Hinata no Valkiries
-ACCIDENTI SONO IN RITARDO!! RAGAZZE DOVE SIETE?!?!-
Naruto, da bravo dormiglione qual'era, stava goffamente cercando di
annodare la cravatta con la mano destra, mentre con la sinistra tentava di
allacciare i pantaloni, badando di non far uscire la camicia, il tutto scendendo
le scale a rotta di collo a causa del suo tremendo ritardo.
-Accidenti a te Naruto! Siamo già alla porta! Muoviti o ti lasciamo qui!-
Sakura e Hinata, invece, erano sulla soglia, già pronte per uscire.
Naruto, conciato come uno spaventapasseri, si presentò davanti alle due
con la bocca piena di qualcosa che doveva evidentemente essere stato una
fulminea colazione: -Uffa fagaffe! Ma pefchè fof fi avefe svefiato?!-
Hinata lo guardò stranita: -N-naruto-kun... C-che cosa hai d-detto?-
Quasi
strozzandosi, Naruto ingoiò la sua colazione: -Ho detto: "Perchè non mi avete
svegliato?" Voi siete già pronte da un pezzo no?-
Sakura gli si piazzò davanti furiosa: -VUOI DAVVERO SAPERE PERCHE' NON TI
ABBIAMO SVEGLIATO? TE LO SPIEGO IO! TU DORMIVI COME UN TAPIRO E QUANDO IO E
HINATA ABBIAMO PROVATO A SVEGLIARTI NON SOLO NON C'ERA VERSO DI SMUOVERTI, CI
HAI QUASI UCCISE!-
Naruto guardò l'amica stranito: -Eh? Ma di che parli Sakura-chan? Quando
mai ho tentato di uccidervi?-
Hinata si intromise tra i due: -B-beh... Q-quello c-che dice Sakura-san
non è del tutto falso...-
Quella mattina infatti non era stata certo facile per le due ragazze tentare di mettere in piedi quel dormiglione, anzi, tutt'altro...
Hinata si era alzata abbastanza presto quella mattina, il capodanno era
già passato da alcuni giorni e, dopo poco tempo, era arrivato anche il momento
di tornare a scuola.
Appena scesa dal letto, la ragazza aprì la finestra per fare un piccolo
ricambio d’aria nella stanza. Subito si diresse al bagno, che trovò libero,
quindi vi entrò e iniziò a lavarsi il viso. Aprì il rubinetto dell’acqua fredda,
posando al di sotto di esso le mani a coppa, gettando poi il contenuto sul viso.
La sensazione dell’acqua gelida le tolse immediatamente quel poco di torpore che
ancora aveva addosso, svegliandola completamente.
Finito di sistemarsi, uscì dal bagno per tornare nella sua camera,
incrociando un’assonnata Sakura: -Uagh! Buon giorno Hinata! Dormito bene?-
L’altra annuì contenta: -Si! Tu invece?-
Per
tutta risposta, Sakura sbadigliò ancora: -Insomma… Ho fatto un po’ fatica a
prendere sonno…-
Hinata le sorrise dolcemente: -Hai paura del primo giorno vero?-
L’altra rise: -Beh si… Anche se tecnicamente non è il mio primo giorno…
Oggi comunque dovrò conoscere i nuovi compagni ed i professori… L’altra volta io
e Naruto abbiamo passato la mattinata in aula insegnanti…-
La
mora annuì pensierosa: -Già… L’altra volta…-
Hinata ricordava bene il giorno in cui Sakura e Naruto erano arrivati
nella sua scuola, solo il giorno dopo la sua vita era stata sconvolta, per
sempre.
Nel vedere Hinata così pensierosa, Sakura le posò una mano
sulla spalla, preoccupata: -Ehi Hinata! Va tutto bene?-
Dopo un primo momento di distrazione, la ragazza le rispose
sorridendo: -Si Sakura-san! Non preoccuparti! Devo solo svegliarmi del
tutto!-
L’altra la guardò pensierosa: -Sarà…-
In quel momento arrivò Sanzo con un’espressione preoccupata
sul volto.
Le due ragazze gli sorrisero calorose, con un saluto
corale: -Buon giorno Sanzo!-
Contrariamente alla sua indole paciosa e cordiale, quella
mattina Sanzo pareva abbastanza agitato e frettoloso: -Ehm buon giorno
Hinata-san… Sakura-san ho bisogno di lei! Abbiamo… QUEL problema…-
Mentre Hinata a stento capiva di che parlasse, Sakura
sbuffò irritata: -Accidenti di nuovo!-
L’altra, he ancora ci capiva poco, la guardò confusa:
-Che problema c’è?-
Sakura digrignò i denti dalla rabbia: -Grrr sempre il
solito baka!-
Non ci volle molto ad Hinata per capire di chi parlava,
ormai si era fatta un'idea chiara di come andavano le cose in quella casa:
-Naruto-kun?-
La ragazza roteò gli occhi furiosa: -Già!
-Cosa è successo?-
La ragazza dai capelli rosa le fece segno di seguirla:
-Vieni a vedere…-
Senza dire una parola, Hinata andò dietro a Sakura che la
condusse alla stanza di Naruto. Senza neanche bussare, la ragazza mise una mano
sulla maniglia,ma fu fermata da Hinata: -M-ma Sakura-san… N-non dovremmo
bussare?-
L’altra diede un’alzata di spalle: - Credimi… Non vedremo niente di sconvolgente! E poi…- le sorrise maliziosa: -Non c’è niente che tu non abbia già visto!- A quell’affermazione Hinata arrossì come un peperone, ripensando di nuovo a ciò che era successo il giorno in cui era arrivata a villa Sarutobi, quando aveva visto Naruto in tenuta adamitica. Uno degli avvenimenti più imbarazzanti della sua vita.
Sakura aprì la porta della camera del compagno: all’interno
tutto era avvolto nella penombra, ma non appena la ragazza aprì la finestra,
nella stanza si diffuse la luce del sole del mattino.
Hinata si guardò un po’ intorno, il disordine regnava
sovrano: riviste di arti marziali e di motori erano sparse su tutto il
pavimento, accompagnate da abiti più o meno puliti e appallottolati, confezioni
di ramen istantaneo ormai vuote e oggetti di vario genere, tra questi anche
alcuni di quei kunai che lui le aveva mostrato qualche giorno prima.
Nel vedere i pericolosi utensili sparsi per terra a
quel modo Sakura si irritò non poco: -Ma come fa quel baka ad avere così poca
cura delle sue cose? Lascia in giro persino le armi!- intanto l’attenzione di
Hinata fu catturata dall’enorme armadio di ciliegio sul lato sinistro della
stanza. Era in quell’armadio che Naruto aveva recuperato i vestiti che le aveva
prestato per evitarle di indossare i capi di dubbio gusto prestati da Sakura. A
pensarci bene era da allora che Hinata non era più entrata nella stanza di
Naruto, quella era stata l’unica volta, almeno fino a quel giorno. Allora non si
era nemmeno accorta del fatto che la camera del ragazzo fosse un tale disastro,
forse perché troppo presa da tutti i suoi problemi…
Facendo slalom tra le migliaia di cianfrusaglie sparse per
la stanza, le due ragazze si avvicinarono cautamente al letto, su cui stava
steso un enorme bozzolo di coperte; tirandole con forza, Sakura scoprì la figura
ancora addormentata di Naruto.
Russava come un tapiro, se ne stava abbracciato al cuscino
con un’espressione beata dipinta sul viso, sussurrando quella che doveva essere
la parola che aveva pronunciato più spesso nella sua vita: -Uhmm… Ramen…-
A quella visione Sakura sospirò sconsolata: -Ecco… Come
volevasi dimostrare! Come al solito avrà ignorato il suono della sveglia…-
Guardandosi intorno, Hinata notò sparsi sul pavimento un
mucchio di ingranaggi, che probabilmente una volta dovevano essere stati la
sveglia di Naruto. Nella sua mente fu subito tragicamente chiaro come doveva
essere andata.
-FORZA NARUTO SVEGLIATI! DOBBIAMO ANDARE A SCUOLA!-
Ma il ragazzo la ignorò bellamente: -Ancora una porzione…
Quello con la carne di maiale e le uova…-
Sakura digrignò i denti: -Svegliati cretino! Tra meno di
un’ora dobbiamo essere a scuola e tu devi ancora lavarti!-
Il biondo, scocciato da tante lagne, nel sonno le tirò un
cuscino in pieno volto, girandosi poi dall’altra parte.
La mora guardò preoccupata il viso di Sakura contrarsi in
una smorfia a dir poco animalesca: -IDIOTA! Scendi subito da quel letto!- e a
grandi falcate si avvicinò al letto scuotendogli la spalla.
Ma si sa… i ninja sono guerrieri speciali, dotati di mille
risorse ed esperti in ogni tipo di tecnica, pronti a far fronte ad ogni attacco,
anche nel sonno… Perciò Naruto, come sentì la mano di Sakura sulla sua spalla,
afferrò il polso della ragazza, lo girò su se stesso e, senza il minimo sforzo,
la scagliò lontano da lui.
Hinata non aveva ancora capito bene quello che stava
succedendo, finchè non vide Sakura arrivarle letteralmente in faccia. Le due
ragazze si trovarono sdraiate a terra e doloranti, in quello che sembrava uno
scomposto groviglio di braccia e gambe.
La ninja si massaggiava un bernoccolo sulla nuca:
-Ahiaaa…-
La povera Hinata intanto annaspava sotto di lei:
-S-sakura-san potresti spostarti? S-sei u-un pochino p-pesante…-
La ragazza abbassò lo sguardo, notando con disappunto di
essere finita proprio sopra lo stomaco della povera Hinata: -Wah! Scusami
Hinata!- e si alzò di scatto, porgendo una mano all’amica che si alzò
dolorante.
Gli occhi delle ragazza tornarono a Naruto che ancora dormiva beato, a quella vista Sakura battè un piede a terra dalla rabbia: -BEH FAI COME TI PARE COGLIONE!- e si trascinò via la povera Hinata che ancora guardava il ragazzo con occhi compassionevoli “Naruto-kun…”
-E così abbiam deciso di finire di prepararci e fare
colazione senza di te! Così impari a trattare in quel modo due povere fanciulle
indifese!- Sakura concluse il racconto con un sonoro pugno sulla testa del
biondino, mentre il terzetto si stava dirigendo alla fermata della
metropolitana.
-AHIA! Uffa Sakura-chan ma perché mi tratti in questo
modo?!- il poveretto si tastava la testa con occhi lacrimanti.
La rosa lo guardò con sufficienza: -Perché è quello che ti
meriti stupido!-
Il biondo sospirò sconsolato: -Uffi tu mi picchi sempre…
Però mi piaci tanto lo stesso!- concluse la frase con un sorriso smagliante
coordinato da occhi a cuoricini.
La ninja, rossa come un peperone, gli mollò un gancio in
pieno volto: -Piantala di dire stronzate!-
Hinata si soffermò un attimo a guardarli, mentre un
sorrisino si dipingeva sul suo volto “Sembrano proprio due fidanzatini…” ma,
quasi subito, fu presa da una strana stretta allo stomaco “Già… Proprio due
fidanzatini… Perché mi sento così?”
“Io ti proteggerò!”
La ragazza si bloccò, perché le era venuta in mente quella
frase? E perché proprio in quel momento? Scosse la testa, doveva essere la
mancanza di sonno, quella notte si era svegliata parecchie volte e ci aveva
messo un po’ a riaddormentarsi.
-Ehi Hinata? Come mai ti sei fermata?- davanti a lei,
Naruto la guardava curioso, mentre Sakura si era fermata poco più avanti.
Lei sorrise cordiale: -Oh scusa! Mi era venuta in mente una
cosa…- subito arrossì; in effetti era proprio lui la “cosa” a cui stava
pensando.
Lui le si avvicinò perplesso: -Ma sei sicura di star bene?
Sei rossa…-
Hinata si riprese quasi subito: -Si certo! È meglio
sbrigarsi ora, sennò rischiamo di arrivare in ritardo.-
Sakura si avvicinò ai due: -Hinata ha ragione! Non voglio
ritardare al nostro secondo giorno di scuola… VERO NARUTO?!- l’ultima parte fu
particolarmente calcata.
Capendo le intenzioni, molto bellicose, della collega,
Naruto iniziò a sudare freddo: -S-si S-sakura-chan!-
E finalmente i tre studenti si avviarono alla metropolitana, pensando con amarezza al fatto che sarebbero stati schiacciati come sardine da tutte le migliaia di persone che ogni giorno prendevano il più utilizzato tra i mezzi di trasporto giapponesi.
Temari se ne stava placidamente appoggiata al cancello
della scuola, che ancora doveva essere aperto. Non era raro che lei arrivasse
con largo anticipo sull’apertura, infatti ogni mattina era costretta ad alzarsi
molto presto; questo perché era lei, orfana di madre, a doversi occupare della
colazione e del bento dei suoi due fratelli, persino di quello di Kankuro, che
era il fratello maggiore. Lei era di natura una ragazza previdente, così, per
essere sicura di arrivare in tempo, si alzava prestissimo, uscendo di casa anche
prima che i fratelli si svegliassero.
Quella poi era una mattina particolare, o meglio, quella
mattina doveva fare qualcosa di particolare. Subito la ragazza strinse
leggermente il manico del sacchetto che aveva in mano.
-Ehi Temari… Ma che ci fai qui così presto?-
No, non poteva essere. Com’era possibile che di tutte le
persone del mondo proprio lui fosse comparso dal nulla quella mattina? Questo
tipo di cose non sarebbe dovuto accadere solo in quelle stupide commedie
romantiche che tanto piacevano ad Ino? No…evidentemente la realtà è un regista
ancora più perfido di quanto la povera Temari pensasse. Alzò gli occhi
sconsolata, scorgendo la figura ancora un po’ lontana di Kiba che si avvicinava
trafelato, appesantito non solo dalla borsa scolastica ma anche dal borsone da
calcio, infatti la ragazza ricordava che quel pomeriggio ci sarebbe stato
l’allenamento.
Sorrise un po’ stanca, sperando di avere per una volta un
dialogo tranquillo: -Oh è perché ci ho messo meno del solito a fare il pranzo
per Gaara e Kankuro. Così sono arrivata presto. Tu invece? Come mai così
mattiniero?-
Lui scrollò le spalle: -Ah niente… Stamattina mia mamma mi
ha tirato giù dal letto per far fare la passeggiatina ad Akamaru… Con mia
sorella in vacanza studio in Irlanda sono rimasto solo io a disposizione. Mi
sono dovuto alzare alle sei… Non sai che rottura di scatole! Faceva un freddo
polare…- concluse poi con uno sbadiglio.
La bionda si avvicinò al ragazzo con espressione ironica:
-Ehi cerca di farti coraggio! Non puoi essere già stanco ora che le vacanze sono
appena finite…-
Kiba iniziò a mugolare sconsolato: -Non me lo ricordare… Al
solo pensiero della scuola mi viene l’orticaria! Ma dimmi un po’…- alzò la testa
con espressione curiosa: -Cosa c’è in quel sacchetto?-
La ragazza buttò un occhio alla busta che reggeva: -Ah è
vero… Questa è la tua giacca, lavata e stirata, grazie per avermela prestata a
capodanno.-
Stupito, il bruno prese titubante il sacchetto, estraendone
l’elegante giacca nera, come la vide fece un gran sorriso: -Ehi grazie! L’hai
proprio lavata per bene! Fa davvero un buon odore! Comunque guarda che non c’era
bisogno…- fece un attimo di pausa per trovare le parole giuste: - In ogni caso
grazie mille! Sei stata gentile…-
La bionda fece finta di fissare i suoi loose socks per
nascondere il leggero rossore sulle gote, rispondendo con studiata sufficienza:
-Ah di nulla! Me l’hai prestata per quasi una notte intera e mi è sembrato
carino lavartela… Tutto qui.-
Lui rise scrollando le spalle: -Beh grazie lo stesso! Ah
una cosa… Oggi quei due pigroni dei tuoi fratelli vengono all’allenamento?
Soprattutto Kankuro… tra due mesi inizia il torneo di calcio e Yasuda non è
esattamente il meglio come portiere!-
Il ragazzo si appoggiò al cancello affianco a lei,
sistemando la giacca nel borsone da calcio, utilizzando la maggior cura
possibile, lei intanto sistemava una ciocca bionda dietro l’orecchio:
-Tranquillo, ieri sera ho preparato personalmente i loro borsoni, ci saranno!-
Kiba annuì soddisfatto: -Benissimo! Allora da oggi ci
metteremo tutti sotto con l’allenamento! Quest’anno voglio arrivare almeno…-
-CHOJI MA CHE CAVOLO E’ QUELLA ROBA?
Sentendo un urlo disumano, e sinceramente anche un po’
stridulo, i due si voltarono a guardare un trio, composto da Ino, Shikamaru e
Choji, che lentamente si avvicinava.
Mentre camminavano, la bionda guardava con disgusto l’amico
corpulento: -Ma che schifo Choji! Come puoi mangiare della roba del genere? A
quest’ora del mattino poi…-
Choji per tutta risposta prese un’altra manata di patatine
dal suo sacchetto: -Tu non sai cosa ti perdi Ino… Le patatine al formaggio e
kiwi sono una delle cose più gustose che abbia mai mangiato! Ancora di
più della cioccolata alla maionese!-
Nel sentire nominare quelle assurde pietanze, il povero
Shikamaru, che a suo malgrado si trovava nel mezzo del terzetto, assunse un
colorito verdastro.
Ino fece una smorfia schifata: -Ma che orrore! Dai digli
qualcosa anche tu Shika…-
Il poveretto rispose a stento: -N-no comment…- troppo
impegnato a trattenere un conato di vomito.
Il bruno alzò una mano per salutarli: -Ehi buon giorno a
tutti! Anche voi di buon mattino vedo!-
Avendo trovato un buon pretesto per dimenticarsi del
disgustoso cibo di Choji e delle parole indignate di Ino, Shikamaru si diresse
velocemente verso i due amici: -Buon giorno Kiba. Buon giorno Temari. Stamattina
siamo qui perché Ino ha un paio di faccende da sbrigare con il consiglio
studentesco… Tsk! Non sa fare niente da sola! E così mi son dovuto alzare ad un
orario indicibile… Che seccatura!-
-Invece di ripetere la solita tiritera sbrigati a venire
con me! Stanno già aprendo i cancelli ed io devo finire prima che arrivino
tutti!- alle sue spalle spuntò la bionda.
Lui per tutta risposta sbuffò sonoramente: -Uffa… Dai va
bene arrivo!- e così, afferrato con impeto dalla vivace compagna, il
povero Shikamaru fu trascinato all’interno dell’edificio scolastico attraverso
il cancello appena aperto.
Al vedere quella scena Choji sorrise: -Che brava Ino!
Sempre così attiva… Però povero Shikamaru!-
Kiba e Temari erano atterriti: -Già… Povero, povero
Shikamaru…-
-EHI CHOJI DOVE CAVOLO SEI? GUARDA CHE NON SEI ESENTATO DAL
LAVORO SAI?-
Sentendo il “dolce” richiamo dell’amica, il corpulento
giovane sospirò incamminandosi: -Uffa… E io che pensavo di poter rimanere fuori
almeno stavolta… Ma perché Ino non pensa a Shikamaru e mi lascia in pace?- e
anche lui se ne andò mestamente.
Gli altri due erano ancora sconvolti: -Povero, povero
Choji…-
Entrambi notarono che ormai il cancello era aperto che che
piccoli gruppetti di studenti si stavano avviando con aria più o meno sveglia
verso l’edificio.
Temari si voltò verso il ragazzo: -Allora che si fa?
Entriamo?-
Kiba sospirò scuotendo la testa: -Io devo aspettare Shino…
Mi deve dare una mano a tirare fuori l’attrezzatura del club di calcio. Però,
cavolo, perché non è ancora arrivato? Gliel’avevo detto che dovevamo sbrigarci
prima dell’inizio delle lezioni!- intanto si guardava intorno stizzito.
-Buon giorno a tutti!-
Kiba si voltò nella direzione da cui proveniva il saluto ed
un ghigno soddisfatto gli si dipinse sul volto: -Ehi finalmente! Ma guarda chi
si vede… La coppia degli scazzati!-
Scazzati era sicuramente un termine pregnante nel caso di
Shino e Sasuke, che, lugubri per natura, camminavano con l’aria perennemente
annoiata e schifata dal mondo che per loro era ormai un marchio di fabbrica.
Soprattutto per Sasuke: -Kiba… Mavaffanculo!- non sentendo commenti da parte del
compagno, si voltò verso Shino: -E tu non gli dici niente?-
Lui si limitò a scrollare le spalle, per lui ogni parola
detta a Kiba erano due parole di troppo: -Non ho nulla da dire…-
L’altro scosse la testa, quando un pensiero gli balenò in
mente: -Ma oggi tu e Kiba non dovete sistemare l’attrezzatura del club?-
Shino annuì inespressivo;: -Si… Oggi ricominciano gli
allenamenti, tu hai preso il borsone?-
Sasuke annuì mostrando l’enorme sacca che portava al
fianco: -Ovvio… Vedo che tu invece non hai portato
niente…-
L’altro scrollò le spalle: -Oggi non avevo voglia di
allenarmi…-
All’udire quelle parole Kiba si parò davanti a loro
furioso: -MA BRAVO!! E COSI’ SALTI L’ALLENAMENTO PROPRIO AD UN PASSO DALL’INIZIO
DELLA STAGIONE EH? TI PRENDEREI A SCHIAFFI SHINO!-
Shino si limitò ad ignorare le parole del capitano:
-Andiamo a mettere a posto l’attrezzatura? Tra mezz’ora iniziano le
lezioni…-
Ormai Kiba lo conosceva bene, era inutile litigare con una
persona del genere, così sbollì la rabbia rimasta digrignando i denti dopodichè
si avviò seguito dall’amico: -Bah andiamo! Ciao Sasuke! Ciao racchia!-
Sentendo il vecchio insulto, Temari scattò irritata: -Ehi
racchia a…- ma ormai il ragazzo era già lontano: -Cretino…-
Vedendo la ragazza così arrabbiata, Sasuke si mise a
ridere: -Ancora a litigare con lui? Ma perché non provi ad ignorarlo…-
Lei sbuffò come un toro pronto alla carica: -Come si può
ignorare un essere così irritante?!-
-Ehi! Buon giorno a tutti!-
I due si voltarono, Hinata, Naruto e Sakura stavano
arrivando. Sasuke istantaneamente strinse i manici della borsa scolastica fino a
imbiancare le nocche. Quel bastardo era di nuovo troppo vicino ad Hinata e a lui
vedere scene del genere dava letteralmente il voltastomaco “decisamente troppo
irritante per poterlo ignorare…”.
Temari invece andò incontro al trio con un sorriso
ironico
dipinto sul volto: -Buon giorno ragazzi! Pronti per il primo giorno dopo
le vacanze?-
Hinata annuì sorridente mentre Naruto scosse un po’ la
testa con aria poco convinta, fermato dal solito gancio punitore di Sakura:
-Deficiente! Mettici almeno un po’ di entusiasmo!-
Il poveraccio si portò le mani allo stomaco pegato in due
per il dolore: -Ahiaaaa! Sakura-chan perché mi picchi sempre?-
Lei gli scoccò un’occhiata di fuoco: -Perché te lo meriti
baka!-
Brutta storia, anzi bruttissima! Se qualche insegnante li
avesse beccati a dare spettacolo urlando come ossessi ai cancelli della scuola
proprio al momento dell’ingresso mattutino ci sarebbero state delle conseguenze
davvero poco piacevoli, a partire da un bel colloquio col preside con nota e
punizione dopo l’orario: -Ragazzi… per favore smettetela… Rischiate di farvi
mettere in punizione…-
Sakura alla parola “punizione” si bloccò istantaneamente.
Lei, che fin da bambina era stata la studentessa modello, la secchiona, la
beniamina della maestra, la capoclasse, sempre con i compiti fatti, mai un
errore, mai uno sbaglio, la migliore in tutto, soprattutto a scuola, come poteva
essere messa in punizione?
Mollò immediatamente il lembo della camicia di Naruto che
cadde rovinosamente a terra. Hinata, dietro di lei, aspettava impaziente un
qualche segno di vita della ragazza che se ne stava immobile sulla strada. Un
leggero tremolìo muoveva le membra della ragazza dai capelli rosa, il
tremolìo dell’attesa.
Anche Temari e Sasuke osservavano interessati, cosa avrebbe
fatto? Si sarebbe scagliata contro Hinata? Avrebbe urlato strani versi al cielo
come le bestie nei vecchi film fantasy?
Fu un attimo, videro la ragazza voltarsi verso Hinata, i
due deglutirono tesi mentre la poverina si preparava a ricevere ciò che l’amica
le avrebbe dato. Alzò gli occhi al suo viso e… ciò che trovò la stupì molto:
-Che ne dici Hinata-chan? Entriamo?- intanto sfoderava il suo miglior
sorriso.
Temari e Sasuke crollarono a terra per lo stupore mentre
Hinata sentì l’adrenalina scenderle a velocità talmente alta da stordirla
fisicamente.
Sakura intanto aveva preso a camminare tutta contenta su un ideale letto di fiori di ciliegio che leggeri si muovevano nell’aria, evidentemente il fatto che fossero i primi giorni di gennaio era trascurabile nelle fantasie della kunoichi: -Forza Naruto alzati che è ora di andare a scuola.- disse con voce paurosamente vezzosa.
Il povero ragazzo si alzò dolorante da terra, dove era
finito dopo essere stato mollato da Sakura: -Ahia che male…-
Intanto Temari si era già avvicinata ad Hinata con aria
attonita: -Sbaglio o la tua amica americana è una pazza furiosa?!-
Hinata stava a bocca spalancata, fissando l’amica che si
allontanava, nemmeno lei avrebbe mai immaginato di vedere Sakura in quelle
condizioni.
Naruto si avvicinò alle due con le mani sulle reni per il
dolore: -È solamente un po’ schizzofrenica… Lei in genere è superviolenta e
dotata di una forza bestale, ma quando si tratta di studi o simili diventa
un’altra persona… E’ un po’ strana ma non è cattiva! E poi è così carina la mia
Sakura-chan!!-
Le due ragazze e Sasuke, che aveva assistito al tutto senza
il coraggio di dire una parola, lo guardarono impensieriti, Hinata cominciava ad
essere seriamente preoccupata “Ma tutti gli shinobi sono così? Sono questi i
guerrieri che devono proteggere l’angelo decaduto?!”
Ma un suono bitonale ed argentino riscosse il quartetto dal temporaneo torpore, la prima a muoversi fu la bionda: - È la campanella! Dobbiamo sbrigarci!-
In classe il clima era abbastanza disteso, la prima ora era
stata inaspettatamente di buco a causa del malore improvviso ma non grave venuto
a Izumo-sensei, docente di letteratura.
Hinata sospirò di sollievo quando vide Ino venirle incontro
con la bella notizia gridando tutta contenta: -Evvai! Per quest’ora relax
completo! Una meraviglia! Vero Shika?-
Poco lontano da lei, Shikamaru, seduto al banco con le
gambe appoggiate su di esso, annuì svogliato, mentre al suo fianco Choji si
rimpinzava di patatine.
La biondina si rivolse alle due amiche appena entrate:
-Allora per questo trimestre vi va bene la sistemazione del precedente? Io con
Temari e Hinata con Sasuke?-
Temari annuì distrattamente, mentre Hinata sorrise
contenta: –Per me va bene. Per te Sasuke?-
Lui, che già alla frase di Ino era salito al settimo cielo,
rispose al sorriso della ragazza: -Ma certo! Ovvio che mi va bene!-
Hinata annuì felice: -Perfetto! Ti ringrazio!-
Vicino a loro, Naruto si guardava intorno perplesso: -Si ma
io dove mi metto? Non so neanche come siete disposti voialtri...-
Ino gli indicò un paio di banchi in fondo alla classe, dove
Sakura stava già sistemando le sue cose: -Ecco! Tu e fronte spaziosa starete là
in fondo! Davanti a Sasuke-kun ed Hinata-chan!-
Naruto fece un sorriso a un milione di denti: -Evvai
proprio i posti in fondo!- si voltò verso Hinata appoggiandole una mano sulla
spalla: -E poi non siamo tanto distanti! Sei contenta Hinata?-
La ragazza sorrise di rimando, arrossendo lievemente per il
contatto: -Si certo Naruto-kun.-
Intanto Sasuke fissava la mano del ragazzo sulla spalla di
lei come se dovesse incenerirla con lo sugardo. Non gli piaceva, non gli piaceva
per niente. Odiava lui ed odiava tutte quelle irritanti attenzioni che
continuava a rivolgere ad Hinata. E se solo pensava alla notte di capodanno, la
voglia di tirargli un pugno ben assestato in pieno volto si faceva più forte che
mai. Chi cavolo era poi lui? Le stava sempre attaccato, manco fosse la sua
guardia del corpo personale.
Povero stolto, neanche sapeva quanto andava vicino alla verità.
Neji si aggirava tranquillamente nell’ampia camera dello
Hyuga palace. L’avevano lasciato alzare finalmente. Deidara aveva dichiarato che
la pressione era a livelli normali, dopo più di una settimana di 95 su 60, e che
le ferite sul suo corpo erano del tutto guarite, a parte l’enorme taglio che
aveva sul petto, quello persino lui dubitava potesse mai rimarginarsi del
tutto.
Prese il maglione color castagna che gli inservienti gli
avevano lasciato su una gruccia e si diresse alle grandi vetrate che occupavano
un’intera parete della camera, come in tutte le stanze dell’enorme edificio. Gli
piaceva fissare il suo sguardo fuori dalla finestra, osservare distrattamene le
persone, gli edifici, le strade, ma anche il cielo e le nuvole, soprattutto
queste, in un certo senso lo rilassavano. Sorrise, questo pensiero lo fece
sentire terribilmente simile al suo amico Shikamaru… chissà come stava? E chissà
come stavano gli altri? E Tenten? Faceva sempre i suoi allenamenti in maniera
diligente? Aveva una gran voglia di vederla…
Ma mai quanto quella di vedere Hinata.
Il loro ultimo incontro l’aveva lasciato tremendamente
scosso. Cos’era quella “cosa” che si era manifestata in lei? Valkiries… un nome
che avrebbe dovuto suonargli nuovo ma che invece gli dava il senso del passato,
del vissuto… E del nostalgico. Da quando l’aveva vista era stato preso da una
strana sensazione, un brivido, quasi un prurito, che non faceva altro che
tormentarlo. La sua immagine era scolpita indelebile nella sua memoria, la
vedeva continuamente, sentendo anche il desiderio di toccarla, stringerla, lei
doveva essere sua… solo sua!
Scosse la testa per risuotersi dal torpore in cui era
caduto “Ma cosa mi prende?! A che diavolo stavo pensando?! Non ho mai pensato ad
Hinata in questi termini…”
Si portò una mano alla testa, massaggiando le tempie per
calmare un po’ i suoi bollenti spiriti, scendendo poi al setto nasale che iniziò
a massaggiare piano.
Non era da lui fare certi pensieri, forse a forza di stare
chiuso in quella stanza stava covando i semi della pazzia. Ecco, doveva essere
quello il problema! Molto meglio uscire a fare quattro passi per il grattacielo,
tanto ormai chi poteva dirgli qualcosa dato che era guarito?
Finito di sistemarsi, uscì dalla stanza. Si trovò nel lungo
corridoio che aveva percorso il giorno in cui aveva origliato i discorsi di suo
nonno e di quell’Itachi. Pensò un attimo a dove avrebbe potuto andare, decise di
girare a sinistra.
Aveva tutta l’intenzione di esplorare quanto più possibile
del grande edificio. Gli era ormai chiaro il fatto di non trovarsi tra amici e
che se voleva rivedere i suoi cari doveva cercare di trovarsi in una posizione
di vantaggio rispetto a chi lo costringeva a stare chiuso in quel posto.
Si guardò un po’ in giro, non aveva notato ancora nulla che
potesse destare la sua attenzione, solo sgabuzzini e bagni. Evidentemente quello
doveva essere un piano atto ai servizi, sospirò deluso da tanta miseria di
informazioni, come minimo l’avrebbero fermato prima di poter salire o scendere…
ma subito i suoi sospetti furono smentiti.
Si trovò davanti ad un’elegante porta di legno laccato di
nero, con una pesante maniglia in metallo satinato, ma più di tutto lo attirava
la targhetta sulla porta, anche quella in metallo satinato, con inciso un nome
che fece scattare il suo cervello come una molla: Itachi.
Non si fece domande a proposito del fatto che non fosse
presente il cognome, questo servì solo a cementificare in lui la sensazione che
fosse proprio quell’Itachi che lui aveva visto quel giorno, quando lo aveva
spiato insieme al nonno.
Si accorse con sollievo che la porta era solo semichiusa,
si guardò un attimo intorno per verificare che non ci fosse nessuno, dopodichè
si avvicinò allo spiraglio aperto spiando all’interno dell’ufficio, era
vuoto.
Aveva il cuore in gola, non era da lui fare certe cose.
Scosse la testa, non era il momento di pensare a certe stupidaggini! Aveva altro
da fare! Un’ultima occhiata intorno e subito entrò.
Tutto ciò che fu capace di pensare era… Nero! Era tutto
nero in quel luogo: la grandissima scrivania, i pavimenti di marmo, i grandi
schedari, i divanetti e anche le sedie, ogni tanto solo qualche sprazzo di rosso
e pochissimo bianco. Era sicuramente un luogo di lusso, elegante e
professionale; poteva sembrare l’ufficio di un grande dirigente o comunque di
una persona molto in alto.
Si guardò un po’ intorno, finchè non la notò… sulla parete
alla sua destra, una gigantografia del viso di Valkiries.
Se la ricordava bene quella donna… Lei era quello spirito
dalla forza e dalla violenza inaudite che si era manifestato nel corpo di
Hinata.
Vi si avvicinò, lentamente, con cautela, quasi con
reverenza. Quando le fu di fronte la scrutò con attenzione: a giudicare da quel
poco che vedeva dei vestiti, quella gigantografia doveva risalire al giorno in
cui c’era stata la celebrazione del compleanno di Hinata. Si soffermò poi sul
suo viso, con quell’espressione rabbiosa e fiera; i suoi occhi sembravano
dardeggiare fiamme, così rossi e furiosi, i capelli d’oro gallegggiavano
nell’aria sostenuti dalla sua stessa aura, di un colore viola acceso, la stessa
che aveva visto quella sera in quel parco, quando era stato salvato da Sasori.
Sulle sue labbra era disegnata una strana espressione, erano solo dischiuse, ma
esse stesse emanavano una grande rabbia, così rosse, così piene, così seducenti…
così vicine…
-Ma bene… noto con piacere che anche a te non è
indifferente l’angelo macchiato di sangue!-
Neji si riscosse dai suoi pensieri “Ma che diavolo…”. Si
guardò intorno: non era più vicino alla gigantografia, vi era appoggiato. E per
di più le sue labbra… si erano posate sulle labbra di Valkiries, sulle labbra di
Hinata.
Il ragazzo si allontanò di scatto da quella foto maledetta:
-Io… Che diavolo stavo facendo?-
Itachi, colui che l’aveva riscosso dai suoi pensieri, si
avvicinò con passo lento ed elegante al ragazzo: -Rilassati… è normale! Anche su
di me esercita un fascino irresistibile!-
Neji si allontanò velocemente, guardandolo con disgusto:
-Io non sono come te!! Stammi lontano!-
L’altro rimase un attimo stupito dalla reazione di Neji,
dopodichè esplose in una grassa risata: -Tu… Sai chi sono vero?-
L’espressione di Neji si faceva sempre più astiosa: -Che
cosa vuoi fare ad Hinata?-
Itachi per un attimo sembrò essersi dimenticato di lui, si
avvicinò al piccolo mobile-bar del suo ufficio e si versò un discreto bicchiere
di Gin, per poi rimettersi a fissarlo: -Stai tranquillo… Io non la voglio
uccidere a differenza degli Hyuga. Anzi… Io voglio fare di tutto per mantenerla
in vita! Io voglio che Valkiries diventi mia, solamente mia!-
Nel sentire quelle parole, qualcosa si mosse nello stomaco
di Neji, una furia cieca lo prese sin nelle membra: -BASTARDO! Come puoi dire
delle cose del genere? Trattare una ragazza come se fosse un oggetto… Sei
disgustoso!-
Itachi si limitò a sorridere col suo solito fare ironico,
sedendosi su una sedia dell’ufficio: -Ma come… non è ciò a cui anche tu stavi
pensando fino a qualche minuto fa?-
Neji si impietrì, effettivamente Itachi aveva ragione! Lui
aveva bramato quella donna, nell’attimo in cui aveva visto quella fotografia,
quando l’aveva baciata, lui l’aveva desiderata, l’aveva voluta sua… solo
sua!
Cominciò a tremare di agitazione e vergogna “Non posso… non
posso fare simili pensieri verso Hinata! Lei è come una sorella per me! Le
voglio bene, ma non in quel senso! Io sono fidanzato con Tenten! Io amo Tenten!
Io la amo! Io…”
-Tranquillizzati! Ciò che ti sta succedendo è assolutamente
normale! È inutile che provi a combatterlo… È parte di te.- Itachi lo guardava
con aria divertita, mentre rigirava con la mano il bicchiere di Gin per
constatarne la consistenza.
Il ragazzo, bruscamente risvegliato dai suoi pensieri, si
mise ad urlare con agitazione: -BASTA! PIANTALA DI DIRE STRONZATE! STAMMI
LONTANO!! E STAI ANCHE LONTANO DA HINATA!- e, fatto dietro front, fuggì
dall’ufficio.
Preso un sorso dal suo bicchiere, Itachi guardò la porta da cui Neji era appena uscito con aria estrememamente soddisfatta: -E così il capostipite sta già iniziando a manifestarsi eh? Quei vecchi bisbetici ne saranno felici.-
-Ed è in questo modo che l’esercizio va risolto… Ci sono
domande?-
L’insegnante, un signore piuttosto rotondetto, sulla
cinquantina, guardò la classe alla ricerca di eventuali mani alzate, rimanendo
soddisfatto dall’assenza di queste; però, se avesse guardato con più attenzione,
si sarebbe accordo di molti sguardi persi, addirittura quasi menefreghisti, nei
volti dei suoi alunni, che a tutto pensavano meno che alla soluzione di quel
noioso
problema di matematica.
Scene simili non erano rare nell’istituto Honan,
specialmente durante le lezioni di Shirui sensei, un uomo tanto noioso quanto
borioso, che non esitava a sbandierare ai quattro venti le sue tre lauree in
matematica, fisica e ingegneria ambientale. Sicuramente un gran traguardo…
peccato che, al di fuori di numeri, incognite ed espressioni lunghe quanto la
fila agli uffici delle poste nella tarda mattinata, quell’uomo non capisse
un’emerita sega. Oltretutto il suo ego rigonfio lo portava a pensare che la sua
materia dovesse per forza essere fonte di estremo interesse e le sue lezioni
dovessero essere colte come rare e preziose perle di saggezza da quel nugolo di
studentelli ignoranti che lui credeva non essere in grado neanche di allacciarsi
le scarpe la mattina, in quanto essi non erano eruditi in scienze matematiche
quanto il suddetto professore.
Perciò per lui, che si sentiva un profeta per quelle povere
pecorelle ingenue ed ignoranti, fu un vero affronto trovare qualcuno
placidamente addormentato proprio durante la sua “meravigliosa” lezione.
Il già citato dormiglione è proprio lui, l’unico ragazzo al
mondo in grado di farsi dodici ore di sonno filato, orario scolastico compreso,
ed essere sempre talmente stanco da affrontare svogliatamente anche i compiti
più facili ad interessanti: Nara Shikamaru.
La reazione del professore potrà sembrarvi un dejà-vu… Ma
voi vi immaginereste una reazione diversa?
-NARA!! COME TI PERMETTI DI DORMIRE DURANTE
Choji, vedendo che l’amico continuava a dormire incurante
della rabbia del professore, alzando mano unta e piena di briciole di patatine,
gli scosse la spalla: -Shikamaru! Shikamaru svegliati! Il sensei ti ha scoperto!
Muoviti o sono cazzi davvero!-
Il bell’addormentato si svegliò di malavoglia, grattandosi
la nuca e sbadigliando sonoramente, sotto gli sguardi increduli dei compagni e
quelli furenti del professore e di Ino: -Si sensei? Ha bisogno di qualcosa?-
A quella frase l’intera classe esplose in una grassa
risata, meno Ino, che sembrava sul punto di divorarsi il banco dalla rabbia,
Temari, che cercava inutilmente di farla desistere da ogni sciocchezza, e i due
ninja, che erano rimasti letteralmente senza parole.
Soprattutto Naruto che, per quanto fosse un’amante delle
distrazioni in orario scolastico, non riusciva a concepire come un ragazzo
dall’aria tranquilla e posata come Shikamaru potesse creare tanta confusione e
soprattutto mettersi nei guai con un professore dall’aria perfida e vendicativa
come quel docente di matematica. Si voltò verso Hinata e Sasuke in cerca di
spiegazione, cercando di parlare il più piano possibile: -Psst Hinata!
Sasuke!-
I due si voltarono a guardarlo, la ragazza fu la prima a
parlare: -Si? Hai bisogno di qualcosa?-
Il bondino cercò di avvicinarsi un po’ di più: -Ecco…
Volevo capire che diavolo sta succedendo! Perché Shikamaru fa così? Non si
metterà nei guai?-
Inaspettatamente, Hinata sorrise con fare complice: -Stai
tranquillo Naruto-kun! Shikamaru-kun non finirà nei guai!-
Risposta alquanto sibillina, insolita per una ragazza come
Hinata, tanto che il ragazzo cercò un chiarimento in Sasuke: -Ma come?!-
Il moro, dal canto suo, mal sopportava Naruto, quindi gli
diede una risposta degna della considerazione che aveva per lui: -Shikamaru è
molto più in gamba di quanto non pensi, testa quadra! Ora stai zitto e
guarda!-
Troppo disorientato per potersi arrabbiare, Naruto ritornò
a guardare la scena, trovando Shikamaru già in piedi, mentre il sensei
continuava ad inveire contro di lui.
-BENE! VISTO CHE TI PIACE TANTO FARE IL SAPUTELLO, VIENI A
FARLO QUI! ALLA LAVAGNA!!-
“Ci risiamo! Che palle…” sbuffando, il povero Shikamaru si
avviò pigramente alla lavagna. Intanto il professore stava consultando un libro
di testo che, evidentemente, non era il loro libro di matematica.
Ino fu la prima ad accorgersene “Cavolo! Quello è diverso
dal nostro libro!! Ma da dove diavolo salta fuori?!” cercò di sporgersi meglio
sul banco per vedere di cosa si trattasse, aveva un pessimo presentimento… Che
alla fine si rivelò giusto “QUELLO E’ UN LIBRO DI TEST D’AMMISSIONE DELLA TODAI!
Ma dove cavolo l’ha preso? Beh è un insegnate… Ovvio che possa avere un libro
del genere… E poi si compra in libreria… MA ORA CHE CAVOLO C’ENTRA? I problemi
scritti su quel libro sono tra i più difficili in circolazione! Neanche uno come
Shika potrà risolverli!”
Si voltò preoccupata verso l’amica al suo fianco:
-Accidenti! Hai visto anche tu Temari?!-
L’altra annuì seria: -Si… Speriamo bene…-
Sfogliate alcune pagine, l’insegnante si fermò sorridendo
compiaciuto: -Ecco un problema he mi piace!! Pronto Nara?-
Shikamaru guardò il sensei disgustato, sembrava quasi che
quell’uomo potesse godere di un suo eventuale fallimento, sapeva che non lo
aspettava una sfida facile, ma ormai era in ballo, bisognava ballare.
Prese il gessetto in mano: -Si sensei…-
Il sorriso si allargò sul faccione dell’uomo: -Benissimo! Un campanile, quando viene colpito dai raggi solari inclinati di 45° sul piano orizzontale, proietta un’ombra che si allunga di 20m quando i raggi assumono un’inclinazione di 30° gradi. Determina l’altezza del campanile.- concluse con un ghigno soddisfatto dipinto sul volto.
Tutti in classe rimasero allibiti. Un problema del genere
era assolutamente estraneo a qualunque cosa fosse mai stata compresa nel loro
programma di matematica e fisica. Come mai avrebbe potuto un ragazzo al secondo
anno di superiori arrivare a risolvere un problema del genere? Sarebbe
complicato anche per uno studente universitario.
Naruto si voltò di nuovo verso Hinata e Sasuke, stavolta
era davvero sconvolto: -M-ma voi riuscite a trovare le altezze dei campanili in
base alla loro ombra?-
Ma ora anche loro erano veramente stupiti, Hinata faceva
addirittura fatica a parlare: -E-ecco v-ve-veramente… Io non avevo mai visto un
problema del genere… Tu Sasuke?-
Persino Sasuke era letteralmente a bocca aperta: -Ma tu
guarda che figlio di puttana… Quelli devono essere problemi dell’ultimo
anno!-
Anche Sakura si voltò a parlare: -Ma quindi… Dite che verrà
messo in punizione?!-
Hinata iniziò a torturarsi le punte dei capelli: -Spero
proprio di no…-
A dispetto della sua sorpresa, il moro sorrise ironico: -Tranquille… Se conosco bene Shika vedrete che non ci sarà alcun problema!- e ritornò a guardare con attenzione la scena.
Tutti annuirono e anche i due ninja tornarono a
voltarsi verso la lavagna. Shikamaru aveva già scritto i dati del problema, il
professore guardava il tutto con fare compiaciuto: -Prego… Cominci pure!-
Prima di dedicarsi al problema, Shikamaru vide Ino che
tremava di agitazione, mordendosi nervosamente l’unghia del pollice e rovinando
quella che doveva essere stata una costosissima manicure, mentre al suo fianco
Temari cercava furiosamente sul libro di testo qualcosa che potesse somigliare
anche solo lontanamente ad un suggerimento.
“Tsk! Ma guarda quella seccatura che faccia che sta
facendo! È più agitata lei di me! Bene! Ora pensiamo al cavolo di problema… Uhm!
È più difficile di quelli che c’ha dato fin’ora… Quindi devo trovare l’altezza
del campanile eh? Uhm… Proviamo così!” e tracciò una linea verticale sulla
lavagna, scrivendo ai suoi estremi le lettere H e O.
Il professore ondeggiò avanti e indietro in maniera
tronfia: -Gradirei che spiegassi alla classe cosa stai facendo Nara! Sempre se
non ti dispiace…-
Il ragazzo lo guardò un attimo storto, quel tipo era
davvero un rompiscatole: -Allora… Questa linea è il campanile, ovvero la misura
che noi dobbiamo trovare… Ora devo tracciare le due ombre proiettate, quella a
45° e quella a 30°, che sarà più lunga, ecco fatto. Considerando che l’angolo
della prima ombra è 45°, devo dedurre che, secondo le regole degli angoli dei
quadrati, la lunghezza di quest’ombra è uguale all’altezza del campanile…-
Il ninja biondo rimase basito per l’ennesima volta in
quella mattina, e ancora una volta si voltò verso i due alle sue spalle:
-M-ma-ma… Il vostro amico sta risolvendo quel problema così difficile?-
Sasuke sorrise ironico: -Che ti avevo detto testa quadra?
Lui non si smentisce mai! Ma ora taci e sta a guardare!-
Senza la minima indecisione, Shikamaru fece il problema
passaggio per passaggio, scrivendo sulla lavagna e spiegando lo svolgimento al
professore con calma e attenzione, senza nemmeno l’aiuto della calcolatrice,
finchè non giunse alla fine: -Quindi la soluzione è che l’altezza del campanile
è uguale a dieci per radice di tre più uno. Ho detto bene?-
Per un attimo nella classe si diffuse il silenzio, nessuno
fiatava, aspettando il verdetto del professore, che già iniziava a fumare di
rabbia: -Si! È giusto!-
La classe esplose in una silenziosa ovazione, mentre il
professore congedava il ragazzo, che se ne andò al posto ignorando tutti i
complimenti dei compagni. Una volta seduto, alzò lo sguardo verso Ino che ancora
lo guardava stupita, dopodichè le sorrise.
Lei gli sorrise di rimando, sentendo una strana energia
muoverle lo stomaco “Shika! Sei uno stupido... Ma sei stato incredibile!”
Prevenendo eventuali domande da parte di Naruto e di
Sakura, Hinata incominciò a dare le giuste spiegazioni: -Vedete… Shikamaru-kun è
una specie di genio. Ha un quoziente intellettivo di più di ducento punti!
Pensate che agli esami riesce a prendere il punteggio più alto della scuola
senza nemmeno studiare.-
I due spostarono i loro sguardi sul ragazzo in questione,
che già si era riaddormentato sul banco, con un ridente Choji al suo fianco.
Quindi quello era davvero un genio? A vederlo non lo si sarebbe mai detto…
Proprio in quel momento la campananella ricordò agli
studenti la fine della lezione, l’insegnante, ancora infuriato per la
performance di poco prima, raccolse tutta la sua roba e si congedò, molto
sgraziatamente in verità, dagli studenti: -Bene ragazzi! Come compito voglio che
mi portiate tutti gli ecercizi delle pagine 86-87! Arrivederci!- e se ne andò
sbattendo la porta.
Ignorandolo totalmente, Naruto chiese ad Hinata: -E ora che
lezione abbiamo? Non mi ricordo…-
La ragazza ci pensò un attimo: -Uhm… Mi sembra che ci debba
essere inglese.-
Al suo fianco Sasuke annuì: -Si, abbiamo inglese!-
Sentendo quelle parole il biondo esultò di gioia: -Uao!
Davvero? Evviva! Questa sarà una lezione di tutto riposo vero Sakura-chan?-
Mentre la ragazza annuiva distrattamente, Sasuke guardava
il biondo con aria interrogativa: -Ehi! Perché dici così scemo?-
La bocca del ragazzo si piegò in un ghigno di soddisfazione: -Perché? Ho abitato per cinque anni negli Stati Uniti amico! Più facile di così…- e si impettì con aria orgogliosa.
Il moro non fece in tempo a ribattere che la professoressa
Snapp, insegnante madrelingua di inglese, si fiondò tutta trafelata in classe:
-Good morning! Sorry for the delay but avevo alcune cose da discutere col
preside.-
Ecco, il suo solito parlare mezzo inglese, mezzo giaponese,
meno male che ormai la classe era abituata…
-Right! Ora shall we start la lezione?- anche se l’effetto
era davvero poco piacevole all’udito.
La professoressa iniziò a scribacchiare qualcosa sul
registro di classe, dopodichè fu come colpita da un’illuminazione: -I see there
are some new studenti in questa classe! Chi sono Haruno Sakura ed Uzumaki
Naruto?-
I due si alzarono in piedi, a parlare fu Sakura: -Siamo noi
due… Ci siamo trasferiti circa un mese fa dagli Stati Uniti.-
Quelle furono per lei le parole magiche: si sa che le
insegnanti di inglese amano particolarmente i madrelingua o i bilinguisti in
generale… Fu così che venne prersa da una strana esaltazione: -Really? Which
part of the USA?- erano addirittura spariti gli intermezzi in giapponese, il che
significa che si stava esaltando.
Sakura rimase un po’ sovrappensiero “Non le posso certo
dire che stavamo a New Konoha… È un posto segreto! E poi non è neanche segnato
sulle cartine… Beh però…” –San Francisco, in the Mission District.-
La professoressa annuì interessata, dopodichè rivolse la
stessa domanda al ragazzo: -And you?-
Preso in ballo all’inprovviso, Naruto rispose sorridendo:
-Me too… I’ve
lived in Mission District with Sakura! We stayed together!-
-EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH?! WAOOOOOOOOOOO!! - l’intera classe
esplose in un’ovazione nel sentire quella frase dal senso chiaramente
equivoco.
Hinata e Sakura si batterono una mano sulla fronte “Quel
baka… Non sa che in inglese britannico il verbo “stay” significa anche “essere
fidanzati”!” anche se, ad essere sinceri, quel pensiero a Sakura non dava del
tutto fastidio…
Comunque il povero Naruto, abituato all’inglese tipico
della West coast, che era solito usare con eccessiva nonchalance, ormai non
considerava più il verbo stay in quel modo, per cui la sua lingua utilizzava
altre espressioni più pregnanti, e quindi per lui era facile incorrere in certi
tipi di equivoci.
Ma ci pensò Sakura a salvare la situazione in corner: -He
means “we stayed at the same home”! We have done a special school which has a
dormirory…- disse lanciando occhiate malefiche al poveraccio al suo fianco, che
ancora non aveva capito il suo errore e si guardava intorno un po’ stordito.
Tutta la classe sbuffò annoiata, al pensiero di quel gossip sfumato nel
nulla.
Per il resto la discussione procedette in maniera
abbastanza banale, la professoressa chiese ai due ragazzi della fantomatica
scuola in cui studiavano. Per un regalo del cielo, Naruo aveva capito ciò che
Sakura voleva fare, quindi parlarono entrambi, molto vagamente, di un collegio
di San Francisco, per lo più ispirandosi ad un istituto non molto lontano da New
Konoha, che però il ninja ricordava essere una specie di ospedale… ma questo
immagino non vi interessi.
Hinata intanto rimase colpita dalla naturalezza con cui i
due, specilmente Naruto, parlavano con la professoressa. Anche lei era americana
quindi la conversazione aveva raggiunto un livello di comprensione davvero
difficile per Hinata ed il resto della classe. In fondo lei già sapeva che
Naruto fosse bilingue, gliel’aveva detto lui stesso, ma sentirlo così, dal vivo,
era tutta un’altra storia. Non solo la grammatica e i verbi frasali erano
utilizzati a regola d’arte, ma anche la pronuncia era assolutamente perfetta.
Normale per chi ha vissuto cinque anni negli USA, incredibile da vedere in un
ragazzo dall’aria assai poco sveglia come Naruto. Un piccolo sorriso si
accese sul volto di Hinata “Ho scoperto un’altra parte di lui”.
Solo in quel momento si accorse di aver totalmente
dimenticato Sakura, che si esprimeva bene quanto lui, ed un pochino se ne
vergognò, chiedendosi il perché di tanta attenzione in più verso Naruto.
E venne la pausa pranzo, tutti gli studenti si alzarono
stiracchiandosi dai loro banchi, felici di quell’attimo di intervallo dal
duro lavoro. Hinata infilò un paio di libri nella borsa, dopodichè si alzò in
piedi, notando una cinguettante Ino che trotterellava verso di lei: -Ehi Hina…
tetto?-
La ragazza prese dalla borsa il bento preparatole da Sanzo
e annuì: -D’accordo, tetto!- si volltò verso Sasuke: -Tu?-
Il moro si alzò stiracchiandosi: -E vada per il tetto…-
La bionda poi si rivolse ai due ninja seduti più
avanti: -E voi? Tetto?-
I due ragazzi prima si guardarono incerti, poi di nuovo
guardarono Ino: -E cioè? Che vuol dire “tetto”?-
Sasuke scosse la testa sorridendo: -Certo che voi due
venite proprio da un altro mondo… Prendete il vostro pranzo e seguiteci…-
I due fecero come Sasuke gli aveva detto e, seguiti da
Kiba, Temari, Shikamaru, Choji e Shino, i ragazzi andarono in corridoio per poi
salire le scale. Una, due, tre rampe… Naruto e Sakura iniziarono a preoccuparsi:
-M-ma ragazzi… Non stiamo andando troppo in alto?-
Ino si voltò sorridente a guardare i due: -Fidatevi…- e proseguì con quella lunga salita.
I due annuirono poco convinti, tutta quella storia li
convinceva ben poco: se ben avevano capito stavano andando sul tetto… e nella
loro testa rimbombavano ancora limpidissime le parole di Ebisu sensei, quel
primo, fatidico giorno di scuola, in cui loro vennero presentati alla classe.
Ricordavano anche quanto avesse calcato i toni, specialmente sui luoghi a cui
era vietato l’accesso.
“Allora è tutto chiaro? L’orario ed il calendario
scolastico vi sono stati consegnati, se avete dei dubbi parlatene col
sottoscritto.”
I due ragazzi annuirono sfiniti: era più di un’ora che quel
paranoico li tartassava con le sue paturnie sul regolamento scolastico, regole
di comportamento in classe, nei corridoi, in cortile, in mensa e poi gli orari
di ricevimento, le tasse scolastiche… Ma in particolare c’era una cosa su cui
aveva insistito, con cui li aveva stressati fino alla nausea, della quale loro
stessi ormai avrebbero potuto parlare per ore tanto gliel’aveva fatta
presente…
“E mi raccomando! Non andate nei posti vietati agli
studenti, in particolare gli scantinati, le scale anti-incendio, ma soprattutto
il tetto! Quel posto è molto pericoloso! Un niente e potreste cadere giù dal
quinto piano.”
I due sospirarono esasperati: Ebisu sensei non poteva sapere che loro erano ninja allenati e che, quindi, l’unico pericolo che avrebbero potuto correre sul tetto della scuola era che un piccione di passaggio gli defecasse sulla testa, ma sopportarono stoicamente l'ennesimo monito.
“Si sensei…”
Quindi Naruto e Sakura, più per un’eventuale punizione che
per un reale pericolo, erano riluttanti a salire con gli altri. Era pur vero che
loro erano le guardie del corpo di Hinata, in un certo senso, indi per cui erano
praticamente costretti a seguire il gruppetto e dopo poco tempo si trovarono nel
luogo tanto temuto.
Il freddo di gennaio si faceva sentire, ma il sole
bruciante di quella mattina mitigava abbastanza la temperatura, tanto che non si
stava affatto male… eppure i due ninja erano agitati, tanto da non riuscire
neanche a godersi lo splendido panorama.
-Ma possiamo stare qui? Ebisu-sensei ci aveva detto che è
vietato salire sul tetto!- Sakura, la più apprensiva dei due, soprattutto sulle
questioni "scolastiche", parlò per prima.
Sasuke si mise a ridere: -Certo che è vietato! Ma stai
tranquilla… In quasi due anni che studiamo qui nessuno ci ha mai beccati! Dai
sedetevi!-
Un po’ titubanti, i due si sedettero in cerchio con gli
altri, intanto Kiba si guardava in giro perplesso: -E Lee? Perché oggi non
c’è?-
Shikamaru, ignorando le proteste di Ino, si accese una
sigaretta: -Oggi è rimasto a casa per stare un po’ con suo padre… sembra che non
sia riuscito a vederlo per tutte le feste… Mio padre crede che stia lavorando a
qualcosa di segreto insieme ad altri due agenti ma non ne sa molto… E neanche ne
vuole sapere di ciò che gli agenti fanno per conto loro. Finchè non presentano
il distintivo lui se ne lava le mani! E, francamente, anche se lo presentassero
credo farebbe orecchie da mercante!- e si sdraiò con la sigaretta in bocca.
Anche Choji si guardava intorno pensieroso: -E Tenten? Lei
dov’è?-
-SONO QUI RAGAZZI! SCUSATE IL RITARDO MA STAVO TERMINANDO
UN’INTERROGAZIONE…-
Tenten si fiondò nella terrazza stringendo il bento tra le
mani con aria esausta, quando si fermò ansimava in cerca di fiato, fattore
curiosamente indicativo, dato che lei era una velocista di professione.
Temari la guardò stranita: -Interrogazione? Il primo giorno
dopo le vacanze? Certo che voi dell’ultimo anno siete proprio sotto
torchio!-
La poveretta scosse la testa sconsolata: -Non proprio… era un’interrogazione di punizione! Mi hanno beccata col cellulare in mano!- disse grattandosi la nuca imbarazzata.
Tutti rimasero a bocca aperta, persino Shikamaru si
risvegliò dal suo sonnellino. Temari, che da sempre aveva visto la virtuosa
studentessa come una specie di modello, era letteralmente ad occhi sbarrati; a
Kiba andò di traverso il boccone che aveva ingoiato e toccò a Choji dargli
un sorso di aranciata per riprendersi. Come al solito la voce del popolo fu Ino:
-M-ma com’è possibile che tu, una delle più rispettose studentesse
dell’istituto, l’angioletto per eccellenza…- sulla parola “angioletto” Hinata ed
i due ninja ebbero una strana sensazione allo stomaco -…abbia fatto una cosa del
genere?-
Tenten abbassò un attimo lo sguardo mesta, anche a quello
era arrivata! Stava persino compromettendo la sua carriera scolastica e con essa
il suo futuro. Non bastavano le notti insonni, intervallate da incubi, il calo
di appetito, alternato a momenti di fame nervosa, e tutto il resto… tutto solo
per lui, perchè non sentiva la sua voce, perché era lontano, perché il suo
istinto le diceva che non andava per niente bene, perché voleva un suo
abbraccio, suo, di lui, di…
-Neji…-
Fu appena un sussurro, ma perfettamente udibile per tutti,
soprattutto per Hinata, che sentì una forte morsa allo stomaco. Istantaneamente,
Naruto si voltò a guardarla: eccola di nuovo, quell’espressione afflitta sul
viso di Hinata. In fondo lo sapeva, la ferita di Neji era ancora aperta anche in
lei, anche perché neanche lei sapeva cosa gli fosse successo e questo
l’angosciava, ma ancora di più l’angosciava il fatto di essere lei stessa la più
grande causa di pericolo per lui, o meglio, lo era lo spirito che lei portava
dentro di lei, Valkiries.
Ino si avvicinò a Tenten, posando una mano sulla sua
spalla: -Tenten… Mi dispiace! Vorrei tanto aiutarti ma non so come…-
La ragazza rialzò lo sguardo, più sorridente che mai: -Ma
no Ino! Che hai capito… Sono solo un po’ giù perché quell’antipatico
non si fa mai sentire… Oggi avevo il telefonino in mano per inviargli una e-mail
ma poi mi hanno beccata! Beh pazienza… tanto l’interrogazione è andata bene!- e
concluse con un gesto di vittoria.
Tutti si accorsero che stava mentendo, a prescindere dal
fatto che la conoscevano da una vita c’erano anche le sue occhiaie a fungere da
indizio, come il suo torturarsi le mani, il suo sorriso tirato e il suo sguardo
triste e stanco.
Per un tacito accordo, pensarono tutti che fosse meglio non
parlare, Ino fece il gioco di Tenten e la invitò a sedere: -Ah non pensare a
quell’egoista! Se fa così vuol dire che non ti merita! Guarda qua quanti ragazzi
single solo per te!-
Kiba e Choji si esibirono in una serie di bacini e smorfie
amorose abbastanza ambigue, causando l’ilarità di tutto il gruppo, Tenten
compresa, la quale subito si aggregò a loro.
-Comunque…- iniziò Kiba -Che ridere prima in classe! Sei un
grande Naruto!-
Il biondo, tirato in ballo, alzò il viso dal suo bento
(ebbene sì, per fortuna non mangiava solo ramen) con la bocca piena: -Che cofa
*GNAM* intendi?-
Kiba, che se ne intendeva di “boccapienese” essendo lui un
virtuosista della lingua, non ebbe bisogno di traduzioni per capire ciò che
stava dicendo Naruto: -Beh quando hai detto quella frase… Tutti hanno pensato
che tu e Sakura foste fidanzati! Che ridere!-
Il biondo arrossì grattandosi la testa: -Eddai non volevo
creare un equivoco del genere! Comunque…- si voltò verso Sakura con aria
sorniona: –La cosa non mi dispiacerebbe se fosse vera! Vero Sakura-chan?-
La ragazza lo guardò con un misto di rabbia e disgusto:
-STAMMI LONTANO IDIOTA!- dopodichè gli diede un pugno sotto il mento che lo
lasciò a terra tramortito. Lei si rimise composta a mangiare dal suo bento:
-Tsk! Scemo!-
Tutti si misero a ridere a quella scena, compresa Hinata,
che ormai aveva smesso di preoccuparsi per Naruto sotto le mani di Sakura.
-Ma quindi…- stavolta a parlare fu Temari –Voi venite
proprio da San Francisco?-
Prima che i due potessero rispondere, Kiba intervenne: -Si
che figata! Vengono dal Mission Disctrict! Fichissimo questo nome! Vero
Choji?-
Trangugiata una generosa manciata di patatine, l’altro
annuì sorridendo: -Già! Fa tanto ninja!- e si misero entrambi a ridere di
gusto.
Nel sentire la parola “ninja” Hinata, Naruto e Sakura si
irrigidirono. Sapevano che non c’era pericolo che gli altri venissero a sapere
la vera identità dei due shinobi, ma sentirli fare certi discorsi faceva
comunque uno strano effetto.
Kiba si mise a ridere esaltato: -Già! Come in quel film che
abbiamo visto l’altro giorno! Come si chiamava… Ah si! “Shinobi americani”!-
A Naruto quasi andò di traverso l’umeboshi, mentre Sakura
rischiava davvero di rompere le bacchette tanto le stringeva. Hinata andò subito
in soccorso del biondino che aveva iniziato a tossire rumorosamente:
-N-naruto-kun!- cominciò a battergli una mano sulla schiena, porgendogli una
bottiglietta d’acqua: -B-bevi questa…-
Il biondino si attaccò come un disperato alla bottiglietta,
finchè non se ne staccò con un sospiro: -Uff! Ora va meglio!-
La ragazza lo guardò preoccupata: -S-sei sicuro? Vuoi
ancora un po’ d’acqua?-
Lui rialzò la testa, sorridendole: -No grazie! Ora sono a
posto Hinata!-
In quel momento, nel vedere il volto sorridente di Naruto,
Hinata sentì di nuovo quella strana sensazione di calore al volto, mentre le
parole uscivano a fatica: -B-bene N-naruto-kun… N-ne sono felice…- dopodichè, in
maniera un po’ impacciata e nervosa, si scostò dal ragazzo.
-Ehi tutto bene Naruto?- gli altri li fissavano incuriositi
e un po’ preoccupati.
Il biondo si mise a ridere grattandosi la nuca: -Si
ragazzi, non preoccupatevi! Mi è solo andato di traverso l’umeboshi!-
Tutti annuirono più o meno interessati, riprendendo poi a
parlare dei fatti loro. Hinata fu felice di constatare che nessuno si era
accorto della sua particolare reazione alle parole di Naruto. In effetti non era
poi successo nulla di strano, eppure si era sentita in tremendo imbarazzo.
Oltretutto non riusciva neanche lontanamente a capire il perché di una reazione
del genere. Comunque l’importante era essere passata inosservata.
Ma in realtà non era passata del
tutto inosservata… Una super bionda di nostra conoscenza aveva notato quel
qualcosa che, solo per pochi secondi, era comparso sul volto di Hinata
mentre Naruto le sorrideva. Ino sorrise leggermente, tra il curioso e l’amaro
“Sasuke-kun potrebbe davvero avere qualche bella gatta da pelare…”
Fu proprio la voce di Sasuke a risvegliarla dai suoi
pensieri: -Scusate… Ma di che film stavate parlando?-
Kiba e Choji tornarono prontamente alla carica: -“Shinobi
americani”! È un film troppo figo che abbiamo visto a casa di Lee il mese
scorso! Mamma mia è che figata! Cioè… dopo un mese che l’ho visto me lo ricordo
ancora scena per scena!-
Intendiamoci… Sasuke è davvero un ragazzo ricco di
intelligenza e sicuramente molto sveglio e maturo… ma in quel momento, in
maniera totalmente inconsapevole, fece la più grossa cazzata della sua
vita: -E… Di cosa parla?-
Sakura maledì nella sua mente quel ragazzo troppo curioso,
mentre Naruto cominciava davvero a sudare freddo ed Hinata assisteva impotente a
ciò che sarebbe potuto succedere.
Kiba e Choji si alzarono direttamente in piedi e, presi da
sacro furore, iniziarono a raccontare: -Allora… Ci sono questi due tizi, un
ragazzo ed una ragazza, che sono due studenti di liceo a San Francisco. Ma in
realtà quei due sono due ninja, di giorno vanno a scuola e vivono come due
normali studenti ma la sera combattono i criminali ed i malvagi ed usano un
sacco di tecniche fichissime! Per esempio la moltiplicazioe del corpo…-
A Naruto venne un mezzo colpo apoplettico. Rischiò quasi di
cadere all’indietro per la sorpresa.
-Oppure la superforza! Pugni in grado di sbriciolare i
muri! Ragazzi che roba!-
Sakura per un attimo temette di avere uno svenimento simile
a quelli di Hinata. Ma il cielo volle farle venire un’idea: -Ma dai… Non ci sono
i ninja negli Stati Uniti… I ninja risiedevano in Giappone! Io ho vissuto per
circa cinque anni negli Stati Uniti e non ne ho mai visto uno!- concluse con uno
di quei sorrisi tranquilli e sicuri tipici di chi ha appena detto una grande
verità, sperando di aver convinto i presenti della sua teoria.
Ma se gli altri parevano almeno un po’ convinti, lo stesso
non si poteva dire di Kiba, che per tutta risposta scosse la testa con aria
saccente: -Povera ragazzina ingenua… guarda che i ninja non agiscono mica alla
luce del sole! Loro vivono nascosti nell’ombra e lavorano sempre in gran
segreto! Pensa che loro addirittura vivono in villaggi nascosti di cui nessuno
conosce l’esistenza!-
Il sopracciglio sinistro di Sakura iniziò a muoversi
impercettibilmente: -M-ma guarda che c-cosa interessante…-
Intanto Naruto, finito il suo bento, continuava a
tamburellare insistentemente le sue dita sul pavimento. La consapevolezza che
fossero trapelate così tante informazioni sul loro conto era abbastanza
inquietante. Il mondo dei ninja e l’ordine dell’angelo dovevano rimanere un
segreto; neanche riusciva ad immaginarsi come sarebbe stato scomodo lavorare con
orde di adoratori intorno. Anche se doveva ammettere che un po’ di notorietà non
gli sarebbe affatto dispiaciuta…
-Andiamo piantala Kiba! È solo un film!- come richiamata da
qualche divinità benevola, la lapidaria voce di Temari interruppe le stravaganze
di Kiba.
Il brunetto si mise a sbuffare: -Uffa! Ecco di nuovo la
solita racchia noiosa…Lo so anch’io che è solo un film, ma mi piace molto e mi
stavo infervorando!-
Nei cuori di Hinata, Naruto e Sakura il battito riprese
regolare, forse c’era una speranza…
-Si però con il tuo “infevorarti” stai mettendo a disagio Naruto e Sakura! Non vedi come ti guardano?!- lo spirito d’osservazione e la grande saggezza di Temari si erano rivelati provvidenziali. Anche se non aveva propriamente azzeccato la ragione, si era subito accorta dello stato di imbarazzo dei due ragazzi.
Nel vederlo comportarsi in maniera così infantile, Temari
sbuffò esaperata: -Sei proprio un bambino…-
-Tra poco dovrebbe finire la pausa pranzo… Meglio
avviarci…-
L’intero gruppo si voltò verso Shino che, per la prima
volta da quando si erano riuniti, aveva aperto bocca. Tutti rimasero attoniti
nel sentirlo parlare, fatto in verità assai raro, mentre lui nel frattempo,
riponeva le sue cose per poi alzarsi: -Allora? Cosa fate ancora tutti qui?- e,
raccolta la sua roba, si alzò in piedi.
Riscossi da un richiamo apparentemente calmo, ma in realtà
estremamente perentorio, i ragazzi iniziarono a raccogliere in fretta le proprie
cose per poi uscire tutti insieme dalla terrazza.
Mentre scendevano le scale, per le prime rampe si
guardarono un po’ intorno per paura di essere scoperti; una volta visto che la
via era libera, scesero tranquillamente ai piani agibili.
Arrivati al quarto piano, Tenten si fermò: -La mia classe è
qui! Io vado… Ah! Si fa qualcosa oggi?-
Gli altri si guardarono pensierosi, ma si sapeva che il
capo di tutto, specialmente in caso di divertimenti, era Ino, quindi tutti
attesero quella che sarebbe stata la sua risposta.
La bionda intanto stava ancora pensando: -Uhm… ecco… voi
che ne dite? Facciamo qualcosa oggi pomeriggio o stasera? Voi che impegni
avete?-
Tutti iniziarono a pensare a ciò che dovevano fare quel
giorno, anche Hinata era nel pieno dei suoi pensieri, quando sentì un improvviso
sospiro al suo fianco.
Si voltò, accanto a lei Tenten guardava mestamente a terra,
le lacrime pungevano gli occhi e già premevano per uscire…
In quel preciso istante Hinata si sentì un verme. Per colpa
sua e dei suoi guai Tenten era convinta di non essere più amata da Neji, di
essere stata dimenticata, forse per qualche ragazza più carina, e stava
soffrendo, tanto da arrivare a piangere. E questo era davvero il colmo per una
come lei! Tenten non era una ragazza di quelle che piangono per un nonnulla, lei
era una ragazza forte!
“A differenza di me…” Hinata sospirò, lei senza Naruto e
Sakura sarebbe stata già morta da tempo… Non era in grado di rimettere a posto i
suoi problemi da sola, stava approfittando dell’ospitalità di Kurenai-sama e
della protezione dei ninja e poi, dulcis in fundo, stava facendo soffrire
persino una tra le persone più energiche e vivaci che lei conoscesse.
Doveva fare qualcosa! Doveva smetterla di essere solo
un’osservatrice passiva, di lasciarsi passare addosso tutti gli eventi possibili
senza combinare niente. Era giunto il momento di prendere le redini della sua
vita e tentare davvero di migliorare le cose! Se non avesse provato non se lo
sarebbe mai perdonata.
Kiba menò un sospiro esasperato: -Io stasera sarei
impegnato… Devo fare il deejay al locale di Hana-nee chan! Che stronza! Se ne
approfitta di me solo perché sono suo fratello e mi può pagare poco!-
Temari lo guardò perplessa: -Beh mi sembri più stronzo tu
che le chiedi di pagarti nonostante sia tua sorella.- e gli porse un sorriso di
scherno.
Il bruno le fece una linguaccia: -Nessuno ha chiesto il tuo
parere racchia! Hai idea di quanto mi costi mantenere la mia attrezzaura in
buono stato?-
Lei roteò gli occhi e neanche gli rispose; parlare sarebbe
stato pleonastico e fastidioso.
Ino iniziò a saltellare eccitata: -Ehi! E se andassimo
stasera al locale? Tanto Hana-san ci fa sempre lo sconto sia sull’entrata che
sui drink?... E poi possiamo tornare a casa presto, così i nostri genitori non
si arrabbiano dato che domani c’è scuola!-
Sasuke e Shikamaru si guardarono un secondo, chiedendosi
tacitamente un parere, dopodichè annuirono distrattamente.
Temari ci pensò un attimo su, dopodichè accettò la
proposta: -Per me va bene… Tanto stasera ci sono sia Gaara che Kankuro in casa…-
Kiba dal canto suo era abbastanza indifferente al fatto,
tutto ciò che doveva fare era verificare chi sarebbe uscito quella sera per
poter contattare la sorella ed agevolare loro l’entrata. Per questo decise di
rivolgersi a Naruto e Sakura: -E voi? Ci sarete?-
Naruto e Sakura stavano proprio per aprir bocca quando
qualcun altro li anticipò sul tempo: -Mi dspiace ma stasera Kurenai-sama ci
vuole a casa… Non possiamo proprio uscire…-
I due ninja guardarono stupiti Hinata, che aveva appena
detto qualcosa di cui loro non sapevano assolutamente nulla. Sakura lanciò
un’occhiata perplessa a Naruto, che rispose con un’alzata di spalle, dopodichè
si rivolse all’amica: -Scusa Hinata ma quando…-
-Me l’ha detto stamattina Sanzo-san prima che uscissimo! Mi
ero dimenticata di dirvelo prima… Scusate.- la risposta della ragazza fu rapida
ed istantanea.
Sakura storse il naso poco convinta. A prescindere dal
fatto che Sanzo una cosa del genere l’avrebbe detta prima a lei che ad Hinata,
perché
-Ah ho capito! Beh allora non se ne fa niente ragazzi! Ogni
parola di Kurenai-sama è un ordine per noi!- la risposta di Naruto fu
altrettanto fulminea. Sakura si sentiva sempre più confusa… Possibile che lui
non sospetttasse nulla? Che fosse un po' tonto passi, ma che si facesse fregare
da una ragazzina ingenua era una cosa inconcepibile per uno shinobi.
Ino sospirò triste: -Davvero? È un peccato però… Volevo far
vedere a voi due il locale di Hana-san, ma se proprio non potete… Pazienza! Ora
però è meglio andare in classe!-
Dopo aver salutato Tenten, tutti si avviarono verso la
classe, Hinata però si sentì afferrare il braccio. Si voltò, trovando Sakura che
la guardava diffidente: -Hinata… Mi puoi spiegare quand’è che Sanzo ti avrebbe
detto che non potevamo uscire stasera?-
Dalla sua spalla spuntò Naruto, altrettanto perplesso:
-Infatti… Anche io vorrei sapere che ti passa per la testa…-
In quell’istante Sakura capì che Naruto non si era affatto
fatto fregare; la frase detta prima era stata pura prontezza di
spirito. Tipico di lui… Ma la sua attenzione si spostò su Hinata, che continuava
a guardare il pavimento imbarazzata.
-Allora?- incrociò le braccia in attesa di una
risposta.
Hinata sospirò, dopodichè alzò lo sguardo verso i suoi
amici. Subito si accorsero che lei sembrava voler trovare le parole giuste per
spiegarsi: -Ecco io… Stasera…- si fermò, era davvero difficile spiegare…
I due attendevano curiosi. Hinata continuò a fatica: -Per
stasera… Vorrei chiedervi un favore…-
Riabbassò lo sguardo, sperando con tutta se stessa di non passare per pazza: -Stasera… ACCOMPAGNATEMI ALLO HYUGA PALACE PER FAVORE!-
FINITO ANCHE QUESTO!!! ALLULUIA!! Beh che dire in proposito? Hinata ha fatto una domanda davvero strana! Questi giovani senza un minimo di criterio! E i due shinobi come risponderanno? Accetteranno la sua richiesta o la manderanno a fan... tasticare su questioni meno pericolose? Ma parliamo di Neji! Povero teenager in calore o spiritello voglioso? E intanto Itachi se ne approfitta! Vecchio porcellone! Poveri Naruto e Sakura! Non possono andare al locale con gli altri! E loro? Che combineranno in discoteca? Si daranno alle libagioni? Accadranno eventi più o meno imprevisti? Lo vedremo prossimamente....
E ora passiamo alle recensioni! Poche ma.... ESTREMAMENTE BUONE! Grazie mille a tutti ragazzi! ^____^
AliDiPiume: Beh ragazza... ormai sono giunta alla conclusione che io e l'HTML siamo due mondi incompatibili... Un po' come Romeo e Giulietta (anche se fra noi c'è davvero poco amore e altrettanto poca passione!!). Cambiando argomento... La questione pairing in questa fic sta diventando leggermente (molto) ostica! A prescindere dai miei gusti personali (molto classici in verità...), mi sono fatta un sacco di viaggi mentali su quale potrebbe essere l'esito finale di questa fic! E ti dirò che la cosa mi esalta un bel po'!! Adesso vedrò con l'andare del tempo come si risolveranno le cose... Magari ci verrà fuori qualcosa di assolutamente diverso dal progetto originale... vabbè! Que serà, serà (o come si scrive...)! Per quanto riguarda la mia velocità nell'aggiornare, abbi pazienza... la vita universitaria è un tantino troppo coinvolgente e, considerando che il mio computer ha spesso un po' di problemi, non so con quanta frequenza potrò aggiornare... Scusami tanto! Dai ora ti saluto! Un bacione grande! XD
Callie33: Salve! Da quanto tempo! In effetti era appena iniziata l'estate quando ho aggiornato l'ultima volta... infatti stavi giusto giusto parlando di vacanze e crema solare... Ah che bei tempi! Ora fa un freddo cane ed ha pure nevicato un sacco! Mi sento un povero pupazzo di neve... MA ORA VENIAMO A NOI! Eh si Ino fa davvero paura! Dopotutto lei è il boss della situazione (non dimentichiamo che è anche il presidente del consiglio studentesco, un capo per eccellenza!) e deve usare il polso d'acciaio. Shika orsetto trudy... oddio che immagine inquietante! Me lo sto vedendo con il vestitone peloso e le orecchie posticce sulla testa! Che impressione! O.o Cmq... Kiba che tratta a quel modo Temari per me è un vero e proprio sacrilegio! Un vero e proprio atto contro natura! Ma Shika, noto per il suo essere pro-natura, ha rimesso a posto le cose... Anche se non fino in fondo... Anche io avrei tanto voluto vederli avinghiati in preda alla passione... ma purtroppo Priscilla non me l'ha consentito... Dopotutto è lei che comanda qui! Quindi si dovrà aspettare ancora taaaaaanto taaaaanto, se poi si considerano i miei tempi... Beh per quanto riguarda Sasuke non posso ucciderlo! Sennò poi chi tartasso fino alla fine della storia (Grazie eh!! =_='' ndSasuke Prego! ndME)? E poi cerca di capirlo, è talmente innamorato che se Hinata gli dicesse "Mi opero e divento un uomo" lui risponderebbe "Davvero? Ma pensa... io sono gay circa dall'altro ieri!" quindi... gli ormoni ballano cara Callie, ballano! E poi alla fine Naruto ha rimesso le cose a posto no? Quindi è tutto, più o meno, a posto! XD Beh... come vedi non è che sia successo poi così tanto tra Naruto ed Hinata! Però, come vedi, ogni tanto si smuove qualcosina! E' una questione di fede in Priscilla-san! Lei saprà ciò che è giusto fare... Intanto rinnovo i miei complimenti per quella tua fic così fantastica, che rileggo costantemente, credo quasi di averla davvero imparata a memoria! (Maiala ndSasuke Ancora tu?!nd ME Certo...ù_ùndSasuke Oddeus!O.ondME) e ti faccio tanti cari saluti! Grazie come al solito per il tuo commento bello ed esaustivo! Un bacio enorme! ^________^
Vaius: Ciao! Intanto parto col dire che sono davvero onorata di aver ricevuto la tua prima recensione in assoluto. Sono davvero felice che la storia ti sia piaciuta e che tu abbia trovato validi i personaggi e il modo in cui li ho delineati. Per me è molto importante riuscire ad arrivare alle persone che leggono ciò ch scrivo e devo dire che sono molto felice quando viene apprezzato il frutto del mio lavoro. Per quanto riguarda la fic, non sarà lasciata in sospeso; sono estremamente lenta a scrivere ma non ho alcuna intenzione di lasciarla incompleta, te l'assicuro e, se continuerà a piacerti, avrai modo di seguirla ancora. Ancora grazie per il commento bellissimo! Un bacione grande grande! ^_____^
E
detto questo... Arrivederci al prossimo capitolo! Sperando arrivi un po'
prima... ^____^'''