Ogni tanto andava a casa sua. Nonostante fosse passato così tanto tempo non si era ancora abituato a non avere Lovino, casa sua era diventata troppo silenziosa e per quanto L'Italia del Sud sbraitasse quando se lo vedeva comparire davanti la porta di casa, sapeva che anche a lui faceva piacere rivederlo, ogni tanto.
Sprezzante Romano poggiò il caffè sul tavolo di vetro sedendosi poi alla sedia accanto ad Antonio, senza spiccicare parola, ma con uno sguardo irritato bevve il suo caffè.
Spagna non amava i silenzi.
E poi...Poi si portò una sigaretta alla bocca accendendola.
Antonio fermò a metà strada la tazzina tra il tavolo e la sua bocca e smise di sorridere per un attimo.
-Da quando fumi?-
Lovino lo guardò ancora di più in cagnesco se possibile e gli espiro del fumo in faccia.
-Da quando Napoli mi sta dando ancora più problemi. E mi sono accorto che non è tanto Napoli quanto la sua provincia...-
Si bloccò: stava parlando troppo di come si sentisse, si stava sbilanciando.
-Ma tu cosa puoi capire, bastardo-
Ecco, così andava meglio. Spagnà piegò le labbra nel suo solito sorriso e poggiò di nuovo la tazzina sul tavolo, non era il caso di bere del caffè: in quella stanza c'era gia qualcosa di troppo amaro. Silenzio.
Cosa alquanto strana visto i presenti nella stanza. Ma lui, Antonio continuava a sorridere.
-Non sorridere, faccia da cretino, sicuramente non te la passi meglio di me! Qualche giorno fa la crisi economica ti ha inflitto un colpo non indifferente, deficente!-
Urlò Romano al limite della sopportazione, Antonio invece di levarsi il sorrisino, lo allargò ulteriormente.
-Ma come ti interessi al mio regno, Lovino-
Colpito e affondato, arrossì appena spostando lo sguardo di lato borbottando parole sconnesse che potevano sembrare tranquillamente un "Vaffanculo, bastardo".
Silenzio.
Ancora silenzio.
Antonio stava iniziando ad odirare il silenzio.
-Nel caso te lo stessi chiedendo, mi sto riprendendo, Grecia invece è realmente nei guai-
-Ma come ti interessi a lui, Antonio!-
Ok, se l'era cercata, e forse lo aveva fatto apposta. Non che si interessasse particolarmente di Grecia, ma la crisi economica aveva colpito tutti e notizie del genere facevano presto ad arrivare. Osservò di nuovo Lovino che fumava perso in chissà quali pensieri (o forse insulti). Ora era una nazione sola con Feliciano, indipendente. Era cresciuto, ma sarebbe sempre rimasto il piccolo Romano che gli girava per casa nascondendosi i pomodori.
-Lovino, butta quella sigaretta, non fa bene fumare-
-Genio!-
Ma Antonio non perdeva mai la calma. Con lentezza avvicinò la sua mano a quella di Lovino che prontamente la ritrasse urlando un "Non ti permettere, brutto bastardo!".
-Ho i miei motivi per fumare!-
Spagna sorrise ancora, e si alzò mettendoglisi di fronte, gli alzò il viso con entrambe le mani per poterlo guardare negli occhi, che quasi lanciavano fulmini, ma lui ci era abituato.
Can che abbaia, non morde.
-E io te ne do uno per smettere in questo precise istante-
Non gli diede il tempo di bestemmiare ulteriormente.
Labbra toccarono labbra e la sigaretta cadde sul pavimento.
-Hai visto?-
-Zitto e continua a motivarmi, idiota-

Silenzio.
Ad Antonio non piacevano i silenzi, quando si trattava di Lovino.
Ma in determinate occasioni, li adorava.
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Ma quanto adoro Lovino? E sopratutto, quanto adoro Lovino e Antonio insieme? *-*
Ricordate che fumare non fa bene u_u
Anche io smetterei se avessi un Antonio che mi motivasse in determinati modi..ahaha! (ok, sono squallida).
Grazie a chi ha letto e a chi recensirà!
Baci
Lily123