Serie TV > Heroes
Segui la storia  |       
Autore: kannuki    17/02/2010    2 recensioni
La prima cosa che vide Angela, fu il suo sguardo cupo e accigliato. La seconda, le mani sporche di sangue. Non aveva neppure pensato di lavarlo via. Gli serviva a ricordare chi era. Lo convinceva d'aver fatto la cosa giusta. “La tua adorata nipotina disturbava il mio stile di vita. Non l'avevi previsto, vero?"
"Non ho controllo sulle mie premonizioni..."
“Te ne faccio io, una. Prevedo che morirai fra atroci tormenti. Ma non sarà oggi, ne domani. Verrò, prima o poi, e te la farò pagare per tutto quello che hai fatto" ringhiò arrivando quasi a sfiorarla. "Sta sempre attenta, Angela... non saprai mai quando un respiro sarà l'ultimo!”
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angela Petrelli, Claire Bennet, Meredith Gordon, Sylar
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'effetto farfalla'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un altro Universo, un'altra Terra

Fra due anni.

Claire ricomparve ai piedi della maestosa abitazione di Angela e come aveva sempre fatto, suonò il campanello. Una voce maschile, profonda e nervosa, gridò qualcosa all'interno e Claire fece un passo indietro tremando.

Sylar la fissò da capo a piedi e tirò indietro la testa “non eri uscita a fare shopping?” Aveva i capelli più lunghi e l'espressione più dura e cattiva. Le vennero i brividi lungo la schiena. “In che giorno siamo?” sussurrò stringendosi nei vestiti bagnati.

Sei impazzita?” borbottò cambiando radicalmente espressione quando vide che non aveva il pancione.

Il rumore di una macchina che frenava poco distante le fece voltare la testa verso la figuretta bionda che trafficava con i pacchetti nel portabagagli.

Sylar la guardò, seguì la sua occhiata e sbiancò “18 novembre 2011” sussurrò facendo un passo avanti “ma tu chi sei?”

Fra due giorni a partire da oggi, Claire sarà in ritardo come al solito e tu uscirai a cercarla” mormorò osservando le manovre della sua sosia. “Non devi andare al cimitero!” esclamò attirando la sua attenzione “resta a casa, non uscire!”

Ma tu chi cavolo sei?” ripetè facendo un altro passo verso di lei “è uno scherzo?!”

Non è uno scherzo!” urlò spingendolo via “fra due giorni, io verrò trasportata qui da un'esplosione, ti porterò con me e nel mio tempo morirai!” gli gridò contro “impazzirai e verrai ucciso!”

Sylar la fissò a lungo con espressione sconvolta “la premonizione di Angela...” mormorò sconvolto “allora è vero... qualcuno più potente di me...”

Il te stesso di un'altra dimensione” affermò guardando l'altra Claire che si avvicinava e aveva alzato la testa verso di lei. Claire si voltò in fretta “diglielo che la ami...”

L'uomo la fissò e divenne cinereo “come fai...”

Me lo dirai tu” sussurrò occhieggiando alle sue spalle “dimmi la verità: quando le hai rubato il potere, l'hai...”

No!” esclamò con espressione orribile “ma tu come fai...”

Ti ha cercato lei? Ti ha sedotto?”

Sylar la guardava e non parlava “è venuta da me. Ha trovato il mio indirizzo sui documenti di Noah, ha letto il mio profilo. Era ossessionata dalla vendetta e voleva farmela pagare” spiegò lentamente sempre studiandola, sulla difensiva. “Qualcosa cambiò... tornai di notte... la trovai addormentata sullo zerbino ad aspettarmi.”

O mio dio, pensò tremando per il freddo.

Non le importava delle conseguenze, mi voleva e basta, era fuori controllo... non ero dell'umore migliore e la cacciai, ma lei tornò... tornava sempre, finchè un giorno non acconsentii alla sua richiesta e la presi. Mi chiese lei di farlo!” esclamò abbassando la voce “e da quel momento in poi è stata la rovina... per entrambi.”

Noah l'ha cacciata di casa?”

Annuì e il suo sguardo si fece meno duro “vuoi un asciugamano?”

Claire scosse la testa lentamente. “Dille che l'ami, accompagnala a fare shopping anche se ti annoi... ma resta a casa, ti prego!” esclamò sentendola alle sue spalle. Udì il rumore di un sacchetto che cadeva per la sorpresa.

Ma chi... sei tu?”

Claire si voltò e la guardò. Quel pancione era inquietante “trattalo bene. Si strapperebbe un braccio per te” mormorò con le lacrime agli occhi “non lasciarlo uscire di casa, il venti novembre, o quel bimbo resterà orfano...”

Sono due gemelli...” sussurrò suo malgrado, bianca come un cencio.

Non me l'avevi detto” rispose una voce tenue e sorpresa alle sue spalle.

Non me l'avevi mai chiesto” rispose l'altra Claire saettando lo sguardo da uno all'altro. Nel momento in cui guardò verso Claire, la vide scomparire, lasciò cadere un altro sacchetto e si portò una mano alla bocca. Poi, un tocco delicato sulla spalla “stai bene, piccola?”

Non chiamarmi piccola” mormorò meccanicamente “ma era... era... me!”

E' pieno di mutaforma al giorno d'oggi” scherzò dirigendola nell'abitazione “insomma, di che colore le dobbiamo dipingere, le pareti?”

Claire lo guardò titubante “quale ti piacerebbe?”

Chiedi il mio parere, ora?” domandò frugando fra le buste. Sorrise tirando fuori un sonaglino con un fiocco rosa. “Capito...” poi ne tirò fuori un altro, azzurro. E sogghignò apertamente. “Distruggeranno il mondo quei due...” sospirò sedendosi di schianto su una poltrona. “Perchè non te l'ho mai fatta pagare, per quello che mi avevi fatto?”

Perchè mi ami alla follia!” ridacchiò guardandola di traverso.

Senti chi parla...”

Oggi

Angela si svegliò di soprassalto. Si era addormentata a teatro, il più imperdonabile dei peccati. La donna accanto a lei la guardò con riprovazione e Angela si schiarì la voce. Non c'era più nulla. Il futuro era stato cambiato, Gray non sarebbe morto. Era stata Claire, l'aveva vista in cima all'onda, poi era scomparsa... come se non fosse mai esistita.

Altrove.

Che hanno le tue amiche da guardare?”

Claire lo guardò di sottecchi, poi ghignò soddisfatta “mah... chissà...” commentò a mezza bocca aggiustando il tocco “come sto?”

Come una che si diploma” rispose rimediando una gomitata “sono fiero di te.”

Parli come mio padre. Vatti a sedere e non attirare l'attenzione.”

Non attiro mai l'attenzione” mormorò sentendo la nuca trafitte da mille occhiatine “ma continuo a sentirmi osservato...”

Sei paranoico” rispose a mezza bocca staccandosi dal suo fianco quando il Preside li chiamò “fa il bravo! E ricordami che devo dirti una cosa molto importante!”

Faccio il bravo” sospirò voltandosi verso le amiche di Claire e salutandole con un cenno della mano. Sghignazzò quando le sentì ridere. “Questo non capitava, quando avevo la sua età.”

Bei tempi” ne convenne Noah quando si sedette accanto a lui “ora che non hai più uno scopo cosa farai?”

Posso sempre tormentare te” ghignò allargando un sorriso divertito e incrociando le braccia. Fissò lo sguardo su Claire che lo stava guardando e le strizzò l'occhio. Poi smise di sorridere e si voltò verso il fondo della sala. C'era qualcuno come loro. Saettò rapido in tutti gli angoli e la vide. Rabbrividì e pensò di aver visto male. Poi si alzò e si mosse verso la porta.

Claire lo vide venirle incontro e si mosse rapida verso l'uscita. Gabriel la bloccò e lei ringhiò di frustrazione “avevamo detto niente poteri”

Chi sei?” sibilò portandola via “perchè...” Gabriel la guardò attentamente e sgranò gli occhi.

Qualunque sia la realtà, siamo destinati a stare insieme...” sussurrò sorridendo amara “ricordati il preservativo!” esclamò saltando un'altra volta.

Altrove.

Claire si stirò languida sulla sabbia e lasciò che il sole la inondasse completamente. Il cane continuava ad abbaiare e ne aveva fin sopra la cima dei capelli “Gray! Lascia stare quel povero animale!”

Stiamo solo giocando!” esclamò lanciando la palla lontana, quasi in mezzo all'acqua “ti detesto quando mi chiami così...”

Non è vero, mi ami alla follia” mormorò sorridendo pacifica “come fai ad essere così abbronzato?” esclamò notando la colorazione forte che aveva assunto “siamo qui solo da due giorni!”

Gabriel sghignazzò e osservò l'oceano con aria rilassata. Il cane cominciò ad abbaiare sempre più forte e lo guardò male “ora gli blocco le corde vocali...”

Magari!” esclamò tappandosi l'orecchio con un dito e guardando nella direzione dei latrati “ma che ha da isterizzare così?” con un movimento veloce, Claire si alzò e si diresse verso il bastardino che avevano adottato durante la vacanza “smettila, cane...” borbottò guardando la ragazza bionda riversa sulla sabbia. Troppi festini fanno male, pensò scrollandola con decisione “ehi, stai bene?” la voltò sulla schiena e rantolò per la sorpresa. Era identica a lei!

Claire rinvenne, tossendo e sputando sabbia e la guardò con le ciglia socchiuse “bel bikini...”

Grazie” mormorò meccanicamente “ma tu sei... uguale a me?”

Un'altra dimensione” rispose togliendo la sabbia dai capelli. Poi alzò la testa verso l'uomo dietro di lei e mugugnò di dolore “state insieme?”

Ehm, si...” rispose l'altra Claire titubante “che vuol dire, un'altra dimensione?”

Allora devo tornare all'inizio” borbottò fra se “Oh, preservativo!” esclamò saltando di nuovo.

Cosa ha detto?!”

Claire lo guardò storcendo la bocca “ehm... mi ha ricordato una cosuccia... ma è meglio che ti metti seduto...”

Prima.

Che puzza, pensò aprendo gli occhi su un vicolo umido e freddo, in mezzo alla sporcizia. Sapeva che una volta fatto il salto, sarebbe stato difficile tornare indietro. Sperò di aver imbroccato l'universo giusto. Hiro le aveva dato un sacco di informazioni utili. Si tirò a sedere posando la mano su un topo che squittì lontano da lei. La allontanò con un senso di disgusto. Poi un rumore di passi che si fermarono e Claire guardò un paio di jeans scuri che conosceva bene.

Che ci fai in mezzo ai rifiuti, ragazzina?” le domandò una voce dura e senza alcuna traccia di calore. Una mano forte la rimise in piedi e Claire lo guardò nervosa prima di essere inchiodata contro il muro. “Esperimento scientifico.”

Il che vuol dire?” domandò tenendola ferma.

Lo conosceva bene, quel ghigno sarcastico. Un gruppo di cheerleaders passò rasente il muro, urlando e agitando i pon pon, Sylar fissò lo sguardo sulla Claire di quella realtà che si fermò ad allacciare una scarpa e corse via, dietro le amiche. Si volse a guardarla con aria interrogativa.

Era ancora in tempo per cambiare il destino. “Se prenderai il suo potere, la tua vita cambierà” mormorò immobile. “Te la farà pagare, verrà da te e...” la stretta si acuì intorno alla gola e le impedì di continuare.

E' un avvertimento, splendore?” la interruppe alterato dalla confusione che provava.

Chiamalo come ti pare” mormorò svanendo.

Sylar grattò la fronte sotto il berretto che indossava, si guardò attorno stringendo la mascella. Si avviò sorridendo dietro il gruppo di cheerleaders. C'è sempre un buon motivo per alzarsi, la mattina.

Novembre.
"Ti dice male, sono un bravo ragazzo che non si approfitta delle fanciulle ubriache" mormorò perdendo la voce per un istante quando arrivò alla cintura. "Claire, smettila... non sei in te..."

"Tu non sei un bravo ragazzo... i cattivi non sono mai... bravi ragazzi..." Claire sentì il calore del suo respiro e mosse la testa stringendo la presa su di lui. Poi la baciò e fu come se si spegnesse un interruttore, mandandole in blackout il cervello.

Aveva le labbra piene e gonfie ed era troppo tempo che non stava con una donna. Non importava chi fosse, quella che stringeva contro di se. Il suo seno gli premeva addosso e la schiena si inarcava seducente. Una mano lo afferrò alla spalla e Sylar si voltò di scatto.

Non farlo” mormorò Claire rabbrividendo quando vide la scena “se passerai la notte con lei, non potrai più tornare indietro. Non portartela a letto! Ricorda la premonizione!”

Indietro per cosa?” domandò nascondendo la ragazza contro di se. “Quale premonizione, ma chi sei?!”

Claire vide quel movimento e sospirò. Non poteva più fermarlo. “Non fare di testa tua come al solito! E' ubriaca e indifesa, guai a te se ne approfitti!” esclamò arrossendo “riportala a casa!”

Non approfitterei mai di una svenuta!” ribattè a disagio “neanche mi piace!”

Bugiardo” sussurrò divertita svanendo un'altra volta.

Sylar si guardò attorno restando in allerta. Abbassò lo sguardo sulla ragazza quasi addormentata e aprì la porta con un gesto.


Oggi.

Sei mesi dopo.


Gabriel lanciò un sassolino nell'acqua e restò a guardarlo rimbalzare. Erano passati più di sei mesi da quando Claire era scomparsa in mare. Non erano riusciti a trovarla. Non riusciva a captarla da nessun angolo del globo. E non era un modo di dire. Si era trasportato in ogni singolo centimetro del pianeta. Guardò il cielo di luglio e capì che sarebbe stata una lunghissima giornata senza sole, deprimenti come le altre, umida e appiccicosa. Seduto sulla spiaggia, osservò la gente attorno a se. Molto poca. Coppiette che si tenevano per mano. Loro non l'avevano mai fatto. Lanciò un altro sassolino che finì a piombo nell'acqua. Un cane trotterellò fino a lui, lo annusò, lo aggirò e corse via quando il padrone lo chiamò. Il mare si stava ingrossando. Era nero come il cielo. Era piuttosto strano, pensò rimettendosi in piedi e scuotendo i jeans dalla sabbia. Alzò la testa sentendo una goccia d'acqua colpirlo sulla guancia e sul collo. Iniziò a piovere a catinelle e Gabriel fece una smorfia. Come nelle migliori sit-com, pensò rassegnandosi a inzupparsi del tutto. Poteva trasportarsi a casa. Ma da quando Claire era scomparsa, usava pochissimo i suoi poteri. Non servivano a nulla. Non avevano importanza. Ma è stupido restare a bagnarsi. Stava per trasportarsi quando un lampo l'accecò e un tuono esplose molto vicino. Gli si rizzarono i peli delle braccia e una sensazione di paura primordiale lo colpì al cervelletto. Stava cambiando qualcosa, in quella realtà. Restò a guardare il mare che si ingrossava, sempre di più, finché l'onda non gli fece alzare la testa allibito.

Claire piombò nell'acqua gelida e la botta di freddo le strappò un urlo. Immediatamente il liquido le entrò in bocca e soffocò le sue grida di paura. Sentiva l'onda alzarsi e quando fu un cima, guardò la città con gli occhi pieni di lacrime. Sentiva di essere a casa, non sbagliava! Quella sensazione di nostalgia non tradiva il suo istinto. Se saltava un'altra volta, poteva non tornare più. Non doveva rischiare, ora che aveva imbroccato l'universo giusto. E sia, pensò immergendosi nell'onda come se nuotasse. Ci aveva provato ad cambiare le cose, ma forse il suo destino non poteva cambiare, pensò quando l'onda la lanciò verso la costa.

C'era qualcuno la sopra. “Claire...” sussurrò vedendo un lampo di capelli biondi e una maglia bianca “Claire!!”

Due braccia dure la afferrarono alla vita quando ormai avevano superato la spiaggia. Claire gli si strinse contro con tutta la forza che aveva. Rotolò per molti metri, in mezzo alle corsie delle macchine, sentendo la presa allentarsi e farsi di nuovo ferrea, udendo i suoi grugniti di dolore quando strusciò con la spalla sull'asfalto asciutto e la pelle si bruciò per l'attrito. Vide l'enorme bisarca carica di macchine correre verso di loro ma Gabriel alzò una mano per fermarla. Le aveva protetto la testa con una mano mentre rimbalzavano a terra e il dorso era completamente insanguinato. Ci avrebbe messo poco a guarire, pensò quando le gomme stridettero e tagliarono l'aria, riempiendola di un odore spaventoso che le fece venire il voltastomaco.

Ma siete pazzi?!” urlò la voce altera del conducente, mentre Claire sputava acqua e sentiva il cervello ingombro dai pesci che si erano infilati nelle orecchie. Aveva travolto qualche poveraccio nel suo lunghissimo volo. “Grazie... chiunque tu sia...” singhiozzò tossendo altra acqua.

Claire...”

La sua voce era sorpresa e le fece alzare la faccia da terra. “Gabriel...” sussurrò incredula. Ripeté il suo nome più volte, toccandolo per sentire se era vero “ho preso l'universo giusto?!” domandò affannata “non c'è un'altra me stessa con giro?!”

Dove sei stata in questi mesi?” domandò sconvolto “sono passati sei mesi da quando sei saltata!”

Sei mesi!?” ansimò stordita. Stava esplodendo il dramma attorno a loro. Non capitava tutti i giorni un fenomeno del genere! Gabriel la afferrò e dopo qualche istante, il rumore del traffico impazzito e delle urla svanì, e restò solo il tiepido silenzio di un'abitazione che non riconosceva.

Claire aprì gli occhi impaurita. Cominciava ad averne abbastanza del teletrasporto. Il tessuto che artigliava sotto le dita era ancora lì. Lo guardò titubante, poi l'abbracciò di slancio. Scattò come se avesse messo piede in una trappola per conigli e la stritolò contro di se. “Questa è stata un'idea pessima, splendore” mormorò con una nostalgia nel cuore che non lo faceva respirare. “Non dovevi farmelo...”

Ho dovuto” sussurrò lasciandolo andare per un istante e tornando subito a stringerlo. “Ho visto cose che voi umani...” recitò scherzando per alleggerire l'atmosfera. Lo scapaccione che le arrivò diretto sul sedere, la fece trasalire e le strappò un urletto. “Ehi!” sbottò allontanandolo da se. Era stato un riflesso condizionato di quello che provava, pensò notando la sua espressione. “Ok, penso di meritarmelo, stavolta...” concesse con una smorfietta.

Sei scomparsa sei mesi! Ti ho cercata in ogni dannatissimo angolo del globo, i tuoi padri hanno sguinzagliato i servizi segreti per trovarti, c'è mancato poco che comparisse la tua faccia sul cartone del latte!” esclamò furioso. “Vaglielo a spiegare che la figlia adorata si è messa a vagare fra le dimensioni!”

Ho dovuto, volevo vedere...”

Sta zitta o te ne do un altro!” l'avvertì fremendo di rabbia e altro che si frapponeva fra lui e un giusto omicidio. “Non mi hai detto nulla...” mormorò abbassando la voce “sei mesi senza di te, sono stati sei anni...”

Claire lo guardò dispiaciuta. E in colpa. Ma per lei erano passati solo pochi minuti. Lo abbracciò di nuovo tenendolo contro di se. “Mi dispiace... mi dispiace tantissimo! Non volevo farvi preoccupare!”

Deve dispiacerti! Stavolta la mia vendetta sarà...” Gabriel sentì quel corpicino addosso, caldo e morbido, e perse tutta la rabbia che provava “stai sgocciolando sul tappeto nuovo...” mormorò guardando il tessuto bagnato.

Hai arredato” commentò guardando la stanza al di sopra della sua spalla “è molto carino...”

Avevo un sacco di tempo libero...”

- - -

Posso allontanarmi cinque minuti per una doccia, o hai intenzione di svanire un'altra volta?”

Ti aspetterò qui” mormorò guardandolo negli occhi. Aveva voglia di baciarlo, le era mancato terribilmente. Aveva voglia di fare l'amore con lui. Non avrebbe dovuto provare nostalgia, in fin dei conti, in ogni singolo universo l'aveva incontrato.

Lo guardava così, tanto tempo fa. Alzò una mano per accarezzarla ma si bloccò quando la vide socchiudere le labbra. Se la toccava, non sarebbe riuscito a fermarsi. “Resta qui. Su questo angolo. Ho contato le righe, se ti muovi me ne accorgo.”

Resto” promise incrociando le gambe sul letto e allacciando tre bottoni della camicia scura mentre asciugava i capelli. Con il fon. Quel gesto scoprì il collo e la clavicola attirando il suo sguardo.

"I tuoi rapitori hanno dimenticato qualche vestito. Sono la dentro.” mormorò indicando col pollice un cassetto che si aprì all'istante.

Grazie...” sussurrò a mezza bocca. Alzò la testa e lo vide che la osservava “resto qui!” ripetè spostando la gamba di una riga “non ti fidi di me!”

Neanche un pò!”

Rimasta sola, Claire sentì la stanchezza pervaderla. Hiro l'aveva avvertita che i troppi salti temporali l'avrebbero spossata. Aveva bisogno di dormire. E tanto, pensò sbadigliando. Si chinò a frugare nel cassetto e scoprì un mucchio di roba che non ricordava neppure di avere. Infilò le mutandine ma restò con la sua camicia addosso. Le piaceva e le dava un senso di appartenenza. E aveva il suo profumo, pensò stringendo un cucino contro la pancia. Si addormentò di colpo mentre il suo compagno non riusciva a capacitarsi che fosse tornata a casa.

Almeno era rimasta, pensò trovandola addormentata nel suo letto. Si chinò su di lei e la accarezzò sul viso e per un istante la vide sorridere. Non aveva intenzione di infastidirla mentre dormiva. Ma era passato troppo tempo e quella vocetta nella testa era difficile da zittire, se se ne stava mezza nuda fra le lenzuola con quell'aria innocente sul viso che gli faceva deviare dai buoni propositi. La carezza scese verso la gola e la spalla scoperta e si fermò quando la sentì mugolare. Si avvicinò di qualche centimetro e risalì verso il viso. Gli intenti sono sempre nobili. Si sdraiò accanto a lei circondandole la vita con il braccio. E la guardò dormire per paura che se avesse chiuso gli occhi, sarebbe scomparsa un'altra volta.

- - -

Quella letargia cominciava a diventare preoccupante, pensò picchiettando un dito sul braccio. Stava dormendo da più di quattordici ore. Doveva chiamare il reparto rianimazione? Proprio in quel momento la vide muoversi, sollevare la testa e ricadere sdraiata con un sospiro. “Che ore sono?”

Le dieci del mattino” mormorò sedendosi accanto a lei “hai dormito parecchio.”

Sto morendo di fame” disse sollevandosi sui gomito “non hai idea delle cose che devo raccontarti...”

Me le racconti durante la colazione.”

Spero che il tuo frigo possa supportare il mio assalto...” borbottò mettendosi a sedere. Aveva l'aria sfatta, come se non avesse dormito. La barba un po' lunga che ombreggiava il viso. Gattonò fino a lui e lo abbracciò mentre le infilava il viso fra i capelli. La camicia cadde oltre le spalle e la pelle spiccò bianchissima e profumata. Il desiderio bloccò ogni pensiero, divenne solo istinto ma la scostò da se con forza. Lo sguardo che gli rivolse non fu dei più felici, anzi, era piuttosto sorpreso. “Devi avvertire i tuoi che sei tornata” mormorò sfiorandola con i polpastrelli e provocandole la pelle d'oca in tutto il corpo. “Ah, Meredith...”

Cosa?” domandò improvvisamente nervosa “che le è successo?”

E' scomparsa quando ha scoperto...” Gabriel la guardò mordendo un lato della guancia “è un po'... incinta...”

Cosa?!” esclamò ad alta voce “e di chi?”

E' quello il problema” borbottò strusciando un lato del mento “non lo sa.”

Claire lo guardò sgranando gli occhi. Non riusciva quasi a respirare. “Adam?” suggerì speranzosa.

O il mio doppio” sussurrò a voce così bassa che Claire intuì le sue parole, più che capirle. “Ho sentito male, vero?” domandò alterata “non è successo quello che penso!”

Gabriel annuì a disagio.

Cazzo!” urlò stupendolo “maledetto imbecille, sono stata da lui, gli ho detto di restarsene a casa, di badare a Claire e ai bambini... e lui.. cazzo!” urlò un'altra volta colpendo il letto con i pugni.

Bambini?” domandò d'un tratto. “Quanti?”

Due. Gemelli. Rassegnati” borbottò frustrata “in ogni singola realtà avremo due figli, un maschio e una femmina.”

Quando?”

Claire alzò le spalle come se non avesse importanza. “Più in la.”

Quanto 'in là'?” ripetè improvvisamente teso.

Non ha importanza! Adam ha detto che non ha mai avuto figli e con diciotto mogli e innumerevoli amanti, un bimbo ci sarà scappato!” gridò fuori di se “quel testa di cazzo! Come si è permesso di toccare Meredith?!”

Quand'è stata l'ultima volta che hai avuto il ciclo?” domandò inchiodato al pensiero iniziale.

La ragazza lo guardò di traverso “sei mesi fa!” scherzò sapendo di uccidere un morente.

Non dirlo neanche per scherzo” la riprese nervoso. Stava letteralmente sudando.

Sei pallido...” sussurrò vedendolo sbiancare “ehi... guarda che non sono incinta.”

E' stato il pensiero di tuo padre perennemente fra i piedi a debilitarmi” mormorò prendendo un respiro. “Chiama... i tuoi genitori... io vado... a fare un giro” borbottò mettendosi in piedi rigido.

Claire lo guardò un po' stupita e un po' delusa. Ma non aveva tempo per preoccuparsi delle sue crisi da paternità immaginaria. Gettò un'occhiata al calendario. Era sfasata dagli avvenimenti. Si sentiva un po' debole, anche se aveva dormito parecchio. Si vestì con quello che aveva a disposizione e uscì in strada. Taxi. Fanculo al teletrasporto! C'era un sole fantastico e faceva caldo. Inclinò il collo e sorrise. Poi perse ogni traccia di piacere sul viso. Il ciclo. Cazzo!

- - -

La porta della stanza di Claire sbattè violenta e Noah alzò la testa allarmato. Teneva in mano la penna con cui avrebbe vergato la fine del suoi matrimonio. La lasciò cadere delicatamente sul documento e allungò l'altra a prendere la pistola. La strinse, poi allargò le dita. Una corrente d'aria, pensò sospirando. In sei mesi era invecchiato di dieci anni. Claire, pensò strusciando la testa con le dita. Come gli mancava, la sua orsetta...

Papà...”

Gli mancava anche quell'idiota che appariva dentro casa senza mai bussare...

Papà-à...” cantilenò una vocetta scuotendolo per un braccio.

Tesoro, non è...” Noah si interruppe col sangue gelato. Si voltò a guardarla e impallidì come se avesse visto un fantasma.

Quando la strinse, Claire alzò gli occhi al cielo. Non c'è niente di meglio che essere stritolati mentre si è in preda ai dolori mensili. Troppi viaggi l'avevano esaurita e il fisico non aveva retto. Per la sua agenda era in anticipo. Per il resto del mondo, aveva un ritardo spaventoso. Amore, ho un ritardo di sei mesi, ma tranquillo non sono incinta!, ridacchiò fra se ricordando la faccia sconvolta e in preda al dubbio di Gray. Non si avvicinerà per i prossimi dieci anni! “Mi dispiace, non pensavo ci avrei messo tanto. Per me il tempo non scorreva...” spiegò a bassa voce ricambiando il suo abbraccio “come sta la mamma?”

Bene. Esce con un tipo. Me l'ha presentato.”

La figlia lo guardò a bocca aperta. “Ma che sta succedendo?! Meredith è incinta, la mamma esce con un altro! Lyle va ancora a scuola o è entrato nella legione straniera?”

Si è fatto un piercing” sospirò alzando le spalle “ha detto che tu avevi un tatuaggio, quindi non potevo sgridarlo.”

Altre rivelazioni scandalose?” domandò con le mani sui fianchi “Peter è gay?!”

Noah la guardò titubante.

Non dirmi che davvero...”

No” mormorò rimettendosi a sedere e prendendola sulle ginocchia come quando era piccola. “Non li vedo da sei mesi. Ma è arrivata questa, ieri” mormorò indicandole una busta “da parte di un ufficio notarile.”

Angela è schiattata e queste sono le ultime volontà?” sogghignò cattiva strappando la busta. Lesse il foglio all'interno e restò raggelata. Aprì la bocca per parlare ma ne uscirono solo suoni confusi.

E c'è altro” continuò implacabile “Samson Gray è morto.”

Come fai...”

L'abbiamo sempre tenuto d'occhio. È morto solo, nella sua baracca nel Nord. Quando siamo arrivati... beh, non è stato un bello spettacolo.”

Gabriel lo sa?”

Noah scosse la testa e la guardò “non ho contatti con lui da più di quattro mesi. Ha collaborato alle ricerche per un po', poi ha deciso che eravamo un peso morto e si è messo in testa di fare da solo.”

Claire annuì e cercò di assorbire la notizia. Tutte le notizie, soprattutto quella che teneva in mano. “Papà, mi serve la Carta Oro” mormorò con aria di scuse “i miei vestiti sono rimasti a Dubai.”

Fra tutte le scuse per fare shopping...” la prese in giro infilando la mani nel portafogli “... questa è la più originale!”



Penultimo capitolo, lo strazio giunge alla fine.

E'la prima volta che pubblico una storia che è partita bene e ho finito per detestare, incredibile...







  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Heroes / Vai alla pagina dell'autore: kannuki