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Autore: lames76    15/02/2010    0 recensioni
Le avventure della nave che da il nome alla serie sono ambientate durante la guerra contro il Dominio (quindi durante Deep Space Nine dalla quarta stagione in poi).
L'equipaggio è originale ma troverete diversi personaggi minori apparsi durante le serie, fare capolino.
Questo primo racconto, narra della prima missione della nave e del suo nuovo equipaggio, durante una delle battaglie più terribili della Federazione...
Genere: Azione, Science-fiction, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek Ardito'
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La plancia della USS Sutherland era scossa da tremendi colpi e forti vibrazioni. "Rapporto danni!", ruggi' il capitano Texton afferrandosi alla sua poltroncina. "Danni allo scafo, falle sui ponti dal tre al cinque", rispose calmo il tenente comandante Terik dalla postazione delle operazioni.
Un'altra bordata colpi' la nave e la fece nuovamente tremare fino al ponte piu' interno.
"Gli scudi ?", chiese il comandante Deran che era giunto sul ponte pochi istanti prima.
"Vengono penetrati dalle loro armi, signore", rispose il tenente comandante Sito.
Un altro colpo ando' a segno e la consolle scientifica esplose in mille scintille. L’uomo che la occupava fu colpito in pieno e venne scagliato a terra. Il capitano, seguito dal comandante, venne in suo aiuto, ma proprio in quel momento la nave fu colpita ancora una volta. Harrison Texton fu catapultato verso un muro e dopo aver battuto la testa sulla parete giacque immobile. Il suo secondo prese il comando.
"Sito, disattiva i phaser, passa tutta l’energia agli scudi ed occupati del capitano", ordino' mentre si sedeva sulla poltrona dell’ufficiale comandante. La bajoriana sfioro' il suo comunicatore, "Sito ad infermeria, emergenza medica in plancia", poi si allontano' dalla sua postazione. Al suo posto si mise il guardiamarina Stern.
La nave fu scossa per l’ennesima volta. L’interfono si accese.
"Ingegneria a plancia, ho dovuto disattivare il nucleo del motore a curvatura per impedirne l’esplosione", avverti' una voce con tono gelido, "Ma se continua cosi' ho solo rimandato l’inevitabile"
"Signor Terik c’e' qualche pianeta nelle vicinanze ?", il comandante trattenne l’impulso di alzarsi per avvicinarsi al vulcaniano.
"Si signore, proprio davanti a noi", rispose l’altro con la solita flemma.
"Signor Benson, si porti dietro quel pianeta. Guardiamarina Stern, lanci tutti i nostri siluri di poppa sulla prua delle navi che ci inseguono", ordino' velocemente.
I siluri vennero espulsi dal pod degli armamenti posto sopra la nave e, dopo una corta traiettoria colpirono, uno dopo l’altro, i caccia Jem’Hadar nemici. "Tutti a segno ma nessun danno, li abbiamo solo rallentati", si rammarico' Stern.
"Siamo dietro il pianeta capitano", dichiaro' il timoniere Benson.
"Signor Terik espella il pod degli armamenti e lo faccia detonare. Timoniere, ci porti, con i soli motori di manovra, sul polo magnetico del pianeta", ordino' il facente funzioni di capitano.
"Signore, e' illogico privarci del pod degli armamenti durante uno scontro...", obietto' il vulcaniano.
"Lo faccia esplodere in modo che lanci dei frammenti verso l’atmosfera. Se abbiamo fortuna crederanno che siamo precipitati o esplosi tentando di atterrare", spiego' il capitano trattenendo l’irritazione. L’ufficiale scientifico armeggio' con i comandi della sua consolle.
"Separazione effettuata, esplosione tra trenta secondi", sentenzio' infine. La nave si lascio' alle spalle il pod e si diresse verso il polo del pianeta. Quando era quasi giunta si avverti' un’esplosione, una pioggia di frammenti stava precipitando verso l’atmosfera.
"Siamo in posizione", disse Benson.
"Arresto totale", ordino', "Ora non ci resta che aspettare"

La maggior parte del fumo che aveva invaso la plancia era scomparso ma restavano, impressi ovunque, i segni di una battaglia persa.
"Dottore, come sta il capitano ?", chiese Nos attraverso l’interfono.
"Il capitano ha subito un danno cerebrale, ora e' in stasi. Se non lo porteremo al piu' presto in una base stellare morira'", la voce di Kennet Blair era roca. "Grazie doc", fini' Nos con l’amaro in bocca.
Sfioro' il suo comunicatore ancora una volta, "Deran a Porter, come vanno le riparazioni?"
"Signore", dall’altro capo rispose una voce femminile, "L’ingegnere capo Porter e' morto", ci fu un attimo di silenzio, "Ora ho preso il comando io, tenente Haret"
“Anche l’ingegnere capo”, penso' sconsolato il bajoriano.
Riprese il controllo e prosegui', "Allora tenente, come vanno le riparazioni?" "Per ora stiamo facendo dei progressi, abbiamo riattivato il nucleo del motore. Ma se subiremo un altro attacco saremo spacciati", l’ingegnere chiuse la comunicazione.
"Da quanto siamo fermi?", chiese Sito che si era portata di nuovo alla postazione tattica.
"Da quindici minuti e ventitre' secondi, cinque decimi", rispose Terik con vulcaniana precisione.
"Allora possiamo sperare che abbiano abboccato alla nostra farsa", la voce di Nos era solo un sussurro.

Dieci ore dopo gli ufficiali anziani, o meglio quelli che erano rimasti si incontrarono nella sala riunioni. Alcuni dovettero presenziare in piedi perche' diverse sedie erano state distrutte durante l’attacco. Il vetro del tavolo era infranto e sembrava che una specie di piccolo tornado fosse passato a fare danni.
"Fornitemi un rapporto completo", chiese il comandante.
"Abbiamo perso il 30% del nostro equipaggio", esordi' il dottor Kennet Blair, "Il capitano e' tenuto in stasi in infermeria, non peggiora ma non migliora neanche. Ha bisogno di essere operato al piu' presto"
"Abbiamo ripristinato i motori a curvatura, e gli scudi funzionano al 20%", spiego' l’ingegnere Haret, "Ho dirottato i flussi di energia ad impulso tutti sul supporto vitale e sul computer"
"Gli armamenti sono del tutto disattivati", disse Sito.
"Io e il tenente O’Connor", disse il vulcaniano, "Siamo riusciti ad avere una lettura sensoria approssimativa del sistema, sembra che siamo soli"
"Bene, allora prepariamoci a tornare alla base stellare piu' vicina", disse Nos, "Tutti ai vostri posti"
Tornarono in plancia subito dopo.
"Avanti ad un quarto d’impulso", ordino' il comandante.
La nave si sposto' dalla sua posizione nel polo magnetico del pianeta.
"Rapporto", chiese Nos.
"Nessuna nave nel sistema", rispose Sito.
Tutti tirarono un sospiro di sollievo.
   
 
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