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Autore: elyxyz    24/07/2005    3 recensioni
Una lettera. Una confessione. Ma bastano delle scuse per tornare insieme?
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi manchi

Mi manchi.

By elyxyz

 

 

New York , 14 giugno

 

 

 

Stupido Do’aho, come va?

Immagino la tua espressione idiota, mentre apri questa lettera.

Non c’è mittente, ok.

Ma non credo che la maggior parte degli abitanti della Grande Mela rientri tra le tue conoscenze, no? Nh..

 

Mpf.. che cazzo sto facendo, Do’aho?

Non sono mai stato bravo a scrivere lettere..

non andiamo molto d’accordo, io e le parole, lo sai, no?!

 

E non ti chiedere perché tieni tra le mani questa qui.. non lo so neanch’io..

 

Avevamo stabilito di non sentirci..

Di tagliare i ponti.. no?

Nell’assurda convinzione che sia meglio il ‘niente’ che le cose a metà..

 

Ne sono convinto tuttora, credimi..

Io non faccio mai retromarcia. Mai.

E’ stata la scelta migliore, senza dubbio.

 

Ed è per questo che non mi capisco più.

Già.

Di colpo, non mi capisco più.

 

Oggi ho vagato per le strade della città, vittima di una strana inquietudine.. sono finito al Ground Zero, senza nemmeno sapere come.

E sono rimasto lì.

Semplicemente lì.

 

A fissare il Monumento al Ricordo.

I fiori sul marciapiede. Un sacco di bigliettini, pensieri, frasi e poesie.

L’aria ha un odore diverso, lì.

 

D’un tratto, forse sospinto dal vento, un pezzo di carta strappata mi è finito addosso.

Lo stavo per gettar via, quando un’assurda curiosità mi ha obbligato a vedere cosa fosse.

Poche, semplici righe scritte a mano:

 

‘Se sei arrabbiato, perdona.

Se sei innamorato, confessalo.

Se hai bisogno di un abbraccio amico, chiedilo.

Se qualcuno ha dimenticato che lo ami, ricordaglielo.

Fallo ora.

Domani potrebbe essere troppo tardi.’

 

 

Non chiedermi perché, Hana. Non lo so.

Ma questo pensiero mi si è conficcato dentro.

 

E sono corso nella prima cartoleria che ho trovato: una penna, un foglio, una busta, un francobollo.

E mi ritrovo qui, sotto un albero del Central Park, a scriverti, come mai prima d’ora.

 

E’ passato quasi un anno, da che ci siamo detti addio.

Ognuno per la propria strada, ognuno a rincorrere i propri sogni.

Senza remore, ci siamo ripromessi.

 

Che è un destino che mi sono scelto io.. il posto da titolare, la fama, la gloria, la vittoria.

Che ho sputato sangue, per ottenere tutto questo.

Che nessuno ti regala niente.

E potrei continuare a dirmi che va tutto bene.. che tutto va come deve andare..

 

Potrei semplicemente fingere di essere felice, ancora.. in questo anno lo sono stato, no?

La coerenza si paga sempre.

 

-E la mia coerenza si chiama ‘basket’.-

 

..E di colpo mi chiedo.. come possano un pezzo di marmo, con migliaia di volti sconosciuti, e un pezzo di carta sgualcito.. come riescano a.

Come siano finiti così conficcati dentro me.

 

Nh.. sarebbe facile mentirsi, no?

Ma la verità, Do’aho, è un’altra..

Mi manchi...
quando il sole dà la mano all'orizzonte,
quando il buio spegne il chiasso della gente
la stanchezza addosso che non va più via
come l'ombra di qualcosa ancora mia...

In questa sera d’inizio estate, mentre le ombre della notte calano sulla città..
Il parco è quasi deserto. Solo un timido frinire di cicale, a sfidare il frastuono della metropoli.
Ed è in momenti come questi che la tua mancanza si fa opprimente; quando il ricordo vaga a pomeriggi sulla spiaggia, abbracciati sul molo, a guardare il sole annegare nel mare, incendiando l’orizzonte.
I baci scambiati di nascosto, mentre la gente si rivestiva, pronta a rincasare.
E un improvviso silenzio ci accoglieva, ci cullava. Niente schiamazzi dei bambini, dei venditori ambulanti, delle radio a tutto volume..
Eravamo stanchi, dopo gli allenamenti con la squadra, o da soli.. Stanchi, ma felici.

Quella che sento addosso ora, è ben diversa.
E’ la stanchezza della solitudine.
La stanchezza del rimpianto, per qualcosa che non c’è più.
E non se ne vuole andare.. è quasi un monito crudele.
Ma se allungo una mano, posso sfiorare la sua ombra..

..E’ tutto quello che mi resta..

Ti ho cercato tra la gente.. ma nessuno è come te..

Mi manchi...
nei tuoi sguardi e in quel sorriso un po' incosciente
nelle scuse di quei tuoi ‘probabilmente’,
sei quel nodo in gola che non va più giù
e tu, e tu...

…cosa starai facendo, Hana?
Mi colpisce con struggente immediatezza, questa domanda.
Fisso l’ora, calcolando frettoloso il fuso orario.. ma tanto non importa.

Hai sempre fatto quello che volevi, giorno e notte, no?
E la mente torna, dove anela ad arrivare..

Un’occhiata furbastra, il ghigno da tensai, dopo una, cento, mille bravate.. e quel “Probabilmente, una volpaccia come te non può capire l’immenso genio..”

“Nh.. Do’aho.”
“Grrr.. Baka Kitsune!!”

Tre pugni, due calci, un bacio.

Perché fa così male ripensare tutto questo?
E’ solo una cosa bella che è finita…… No?
Le cose belle finiscono sempre.. no?

E allora cos’è questo peso dentro.. questo macigno sullo stomaco.. sì, sullo stomaco.. o forse è 20 cm più su?

Che cazzo succede, Do’aho? Com’è possibile..?

Mi manchi... mi manchi...
posso far finta di star bene, ma mi manchi
ora capisco che vuol dire
averti accanto prima di dormire
mentre cammino a piedi nudi dentro l'anima..

 

Forse, il Do’aho vero sono io, tra noi due..

Ma è così difficile decidere di guardarsi dentro!

Non ridere, ti prego, non lo fare..

Lo sai quanto me.. forse anche meglio di me..

Conosci tutti i miei buchi neri.. eri tu, quello che cercava di riempirli di colore..

..a me andava bene che se ne restassero in un angolo, senza disturbare..

 

Ho sempre mentito a tutti, a te..

Sono bravo a recitare, sai?

L’ho fatto per così tanto tempo, che non so nemmeno se saprò mai smettere..

Semplicemente, è più comodo.

E’ più facile.

Rischi di meno, no?

Ma quand’è che ho iniziato a mentire anche a me stesso?

Non lo so, Do’aho. Non lo so.

Forse quando mi sono convinto che sarei riuscito a vivere anche senza di te..

Che avevo sputato sangue e sudore, per realizzare il mio sogno, per sfondare in NBA..

Che, se lo stare con te e la mia ossessione erano inconciliabili, il dilemma non si poneva nemmeno..

..era chiaro, no?

 

Il mio sogno, prima di tutto..

 

Non sono sciocco, Do’aho, che credi?

Ho avuto i miei bravi dubbi, in questo anno di separazione.. soprattutto appena arrivato, con l’inserimento difficile, dovendo combattere la diffidenza, e cercando di farmi accettare da un mondo che non era il mio..

 

In quelle notti –lunghe notti- cercavo rifugio nel tuo calore.. ma la mia mano vagava esule nel posto accanto a me, dove trovava il vuoto, ad accoglierla.

 

Ed è stato in notti come quella, che ho maturato la convinzione che avrei dovuto ottenere il massimo, per ripagarmi di quella sofferenza..

Adesso che l’apice è stato raggiunto, mi chiedo..

..ne valeva la pena?

 

Adesso che, per la prima volta –forse- in vita mia, mi sto rispondendo con sincerità..

Dire che no, Do’aho, non ne vale la pena..

 

Mentirei, se ti dicessi che in questo anno non sono stato felice, anzi.

Ma nessuna qualificazione dei playoff, nessuna coppa, nessuno slam sa darmi la gioia che mi davi tu..

Ma realizzo solo ora, con la più completa franchezza..

 

Forse sono davvero un do’aho, sai? Ma..

Mi manchi
e potrei cercarmi un’altra donna ma m’ingannerei
sei il mio rimorso senza fine, il freddo delle mie mattine
quando mi guardo intorno e penso che mi manchi
ora che io posso darti un po' di più
e tu, e tu...

…Saresti disposto.. a darmi un’altra possibilità?
Ci ho pensato su, un istante fa, in un impeto di follia..

Vorresti ritentare, Hanamichi?
saresti disposto a perdonarmi.. ad accogliermi nella tua vita? Magari.. nel tuo letto?

Non sono una volpaccia hentai, Hana..
è che mi manchi.. mi manca la tua pelle da mordere, da graffiare, da baciare.. mi mancano i tuoi gemiti.. mi manca il modo in cui facevamo l’amore.. il tuo sussurro roco, mentre sprofondavo in te..

Potrei avere chi desidero, non lo nego..
Frotte di ammiratrici, i ragazzi del mio fan club.. persino Sarah, la mia manager.. ma nessuno sarebbe te.
E’ il fantasma della tua presenza, che mi tormenta.
Non sono ancora caduto così in basso, da utilizzare il corpo di un altro, per dimenticarti..

Ma il rimorso rimane. Per quest’errore madornale, che solo oggi riconosco tale.
Per questa mia scelta, il mio egoismo..

Che sia già troppo tardi, Do’aho?
Mi resta solo un pugno di ricordi?, il rammarico di un abbaglio.. e..?

..se tu mi dicessi che la nostra occasione è sfumata.. ne soffrirei, certo.. ma ti posso quasi capire..
so che gli sbagli si pagano.. non avrò sconti, per quello che ho fatto..

Ma sono pronto ad estinguere le mie colpe.. davvero. Dimmi solo come..

Mi manchi
e potrei avere un’altra donna ma m’ingannerei,
sei il mio rimorso senza fine,
il freddo delle mie mattine
quando mi guardo intorno e penso che mi manchi..

Solo.. non chiedermi di rinunciare a te.. non ora, non oggi.. che ho finalmente aperto gli occhi sulle mie priorità.. sulle mie necessità.

Il mio bisogno primario porta il tuo nome, Hana..
Non voglio cercare consolazione altrove, voglio ritrovare il mio posto accanto a te.. e poter placare il tormento per il dolore che ti ho causato. desidero rimediare al mio egoismo..

Rivoglio il tuo calore, Do’aho.. anche nelle notti afose d’estate, in quelle fredde dell’inverno..

Ho bisogno di te, Do’aho.

..Mi manchi.

 

Kaede

 

 

 

§§§§§

 

 

Yokohama, 20 giugno

 

 

Hanamichi stava uscendo di casa per la sua mezz’ora di jogging mattutina, prima che il caldo afoso -di quell’estate scoppiata da poco- rendesse l’aria irrespirabile.

 

Sorridendo tra sé, salutò con una mano la sua vicina spiona, appostata alla finestra, e il suo sguardo cadde sul postino, -giusto davanti al suo cancello- intento a rovistare nel suo straripante borsone.

 

Sakuragi ricambiò distrattamente il suo “Buongiorno”, senza tuttavia rallentare l’andatura.

 

Con un leggero ‘flop’ una busta scivolò nella sua cassetta della posta.

 

 

§§§§§

 

 

“Allora?! Hai trovato la mia dentiera??”

 

“Stupida volpaccia incontinente.. smettila di borbottare e lascia lavorare il Tensai..”

 

“Do’aho!! Porta rispetto al mio catetere..”

 

….

 

“Toh!! Guarda te.. cos’ho pescato dal fondo del cassetto..”

 

“Nh.. la mia dentiera di scorta?”

 

“No, Volpe, no..”

 

….

 

“Hana…?

Come mai…. la lettera.. perché… l’hai tenuta… tutti questi anni?”

 

“Perché sono un do’aho nostalgico?!”

 

“Mpf.. smettila di ghignare, e vieni a darmi un bacio, va’!..”

 

“Ah, la mia Volpetta impaziente…”

 

….

 

“Do’aho!!!”

 

“Nh?”

 

“Quella nella tua bocca… è la mia dentiera…”

 

 

 

Fine.

 

 

 

Disclaimers: Al solito… Il testo della canzone (‘Mi manchi’ –Fausto Leali) e i personaggi di Slam Dunk non mi appartengono…

Per C, C & C mi trovate qui: elyxyz@libero.it

 

 

   
 
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