Questo capitolo è per Chiara, perché conservi il suo stupore, la sua intelligenza e il suo desiderio di affetto per sempre.
Inoltre è per voi che avete iniziato a leggere. Come sempre, grazie!
II
– Secret Desire
Avresti
potuto dominare l’intero mondo
Ma
tu hai gettato via tutto…
(Muse)
“I’m
half sick of shadows” – she said
The
Lady of Shalott
(A.
Tennyson)
1999
“
Si, ma i sentimenti del Drago del Cielo?”
-
Bentrovato, Sognatore.-
Il
giovane esile sollevò la testa, e incontrò lo sguardo indecifrabile della
persona che spesso attraversava i suoi sogni.
-
Lo sai perché sono qui?-
-
C’è qualcosa che desideri sapere?- domandò, sollevandosi un po’ verso l’altro,
che invece si chinava verso di lui.
-
Si, ma non si tratta di una visione del futuro, Kakyou.-
Il
viso del Kamui oscuro si incupì, ma il sorriso non scomparve. Era spaventoso.
Crudele. Kakyou rabbrividì, cercò di spostarsi, ma la mano dell’altro lo aveva
già raggiunto, posandosi sul suo polso, stringendolo piano.
-
Che…che cosa vuoi sapere?- mormorò.
-
Mettiti pure tranquillo, Sognatore.- lo invitò Fuuma, sorridendo ancora. – Non
voglio farti del male. Perché dovrei? Ho ancora bisogno di te.-
Kakyou
cercò di rilassarsi, o almeno di fargli credere che era a suo agio, ma non era
un’impresa facile. Fuuma sembrava altissimo e fortissimo, così chino su di lui,
e riusciva ad imprigionarlo soltanto con una lieve pressione della mano e con
quello sguardo folle.
-
Dimmi quel che vuoi conoscere, Kamui.- disse.
Fuuma
annuì, sedendoglisi accanto, senza però lasciarlo.
-
Il Sakurazukamori.- cominciò. – Quando è morto, tu ti chiedesti perché aveva
scelto quella fine, ben sapendo di ferire così i sentimenti della persona a lui
più cara. Non è così?-
-
S-sì…- balbettò Kakyou, intuendo dove l’altro voleva arrivare.
-
Bene. Eri così inquieto, quel giorno, che mi desti molto da pensare. Mi
chiedevo perché, perché mai tu fossi tanto strano. Bene, quel che voglio sapere
ora è che cosa ti turbava, quel giorno. Perché ti davi pensiero del Drago del
Cielo. Perché la scelta del Sakurazukamori ti sembrava così folle.-
E
ora? Doveva dirgli la verità?
In
ogni caso, se avesse mentito, il Kamui oscuro non ci avrebbe mai creduto.
-
Allora?- lo incalzò la voce di Fuuma, mentre la presa della sua mano si
stringeva un po’ sul polso dell’altro.
-
Qualche notte prima mi era successa una cosa.- sussurrò Kakyou, abbassando gli
occhi, per non dover sostenere lo sguardo glaciale di Fuuma.
-
Che cosa, Kakyou? Perché ti ha colpito tanto?- insisté Fuuma, con un tono
falsamente dolce, che fece rabbrividire l’altro.
-
Perché non era mai successo prima.-
-
Bene, ora vuoi dirmi di che si tratta?-
-
Io ho sognato il Sakurazukamori. E il Drago del Cielo. E ho visto…Ho visto due
futuri!-
-
Cosa stai dicendo?- La voce di Fuuma era quieta, ma la sua stretta era sempre
più forte. – Cos’hai visto?-
-
Ho visto una cosa che sarebbe avvenuta la notte seguente. Un evento vissuto dal
Sakurazukamori e dal giovane Sumeragi.-
-
Vai avanti in fretta.-
Kakyou
volse la testa per guardare fisso davanti a sé, come se guardare lontano gli
potesse far rivedere quel ricordo. Iniziò a parlare in fretta, senza
espressione, ignorando la presenza minacciosa dell’altro.
-
Ho visto la notte, e la casa del Sumeragi. Il ragazzo era andato lì per qualche
motivo, ed ha deciso di dormirci, senza tornare all’Istituto Clamp. Ha lasciato
la finestra aperta. Lui dormiva, quando il Sakurazukamori è arrivato. Non lo ha
sentito entrare. Non ha avvertito la sua presenza.
Ho
visto l’uomo avvicinarsi al letto del ragazzo.
Ho
visto l’uomo che alzava una mano, e si chinava sul giovane Sumeragi.
E’
stato allora che…-
-
Che?-
Kakyou
rabbrividì, e si sforzò di proseguire.
-
E’ stato allora che ho visto chiaramente due futuri. Due possibilità. E non
sapevo dire quale si sarebbe avverata. E ciò mi ha riempito di paura, perché ho
capito che in quel momento il Sakurazukamori aveva davvero la possibilità di
cambiare il destino!-
-
Come?-
-
Ho visto i due esiti del suo gesto.
Avrebbe
potuto lasciar ricadere la mano, ormai deciso a farsi trascinare dal destino
predettogli da sempre, dare un ultimo sguardo al ragazzo, rimpiangere che le
cose non fossero andare diversamente, e andarsene via, per ritrovare poi il
ragazzo alcuni giorni dopo, e morire tra le sue braccia, confessandogli la
verità.
Oppure…
Avrebbe
potuto svegliare Sumeragi, che avrebbe gridato, temendo un attacco. Il
Sakurazukamori invece gli avrebbe detto di calmarsi, era lì per un altro
motivo. E avrebbe fatto una cosa inaudita. Una cosa…terribile, e bellissima.
L’avrebbe
mostrata al ragazzo.
Avrebbe
mostrato a Subaru Sumeragi che sapeva fare una cosa nuova con i suoi poteri
sciamanici.
Una
barriera.
Una
di quelle barriere che i Draghi del Cielo erigono, a protezione della Terra e
di tutti quelli che amano.
Il
ragazzo l’avrebbe fissata, stupito.
Perché?
Com’è possibile? Seishiro, com’è possibile?
Evidentemente
c’è stato un errore. Non sono un Angelo.
No,
non lo sei. Quella è la barriera di un Sigillo. E non ha nemmeno la forma della
stella dei Sakurazukamori. Perché sai farla? Com’è possibile? Io ti ho visto
distruggere barriere!
Tu
mi hai sempre visto e sentito mentire…
Ecco, in quel momento il Sakurazukamori sarebbe diventato un Drago del Cielo, e per sempre.
Lo
sai, ha scelto la prima possibilità. Però…Ha avuto la possibilità di cambiare
il futuro. Ha avuto il suo destino, il destino di Subaru, e forse di tutti noi,
nelle sue mani. Ha avuto la possibilità di cambiare il suo desiderio.
Tacque,
mentre sentiva il battito furioso del cuore nel petto. Glielo aveva rivelato,
alla fine. Ora doveva solo sperare che Fuuma non si arrabbiasse con lui. O
almeno, che non si arrabbiasse tanto.
-
Così tu mi stai dicendo che tutte le tue previsioni, in realtà, potrebbero
avere un altro esito? Che ad alcune persone è dato di cambiare il futuro?-
-
Sì. A coloro che ci credono, è data questa possibilità.-
-
E perché Sakurazukamori non l’ha fatto?-
-
Io penso che avesse paura. Aveva paura delle ritorsioni del destino, se si
fosse messo contro di esso. E poi, secondo me, era terrorizzato dalla sola idea
di provare dei sentimenti. Gli sono arrivati così all’improvviso.-
-
E perché tutto questo ti ha spaventato? Hai già visto Draghi del Cielo e Draghi
della Terra cambiare il loro desiderio!-
-
Ma mai avevo visto due futuri.-
-
Però alla fine tutto è andato come doveva andare.-
-
Lo so. Ma solo per il poco coraggio del Sakurazukamori. Un’altra persona
avrebbe scelto la via più difficile.-
-
E tu come lo sai?- gridò Fuuma, scrollandolo, mentre il suo viso diventava
preda dell’ira. – Sei diventato anche un conoscitore dei cuori, adesso? Come lo
sai, che la colpa è stata solo del poco coraggio di Sakurazukamori?-
-
Perché è così!- gridò Kakyou, la voce che vibrava di disperazione. – E’ così, e
basta. I futuri erano due, due, e non sapevo quale si sarebbe realizzato! E’
così, l’ho sentito! Se Seishiro non avesse fallito…-
-
Fallito?-
Ecco,
lo sapeva, avrebbe dovuto stare più attento alle parole! Adesso Fuuma avrebbe
letto la verità in quel termine sfuggito alla sua bocca distratta…
-
Tu pensi che il Sakurazukamori abbia fallito, scegliendo di seguire il corso
del destino, Kakyou?-
Aveva
preso entrambe le mani dell’indovino nelle sue, e lo fissava con tanta rabbia
negli occhi da raggelarlo.
-
Io penso che…- balbettò Kakyou, senza sapere come giustificarsi.
Sì
per lui quello era stato un fallimento.
Se
Seishiro avesse accettato la lotta contro il destino, anche Kakyou l’avrebbe
intrapresa. Perché, in realtà, nel suo cuore, il desiderio di vivere non era
svanito del tutto. Perché a volte, nei suoi lunghi sogni, aveva osato sperare
di poter incontrare una realtà diversa.
Aveva
sperato di svegliarsi.
Di
vedere la Terra, quella di sempre, forse ferita, ma ancora vibrante dei
sentimenti degli esseri umani.
“Il
futuro non è ancora stato deciso!”
E
sulla scia di quelle parole, lui sognava, e a volte avvertiva in sé una
dolcezza, una serenità tale, da crederci davvero.
Lo
sapeva, che tutto era inutile.
Solo
sogni vani.
La
Terra sarebbe caduta, la sua vita, conclusa.
Così
doveva essere.
Però,
quella notte…
-
Perché l’hai definito un fallimento?-
-
Non lo so. E’ solo una parola!-
-
Tu non sei tipo da sprecare parole, Sognatore.-
-
Non sto mentendo. Non intendevo nulla.-
-
No?-
-
Solo che davanti al Sakurazukamori si era presentata una sfida, e lui l’ha
persa. Solo questo, intendevo.-
Fuuma
si avvicinò ancor più all’altro. E poi, finalmente, gli lasciò andare le mani,
e si alzò in piedi. Kakyou si rilassò, sebbene il cuore non avesse smesso di
battere troppo forte.
-
Comprendo. Bene, Sognatore, grazie di quello che mi hai rivelato.-
Osservò
la figura alta che si allontanava e svaniva. Dopo la sua scomparsa, era come se
l’aria fosse diventata più respirabile. Pensò a quanto temeva il Kamui oscuro.
Non lo odiava, ma non lo amava nemmeno. Forse un po’ lo disprezzava. La sua
presenza era sgradevole. Eppure, quante volte si era trovato da solo con lui
nel sogno, a riversare su di lui la sua tristezza, i suoi dubbi, la sua
angoscia! Si era fidato del Kamui oscuro, aveva pianto stretto a lui, gli aveva
affidato se stesso.
-
Hokuto…Mi disprezzi per questo?- mormorò, parlando a colei che era la sua
interlocutrice, sempre, nella sua solitudine. – Se avessi potuto scegliere, non
avrei mai incontrato la strada del Kamui oscuro. Se avessi potuto scegliere…Se
potessi scegliere…-
“Non
puoi o non vuoi?”
-
Cosa?-
Di
chi era la voce che con tanta chiarezza e semplicità era comparsa nella sua
mente?
-
Cosa significa? Io…-
“Guarda
il Sakurazukamori…”
-
E’ un’altra faccenda! Per lui ho visto due futuri, ma per me…-
“Non
hai visto altri futuri o hai avuto paura di guardare? O forse hai creduto che
le visioni diverse della tua mente fossero soltanto sogni consolatori?”
-
E’ così?- bisbigliò, timoroso di sentire la propria voce pronunciare parole
inaudite. Era seduto a terra, stringeva le mani attorno alle ginocchia come per
farsi minuscolo, per proteggersi da tutto ciò che non comprendeva. – Potrebbe
essere così?-
“Guarda
oltre le tue paure ed entra nei tuoi sogni…”
Oh,
di chi era quella voce inviata a tormentarlo con false speranze?
E
se fosse stata un dono, quella voce? Se gli avesse veramente indicato la via da
seguire? Se in quelle parole che non volevano saperne di sparire dai suoi
pensieri ci fosse stata la risposta alla sua angoscia?
-
Hokuto…Ti prego, aiutami!-
Chiuse
gli occhi, sprofondò negli abissi da incubo che a volte si dischiudevano nella
sua mente.
Hokuto…
No,
non poteva più invocarla. Non avrebbe mai dovuto nemmeno osare di chiamare il
suo nome, da quando era entrato nelle fila degli Angeli.
-
Era il mio destino…Non avrei potuto fare altrimenti…-
Lacrime…Pensò
che si sarebbe liquefatto in un fiume di lacrime…
-
Sono un Drago della Terra per destino, non potrei fare altrimenti! E poi
anch’io ho un desiderio! Perché dovrei rinunciarvi?-
“Non
eri tu a dire che la Terra si salverà solo se gli uomini rinunceranno ai loro
desideri?”
-
Si, ma…-
“In
fondo, anche voi Angeli, che vi affidate al destino, siete preda dei vostri
desideri!”
-
E allora? Guardami, guarda che cosa sono…Costretto a vivere di sogni, di ombre!
Sono stanco delle ombre! E non posso liberarmi in alcun modo…Io…io voglio solo
riposarmi davvero…-
“E
morire è l’unico modo che ti viene in mente?”
-
Non mi sveglierò mai più. Non dipende da me, è il mio corpo che non potrà più
riprendere la sua funzionalità.-
“Forse.
O forse no.”
-
Ma…-
“Forse.
Tu lo sai cos’accadrà?”
-
SI, LO SO! Lo so…-
L’urlo
gli tolse la voce, le lacrime lo vinsero di nuovo.
“Lo
sai, come sapevi cos’avrebbe fatto Seishiro Sakurazukamori di fronte a Subaru
Sumeragi…”
-
Perché insisti nel tormentarmi? Io…-
“Tu
non sapevi cosa sarebbe accaduto.”
-
Chi sei?-
Una
risata, un sospiro, come di qualcuno che svanisce. La voce se n’era andata. Ma
intorno a lui il mondo sembrava divenuto freddo e gelido.
-
Che cosa succede?-
Era
ancora accoccolato a terra, e il freddo lo avvolgeva, lo assaliva, e per quanto
si stringesse in sé, non poteva vincerlo. Attorno a lui, neve, un candore
spaventoso, una distesa immensa e sconfinata.
Dove
si trovava?
-
Che cos’è?-
Ma
non c’era una voce a dargli risposta. Non c’erano più voci. Era solo. E il
vento soffiava, impietoso, su di lui e su tutto il mondo, deserto e silente.
Non
c’erano più case né vie né mezzi di trasporto. Non c’erano più luci né suoni.
Non c’erano più persone che camminavano, si muovevano, respiravano, parlavano,
ridevano.
Non
c’era più nulla e nessuno, e lui era uno spettatore impotente, e guardava la
distruzione del mondo.
O
meglio, il suo rinnovamento.
Tese
una mano, bianca quasi quanto l’universo attorno a lui, e fiocchi di neve vi si
posarono con delicatezza. Ma il freddo che riempì il suo corpo e il suo cuore
divenne quasi insopportabile. Chiuse la mano, ma non trovò conforto.
-
Perché mi fate vedere questo?- mormorò.
La
risposta venne, non da una voce misteriosa, ma da se stesso.
-
Perché questo è quello che noi vogliamo, vero? Il rinnovamento auspicato dagli
Angeli. La fine di tutte le cose. Questo mondo sterile e freddo. E’ ciò che
desideriamo.-
Come
a dare contro alle sue parole, un raggio di sole ruppe la coltre delle nubi, e
irradiò di pallida luce il mondo innevato. E allora tutto cambiò, la neve
disparve, per lasciare posto ad erba ed alberi, mille verdi differenti,
ricamati di fiori meravigliosi, e una brezza dolce prese a spirare, muovendo
ritmicamente le foglie, come in una danza. Per un istante i suoi occhi si
riempirono di dolce meraviglia.
-
Il mondo diverrà questo giardino, nella bella stagione, allora.- mormorò.
Sorrise. Pensò che forse il loro desiderio non era del tutto sbagliato.
E
poi…
-
Se avessi saputo che esisteva un posto simile, vi sarei andato, nel mio sogno. Con
Hokuto.- disse, trasognato.
Fu
allora che si rese conto di una cosa. Il freddo. Non era scomparso con la neve.
La brezza era lieve, il sole tiepido, ma il freddo era entrato in profondità
nelle sue ossa, nel suo cuore.
Perché…A
cosa serve tanta bellezza, se non c’è nessuno a contemplarla?
-
No!- gridò, mentre il sogno andava in frantumi, e lui precipitava di nuovo
negli strati misteriosi della mente, della profezia.
Il
suo sogno tornò ad essere la stanza bianca dove trascorreva il suo tempo, dove
incontrava amici e nemici. Lì non faceva freddo, ma non ebbe il coraggio di
lasciare la posizione protetta che aveva assunto.
-
A cosa serve tanta bellezza, se non c’è nessuno a contemplarla?- sussurrò,
ripetendo il pensiero che aveva infranto l’ultima visione.
Era
vero? Nel suo cuore, ci credeva davvero?
Qual’era
il suo desiderio, adesso?
-
Vorrei svegliarmi. Vorrei vedere un luogo bello, davvero bello, per mano a
qualcuno, qualcuno che mi sorregga, che mi mostri i particolari più segreti e
meravigliosi, qualcuno che mi faccia sentire…-
Non
pronunciò l’ultima parola, ma sapeva, in cuor suo, qual’era.
“Amato”.
Strinse
le braccia attorno alle sue gambe esili, chiuse gli occhi, invocò Hokuto, e
riuscì a staccarsi dall’universo infido dei sogni, piombando nel raro ristoro
del sonno.