- Spiegami che succede nei tuoi occhi-
Mi fissò esitante per qualche millesimo di secondo.
Pensai quasi di aver sbagliato domanda non vedendolo batter ciglio, eppure mi pareva di aver pronunciato ogni singola parola ad alta voce
-Che cosa vedono quando li punti verso la?-
Provai a ripetere, unendo alla domanda, questa volta, anche un leggero gesto
Non potevo non aver parlato ora, se davvero le parole non fossero uscite neppure stavolta dalla mia bocca di certo dovevo essere diventata matta
Lui mi sorrise quasi sbigottito
Avrei di certo preferito una risposta

“Non sono sicuro di guardare un qualcosa di preciso, penso ad altro”
Mi confidò un paio di giorni dopo, incrociandolo per caso dinanzi ad una vetrata
Ricordo di aver morso il labro inferiore trattenendo il disappunto, convinta di un’altra verità, ma nonostante tutto, non tirai più fuori il discorso nel mese avvenire

Quell’autunno le foglie caddero a terra più prepotentemente e freddamente degli anni passati
E in poco tempo il viale verso casa mia assunse un aspetto triste
Gli alberi parevano nudi, e per terra, come in un campo dopo la battaglia, giacevano inermi quelle belle foglie, che la primavera aveva prima regalato, e che questo gelo aveva dopo tolto al mio bel paesaggio oltre la finestra.

Di tanto in tanto, guardando fuori da quel vetro, stringevo la mano al petto
E di tanto in tanto stringendo la mano al petto, speravo forse che quel vuoto che sentivo dentro si riempisse, come stagione per stagione, il mio viale ritornava colmo e verdeggiante. Ma non era così per me, e quel vuoto rimaneva costantemente ancora vuoto.

-..a che pensi?-
Ricordo che non mi avvicinai quella volta, ponendo la domanda
ma rimasi distante tintinnante sul da farsi
che non fossero affari miei era più che scontato, che non avevo un rapporto con quel ragazzo strano anche, quindi, avrebbe benissimo avuto il diritto di non rispondermi
eppure mi degnò di un po’ di attenzione

secondo te a che penso?
decisi di avvicinarmi un po’ per portare gli occhi nella stessa direzione in cui lui puntava prima i suoi, ma vidi la stessa identica immagine di quella che si vedeva dalla mia finestra, gli alberi ancora spogli, le foglie ancora per terra, tolsi quindi immediatamente lo sguardo
-che fuori fa freddo?-
Buttai li, convinta che una risposta a caso, lo avrebbe comunque di certo portato a raccontarmi la sua versione
Ripeté il sorriso della volta precedente, ma anche in quel caso non disse altro

Ritornai il giorno seguente, quello dopo ancora e cosi via
Incominciai ad osservarlo, a stargli accanto, a porgli domande
-Non ti stanchi a guardare sempre nella stessa direzione?-
Gli domandai una volta
I miei pensieri cambiano
Rispose lui
E piano piano smisi pure io di parlare, mi bastava forse, stargli accanto per avere più risposte di quelle che lui mi dava a voce
Imparai a vedere ciò che lui vedeva, una foglia cadere, una nuvola spostarsi, un uccellino volare tranquillo nel cielo
Eppure non riuscì mai a leggere nella sua mente
Nonostante questo lo stargli accanto alleviava in qualche modo il mio vuoto, credo che cercare risposte in lui, mi distraeva forse, nel darle a me.

- To Be Continued -