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Autore: Tynuccia    17/02/2010    3 recensioni
[Gundam SEED Destiny] La scena che si ritrovarono ad ammirare aveva dell'incredibile.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dearka Elthman, Miriallia Haww
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Inconveniente

 

*

 

 "Rimarrai?"

Miriallia Haww alzò gli occhi sul soldato davanti a lei. Il suo sguardo era pieno di speranze malinconiche, ma lei era risoluta e non gliel'avrebbe fatta passare liscia così in fretta.

Una vocina nella sua testa le suggeriva che due anni erano abbastanza per fargli capire che lei non era un oggetto e che, finchè non avrebbe preso la loro storia come qualcosa di serio ed assolutamente vitale, lei sarebbe stata irremovibile. Sì, forse anche esagerata e troppo pretensiva, ma la morte di Tolle le aveva scombussolato i sentimenti e non avrebbe sopportato un'ulteriore perdita.

 "Miri…"

 "Ascoltami… non lo so…" tentennò lei, passandosi una mano nei corti capelli castani. "Stiamo parlando di PLANT, dopotutto, ed io e te non siamo mica sposati."

 "Purtroppo," scherzò Dearka Elthman, ridacchiando nervosamente.

La Natural gli scoccò un'occhiataccia che gli fece morire il ghigno in un istante. "Potremo mai avere un discorso serio?"

 "Chissà," continuò il Coordinator, senza manifestare troppo palesemente le sue emozioni contrastanti. Pigiò il bottone dell'ascensore vuoto e si appoggiò contro la parete fredda. "Magari col tempo imparerò. A fare tutto."

Miriallia sospirò ed incrociò le braccia sotto al seno. Non era semplice tenergli il muso. Aveva voglia di sorridere, come era solita fare prima della Bloody Valentine War, ed esternare i suoi sentimenti eccitati per la sua visita autorizzata alla Sede Centrale di ZAFT nella città di Aprilius One. Un mese prima l'Ufficiale Elthman le aveva telefonato, invitandola a trascorrere qualche giorno su PLANT.

 "Riallacceremo i rapporti," aveva sussurrato, non troppo convinto della sua stessa voce.

E lei aveva accettato, un po' riluttante e tanto agitata: sia perché era un'ottima fotoreporter e, quindi, avrebbe potuto ficcanasare in uno dei posti più importanti della loro epoca, sia perché l'idea di rivedere quello sciocco del suo ex-fidanzato le faceva saltare il cuore in gola dalla felicità.

 "Mi dispiace che mi abbiano confiscato la macchina fotografica," ammise, ignorando l'ultimo commento del soldato. "C'erano un paio di angolazioni che avrei voluto immortalare… la luce era perfetta."

Dearka fece spallucce. "Cosa pretendi? È già tanto se hanno dato il permesso ad una civile, Natural per di più, di visitare questo edificio. È stato difficilissimo convincere Yzak a farti entrare, sappilo."

Miriallia si voltò di scatto, furente, con i pugni serrati che tremavano. "Yzak di qua… Yzak di là! Anche oggi me lo sono trovata tra i piedi ogni tre per due! È fastidioso dover competere con una signorina come lui, sai?!"

L'Ufficiale sobbalzò e si spostò lateralmente per non incappare nell'ira furente della minuta Haww. Si era scordato che, l'ultima volta, era stata proprio l'immotivata gelosia nei confronti del suo migliore amico ad allontanarla definitivamente da lui; ciò che non sapeva, comunque, era che quella ragione era l'ultima nella lista dell'ex-operatrice dell'Archangel.

 "Ehm… scusami, ma non dipende da me. Yzak lavora qui ed è il Comandante. È ovvio che tu l'abbia visto un centinaio di volte, è un po' come se questo posto fosse suo."

 "Impiegati inclusi, suppongo," soffiò lei come una gatta. Non ci poteva fare niente: insultarlo era troppo divertente per fargli credere che aveva sotterrato l'ascia di guerra già da quando aveva messo piede su Aprilius One. Più o meno.

Dearka sospirò, esausto, mentre le porte dell'ascensore si aprivano con un beep elettronico. La precedette nell'atrio quasi vuoto e non ebbe la forza di controbattere: ci provava da anni e ancora non aveva trovato il modo di riconquistarla. Neppure quell'invito carico di dolce attesa era servito a qualcosa, quindi perché continuare a combattere quella guerra persa in partenza? L'avrebbe lasciata andare, ma la vista dell'uscita che dava direttamente sulla strada sembrava lacerargli il cuore ad ogni passo.

Una volta si sarebbe semplicemente fermato, l'avrebbe afferrata per le spalle, e le avrebbe dimostrato il suo amore fisicamente, premendo le labbra sulle sue e dando sfogo al desiderio che, involontariamente, si era radicato nel profondo della sua anima, mescolato a quello che avrebbe gridato al mondo intero; quello, però, era il vecchio Dearka. Ora era un uomo maturo, con piena coscienza delle proprie azioni e delle persone che lo circondavano.

Un soldato con l'uniforme verde si mise sull'attenti, vedendoli arrivare. Dearka ricambiò il gesto e sventolò la mano, segno che poteva anche mettersi a riposo.

 "La borsa di miss Miriallia Haww, per piacere."

La Natural sobbalzò davanti alla dolcezza che era appena sfuggita dalle sue labbra e dovette soffocare una risatina, assolutamente fuori luogo. Dopo tanto tempo il modo in cui sussurrava il suo nome non era cambiato.

Nel frattempo il giovane operatore si grattava il mento nervosamente davanti al computer. "Curioso, ma sembra che il Comandante Joule abbia prelevato personalmente gli effetti personali di miss Haww, signore."

Dearka innalzò un sopracciglio chiaro mentre Miriallia, ormai distratta dalle sue dolci memorie, sbatteva le mani sulla scrivania del povero soldato. "Cosa vuol dire?!"

 "Che dobbiamo andare nell'ufficio di Yzak," suggerì pacatamente il biondo. "Forza, non ci metteremo molto. Grazie mille, Ross."

 "Comandi, signore."

Salutato l'operatore, la coppia si diresse a grandi passi verso il secondo piano senza fiatare. Miriallia fu la prima ad interrompere il silenzio, sbuffando.

 "Ancora colpa di quel Joule… se non mi avesse rubato la borsa, a quest'ora sarei già in viaggio verso il mio hotel!"

 "Sono certo che avrà una valida spiegazione," cercò di giustificarlo il ragazzo, guadagnandosi solo l'ennesima occhiataccia. Difendere Yzak davanti a lei era la peggiore mossa che avrebbe potuto fare, senza ombra di dubbio.

Dopo qualche secondo si trovarono di fronte alla porta dell'ufficio. La Natural fece per picchiare violentemente la mano contro la superficie metallica, ma Dearka scosse il capo e l'allontanò leggermente. Si accostò alla pulsantiera e cominciò a pigiare i tasti.

 "Conosci il codice?" domandò Miriallia, stupita. Lo vide annuire. "Eh, certo. Così puoi entrare quando vuoi e voi due maiali potete fare i vostri giochetti pervertiti!"

 "M-Miri!" esclamò lui, esasperato, proprio mentre la porta si spalancava.

Entrambi sobbalzarono. La scena che si ritrovarono ad ammirare aveva dell'incredibile: Yzak Joule, l'algido Comandante senza cuore che contribuiva alla percentuale dei licenziamenti di ZAFT, era seduto sulla sua scrivania con una giovane dai capelli castani tra le braccia, troppo occupato a metterle la lingua in bocca per accorgersi della loro presenza. Ai loro piedi c'era la borsa nera di Miriallia.

Ora, Dearka avrebbe volentieri fatto un rapido giro su se stesso per scappare visto che era al corrente di quanto potesse arrabbiarsi il suo amico se interrotto durante i suoi fugaci incontri con Shiho nella Sede Centrale; la Natural, però, fu più rapida ed entrò a grandi passi nell'ufficio, schiarendosi la voce.

L'albino le scoccò l'occhiata più assassina che ella avesse mai ricevuto mentre la sua bella compagna arrossiva come una furia e si rintanava ulteriormente contro il corpo del suo superiore.

 "ELTHMAN! COME DIAVOLO TI PERMETTI DI ENTRARE QUA SENZA PERMESSO?!"

Dearka fece per rispondere, ma Miriallia scoppiò a ridere. I tre Coordinators la guardarono come se avesse avuto due teste.

 "Oh… è buffo… pensavo che Joule fosse… ahah… omosessuale!"

Fiutando il pericolo, l'Ufficiale di ZAFT si mise tra Yzak e Miriallia. "S-sciocchina… lui è… un vero… macho. No Shiho? Tu dovresti saperlo visto che ci vai a letto insieme!"

Il Maggiore ed il suo Comandante si scambiarono un'occhiata nervosa prima di avventarsi sul loro povero collega, animato solamente da buone intenzioni.

 

*

 

Dearka aprì gli occhi con una certa fatica e si mise a sedere. Credette di avere l'addome in fiamme, quindi abbassò lo sguardo per controllare. Solo allora udì una risata divertita.

 "Finalmente ti sei ripreso," constatò Miriallia, seduta su uno sgabello vicino al letto. "Joule e la sua ragazza ci sono andati giù pesanti!"

 "Dove sono?"

 "In infermeria. I tuoi due amici sono andati a casa da un pezzo e… indovina? Shiho ha una borsa identica alla mia, ecco perché Joule l'aveva presa."

Il soldato sospirò, incrociando le braccia sul petto. "Che ridere. E come mai tu mi tratti come se fossi un bravo ragazzo, tutto d'un tratto?"

La Natural alzò le spalle, sorridendo. "Sono più tranquilla ora che so di non dover competere con un uomo."

 "Forse avrei dovuto dirti di Shiho molto, molto tempo fa," borbottò Dearka, accigliato.

Miriallia gli diede un timido bacio sulla guancia ed arrossì. "Credo che rimarrò."

Dearka sobbalzò, ma le prese comunque la mano e se la portò alla bocca. "Mi stai rendendo l'uomo più felice dell'universo."

La ragazza ridacchiò e si sporse verso il comodino. "Ecco, vuoi che ti tagli una mela?"

Il Coordinator sgranò gli occhi violacei e si alzò, come una furia, correndo verso la porta. Indicò la fotoreporter con il dito che tremava e scosse freneticamente il capo. "Col cazzo! L'ultima volta che io ero in infermeria e tu hai trovato un coltello, per poco, non mi infilzavi come uno spiedino!"

  
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