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Autore: lames76    15/02/2010    0 recensioni
Seconda avventura dell'equipaggio dell'Ardito. I personaggi iniziano a sviluppare le loro personalità ed a raccontarci qualcosa di loro.
Tre membri dell'equipaggio si ritroveranno dispersi in diversi periodi di tempo mentre la nave sarà imprigionata in un altro universo!
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek Ardito'
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"La temperatura sta aumentando", disse Sito sbottonandosi la divisa.
La nave a vele solari stava precipitando nell'atmosfera di Cardassia ed a poco a poco il calore aumentava.
"Con solo una vela non possiamo riuscire ad atterrare!", grido’ Darel cercando di sovrastare il frastuono, "Moriremo sicuramente!"
"La nave dovrebbe poter resistere ad un rientro in atmosfera anche cosi’ duro, ma noi no", penso’ Jaxa, "L'unica mia consolazione e’ che la storia non e’ stata modificata, la nave si doveva schiantare al suolo e lo fara’"
Per un attimo gli sembro’ di sentire il suo comunicatore trillare ma le sue orecchie, tappate dal cambiamento di pressione, non gli diedero la possibilita’ di capire se era vero.
"Darel sono felice di averti conosciuto!", urlo’ al suo compagno.
Il bajoriano annui’ e poi si mise a stringere Xeta come per proteggerla. Sito si volto’ verso l'oblo’ anteriore e contemplo’ la vista che gli veniva offerta. Il suolo di Cardassia Primo si avvicinava. Sicuramente non sarebbe riuscita a vedere ancora per molto perche’ molto prima di toccare il suolo loro sarebbero gia’ morti per il calore.
"E' ironico che muoia sul pianeta dei miei carcerieri", penso’, "David sto per raggiungerti", fini’ chiudendo gli occhi ed aspettando che l'abbraccio della morte la trovasse. Per sua fortuna fu piu’ veloce il raggio del teletrasporto.

I guerrieri di T'Ner stavano ancora festeggiando l'avvento del loro nuovo capo, quando inizio’ il massacro. I soldati del clan di Tavak fecero irruzione nella sala e, dopo pochi istanti, avevano gia’ ucciso tutti i presenti, eccezion fatta per Terik, 'Little Shelat' e T'Ner. Fu tutto cosi’ veloce che anche il comandante dell'Ardito fece fatica a capire cio’ che cosa accadeva.
"Grazie per l'aiuto", disse Tavak rivolto a Terik, che non seppe cosa rispondergli, "Abbiamo finalmente vinto questa guerra ed abbiamo ottenuto anche come schiavi i bambini e le donne di questo clan!", urlo’ trionfante sorretto dai boati dei suoi guerrieri. Due soldati sollevarono il corpo di T'Ner che era ancora svenuto.
"Questo vulcaniano ha ucciso i tuoi genitori 'Little Shelat', quindi e’ tuo diritto ucciderlo", disse il capo clan al ragazzino porgendogli un coltello. Il bambino lo affermo’ e si diresse verso il suo nemico con aria risoluta. Terik intervenne. Fermo’ 'Little Shelat' e si rivolse a Tavak.
"E' mio diritto parlargli in privato", disse e senza aspettare una risposta porto’ il ragazzo verso un angolo della sala, dove poteva parlargli senza essere sentito.
"Lasciamelo uccidere", disse risentito 'Little Shelat', "E' mio diritto"
"Se lo ucciderai questa faida non finira’ mai", gli spiego’ lui, "I bambini di questo clan, quando cresceranno vorranno vendicarsi e la spirale di odio e morte non si fermera’ mai"
"Il nostro mondo e’ cosi’, non c'e’ nessun altro modo in cui possa andare", rispose cupo il ragazzo.
Il comunicatore trillo’, "Ardito a Terik", disse una voce, "Stia pronto al teletrasporto"
"Qui Terik", rispose lui, "Attendete il mio comando", ordino’.
"Devo finire quello che ho iniziato", penso’. Sicuro si accuccio’ di fronte al bambino, poi appoggio’ le mani sul suo volto, toccando i punti usati nella fusione mentale.
"I tuoi pensieri, nei miei pensieri", disse, "La tua mente, nella mia mente"
Fu un processo affrettato e controllato, Terik permise a 'Little Shelat' di 'vedere' la pace di Vulcano del 24° secolo e condivise con lui la logica. Al loro distacco il ragazzino rimase a bocca aperta. Insieme tornarono in mezzo alla sala.
"Ho deciso che la cosa piu’ logica e’ lasciare in vita T'Ner", disse 'Little Shelat' sicuro.
"Come vuoi", rispose Tavak con disgusto. I due guerrieri lasciarono cadere a terra il corpo del nemico. Intanto Terik si porto’ fuori vista e sfioro’ il suo comunicatore.
"Energia", disse.
"Torniamo nelle nostre case a festeggiare", ordino’ Tavak uscendo dalla sala. Dopo poco rimaneva qui solo il bambino.
"'Little Shelat' vieni con noi", disse un guerriero che era tornato per lui.
"Vengo", rispose lui, "Ma da oggi non usare piu’ quel soprannome, e’ illogico"
Con queste parole il giovane Surak segui’ il soldato.

Un raggio phaser passo’ sopra la testa di Nered.
"Siamo circondati!", urlo’ Deran sparando dietro l'angolo.
"Penso che non ce la caveremo", disse il bajoriano sparando a sua volta.
"Ho un piano", disse il capitano, "Pero’ ti devi fidare di me", gli disse, l'altro annui’.
"Ci arrendiamo!", urlo’ dopo essersi alzato in piedi Deran. Nered ebbe uno scatto di sorpresa.
"Fidati", gli disse ancora Nos. Dopo poco vennero circondati dai cardassiani.
"Ecco i fuggiaschi", ringhio’ una guardia.
"Ora che siete nelle nostre mani potremo prendere anche gli altri", disse un altro.
"Ma prima sarete uccisi", fini’ sorridendo il capo.
"Non ci riuscirete", lo sfido’ spavaldo Deran.
"E come vi salverete?", chiese il capo facendo un gesto ai suoi uomini che, prontamente, puntarono le loro armi contro i due.
"Spariremo di fronte a voi per magia", disse il capitano sfiorando il suo comunicatore, "Deran-alpha-tango!", disse infine. Un raggio teletrasporto li avvolse e li fece sparire lasciando i cardassiani ad urlare di rabbia.
I due fuggiaschi riapparvero nelle gallerie della cava.
"Devo dire che credevo fossi impazzito", disse franco Nerel, "Ma visto che potevi attivare questo teletrasporto quando volevi perche’ ci hai prima fatto arrendere?"
"In questo modo saranno impegnati a cercare noi e lasceranno fuggire gli altri", rispose Nos.
"Non ci cercheranno fuori?", chiese Nerel avviandosi verso un passaggio.
"No, sanno bene che solo il teletrasporto che porta qui puo’ essere attivato lontano da una pedana", gli spiego’ seguendolo.
"Allora ci verranno a cercare", disse Nerel, "Siamo in trappola"
"No, qui i tricorder non funzionano per lo spessore delle rocce, e poi tu conosci molto meglio di qualunque cardassiano queste gallerie. Potremo resistere per settimane, forse mesi", disse Deran.
Giunsero nei pressi del rifugio di Vedek Tiras, quando entrarono lo trovarono a terra. Spaventati gli si accucciarono a fianco e cercarono di prestargli soccorso. Nered usci’ a cercare dell'acqua.
"Uomo del futuro", disse con un filo di voce il religioso, "Se sei qui non siete scappati"
"Maren e Dinin ce l'hanno fatta", rispose lui, "Noi stiamo tenendo occupate le guardie. Ma lei come sta?"
"Sto morendo", rispose franco il vecchio, "I Profeti mi stanno chiamando a loro"
"Resista", lo prego’ Nos, "Non si lasci andare"
"No, e’ giunto ormai il mio tempo", rispose Vedek Tiras con un sorriso, "Non ti rattristare, il tuo pagh e’ forte", fini’ con un filo di voce.
"Vedek, verremo liberati", gli disse Nos, "Bajor tornera’ un mondo libero e grazie ai Profeti diventera’ il pianeta piu’ importante del settore"
Il vecchio bajoriano sorrise ed emise il suo ultimo respiro, nello stesso momento in cui Nered torno’ con l'acqua.

"Tenente O'Connor", disse il guardiamarina Stern, "Verremo intercettati tra meno di un minuto"
Renae respiro’ a fondo. La sala teletrasporto gli aveva riferito che aveva portato a bordo Sito e Terik ma che non riusciva ad agganciare il capitano.
"Che nave e’?", chiese.
"Un vascello klingon di classe Vor'Cha", riferi’ il ragazzo.
"Nelle nostre condizioni non resisteremo ad un loro attacco", penso’, "Ma se disattiviamo il raggio traente perderemo il capitano", si prese la testa tra le mani, "Se fossi un vulcaniano sceglierei di salvare la nave, il bene di molti vale piu’ del bene di pochi...", sospiro’ e si rimise dritta.
"Manteniamo la posizione", ordino’ sicura.
"... ma io non sono una vulcaniana!", penso’ trattenendo il respiro.

"Sapevo che sarebbe morto prima o poi, ma non pensavo che potesse succedere cosi’ presto", disse Nered.
"Per lo meno e’ morto senza dolore", rispose Nos ancora scosso.
Una strana nebbiolina comincio’ a fluire da fuori del rifugio.
"Che cosa sta succedendo?", chiese Deran.
"Stanno inondando di gas i cunicoli", affermo’ il bajoriano alzandosi. "Maledizione", penso’ il capitano, "E' una possibilita’ che non avevo contato"
Subito iniziarono a tossire.
"E' letale", affermo’ Nered cadendo a terra. Nos gli si avvicino’.
"Perche’ io non sto male come lui?", si chiese.
"Io sono spacciato", gli disse il bajoriano, "Ma tu puoi salvarti. Scappa!"
"Non ti lascio qui", gli rispose Deran. A poco a poco si sentiva sempre piu’ debole.
"Devi farlo!", continuo’ Nered tossendo sempre piu’ forte, "Tieni questo", gli disse dandogli il suo orecchino, "Fai in modo che almeno lui riveda le stelle..."
Nos lo prese e cerco’ di alzarsi ma l'unica cosa che riusci’ a fare fu scivolare a terra.
"E' questa la mia fine?", si chiese sconcertato, "Finira’ cosi’?"
Poi il raggio del teletrasporto lo porto’ via.

"Sala teletrasporto a plancia", disse l'interfono, "Sono tutti a bordo"
Renae scatto’ in piedi e si riazzardo’ a respirare.
"Melixa disattiva il raggio traente e dai massima potenza agli scudi, Eric traccia la rotta per il tunnel spaziale, Guardiamarina Stern si prepari a sparare", ordino’ sicura.
Dal turbo ascensore due entro’ in plancia il comandante Terik.
"E' un piacere rivederla signore", disse O'Connor lasciandogli la poltrona e riprendendo posto alla consolle delle operazioni.
"Situazione", ordino’ calmo il vulcaniano. La ragazza gli fece un rapido rapporto.
Mentre la nave virava e prendeva velocita’ fu colpita da una salva di colpi di disgregatore.
"Gli scudi sono scesi al cinquanta per cento", disse Stern, "Ma li stiamo distanziando"
Da un altro elevatore entro’ il tenente comandante Sito che prese posto alla sua consolle.
"Sei stata al mare?", gli chiese sottovoce sorridendo Melixa, alludendo al colore rossastro della pelle della bajoriana.
"No, e’ l'ultima moda di Bajor", gli rispose lei ricomponendosi. "E' bello essere tornati a casa", penso’.
"Raggiungeremo il tunnel spaziale tra meno di dieci minuti", disse Benson.
"Capitano le proibisco di andare in plancia", disse una voce. Tutti si voltarono verso l'ascensore da cui sbuco’ Nos. Il ragazzo sfioro’ il suo comunicatore e rispose tossendo, "Mi dispiace dottore, ma io sono gia’ in plancia"
"Capitano dovrebbe essere in infermeria", lo sprono’ Renae, lui la guardo’ torvo.
"Per favore non ci si metta anche lei", disse cercando di trattenere la tosse, "Cosa e’ successo durante la mia assenza?"
Anche al capitano venne fatto uno scarno rapporto. Il dottor Blair entro’ in plancia sbuffando e si mise a sondare il capitano con il suo tricorder medico.
"Ha inalato una grande quantita’ di gas cardassiano", disse Kennet, "Per fortuna la Flotta ha sviluppato un vaccino e lo inietta in tutti i cadetti, altrimenti sarebbe gia’ morto. Le d’ho un antidoto", continuo’ premendogli sul collo una siringa ipodermica, "Appena ha finito venga subito in infermeria, altrimenti saro’ costretto a sollevarla dal comando", fini’ con finta durezza.
Nos sorrise, la sua tosse stava finalmente passando; il dottore esamino’ Terik e Sito.
"Stiamo per raggiungere la Cintura di Denoris", affermo’ Benson, "Passiamo alla propulsione ad impulso"
"Se siamo veramente nell'universo 'Specchio' il tunnel spaziale non e’ conosciuto", disse Deran, "Quindi dovremo entrarvi senza farcene accorgere"
"Potremo simulare la nostra esplosione facendo detonare dei siluri fotonici", propose Melixa, "Cosi’ le loro letture sensorie sarebbero anche disturbate"
"Si prepari ad eseguire il piano", ordino’ Terik.
   
 
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