Be my eternity
Avrebbe
voluto chinarsi, accarezzarle la fronte e depositare un bacio sulle
sue labbra. Avrebbe voluto bearsi del suo dolce calore e sentire il
suo sapore invaderlo. Avrebbe voluto dirle che l'amava e sentire la
sua voce, timida e imbarazzata, dire che provava lo stesso. Avrebbe
voluto davvero farlo.
In silenzio, Snow, fissava ciò che Serah
era diventata: una statua di cristallo.
Era bellissima, i suoi
tratti erano dolci e delicati esattamente come prima che avvenisse la
trasformazione, eppure c'era qualcosa di diverso, che lo spiazzava.
Era come se fosse morta, nonostante i patti parlassero di vita
eterna.
Forse, sarebbe rimasta per sempre giovane e bella, ma
questo perdeva completamente significato se esserlo voleva dire
rimanere imprigionati nel proprio corpo. Snow, molto semplicemente,
non lo accettava.
Strinse
la sua mano, fredda come il ghiaccio, e le sorrise – aveva la
folle
convinzione lei potesse vederlo, buffo, vero? - «Aggiusterò
questa cosa.» Disse determinato.
Snow era così.
Snow era
determinato e a volte illogico; prometteva continuamente cose che non
poteva mantenere, prometteva cose che non poteva essere in grado di
fare.
Snow, era come un bambino.
«Aggiusterò questa cosa»
ripeté, forse per convincersi, forse per convincere la sua
amata.
In
cuor suo, lui sapeva che ce l'avrebbe fatta, non sapeva né
come né
in quanto tempo, ma avrebbe
dovuto farcela.
E
una volta salvata, sarebbe stato lui la sua eternità.