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Autore: KiraKira90    11/03/2010    3 recensioni
Quando è l'amore a trovarti non disconetterti!
Storia semplice e senza pretese. Fra i vari intrecci e malintesi, alla fine la storia più bizzarra si dimostrerà la più forte e duratura ...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chat Love

 

Prologo

 

# La situazione di lui.

 

“La vita da single è uno spasso!”

Era da quando si era alzato dal letto che se lo ripeteva mentalmente.

Per la prima volta nei suoi ventiquattro anni, al suono pimpante e fastidioso della sveglia  non aveva risposto con una cuscinata poderosa ed un ringhio impastato, ma tutto allegro era saltato giù dal letto col piede giusto, aveva fatto cessare quel drin diabolico ed era saettato in piedi. Un sorriso a dir poco raccapricciante, che mai gli si era visto in volto, pareva far risplendere la stanza.

Non c’era da stupirsi che entrando, come era solito fare per tirargli via le coperte e gettarlo giù dal materasso, suo fratello fosse rimasto imbambolato sulla soglia a guardarlo, mentre questo, tutto allegro, gli dava il Buongiorno nel medesimo istante in cui passava dallo stretching alle flessioni.

“Chi diavolo sei tu?” quella domanda uscì spontanea per lo sconcerto di vederlo alle prese con simili attività. Quello non poteva essere il suo fratello minore! Era impossibile fosse la stessa persona convinta che premere i tasti del telecomando fosse uno sport olimpionico!

“Fratellone!” sorrise sornione, mentre terminava la serie di piegamenti e si avviava verso di lui. Più gli si avvicinava più l’altro percepiva brividi lugubri lungo la schiena. Era inquietante!

Solo un cieco non si sarebbe accorto di quanto la sua espressione fosse falsa e lui ci vedeva perfettamente per sua sfortuna. La goccia che fece traboccare il vaso, però, fu quando incrociandosi, nell’uscire dalla stanza, ebbero un contatto che solo il giorno prima si sarebbero sognati.

“Anche io sono felice di vederti!” esordì gioioso il minore, poggiando una mano sulla spalla del fratello, praticamente abbandonato sullo stipite.

Questo si contenne dalla solita reazione, che normalmente li avrebbe condotti ad un incontro di wrestling sul tappeto. “Togli quella mano prima che te la stacchi.” lo minacciò pacato, con lo stesso tono con cui si è soliti chiedere di passare il sale a cena. In altri momenti si sarebbe venuti agli insulti, ma non quel giorno. Chi diavolo era quell’individuo? Che uno spirito positivo l’avesse posseduto?

Sesshomaru era allibito, mentre l’espressione insulsamente positiva d’Inuyasha  non dava cenni d’intacco. Rimase immobile, mentre il canticchiare di questo lo preoccupava enormemente. Lo osservò allontanarsi nel corridoio e rinchiudersi nel bagno per una doccia ritemprante.

Sesshomaru si scosse da quell’orribile sensazione di vade retro Satana e decise di lasciar perdere il suo lunatico consanguineo per sbrigarsi ad andare al lavoro. Poteva capire che la rottura di una lunga storia d’amore fosse difficile da affrontare, ma il suo voler mascherare il suo stato d’animo era ancora più inquietante di qualsiasi rabbioso sfogo. Attraversò il corridoio, superando la porta da cui si udiva appena lo scrosciare dell’acqua calda, per scendere al piano inferiore e bere qualcosa. Ignorava che il vero sfogo stava avvenendo silenzioso sotto il vapore. Inuyasha stava cercando di lavarsi via quella spiacevole sensazione, quella morsa al petto che nei momenti in cui nessuno lo guardava l’assaliva. “Kikyo …” quel nome gli saltava perennemente in mente, così da quando la loro storia era finita senza preavviso. Tutti quei progetti fatti assieme sgretolati in un istante da un’ondata, come castelli di sabbia.

“La vita da single? Ma chi prendo in giro!” mormorò, lasciandosi andare allo scroscio dell’acqua.

Non c’era più accenno del finto sorriso che a tutti mostrava.

 

La maschera era stata lavata via.

 

***

 

“Come sta il mio amore oggi?”

“No, io sto benissimo solo quando ti sento.”

“Quando sei rossa sei adorabile!”

“Certo, a dopo dolcezza.”

 

***

 

Che fastidioso!

“Tutte queste smancerie mi danno la nausea, Miroku!”

L’ultima cosa che gli occorreva era un migliore amico, strainnamorato della sua donna per giunta.

Amore di qua, tesoro di là, attacca tu, no prima tu, blablabla.

Come faceva a stare meglio se ovunque si voltasse vedeva sbaciucchiamenti ed effusioni fra coppiette? In più il sorrisone sincero di Miroku era la mazzata finale.

Queste telefonate lo avvilivano spaventosamente e non poteva far nulla per evitare che le cose andassero positivamente intorno a lui, escludendolo.

Inuyasha, che faccia da funerale. Non devi pensarci!” cercò di tirarlo su l’amico, colpendolo vigorosamente alla schiena. In risposta Inuyasha lo fulminò, sottolineando l’eccessiva energia impiegata. “Come ti sentiresti se la tua Sango ti mollasse di punto in bianco?” volle colpirlo al suo punto debole, la sua donna per l’appunto.

“Non dire assurdità! Io e Sango non ci lasceremo mai.” Il bagliore di ferrea e pura convinzione, negli occhi dell’amico, lo raccapricciarono. Era proprio cotto e stracotto!

Inuyasha sospirò, anche lui era fermamente convinto di questo, prima che la dura realtà si scontrasse coi suoi sogni. Il suo volto era permeato di un’amara tristezza.

Miroku smise di sorridere alla vista di quel suo sguardo avvilito. La ferita infertagli da Kikyo era ancora profonda e marcata, ma sicuramente, col tempo, ci sarebbe stata solo una rilevante cicatrice.

Dovevano trovare qualcosa che lo distraesse e cosa meglio poteva scacciare un chiodo se non un altro chiodo? Fu in un istante che gli si accese la lampadina. Per scordare una donna ce ne voleva un’altra, ma dove trovare quella giusta?

 

# La  situazione di lei.

 

“Non trovi che sia ingrassato, amore?”

Koga, per l’ennesima volta … No!”

Una ragazza infilata sotto le coperte e con un libro fra le mani, era stata nuovamente interrotta in quella lettura così appassionante ed avvincente.

Un ragazzo dai muscoli ben definiti invece, il responsabile, si contemplava allo specchio.

Kagome si sistemò gli occhiali sul naso, sbuffando e riportando la sua attenzione su quel magnifico libro.

“Dov’ero rimasta?” mormorò fra sé scorrendo il testo con lo sguardo e sorridendo nello scorgere la riga abbandonata.

 

Guarda come appoggia la guancia su quella mano! Oh! foss'io un guanto sopra la sua mano, per poter toccare quella guancia!
Giulietta: Ohimè!
Romeo: Essa parla. Oh, parla ancora, angelo sfolgorante! poiché tu sei così luminosa a questa notte, mentre sei lassù sopra il mio capo come potrebbe esserlo un alato messaggero del cielo agli occhi stupiti dei mortali, che nell'alzarsi non mostra che il bianco, mentre varca le pigre nubi e veleggia nel grembo dell'aria.
Giulietta: O Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre; e rifiuta il tuo nome: o, se non vuoi, legati solo in giuramento all'amor mio, ed io non sarò più una Capuleti.
Romeo (fra sé): Starò ancora ad ascoltare, o rispondo a questo che ha detto?
Giulietta: Il tuo nome soltanto è mio nemico: tu sei sempre tu stesso, anche senza essere un Montecchi. Che significa "Montecchi"? Nulla: non una mano, non un piede, non un braccio, non la faccia, né un'altra parte qualunque del corpo di un uomo. Oh, mettiti un altro nome! Che cosa c'è in un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, anche chiamata con un'altra parola avrebbe lo stesso odore soave; così Romeo, se non si chiamasse più Romeo, conserverebbe quella preziosa perfezione, che egli possiede anche senza quel nome. Romeo, rinunzia al tuo nome, e per esso, che non è parte di te, prenditi tutta me stes ...

 

“Amore?”

Kagome, seccata, alzò nuovamente il naso da quelle righe così piene di passione, che ad ogni rilettura avevano il potere di catapultarla in una dimensione estranea e a lei gradita.

Quanto adorava Shakespeare ed in particolare la scena del balcone di Romeo e Giulietta!

“Che cosa c’è tesoro?” chiese, cercando con tutta se stessa di mascherare il suo tono da serial killer.

“Stai sempre lì a leggere …” constatò Koga, saltando sul materasso accanto a lei con uno sguardo che conosceva fin troppo bene.

“Perché non ti dedichi ad una attività di coppia?” ammiccò malizioso, mentre le sfilava il libro dalle mani con suo grande disappunto.

“Allora?” ribadì l’intenzione, avvicinandosi sensuale e posando il libro sul comodino.

Kagome cercò di trattenersi dal mandarlo al diavolo per l’averla interrotta ancora. Si tolse gli occhiali, evitando il suo sguardo e lasciandosi sfuggire un sorrisetto nervoso.

“Tesoro, stasera ho mal di testa!” disse in rapidità, schioccandogli un lieve bacio sulle labbra e infilandosi totalmente sotto le coperte. “Buonanotte.” mormorò, spegnendo la lampada sul comò.

Buo-buonanotte amore …” rispose rassegnato il ragazzo, rimasto altamente deluso per il rifiuto della sua proposta.

L’ennesima nottata magra per lui.

Kagome ne era consapevole, ma che poteva farci?

Ultimamente iniziava a trovare Koga noioso e non era affatto un bene dopo solo cinque mesi di convivenza.

Erano parecchie notti che prima di addormentarsi si chiedeva se fosse stato un gesto avventato il suo e soprattutto se Koga fosse davvero l’uomo giusto per lei.

Come faceva ogni volta che i dubbi l’assillavano, si addormentò profondamente.

 

 

***  continua ***

 

ANGOLINO AUTRICE:

Eccomi dopo parecchia inattività. Lo so non dovrei produrre nuove fan fiction prima di finire le precedenti, ma è più forte di me! >__<

Volevo scrivere una storiella semplice, non troppo lunga e senza troppe pretese. Spero non sia troppo noiosa, ma sentitevi pure liberi di dirmi la vostra.

Al prossimo aggiornamento! =D

KissKiss KiraKira90

   
 
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