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Autore: lames76    05/02/2010    2 recensioni
Attenzione SPOILER! Il racconto narra di un finale del gioco, se non lo avete ancora finito non leggete per non guastarvi il finale! Il racconto è ambientato prima della battaglia finale ed è una serie di riflessioni fatte da Morrigan, Leliana, Alistair e Sten.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note: Si parte dal presupposto che il Custode Grigio sia un maschio, abbia una relazione con Leliana, abbia accettato la proposta di Morrigan per salvarsi ed abbia fatto diventare re Alistair facendolo sposare con Anora.


L’Arle Eamon era stato molto gentile a conceder loro una stanza nel suo palazzo, prima a Denerim ed ora nel suo castello.
Dopo mesi passati a dormire sul freddo terreno dentro una tenda era una piacevole sensazione sentire un morbido letto su cui giacere per riposarsi dalle fatiche del giorno.
Eppure… eppure Leliana non riusciva a prendere sonno.
Erano successe così tante cose da quando aveva deciso di lasciare la Chiesa per unirsi al Custode Grigio e non avrebbe mai immaginato a cosa l’avrebbe portata quella sua decisione.
Tutto era iniziato con la visione mandatale dal Creatore.
La cosa la fece sorridere, ma il suo sorriso si trasformò in una smorfia.
I suoi pensieri tornarono a quello che le aveva detto lo spettro custode delle Sacre Ceneri di Andraste. Secondo lui, la visione che lei aveva avuto era stata tutta un’invenzione della sua mente, creata per sentirsi di nuovo importante… per distinguersi dalle altre sorelle.
Ora Leliana si chiedeva: che avesse avuto ragione?
Quando era ad Orlais, lavorando per Marjolaine, era stata al centro dell’attenzione.
Era un bardo... una spia... forse la migliore della città.
Aveva imparato e padroneggiato le arti del sotterfugio, della menzogna, della seduzione ed anche quelle dell’assassinio. Poteva sgusciare all’interno della casa di un nobile sfruttando ognuna di esse: scassinando le serrature, seducendo il padrone di casa, uccidendo le guardie o inventando una credibile scusa qualunque. Si sentiva importante... era importante… o almeno credeva di esserlo.
Dopo il tradimento di Marjolaine si era sentita distrutta, forse per questo si era lasciata catturare così facilmente... forse per questo si era lasciata torturare... per auto-punirsi della sua stupidità. Ma alla fine era tornata in sé, seppur svuotata di una parte della gentilezza e dell’innocenza iniziale ed era fuggita trovando rifugio nel Ferelden, presso la Chiesa.
Qui aveva imparato ad apprezzare la tranquillità della vita monastica. Aveva scoperto il piacere di non dover sempre guardarsi le spalle.
Aveva imparato ad amare la quiete ed il silenzio del monastero.
Si era sentita parte delle tante sorelle qui presenti...
Ma si era anche sentita perduta, aveva sentito la sua identità scomparire, diluita tra quelle delle altre ed aveva avuto paura di perdersi.
Rabbrividì.
Era certa che fosse stata una visione del Creatore.
Era stata certa che il Creatore avesse voluto parlare proprio a lei, ma… forse si sbagliava. Forse lo spirito custode aveva ragione e lei si era inventata tutto per poter tornare ad essere diversa da tutte le altre, per potersi distinguere...
...
Ma se non era stata una visione mandatale dal Creatore, perché aveva incontrato il Custode Grigio?
Perché tutte le avventure che aveva vissuto da allora?
Era solo una coincidenza, come asseriva Morrigan, che la sua vita improvvisamente si fosse dedicata a combattere il male?
...
Suo malgrado sorrise.
No, era il Creatore che l’aveva guidata, ne era certa.
Grazie al Creatore aveva trovato la felicità.
Grazie al Creatore aveva trovato lui.
Proprio per questo quest’ultima notte era così agitata. L’indomani avrebbero marciato per scontrarsi con il Flagello... contro l’Arcidemone... e lei sapeva che il Custode Grigio... il suo Custode Grigio... avrebbe rischiato la vita per fermarlo.
Si, sapeva che lo avrebbe fatto lui, perché ora Alistair era re e quindi lui non poteva permettersi di metterlo in pericolo. Certo c’era anche Riordan, ma qualcosa gli sussurrava che, alla fine, sarebbe stato lui a combattere contro il mostro.
Strinse i pugni.
Non poteva permettergli di farsi ammazzare.
Non proprio ora che erano felici!
Non gli avrebbe permesso di affrontare l’Arcidemone da solo.
Domani lei sarebbe stata al suo fianco… anzi lei sarebbe stata al suo fianco per sempre!
Perché quello era ciò che il Creatore voleva… anzi… perché quello era ciò che lei voleva!




Morrigan sospirò accarezzandosi il ventre.
Sorrise storcendo la bocca in una smorfia.
"Alla fine madre, ho fatto proprio ciò per cui mi avevi mandata", mormorò a nessuno in particolare, "Anche se, credo, non ti saresti mai aspetta che alla fine, solo io avrei goduto dei frutti del tuo piano... l’allieva ha superato la maestra a quanto pare".
Le conoscenze di Flemeth erano incredibili, sapeva cose che nessuno conosceva. Lei aveva sempre saputo la verità sui Custodi Grigi e sul loro ruolo nell’affrontare il Flagello.
La vita dell’Arcidemone per la vita di un Custode.
Un buon patto, un ottimo patto… ed anche un buon motivo per tenere segreto il reale motivo per cui i Custodi Grigi erano necessari per combattere la Prole Oscura.
Come Flemeth avesse scoperto quel segreto le sfuggiva, ma che importava oramai?
Importava solo che ora il suo ventre fosse gravido e che lei fosse pronta a partorire e crescere il bambino… un bambino che sarebbe stato come gli antichi dei!
I suoi occhi brillarono a quel pensiero.
L’indomani, dopo aver affrontato ed ucciso l’Arcidemone, se ne sarebbe andata e non sarebbe più tornata. Non avrebbe più rivisto nessuno dei suoi compagni.
Sentì qualcosa torcesi dentro di lei... una sensazione che non aveva mai provato… forse era a causa del suo stato interessante?
...
No, era una sensazione che aveva imparato a conoscere da quando aveva iniziato a viaggiare con il Custode Grigio.
Scosse il capo disgustata.
Sua madre l’aveva messa in guardia che sarebbe potuto accadere ma, quando l’aveva fatto, lei le aveva riso in faccia.
Eppure era puntualmente successo.
Si era… affezionata… al Custode Grigio. Lui era stato il primo uomo che lei aveva trovato veramente interessante. Era stato il primo uomo per cui aveva provato gelosia ed anche di cui si fosse innam… no scosse il capo, non voleva più pensare a quella cosa sdolcinata.
E poi avevano deciso di smettere… lei aveva deciso di troncare.
Quella sensazione, quella situazione, la rendeva meno forte, meno pronta e troppo insicura. Aveva fatto bene a terminare quella relazione.
Tanto più che lui si era subito buttato tra le braccia di Leliana… Al pensiero, per un attimo, pensò che avrebbe vomitato.
...
Si accarezzò ancora una volta il ventre.
L’indomani avrebbero affrontato l’Arcidemone e lei si era assicurata che ad ucciderlo fosse stato il Custode, così il piccolo avrebbe avuto i poteri… sarebbe stato il suo momento di trionfo eppure... qualcosa non la rendeva del tutto felice.
Ancora quella sensazione… quella debolezza.
“Maledizione!”, imprecò a denti stretti.
Si era abituata alla presenza, per quanto fastidiosa, dei suoi attuali compagni di viaggio e sapeva che le sarebbero mancati... tutti... a partire dal Custode Grigio fino ad arrivare allo stupido Alistair.
...
“Pensa al trionfo ed a quello che potrai fare quando il bambino nascerà!”, si disse, ma la sua mente sapeva fin troppo bene che, nonostante tutto, quei momenti passati insieme le sarebbero mancati per sempre... e per sempre le avrebbero lasciato un buco dentro.




Alistair si grattò il capo confuso.
“Andiamo ad affrontare l’Arcidemone, deve essere Arcistufo di aspettarci”, disse cercando di dare un tono canzonatorio alla sua voce.
Si era una buona frase per fare il suo ingresso l’indomani mattina. Oh maledizione! Come poteva pensare a quelle stupidaggini ora!
Ora era re, non poteva permettersi di essere scanzonato!
Maledizione al Custode, perché gli aveva lasciato la libertà di scegliere il suo futuro? Non voleva essere re, non l’aveva mai voluto. Non voleva responsabilità, né avere gente sotto il suo comando.
Figuriamoci un esercito o un’intera nazione!
Maledizione a lui!
E maledizione anche all’Arle Eamon ed i suoi giochetti per il potere! Eppure… eppure quello stesso giorno, quando era stato proclamato re, dopo la morte di Loghain, si era sentito bene.
...
Certo, sentire lo sguardo furente di Anora su di se, non era stato piacevole, ma cosa ci poteva fare lui? Era stato il Custode Grigio a decidere di farlo re ed a convincere lui ed Anora a sposarsi.
Maledizione, Anora era la moglie del suo fratellastro, beh lo era stata... ed era una bella donna, ma non pareva felice dell’unione anche se l’aveva accettata per il potere.
Maledizione anche al potere!
...
“Apparentemente tutti pensano che un Flagello sia il momento perfetto per uccidersi l’un l’altro. Veramente meraviglioso!”, era stato il commento, acido, di Morrigan… per una volta pareva fosse pienamente azzeccato.
Tutti i loro problemi erano nati dall’avida ricerca del potere degli altri!
Tutti alla ricerca del potere mentre lui non lo aveva mai cercato e non aveva mai voluto essere re!
...
Eppure era stata una bella sensazione, quando tutti avevano applaudito ed avevano inneggiato al suo nome... e non aveva neppure dovuto inventarsi una stupida battuta!
Ah se solo i suoi genitori adottivi, i cani volanti del formaggio avessero potuto vederlo ora! Quasi scoppiò a ridere da solo a quel pensiero. Era stata una trovata geniale quella dei cani volanti... proprio geniale!
Magari, se fosse sopravvissuto all’indomani ed allo scontro con l’Arcidemone avrebbe potuto far scrivere a qualcuno tutte le sue trovate.
...
Si rabbuiò di nuovo.
La rivelazione di Riordan era stata shockante ma anche liberatoria. Forse era suo destino affrontare l’Arcidemone, ucciderlo e morire. Sarebbe stata una fine gloriosa, degna di essere cantata per secoli... e l’avrebbe anche tolto dall’impiccio di essere re...
...
Sbuffò.
Anche se Riordan aveva detto che sarebbe stato lui a sferrare il colpo decisivo, Alistair sentiva che non era così... ed aveva paura. Ma non per se stesso, perché sentiva che lui non gli avrebbe permesso di farlo.
Il Custode Grigio aveva già deciso di sacrificarsi... quindi tutto era perduto, che si vincesse o meno...
Anche se...
Il modo in cui lui e Morrigan avevano discusso poco prima, mentre studiavano i piani della battaglia... il modo in cui lei lo aveva esortato ed appoggiato... nonostante il Custode avesse, oramai da tempo, intrecciato una relazione con Leliana... lo faceva riflettere. Forse la strega aveva un asso nella manica.
O forse lui si ingannava?
Eppure oramai la conosceva abbastanza bene ed era certo che l’aveva vista sorridere proprio quella sera.
Si, non poteva sbagliarsi, aveva un piano... e nonostante tutto il male che poteva pensare di lei, era certo che non sarebbe stato un piano malvagio… almeno non del tutto.
“Andiamo ad affrontare l’Arcidemone, deve essere Arcistufo di aspettarci”, sorrise, “Ottimo! Domani mattina farò un figurone presentandomi con questa frase a colazione ed al diavolo l’etichetta reale!”




L’indomani avrebbe affrontato l’Arcidemone ed il beresad sarebbe stato fiero di lui.
Era consapevole che sarebbe potuto morire, ma l’avrebbe fatto stringendo in pugno Asala... la sua spada... la sua anima... e questo lo tranquillizzava.
Avrebbe combattuto fianco a fianco di colui che aveva eletto a suo Kadan.
Quando aveva lasciato le sue terre per seguire gli ordini che gli erano stati impartiti, mai avrebbe pensato che avrebbe seguito in battaglia, fedelmente, uno straniero.
Certo, aveva sentito parlare molto dei famosi Custodi Grigi, aveva anche pensato che potessero essere avversari degni, ma mai avrebbe pensato che sarebbe stato così onorato di combattere al fianco di uno di essi.
Mai avrebbe pensato che avrebbe potuto dare il titolo di Kadan ad uno di essi.
Eppure così era stato.
Se fosse sopravvissuto, dopo la battaglia sarebbe tornato a riferire. Francamente non vedeva l’ora di farlo, c’erano così poche cose degne in quel posto.
I biscotti, quelli si che valevano qualcosa, e quando le loro armate avrebbero invaso il Ferelden, si sarebbe preso in carico di salvare qualche abitante, in modo che potesse insegnare alla sua gente a prepararli.
Una volta tornato a casa non avrebbe rimpianto nulla di quel periodo. Soprattutto non avrebbe rimpianto le risatine di quella donna ed il suo continuo stuzzicarlo dandogli del tenerone! Ma era stata una sua colpa, non avrebbe dovuto farsi vedere, mentre addestrava quel cucciolo di felino con la cordicella, gli altri non avrebbero capito…lei non avrebbe capito!
Ma ora era tempo di riposare, solo riposando avrebbe potuto combattere al meglio la battaglia che li aspettava l’indomani.
La battaglia che lo separava dal suo ritorno a casa.
   
 
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