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Autore: Selhin    30/01/2010    9 recensioni
Sennar se ne stava davanti allo specchio, immobile, lo sguardo fisso nei suoi occhi riflessi. Non sapeva se definirsi ‘nervoso’ oppure semplicemente un codardo. Che sciocchezza, perché mai dovrei essere nervoso?
Genere: Romantico, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Livon, Nihal, Sennar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di due ragazzini: un mago e una guerriera'
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Sennar se ne stava davanti allo specchio, immobile, lo sguardo fisso nei suoi occhi riflessi

 

 

Com’è dura la vita del miglior ‘nemico’!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Sennar se ne stava davanti allo specchio, immobile, lo sguardo fisso nei suoi occhi riflessi. Non sapeva se definirsi ‘nervoso’ oppure semplicemente un codardo.

Che sciocchezza, perché mai dovrei essere nervoso?

Indubbiamente questo voleva dire che non poteva essere altro che un codardo. E non gli piacque nemmeno un pò. Non si era mai definito un codardo, non gli si era mai presentata l’occasione per definirsi tale in effetti, eppure in quel momento il suo primo istinto era uno solo.

Scappare.

Fingersi malato, infilarsi nuovamente nel letto ed evitare la giornata.

Si sistemò la tunica attorno al collo. Aveva indossato quella ridotta meglio fra il mare di stracci che possedeva, ma anche così sembrava un ragazzino trasandato e poco sveglio. Eppure lui era intelligente, lo dicevano tutti!

Sospirò per l’ennesima volta. Non riusciva a staccare gli occhi da quello sguardo azzurro. Impaurito, no anzi... terrorizzato.

Coraggio, puoi farcela. Hai affrontato cose ben peggiori di questa, come...

In quel momento non rammentava niente di più spaventoso di quello che sarebbe accaduto in quella giornata. Anche la vita passata da bambino fra i campi di battaglia gli sembrava un paradiso al confronto.

Spostò il collo prima a destra poi a sinistra, facendo scricchiolare le ossa indolenzite dai nervi tesi; era uno dei suoi modi per calmarsi e per cercare di sciogliere i muscoli. Solitamente lo faceva sentire uno importante, lo faceva apparire sicuro di sé. Ma in quel momento non funzionò. Anzi, si sentì un completo idiota.

Si schiarì la gola e inspirò profondamente, poi espirò chiudendo gli occhi e cercando di rilassarsi come prima di eseguire un incantesimo. Immaginò di essere nella foresta, ascoltò i rumori della natura. Sentì la magia fluire dentro di lui fino alla punta dei capelli.

  - Sennar! -

La voce di Nihal lo riportò bruscamente alla realtà. La ragazzina entrò di corsa nella stanza senza nemmeno bussare e si fermò a guardarlo incuriosita. Perché se ne stava davanti allo specchio? il suo amico non era mai stato molto vanitoso.

  - Insomma Nihal!- la reazione dell’amico la stupì. Le guance del ragazzo si erano tinte di un rosso vivo e l’espressione lasciava trapelare tutto l’imbarazzo del Mondo Emerso. - Non si entra nelle camere degli altri senza bussare, non te l’hanno mai insegnato!-

  - Scusami... - rispose lei sconcertata. Sennar era strano, di questo era certa. Ormai lo conosceva da poco più di un anno e non aveva mai reagito così con lei. -... comunque se ben ricordi questa è anche la mia stanza. Di conseguenza posso entrare quando e soprattutto come voglio!-

  - Bè... sì... però... -

Ahi, sta balbettando. Cosa mi sta nascondendo?

  - Va tutto bene?- gli chiese lei avvicinandosi e provocando in lui un nuovo colorito sul viso.

Lui annuì. - Sì, certo... -

  - Mi sembri un po’ scombinato questa mattina. Cioè, più del solito intendo... - disse lei dubbiosa avvicinandosi ancora come a voler trovare qualcosa di strano nei suoi occhi.

  - Sco-Scombinato?-

Nihal annuì. - Sì, sei strano... ma non strano come al solito. Ti senti bene?-

  - Io non sono strano!- rispose lui con foga. - Forza, adesso esci devo finire di prepararmi.-

La prese per le spalle e la portò fin sulla soglia della porta. - Ma, se sei già vestito!- non fece quasi in tempo a finire la frase che Sennar le aveva chiuso la porta sul naso.

E’ proprio strano oggi!

  - Va bene, va bene. Quanto sei permaloso... ti aspetto giù, vedi di non metterci un’eternità come al solito!- detto questo la ragazzina si voltò e scese giù in cucina dove trovò Soana intenta a leggere un vecchio libro logoro.

Si avvicinò alla sua maestra e si sedette su una sedia lì di fronte, sbuffando fra sé.

  - Cosa succede, Nihal?- chiese la maga in tono canzonatorio senza nemmeno alzare lo sguardo, come se quella fosse la domanda di rito del mattino. - Cosa hai fatto a Sennar oggi?-

La ragazzina si stupì di quell’accusa immeritata. - Io non ho fatto niente, è lui che è tutto matto.-

Soana sospirò. - Quando la smetterete di comportarvi come due bambini? Non sarà stato di nuovo per il pugnale, vero?-

Gli occhi scuri della donna trapassarono quelli viola di Nihal. La questione del pugnale era roba vecchia, si era definitivamente arresa a lasciarlo a lui quel maledetto pugnale. - No!-

Nihal si alzò dalla sedia e uscì dall’abitazione offesa come una bambina. Non aveva fatto niente di male e Soana le dava la colpa. Lo sapeva benissimo che Sennar era il suo preferito però, in fondo era lei sua nipote. Non avrebbe dovuto stare dalla sua parte?

Sennar la vide, dalla finestra della stanza, uscire di casa infuriata e sedersi su un tronco d’albero lì davanti. Perfetto, era proprio cominciata bene quella giornata! Si maledì per essere stato così scortese con la sua amica e infine, dopo un’ultima fugace visione di se stesso riflesso nello specchio, si decise a uscire dalla camera. Al piano di sotto lo attendeva Soana con un’espressione non proprio gentile e una tazza bollente tra le mani.

Due pensieri si formarono nella mente di Sennar, Ti prego non tirarmela addosso e Ti prego lasciami andare o Nihal mi ucciderà.

La donna non fece nessuna delle due cose, senza dire una parola o cambiare espressione, gli mise la tazza fumante fra le mani. - Bevi, Nihal è già fuori che ti aspetta da un pezzo Sennar.- si voltò e tornò a sedersi a capo del tavolo per dedicarsi ancora al suo vecchio libro di magia.

Il ragazzo sospirò sollevato, bevve veloce il contenuto della scodella ustionandosi il palato un paio di volte, e poi uscì di corsa in giardino dove trovò la ragazzina intenta a guardare il folto degli alberi. Le si avvicinò piano indeciso sul da farsi, poi si sedette lì accanto. Nihal non lo guardò direttamente, s’era accorta da un pezzo della sua presenza ma non sarebbe stata lei a scusarsi.

  - Dai, Nihal. Non fare così... -

Sennar aveva cercato di usare il tono di voce più calmo e gentile che avesse mai utilizzato. Con Nihal non c’era da scherzare quando era arrabbiata. - Scusami per prima... ero solo... nervoso.-

La ragazzina si voltò a guardarlo stupita. - Nervoso?-

Lui annuì evitando i suoi occhi. - E perché?-

Il mago non sapeva cosa risponderle e se ne stette zitto per qualche minuto a subire gli sguardi che la ragazza non accennava a smettere di mandargli.

  - Bè, oggi andiamo a Salazar... -

Nihal socchiuse gli occhi dubbiosa. - E allora? Non è mica la prima volta che ci vai... -

  - No, certo che no... però, ecco... oggi... -

Lei si innervosì, non era mai stata un modello di pazienza. - Oh, insomma Sennar, vuoi parlare chiaro?-

Sennar, che nel frattempo aveva congiunto le mani per alleviare il nervosismo e sul cui viso erano comparse vivide segnalazioni d’imbarazzo, la guardò. - E’ perché oggi... Livon... -

Sentendo quel nome Nihal iniziò a intuire qualcosa. - Il vecchio, cosa?-

Sennar la guardò chiedendosi per l’ennesima volta perché la ragazzina continuasse a chiamare il padre in quel modo assurdo. - Oggi lo conoscerò... sono un po’ emozionato.-

Lei restò per qualche istante immobile a fissare l’amico stupefatta, poi scoppiò in una risata che, a dire di Sennar, poteva aver udito il Tiranno in persona dall’altezza della sua Rocca. - Smettila subito, Nihal!- gli disse lui furibondo.

Ma la ragazzina non riusciva a trattenersi, ormai addirittura sdraiata per terra dalle troppe risate si rotolava divertita sull’erba ancora umida di rugiada. Sennar la guardò per un po’, ancora offeso, poi rise anche lui all’assurdità della situazione. Aveva sedici anni ed era terrorizzato all’idea d’incontrare il padre della sua migliore amica. Era evidentemente un codardo si disse mentre Nihal gli buttava le braccia al collo cercando di riprendere fiato. - Sono proprio uno stupido.-

E Nihal rise ancora di più, dopo averlo stretto tanto forte da farlo soffocare.

 

 

  Non sono nervoso.

Sennar restò fermo davanti alla porta della bottega. Fissò paralizzato la grande porta di legno a due battenti per un tempo interminabile mentre Nihal, al suo fianco, lo osservava divertita. - Non mi dirai che hai ancora paura?-

  - Non ho paura!- si affrettò a rispondere lui.

Nihal fece spallucce. - Meglio allora... forza, seguimi.-

Il mago inspirò a fondo mentre la ragazzina apriva la porta con un0unica spinta.

Accidenti, e se non gli piacessi nemmeno un po’?

Poi scosse la testa. Era sveglio, intelligente ed era stato il primo a battere Nihal in tutta Salazar un anno prima. Cercò di convincersi di questo mentre seguiva, piano piano, la ragazzina che avanzava tranquilla all’interno dell’abitazione. Ovunque erano ammassate armi di ogni genere, nell’aria si respirava un fumo denso che prendeva alla gola, mentre dal fondo della casa arrivavano dei forti tonfi di metallo. - Vecchio!- urlò Nihal, e Sennar vide due occhi spuntare da un viso annerito dalla fuliggine voltarsi verso di loro.

L’uomo prese un fazzoletto e si pulì come meglio poté. - Oh Nihal, sei già arrivata? Ti aspettavo leggermente più tardi.- la sua voce era dolce mentre si rivolgeva alla figlia, nel sentirla Sennar sembrò rasserenarsi per un attimo.

  - Lo sai che Soana mi butta giù dal letto all’alba.-

Livon rise divertito. - Questo perché sei una dormigliona e una scansafatiche.-

Nihal si finse offesa. - Io sono un guerriero! Consumo un sacco di energie e di conseguenza devo dormire molto.-

  - E questa da chi l’hai sentita?-

Sennar si divertì ad osservare la scena, seppur in disparte. Nihal sembrava diversa dal solito e al contempo la stessa ragazzina ribelle che aveva sotto gli occhi tutti i giorni. Però c’era un velo di tenerezza nella sua voce quando si rivolgeva al padre. Quest’ultimo, finalmente, alzò gli occhi su di lui incuriosito. - Tu devi essere il famoso Sennar.-

Il ragazzo si sentì preso in contropiede e non seppe cosa rispondere. - Nihal mi parla sempre di te.-

  - Ah, davvero?- rispose Sennar guardando scettico l’amica.

Lei arrossì leggermente. - Che sciocchezze, è che quando parlo di magia mi viene spontaneo nominarti.- rispose come se fosse la cosa più ovvia di tutto il mondo.

Livon rise nuovamente e si rivolse al ragazzo facendogli l’occhiolino. - In verità avevo quasi sperato che la piccola guerriera si fosse presa una cotta e, di conseguenza, si stesse trasformando in una ragazza come le altre.-

Sennar arrossì come i suoi capelli, e Nihal lo seguì subito dopo. - Che diavolo dici, Vecchio!-

  - Lo so che è il tuo acerrimo nemico, me lo dici tutte le sante volte. E lasciami sperare di vederti una donna sposata prima o poi.-

Mentre Sennar se ne restava imbarazzato nel suo angolino, Nihal saltava al collo del padre per intraprendere la solita sfida dalla quale sarebbe uscita vincitrice. Chissà per quale ragione, ma si sentiva come un fidanzato alle prese per la prima volta con il padre della promessa sposa.

Arrivò l’ora di pranzo.

Nihal si era offerta di preparare qualcosa ma, come al solito, Sennar era dovuto correre in suo aiuto prima che bruciasse l’intera abitazione. Era una vera frana in cucina, al contrario di lui che se la cavava piuttosto bene. Quando si sedettero tutti e tre per consumare il pasto, Livon sorrise al ragazzo. - Sei bravo, ma capisco che non c’è speranza nell’insegnare a Nihal a essere una ragazza di casa.-

Sennar scoppiò a ridere assieme all’uomo, mentre Nihal li guardava offesa più che mai.

  - Allora Sennar... - iniziò Livon non appena Nihal, obbligata dalle sue lamentele, non era corsa a dare una pulita alle stoviglie. -... com’è Nihal?-

Il ragazzo non capì subito la domanda. - Intendo dire, si comporta bene da Soana?-

Sennar annuì. - Impara in fretta, ma non ha la pazienza necessaria che serve a un mago per essere tale... è irruenta, vuole combattere. A volte trascina anche me nei suoi allenamenti ma, io non sono propriamente l’avversario più adatto.-

Livon ascoltò interessato ma si stupì a quell’ultima affermazione. - Ma come? Non l’hai forse sconfitta un anno fa?-

  - Certo... - sorrise il mago. -... ma a sentir lei, ho giocato sporco.-

L’uomo si versò dell’acqua fresca. - Era la prima volta che qualcuno la batteva, ed è stata ingenua. Tu hai fatto il tuo, e sai una cosa? Sono contento che tu sia venuto a Salazar quel giorno.-

Il ragazzo s’incuriosì. - Perché?-

  - Nihal ora è diversa. Finalmente ha un amico vero, qualcuno con cui può parlare di cose che nemmeno a me vuole dire. Si fida di te e ti stima molto, anche se non lo dimostra apertamente.- l’uomo gli fece l’occhiolino.

Sennar si sentì quasi elogiato da quelle parole. - Insomma, non è che io faccia chissà cosa.-

  - Non è importante quello che fai, ragazzo.- rispose Livon con un sorriso paterno. - Ma quello che senti. Lei lo avverte, per questo si è affezionata a te. Io lo so, la conosco.-

Mentre il ragazzino ripensava alle parole dette da quell’uomo seduto di fronte a sé, Nihal entrò nella stanza irrompendo come al solito. - Allora, che si fa adesso Vecchio?-

  - E addio discorsi seri e tranquilli fra uomini.- disse fra sé Livon, scherzando sul potere di Nihal di arrivare sempre nei momenti meno opportuni.

 

 

  Livon mostrò a Sennar molte delle sue armi più belle, lasciando il ragazzo estasiato a ogni nuova spada che gli veniva posta di fronte. - Ma nessuno dei miei pugnali batte quello che tu ti sei guadagnato.-

Sennar si sentì quasi superiore ad avere un oggetto simile, nonostante Nihal lo guardasse in cagnesco ogni volta che si tirava fuori il discorso. - Certo... - disse la ragazza. -... infatti quello è il mio pugnale!-

  - Era, vorrai dire... - la contraddisse il ragazzo.

Lei alzò le spalle e si mise a rovistare fra i vari ferri sparsi per la stanza. Nel frattempo Livon aveva preso una spada e la stava facendo vedere al ragazzo. Nihal, interessata, si avvicinò. Era una spada lunga dalla lama sottile, l’elsa era semplice ma decorata con incisioni che formavano delle lingue di fuoco estendendosi fino alla prima parte della lama. Gli intagli erano così perfetti, così minuziosamente precisi, che pareva di avere davanti delle vere fiamme ardenti.

  - Bella eh?- i due ragazzi annuirono meravigliati. - L’ho fatta per un giovane che ama il fuoco, Mi ha anche chiesto di reperirgli un mago perché possa farci un incantesimo offensivo sopra. Ancora non ne è passato uno però... -

Poi alzò lo sguardo su Sennar. - Perché non lo fai tu?-

Il ragazzo era stupito, basito, confuso, sorpreso e chi più ne ha ne metta. - Cosa?-

  - Perché non pratichi un incantesimo su questa spada? Nihal mi ha sempre detto che sei molto promettente come mago.-

Sennar si chiese perché la ragazzina non tenesse mai la bocca chiusa. - E’ vero Sennar, provaci!- lo incoraggiò lei.

  - Ma non so da che parte incominciare... non l’ho mai fatto.-

Livon alzò le spalle. - Peccato però... -

Il mago vide il segno di delusione negli occhi sia di Livon che in quelli di Nihal. Sospirò.

  - Va bene, ci... ci posso provare. Non assicuro niente però.-

L’uomo sorrise compiaciuto se si apprestò a porgergli la spada mentre Nihal, stranamente silenziosa, cercava d’incoraggiare l’amico con la sola forza dello sguardo.

Sennar sospirò ancora poi cercò fra la sua memoria qualcosa che poteva aiutarlo riguardo al praticare incantesimi sulle armi. Prima o poi avrebbe dovuto imparare, anche se a dirla tutta, sperava non fosse così. Sulle prime provò a concentrarsi più del solito, poi si rese conto che più cercava di concentrarsi più non ci riusciva affatto.

Allora liberò la mente da tutti i pensieri, da tutti i suoni che lo circondavano. Chiuse gli occhi e si isolò completamente da tutto. Finché non avvertì la forza della magia pungergli le mani, dandogli quasi un senso di formicolio fastidioso. Allora strinse con una mano l’elsa, con l’altra la lama di ferro. Avvertì il metallo scaldarsi sotto il suo tocco e poi fu come se il calore delle sue mani si trasferì nella lama, come se l’energia che aveva trattenuto fosse stata liberata verso ciò che stringeva con foga fino a ferirsi la pelle.

Si sentì svuotato e cadde a terra privo di forze, ma non perse i sensi. Nihal si precipitò su di lui preoccupata. - Sennar!- lo chiamò forte.

Lui alzò lo sguardo a fatica, aveva la vista offuscata, sudava freddo, e respirava a fatica. Nihal lo strinse più forte. - Stai bene?-

Inaspettatamente riuscì ad annuire e a sorriderle rassicurandola, poi Livon s’inginocchiò davanti a lui. - Complimenti, sei riuscito a praticare un incantesimo su un’arma per la prima volta. E al primo tentativo aggiungerei, sei davvero un mago promettente.-

Sennar sorrise compiaciuto e appoggiandosi sulla spalla dell’amica, si addormentò di un sonno senza sogni.

 

 

   Quando si svegliò Nihal lo fissava dal capo del letto seduta su una sedia malandata.

Non appena si rese conto che l’amico stava bene gli si avventò contro. - Mi hai fatto preoccupare da morire, stupido!-

Sennar riuscì a fatica a tirarsi su, evitano qualche colpo della ragazzina. - Scusami, ma non pensavo davvero che ce l’avrei fatta.-

Nihal lo guardò. - Sei stato bravissimo, vedrai quando lo diremo a Soana.-

  - Credo che mi punirà, sono stato avventato. Ma non credevo di perdere tutte le energie... -

  - E’ perché sei ancora giovane.- rispose la voce di Livon mentre entrava nella stanza. Si guardarono per qualche istante poi l’uomo gli tese la mano. -Complimenti ragazzo, sei sicuramente il mago più potente che io abbia mai conosciuto. E ne ho conosciuti, ma alla tua età non sapevano fare queste cose... -

La ragazzina s’intromise. - Sennar che facciamo? Dovremmo tornare da Soana, te la senti?-

Lui la guardò notando i suoi occhi preoccupati. Le sorrise. - Si tranquilla, è una cavalcata breve, dovrei farcela.-

Appena riuscì ad alzarsi dal letto iniziarono i preparativi per tornare alla casa di Soana, sul limitare della Foresta. Prepararono il cavallo e si apprestarono ad andarsene. Nihal abbracciò suo padre.

  - Alla prossima Vecchio!-

Lui le diede un buffetto sulla guancia. - Fai la brava, non far arrabbiare Soana e non disturbare troppo questo bravo ragazzo che mi sembra molto intelligente e studioso, tutto il contrario di te.-

La ragazzina si sentì punta sul vivo, poi si voltò e montò in sella. Sennar strinse la mano dell’uomo. - Grazie ancora per tutto.- disse.

Livon lo guardò affettuosamente. - Grazie a te. Stai sempre vicino a mia figlia come fai adesso, d’accordo?- lo sguardo che l’uomo lanciò al ragazzo lasciava intendere che avesse perfettamente intuito i suoi sentimenti verso Nihal. Sennar annuì fingendo indifferenza.

  - Lo prometto.-

Dopodichè montò sul cavallo dietro a Nihal. - Tornate a trovarmi!- li salutò l’armaiolo mentre i due si allontanavano.

Uscirono dalla torre in silenzio e percorsero qualche minuto assorti nei loro pensieri. Poi Nihal si voltò verso l’amico. - E’ stato così terribile conoscere mio padre?-

Sennar scosse la testa. - Affatto, è un uomo ammirevole. Anche se mi sento esausto... -

  - Quello è per via dell’incantesimo.-

Lui la guardò con un’espressione indecifrabile. Come poteva dirle che era stanco perché conoscere suo padre era stato come andare a combattere il Tiranno? -Sapevo che ti sarebbe piaciuto. Dopotutto, sei il mio migliornemico’!- continuò lei senza far troppo caso allo sguardo dell’amico.

Il ragazzo sorrise e i due continuarono a cavalcare spensierati. Sennar però, si ripromise che mai più nella sua vita avrebbe conosciuto così il padre di una ragazza.

Specie se il padre in questione, aveva capito immediatamente quanto lui fosse innamorato della figlia.

 

 

 

 

 

 

 

************************************

 

Note dell’autrice : dopo solo pochi giorni torno a rompervi con un’altra fic sulle cronache, sempre nello stesso periodo che i due ragazzini hanno convissuto in pace. Adoro questo frammento di libro perché è completamente saltato, e quindi posso scrivere quello che più mi piace. Ne ho già in cantiere un’altra, credo che ne farò una serie.

Spero che la fic vi sia piaciuta, devo dire che mi sono divertita molto a immaginare tutte le varie scene. Chiedo scusa a Sennar se l’ho fatto apparire un po’ più idiota del solito ^^’

Bè, che altro dire?

Leggete e commentate per favore, ho un bisogno sfrenato di leggere recensioni in questo periodo!

Non chiedo altro, semplice no? ^^

 

Un abbraccio

Selhin

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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