di botto, colpendosi in maniera piuttosto teatrale la fronte con il palmo aperto della mano.

“Oh, che idiota. Ho dimenticato una cosa importantissima giù nell'Arena!”
“Milo..!” Aiolia aveva capito il malefico piano di Milo, e non aveva alcuna intenzione di sottostare ai suoi assurdi giochi.
“Non vogliatemene ragazzi, ma devo tornare immediatamente a prenderla. Scusatemi se non vi accompagno.”
“Milo!”
“Beh, ci si vede! È stato un piacere rivederti Phoenix!”

E in meno di un secondo era già sparito.
Aiolia maledisse Milo e tutte le future generazioni dei Cavalieri dello Scorpione. Dannati sadici, ecco che cos'erano!
Aiolia sbuffò, riprendendo a camminare.
Phoenix lo affiancava, silenzioso e burbero come sempre.
Anche se ormai non aveva più nulla di cui preoccuparsi, Aiolia si sentiva comunque molto a disagio in presenza dell'altro ragazzo. La parte più razionale del suo cervello aveva già catalogato come “sciocchezze” tutti i mali pensieri che aveva avuto nei riguardi di Phoenix. Ma c'era lo stesso una piccola parte di se stesso che moriva dalla voglia di chiedere al ragazzo di fianco a lui delle spiegazioni per quanto era successo, anche se la maggior parte di tutto ciò era accaduto esclusivamente nella testa di Aiolia.
E Ikki sembrò percepire questo strano stato d'animo, perché ad un tratto si voltò di scatto per fissarlo negli occhi.

“Leo...”
“Phoenix...”
“Sei strano oggi.” commentò, lapidario.

Non era certo sua abitudine interessarsi troppo degli altri, ma quello strano atteggiamento nervoso da parte del cavaliere del Leone lo stava in qualche modo infastidendo.
Aiolia non rispose, si limitò solo a distogliere leggermente lo sguardo.

“C'è qualche problema?” insistette il ragazzo.

Per un attimo Aiolia si immaginò la folle scena dove lui gli diceva quello che gli era passato per la mente qualche sera prima. Nella sua immaginazione vide Ikki sgranare gli occhi, sul viso un'incredibile espressione di stupore misto a rabbia e – perché no? - sommo oltraggio. E mentre la sua testa passava in rassegna le varie possibili reazioni che Phoenix avrebbe potuto avere – una meno piacevole dell'altra – dal nulla gli si palesò davanti la faccia ridacchiante e sconvolta di Milo che gli ricordava: “Questa è la cosa più stupida che potessi dire!
Il filmino mentale di Aiolia sfumò su quest'immagine, e Leo finalmente tornò alla realtà. Ikki lo stava ancora fissando, sempre più preoccupato per la sua salute mentale.
Aiolia sorrise appena, e si morse la lingua per evitare di dire cose di cui poi, ne era certo, si sarebbe pentito.

“Non è niente. Non c'è nulla di cui preoccuparsi.”

Ikki lo fissò ancora per un secondo, poi spostò di nuovo lo sguardo sugli scalini.
Aiolia sospirò, vagamente rassegnato.
Era proprio vero, certe volte era davvero meglio stare zitti: l'inizio della saggezza è il silenzio.





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Angolo dell'Autrice:

Salve mondo! ^o^
Ebbene sì, sono lieta di confermarvi che questa cosa che avete appena letto si è classificata seconda al contest con il titolo più lungo del mondo, cioè il [Multifandom] FilosoFANDOM {Dalla Filosofia alla Fanfiction}
indetto da §PucchykoGirl§. Quindi prendetevela con lei!
No, scherzo! *abbraccia*

L'idea per questa fic mi gironzolava per la testa da un pò di tempo, ma lì sarebbe rimasta a muffire, se non avessi avuto l'ispirazione leggendo il bando di concorso del suddetto contest. Che fortuna, eh?
Vabbé, in ogni caso, nonostante non mi aspettassi minimamente di arrivare così in alto in classifica, sono davvero felicissima! ^o^
Anche perché concorrere in un contest dove c'è di mezzo la filosofia, era un azzardo già di per sè. °__°
Se ben notate infatti ha scelto Pitagora, che più per la filosofia lo si ricorda per il teorema dei triangoli! <3
Ahahahah!

Ok, ho concluso.
Scusate se vi ho fatto perdere tempo! ^^"


Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat


   
 
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