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Carnevale
di New Orleans |
#1.
Follia |
#2.
Rhythm and Blues (R'n'B) |
#3. Travestimento |
Storie
terminate:
3/3 |
#1. Follia
Gli schiamazzi e i rumori della
festa cessarono quando la porta si richiuse alle loro spalle con un tonfo
sordo.
Xiaoyu contrasse il volto in una smorfia: il pesante cerchio alla testa non
accennava a diminuire e ogni minimo suono le perforava dolorosamente i timpani
come la sirena di un allarme.
Inoltre, come se non bastasse, da una buona manciata di minuti la situazione
aveva cominciato a diventare stranamente confusa.
Prima di tutto non aveva la minima idea su come fosse arrivata fin lì:
solo un’ora prima aveva cercato di imbucarsi alla festa di Asuka Kazama, nell’alquanto
vana speranza di incontrarne il cugino, Jin, mentre
ora si ritrovava in uno stupido sgabuzzino a strusciarsi contro…
Un brivido gelido le percorse la schiena; il solo pensiero riusciva ad
imbarazzarla e a rendere il tutto ancora più assurdo.
Doveva essere decisamente ubriaca, decretò, mentre Hwoarang le baciava
il collo, abbassandole le spalline del vestito. Aveva bevuto solo pochi sorsi
di birra, poi aveva svuotato l’intero contenuto del bicchiere in un vaso,
ma doveva essere
l’alcool la causa di quello che le stava accadendo.
Perché da sobria non avrebbe mai parlato tanto volentieri con Hwoarang,
soprattutto visto che questi era nemico giurato di Jin
e quasi-ragazzo della padrona di casa; da sobria non
avrebbe riso alle sue stupide battute, né pensato che potesse essere
anche lontanamente carino.
Lentamente, senza pensarci, fece scivolare le mani tra i capelli di lui,
avvicinando sempre di più il volto del ragazzo al proprio. Lo
fissò per qualche istante prima che le loro labbra combaciassero e lei
si aggrappasse ancora di più alle sue spalle.
Sì, forse Hwoarang non era poi così male.
Forse la situazione non le dispiaceva realmente.
Forse non era tutto frutto dell’ubriachezza e forse, forse c’entrava anche un pizzico
d’evidente follia.
#2. Rhythm and Blues
« Ho scelto, prendiamo questo! »
« Prendiamo? Ora hai deciso di parlare di te
stessa al plurale? Uno psichiatra lo troverebbe quanto meno curioso ».
« Oh, no: hai capito benissimo cosa voglio dire » celia Xiaoyu,
sventolando a mezz’aria un compact disk dai colori accesi. « Anche
tu contribuirai alla spesa ».
« Cosa?! No, non ci penso nemmeno » si limita a rispondere l’altro, incrociando le
braccia e spostando lo sguardo altrove.
« Andiamo, Hwoarang, non fare i capricci ».
« Già, quella è una tua tattica,
vero? » colpisce. « Mettere il broncio,
fare gli occhi lucidi e aspettare che qualche disgraziato di fronte a te cada
nel tranello ».
« Ehi, così mi offendi! » dice Xiaoyu, corrucciando infantilmente le labbra.
« E in ogni caso non riuscirai a fuggire dal tuo destino ».
Hwoarang sospira, evidentemente esasperato.
« Se non ci sono riuscito fin ora, dubito di riuscire a trovare
un’efficace via di fuga nell’arco di cinque secondi ».
« Stai diventando incredibilmente saggio, sai? » scherza Xiaoyu, mentre le sue labbra si allargano in
un piccolo sorriso inquietante. « Allora, quale
genere pensi vada meglio? Hard Rock o Rhythm and
Blues? ».
Hwoarang arriccia il naso in una smorfia terribilmente simile a quella della
ragazza, facendola scoppiare a ridere.
« Cosa c’è di tanto divertente? » domanda Hwoarang infastidito.
« La tua faccia » risponde Xiaoyu tra le risate. «
Sembravi… me! » conclude enfatizzando
l’ultima parola.
Il ragazzo rotea gli occhi, infastidito.
« Stavo pensando, ok? Pensando seriamente »
risponde, cercando di giustificarsi.
« Sì, sì » concorda Xiaoyu « Ho riconosciuto
subito la tua espressione da “movimento neurale” ».
« “movimento neurale”? » domanda lui con aria perplessa.
« Sì, esattamente. Ho capito subito che
eri mentalmente impegnato: assumi quell’espressione molto raramente! » la ragazza si perde nell’ennesima risatina.
« Ah, ah, molto divertente » commenta Hwoarang sarcastico. « Mi stai per caso dando dell’idiota? ».
« No, sto solo dicendo che è davvero strano vedere interesse da
parte tua per un regalo che sarà destinato a Jin
Kazama ».
Sono veramente un idiota, si
corregge mentalmente il ragazzo, ma a quel punto Xiaoyu si apre in un sorriso
gratificante e luminoso.
« Lo apprezzo molto » conclude, infrangendo così ogni
barriera che Hwoarang aveva posto tra loro.
#3.
Travestimento
Era carnevale e Hwoarang non riusciva a capire come mai tutti trovassero quella
ricorrenza tanto divertente. Ragazzi grandi e vaccinati come lui correvano di
strada in strada alla ricerca del vestito perfetto, come se si fosse trattato
di una questione di vita o di morte.
E poi li vedeva rinchiusi nei negozi, ossessionati nel provare un abito dopo
l’altro, mentre lui –al di là delle vetrine- decideva con
malvagità chi fosse il peggiore.
Eccoli!
Eccoli costretti in ridicoli abiti da pirata, Peter Pan, tritone, fantasma
e… vampiro.
Quell’anno i vampiri erano inspiegabilmente ovunque, non c’era
scampo.
Ma per un attimo tutto parve fermarsi, illuminato da una luce differente: oltre
la vetrina opaca scorse Xiaoyu. La ragazza, fasciata in un elegante kimono
giapponese dai colori sfavillanti, faceva capolino al centro della stanza,
ruotando su se stessa per meglio ammirare l’abito che indossava.
No, il suo costume non era ridicolo. Decisamente. Poteva
essere cucito in microfibra, nella stoffa lucida più economica
dell’intero distretto, poteva essere fatto in tela o direttamente in
plastica, ma aveva una caratteristica che nessun’altro vestito avrebbe
potuto avere.
Indossato da lei era eccezionale.
Era luminoso, sgargiante, vivace… unico. Sembrava quasi seta che,
leggermente, seguiva la forma dei fianchi e delle gambe.
Si era perso nell’ammirarla, nel seguire le morbide sebbene acerbe forme,
quando una voce acuta richiamò la sua attenzione.
« Ehi, non pensavo amassi i vestiti a carnevale!
» gli gridò lei, scorgendolo attraverso
la vetrina.
Hwoarang arrossì.
« Dai, entra » lo incalzò Xiaoyu, mentre la commessa le
sistemava addosso il kimono.
« Allora, come ti sembro? ».
Hwoarang la osservò seriamente.
« Beh, non sei male » biascicò. « Quel kimono ti sta
davvero bene »
Ma il ragazzo non riuscì in nessun modo a pensare che probabilmente
Xiaoyu era splendida, sì, ma anche senza
quell’accecante kimono.