Entro nelle docce comuni maschili, fa
un caldo boia e ho voglia di una bella doccia fredda
-fa solo che bene alle teste calde un
po di acqua fredda!
Aveva detto il mio capo prima di
firmarmi il permesso per un'ora.
Inizio a far scorrere l'acqua per
tenermi compagnia mentre mi spoglio, afferro un asciugamano
dall'armadio, un pezzo di stoffa bianco con stampato a caratteri
chiari ma eleganti “Shinra”
-andrò a protestare dal grande capo
per questo! Sembro anche io di proprietà della società... potrei
anche rimorchiare però...-
sorrido e mi avvicino con passo sicuro e
da gran cafone ad un accappatoio appeso
-salve signorina, vuole provare il mio
reattore mako?-
mi indico leggermente il... quando una voce, che dovrei conoscere bene ma che sento molto poco, mi distrae dal mio “allenamento”
-Reno, ci provi anche con gli accappatoi?-
faccio un colpo, salto minimo un metro ma camuffo lo spavento con un passo di danza sghembo
-MA SEI....? Rude! Che ci fai qui?
-Tseng mi ha chiesto di seguirti..
Storco il naso, non si fida molto di me
anche se sono il suo turk più “anziano” lo penso ma i segni
delle virgolette li faccio davvero, rude mi guarda, scuote la testa e
inizia a spogliarsi.
Una volta in doccia mi viene voglia di
cantare mi asciugo una mano e accendo la musica dal palmare di lavoro
“straight trough my heart” dei Backstreet Boys. Torno tenendo il
ritmo con la testa e lo sguardo mi cade sul mio collega, lui nemmeno
mi fila, è impegnato la lavarsi la testa
-se vuoi dopo ti do una mano con la
cera- ridacchiò, niente, se non fosse che muove le mani lo direi
morto. Lo guardo ancora e la mia attenzione si rivolge al suo...
ehm... reattorino.. è.. piccolo!!
Scoppio a ridere
-allora non è tutto vero quello che si dice sulle persone di colore!!-
Rude mi fulmina con lo sguardo
-Forse ho capito perché ti dedichi così tanto al lavoro...- ridacchio quando un destro mi devia il setto nasale, forse è meglio che dopo vada da Tseng e mi faccia dare un ora in più per andare in infermeria.