Come
si
fanno i…
bambini
?
«Le
promesse vanno
sempre mantenute!» urlò Naruto.
«Se farò una promessa
giuro che la manterrò» disse Sakura con noia.
«E tu teme, le
manterrai?»
«Se questo ti fa
stare zitto, sì te lo prometto!»
«Avete giurato.»
«Starai
qui ancora per molto?» chiese squadrando
la
figura femminile seduta sul suo
letto. Ovviamente non era mai stato un tipo delicato, Lui, ma quella
bambina lo
distraeva anche solo con un gesto. Seccante,
davvero insopportabile.
«Finché
mia madre non finirà di parlare con la tua, devo rimanere
qui.» disse
dolcemente la bambina facendo oscillare l’esili gambe. Sasuke
si portò una mano
sulla fronte guardandola di sottecchi. Noiosa.
«Dai, mica
ti sto dando così fastidio! Non essere
antipatico.» esclamò lei contraria,
saltando giù dal letto e avvicinandosi a lui.
«Sakura,
ogni movimento che fai mi da fastidio.» disse arrabbiato
mettendosi le mani tra
i capelli e scuotendo la testa. La bambina di nome Sakura
l’osservò pensierosa,
inclinò leggermente la testa e chiese: «Anche se
respiro ti do tanto
fastidio?».
«Sì, anche
se respiri.» affermò sgarbato.
Senza dire niente,
Sakura si prese una ciocca
di capelli rosa scappata al suo nastro e, con un lento gesto, se la
porto
dietro l’orecchio, sorridendo.
«Mi
dispiace Sasuke-kun, io non vivo senza
respirare, purtroppo non vivo nemmeno senza di te. Se non mi vuoi
sulla
coscienza fammi rimanere solo un altro po’, infondo siamo
amici.» ribatté
minimamente turbata dalla risposta che il bambino, scortesemente, gli
aveva dato
qualche minuto prima. Smielata, troppo
smielata.
Sebbene
Sasuke Uchiha fosse ancora un bimbo di dieci anni, e la sua freddezza e
il suo
carattere da duro – almeno con le persone al di fuori della
sua famiglia- gli
davano l’aria di un bambino un po’ più
grande, l’unico piccolo e insignificante
debole che aveva, era: quello di cedere a tutto quello che gli
chiedevano
Sakura o Naruto. In un modo o nell’altro i suoi amici avevano
sempre la meglio
su di lui, anche se non lo dava a vedere.
«Fai come
vuoi.» sbottò alla fine nascondendo il leggero
rossore tra il collo della sua
maglia. Sakura sgranò gli occhi e intrecciò le
sue dita con quelle di lui
urlando dalla gioia.
«Grazie
Sasuke-kun, ti voglio bene!»
Il leggero
rossore di lui divenne pian piano più evidente a quel
contatto, tanto che fece
difficoltà a nasconderlo tra le ciocche dei capelli color
pece.
«Sì
ho capito, ora lasciami!» spinse
leggermente via le mani di lei e ricominciò a trascrivere i
compiti dell’accademia
per celare un po’ del suo imbarazzo.
«Comunque
Sas’ke-kun, ieri parlavo con Naruto-»
«Hai
parlato da sola con Naruto?» l’interruppe Sasuke
stupito.
«Sì, i
soliti discorsi inutili. Ah qui non è cinquanta ma
cinquantasette.» lo corresse
la bambina ricambiando lo sguardo di fuoco di lui con un sorriso
sornione.
Sasuke
corresse l’errore e con un tonfo chiuse il quaderno scocciato
dal fatto che
Sakura lo fissasse mentre scriveva.
«Non
finisci i com-» fu interrotta nuovamente, questa volta da un
viso molto adirato.
«No.
Continua.» disse atono mentre si sedeva sul letto, curioso
del fatto che
Sakura, dopo così tanto tempo, lo stava ancora guardando
negli occhi senza
evitare lo sguardo come capitava in altre situazioni.
«Lui dice
che avremo tanti figli insieme e che saremo marito e moglie,
capisci?», Sasuke
fece segno di assenso.
«Ad un
certo punto però mi ha chiesto: “Sakura-chan, ma
come si fanno i bambini?”. Io,
beh io non lo so! Tu lo sai?» domandò leggermente
imbarazzata.
Sasuke
aggrottò la fronte «Tu a Naruto cosa hai
risposto?» chiese a sua volta.
«Che non
lo sapevo.» rispose sconsolata Sakura.
«Non dico
quello scema!» sbotta irritato il bambino assottigliando gli
occhi, «Lui ti ha
detto di fare dei figli insieme, tu che gli hai risposto?»
«Gli ho
detto che io non voglio fare figli con
lui, ma Sasuke-kun ora che centra?».
Sasuke si
trattenne dal sospirare sollevato.
La prima
idea che gli balenò in testa fu d’un imbarazzo
tale che dovette distogliere lo
sguardo dall’amico di fronte a se. «D-dai
Sasuke-kun perché non chiediamo a tuo
fratello o a tua madre?» propose insicura.
«Non se ne
parla! Vorresti chiedergli di come si fanno i bambini? Se non ce ne
hanno mai
parlato vuol dire che la cosa è davvero imbarazzante,
no?» esclamò rassegnato
Sasuke buttandosi con un tonfo secco sul materasso. Sbuffò
involontariamente.
«Secondo
me è una cosa che non vogliono farci sapere.»
decretò, sentendo Sakura
stendersi affianco a lui e guardare il soffitto con la sua stessa
intensità.
«Per me i
bambini si fanno quando si è in un letto.»
affermò la bambina sospirando.
«Sì,
quando si è vicini, forse.» continuò a
parlare il moro mantenendo lo sguardo
sul soffitto.
Entrambi
stavano pensando la stessa cosa.
«Quindi se
Naruto vuole avere dei bambini da me, dobbiamo stare vicini come lo
siamo ora
noi due?» chiese la bambina girando lo sguardo verso Sasuke
che, sentendo queste
parole s’irrigidì e si voltò a
guardarla.
«Vuoi fare
dei bambini con Naruto?»
«Ma se non
so nemmeno come si fanno.»
«Però
vorresti!»
«No!» negò
incredula.
«E dimmi,
non starai mai stesa in un letto vicino a Naruto che sogna di metterti
incinta,
a dieci anni?» chiese con
freddezza e
decisione tanto che Sakura venne percossa da un leggero brivido.
«Certo che
no. Naruto non mi piace.»
Sasuke
storse il naso e finì per spostare ancora una volta lo
sguardo sul soffitto,
lasciandola sconcertata su tutte quelle domande di cui lui, per la
maggior
parte, sapeva già la risposta. Nelle loro teste si
creò una tale confusione che
Sasuke pensò ai modi più strani per fare un
bambino, come la telepatia; mentre
Sakura pensò che il maschio doveva solo mettere la mano
sulla pancia della sua
ragazza per farle crescere il bambino nel suo ventre.
Tutte
ipotesi nate e morte nello stesso istante in cui erano state pensate.
«Forse
devono fare qualcosa.»
«E cioè
cosa?» domandò Sasuke.
«Non è che
i bambini li porta la cicogna, ci sarà per forza un
meccanismo.» cercò di
ragionare Sakura mentre con un lampo di genio, si girò verso
Sasuke
artigliandogli la maglietta e avvicinando il viso a quello di lui.
« Ho
trovato, ho trovato!» esclamò entusiasta sgranando
gli occhi verde smeraldo.
«Hai
capito?»
Sasuke si
alzò da quella posizione scomoda poggiando tutto il suo peso
sugli avambracci e
rivolgendo, all’entusiasta Sakura, uno sguardo troppo
sorpreso. A sua volta la bambina, per riuscire a parlare a
tu per tu con l’amico, si mise a cavalcioni sul letto
lasciando la presa della
maglia e posando entrambe le mani sul materasso.
«I grandi
quando vogliono fare un figlio…» il suo sorriso
partiva da un orecchio e finiva
nell’altro «Si baciano!»
Sasuke
sgranò gli occhi guardando con imbarazzo Sakura.
«Si
baciano?»
«Si
baciano!»
«Ma che
schifo!»
«Io invece
lo trovo romantico, insomma, pensaci genio: I Grandi dormono nello
stesso
letto, stanno sempre vicini e a volte si danno i baci. Ora chi ci dice
che non
si baciano nemmeno a letto mentre sono vicini
vicini?»
«Sto per
vomitare.» ammise Sasuke
«Voi
maschi e la vostra delicatezza.» ringhiò Sakura
guardandolo con aria
rassegnata; doveva ammettere che, anche se aveva una cotta tremenda per
lui, a
volte sembrava davvero un bambino di due anni. Ma infondo cosa poteva
farci,
tutti i maschi a quell’età erano infantili e
sicuramente questo non sarebbe
cambiato con il passare degli anni.
«Ehi
Sasuke-kun, ci proviamo?» chiese timidamente dopo un
po’ di silenzio, sapendo
perfettamente che la sua domanda era assolutamente stupida e senza un
senso
logico. Fatto stava che il povero Sasuke si trovò a
trattenere lo stupore per
non far vacillare i suoi modi da “duro”.
«Vuoi fare
un figlio, non sei troppo piccola?» chiese con stupore.
«Ma và non
voglio mica fare un figlio, volevo provare a…
ecco… l-lasciamo stare.» balbettò
la bambina stropicciandosi il vestitino in preda al panico. Purtroppo
per lei
Sasuke non era così stupido come Naruto, aveva capito
benissimo cosa intendeva;
lei voleva fare l’altra cosa.
Ed è per
questo che, controllando che la porta fosse ben chiusa e che nessuno
potesse
vederlo mentre si sentiva totalmente
in imbarazzo in quella situazione, ingoiò quel groppo
rimastogli in gola e, con
la voce più neutra e impassibile possibile, rispose:
«Se questo ti farà stare
zitta.»
In un
primo momento la piccola Sakura non capì quello che aveva
detto, ma non perché
era stato sussurrato così piano che nessuno distante dal
raggio di venti
centimetri l’avrebbe sentito, ma perché quella
reazione l’aveva presa ben alla
sprovvista.
«S-sei
davvero sicuro?»
«Sbrigati!
E ti avverto, non devi dirlo a nessuno. Nessuno.»
ribatté Sasuke prendendo un
respiro profondo e decidendo di dar fiducia a Sakura con la convinzione
che non
l’avrebbe mai tradito. Senza che lui se
l’aspettasse, Sakura, in prenda ad un
attacco di cuore e tremarella, posò la mano sulla sua
– riuscì a notare quanto
le piccole mani di lei fossero cosi bianche e leggere- e chiuse gli occhi
avvicinandosi leggermente,
poi senza muoversi da quella posizione. Solo in quel momento, vedendola
così,
Sasuke si fece scappare un leggero tremolio che si trasformò
subito in
decisione mentre pian piano, con l’imbarazzo di un bambino e
uno sguardo tra il
serio e l’imbarazzato, si apprestava a poco a poco ad
eliminare le distanze tra
lui e la migliore amica –se così si poteva
chiamare.
E c’era quasi riuscito se
non fosse stato per la
voce che arrivò dal piano di sotto. Stupide
madri.
«Sakura-chan
scendi, dobbiamo andare!»
Come
svegliati da un sogno, entrambi aprirono gli occhi –
ma… quando anche quelli di
Sasuke si erano chiusi?- e, trovandosi lontani pochi centimetri dal
volto
dell’altro, si allontanarono più velocemente
possibile. Sakura si apprestò a
scendere di corsa dal letto ed arrivare alla porta più in
fretta possibile,
barcollando per le gambe molli.
Aprì la
porta e si girò verso Sasuke salutandolo con mano tremante.
Il suo viso era di
un rosso pomodoro.
«Ciao
Sasuke-kun, ci vediamo.» abbozzò correndo via e
urlando nel corridoio un
“chiedi a tuo fratello su quella cosa”.
Sasuke non
si mosse da suo letto. Finché Sakura non sparì
dalla sua visuale non aveva
accennato nemmeno una linea di rossore, solo quando non la vide
più davanti ai
suoi occhi neri si buttò a peso morto sul letto, sospirando.
Evitò accuratamente
di specchiarsi nello specchio affianco all’armadio
perché sapeva che il caldo
che sentiva in tutto il suo corpicino, voleva significare solo una
cosa: aveva
il viso rosso come quello di Sakura.
«A parte
che ti trovo sempre tra i piedi, no. Nessuna.»
replicò gelido Sasuke in
direzione della voce acuta dell’amica.
«Ma se non
ci vediamo da tre giorni, Sasuke-kun, sei uno stupido!»
replicò Sakura offesa.
Restarono
qualche minuto in silenzio, l’aria era ancora troppo pesante
dopo il “quasi
bacio”, ed ogni volta che capitava che i loro occhi
s’incontravano, balzavano
alla mente ricordi lucidi e vivi di qualche giorno prima.
Entrambi però,
erano sollevati della discrezione dell’altro, nata non per
non creare imbarazzo
ma per celarlo a loro stessi. Insomma se avessero parlato di quel
momento,
sarebbe stato sicuramente un suicidio per tutti e due.
«Se
intendi se ho parlato con mio fratello, sì, l’ho
fatto.» disse rassegnato il
bambino facendo passare uno sguardo d’intesa con
l’amica.
«Sei
grande!»
«Cinque minuti
fa ero un stupido.» mormorò il più
piccolo del clan Uchiha rassegnato in tutti
i fronti a capire cosa frullasse nella testa delle ragazze.
Sakura
alzò un sopracciglio irritata, ma sedette sul tappeto di
fronte al moro aspettando
impaziente la spiegazione.
«Ma ti
avverto Sakura, potresti rimanerne sconvolta, vuoi davvero sapere come si fa?» domandò
Sasuke sorridendo
beffardo al segno d’assenso di lei.
«Ok, io ti
ho avvertita.»
«Sasuke-kun,
dai!» esclamò la bimba, dai capelli rossi pallido.
«Allora,
devi sapere che mio fratello è un mago in queste
cose-»
«E’ un
mago a fare figli?»
«No
Sakura. No. È un mago nel spiegarlo.» rispose
esasperato posandosi una mano
sulla fronte.
Sakura
divenne ancora più sconcertata di quanto non lo fosse prima.
«Infatti mi
sembrava, tuo fratello non ha figli.»
«Ovvio,
mica tutti li possono fare così, non escono uno dopo
l’altro!» sbottò furioso
Sasuke scuotendo la testa dopo aver sentito la risposta breve di lei.
«Oh
certo.» affermò infatti Sakura con poca sicurezza.
«Allora,
per fare i figli-» venne interrotto nuovamente nel vedere la
bambina cominciare
a mangiare i suoi biscotti preferiti, erano
i suoi preferiti!
La guardò
per un attimo con sguardo furente decidendo che perdere fiato,
così sarebbe
stata un’ inutile perdita di tempo.
«…Per fare
i figli, esiste un’ape. Quest’ape che dovremmo
essere noi maschi, si posa sul
fiore, il fiore sei tu! Le femmine. E l’ape e il fiore si
danno piacere a
vicenda. Capito?» spiegò il bambino alla
bell’e meglio. Purtroppo ciò che
ottenne da Sakura non fu il risultato desiderato.
Sakura
guardava Sasuke, Sasuke guardava Sakura.
Verde nel
nero, nero nel verde.
Silenzio.
«Sasuke-kun» cominciò Sakura,
«Quando tuo fratello te l’ha spiegato, tu hai
capito?» chiese perplessa, continuando a guardarlo come se un
attimo prima
avesse parlato ostrogoto e non giapponese.
«Tu hai
capito?»
«Ti ho
fatto prima io la domanda.»
«Beh, mi
sembra un po’ impossibile che un’ape faccia i figli
in effetti, ma è pur sempre
una metafora.» spiegò professionalmente
Sasuke dondolandosi leggermente. «Penso che rimarremo nel
dubbio.» sbuffò
insoddisfatto alzandosi dal tappeto e sbadigliando assonnato.
«Assolutamente
no! Abbiamo dieci anni, quando vuoi saperlo, quando sarai vecchio
abbastanza da
non poter fare più figli? No perché se te ne sei
accorto, se tu non fai figli
nemmeno io posso farli! Quindi se non li fai tu, non li faccio io! Mica
posso
farli con Naruto, e poi ma che discorsi sto facendo, non so nemmeno chi
li
porta questi maledettissimi bambini, sembro una stupida pure a
parlarne.»
sbraitò Sakura avvicinandosi a Sasuke e dandogli un bacio
sulla guancia prima
che potesse allontanarla. Si avviò verso la porta e lo
guardò con aria seria:
«Chiederò a Ino, lei lo saprà
sicuramente.»
Un ultimo
sguardo e corse via lasciandolo così, da solo, mentre
cercava di decifrare i
messaggi subliminali che gli aveva lasciato.
«Buonasera,
Sakura ha lasciato questo a casa mia, posso?» chiese
mostrando il nastro rosso
ben saldo nel piccolo pugno e sporgendosi per entrare.
«Che
piacere vederti Sasuke-kun, Sakura è in camera
sua.» disse dolcemente la donna
chiudendo la porta dietro di se, «Io vado a preparare del
tè, ne vuoi un po’?»
domandò poi incamminandosi verso la cucina. Sasuke fece
segno di “no” con la
testa e cominciò a salire le rampa di scale, svoltando a
destra non appena entrò
nel lungo corridoio.
La trovò
così; seduta con lo sguardo rivolto alla luna, i piedi nudi
sul copriletto
rosso e la testa sulle nuvole. Era
davvero sognatrice, lei.
Senza
nemmeno bussare alla porta entrò e tossicchiò per
far notare la sua presenza
all’amica che, sorridendo amabilmente, si apprestò
ad andargli vicino. «Che ci
fai qui?» domandò.
Sasuke
alzò le spalle e mostrò il suo nastro rosso,
«Era nella mia camera, cerca di
non farti viaggi mentali, fanno male, soprattutto a te.»
ammise onestamente porgendo
ciò che era di Sakura.
La
ragazzina cominciò a ridere sussurrando un
“grazie” mentre si legò tra i
capelli il suo adorato nastro.
«Posso
sedermi?»chiese
«Ovvio che
sì» rispose la ragazza chiudendo la porticina
della sua camera. Non appena vide
la figura di Sasuke nella sua stanza si ricordò del discorso
fatto con Ino. Non
era la prima volta che stavano da soli, lei era sempre stata in camera
sua e
anche in quella di Naruto, ma ora, ora era tutto diverso.
«V-vuoi
sapere, cosa mi ha detto Ino?»
Sasuke la
guardò indifferente, «Sul fatto dei bambini?
Quella pervertita te l’ha
spiegato?»
Sakura
annui cominciando ad arrossire pian piano.
«Hai caldo
per caso?» s’incupì Sasuke.
«Quello
che ti dirò è peggio, molto
peggio, della
storia dell’ape e del fiore.» disse Sakura
coprendosi la faccia con le mani.
«E’
davvero imbarazzante.» proseguì cercando di non
guardarlo negli occhi.
«Su,
racconta.» la incitò Sasuke picchiando
più volte il palmo della mano sul letto,
per farla sedere accanto a lui. Lei ubbidì silenziosamente.
«Per fare
i figli, devi usare quello lì»
«Quello
lì?»
«Sì, hai
capito no? Quel coso che hai tra gambe» mormorò
Sakura sentendosi
mancare per l’imbarazzo, questo era cento volte peggio del
bacio.
«Cosa?! Intendi
quello, quello!?»
esclamò stupito.
«Sì,
intendo quello, quello.»
«Tu sei
pazza!»
«No vedi,
ora ti racconterò tutto quello che Ino e sua madre mi hanno
detto. Sasuke-kun,
vuoi davvero sapere… come si fanno i figli?»
L’unica
cosa che non volle vedere era, effettivamente, il cenno di assenso di
Sasuke,
perché da lì in poi doveva fare quello che
qualche ora prima si era ripromessa
di non dire a nessuno fino alla fine dei suoi giorni. Forse per
l’imbarazzo,
l’avrebbe anche tenuto all’oscuro dei suoi figli.
Ma fu costretta a spiegare
tutto ciò che Ino, maliziosamente, gli aveva spiegato, al
ragazzo di cui era
innamorata.
Per prima
cosa, e con molto imbarazzo, cominciò a parlargli di cosa
doveva fare il
ragazzo e cosa la ragazza, che sì, i baci
c’entravano pur sempre qualcosa e che
il letto e lo “stare vicini” erano davvero ipotesi
azzeccate. Gli parlò anche
dell’ape e del fiore e dei “ farsi piacere a
vicenda” e che i bambini erano
frutto di un’unione a lei del tutto fuori dal normale, seppur
la cosa più
normale al mondo. Anche se Sakura vedeva, a poco a poco il viso di
Sasuke
cambiare tonalità di colore ed emozioni, continuò
il suo racconto con il viso
nascosto tra le mani evitando parole molto imbarazzanti e sostituendole
con:
quello che hai
tu, quella che ho
io, il coso lì.
La
soddisfazione più grande fu la fine di tutto quel discorso,
sembrato durato
un’eternità. Trasse un bel sospiro di sollievo e
cominciò a frenare pian piano
i battiti, stranamente accelerati, del suo cuore.
«E questo
è tutto.» fu il gran finale che fece, sentendo la
gola secca.
«Oh. Dio. Santo.»
esclamò Sasuke molto più che sorpreso dal
racconto dell’amica e rosso sulle
guancie pallide; doveva ammetterlo Sakura, che quella fu la prima volta
che lo
vide arrossire.
«Sì lo so,
non me lo sarei mai aspettato.»
«Beh spero
almeno che ora sarai contenta, dopo questa grande scoperta possiamo
anche
andare a vomitare nel bagno.»
«Non
essere così esagerato! Più che altro
è… imbarazzante.»
«Imbarazzante
è dire poco! Soprattutto se… te lo
racconta-… una femmina.» disse Sasuke tra i
denti, scendendo dal letto e mettendosi le mani in tasca.
«I- io
devo andare, mia mamma mi starà aspettando.»
Troppo,
troppo orgoglioso per dire che tutta quella situazione lo metteva in
serie
difficoltà. Sakura è
tutta colpa tua.
«Oh, ti
accompagno.», Sakura s’avvicinò a lui,
sentendosi a disagio dopo aver parlato
per ore e ore con Sasuke su come fare i figli e aver ammesso di volerli
fare
proprio con lui.
Per tutto
il breve tragitto per arrivare al cancello di casa, nessuno dei due
proferì
parola, sentendosi molto più sereni in quel beato silenzio.
Si
salutarono appena e non si guardarono quasi mai fino a che, proprio
quando
Sasuke era già abbastanza lontano da casa
dell’amica, si dovette fermare sentendo
il suo nome urlato a squarcia gola.
Appena si
girò, notò un’affannosa Sakura
dirigersi verso di lui.
Piegò le
ginocchia e posò le braccia su di esse per respirare meglio,
un paio di respiri
e alzò la testa rosa nella direzione del moro che, in quel
momento, non riuscì
a non pensare a come fosse buffa.
Sakura alzò
la mano destra, chiudendola a pugno fece rimanere fuori solo il piccolo
mignolo, sorrise e si mise ritta per guardarlo meglio negli occhi.
Ancora
verde nel nero.
«Promettimi»,
un attimo di pausa, «-Promettimi che non lo farai con
nessuna.» disse decisa.
Sasuke la
guardò senza proferire parola.
«Promettimi
che sarà io quella ragazza.» continuò.
«Me lo
prometti?!» urlò facendo salire di un ottava la
sua voce. Sasuke la guardò per
un paio di secondi spostando lo sguardo, da lei alla mano, dalla mano a
lei. Un
ghigno si dipinse sul suo volto mentre incrociò il suo
mignolo sinistro con
quello di lei.
«Te lo
prometto, solo se anche tu non lo farai con nessun altro»
Sakura
sorrise.
«Te lo giuro»
«Ne
passeranno di anni, lo sai questo?»
La bambina
cominciò a ridere «Non importa Sasuke-kun, non
importa.»
Abbiamo
promesso.
♥♥
Questa Fiction
è dedicata a una
persona
Speciale.
Spero che gli piaccia
Ricordati che ti voglio tanto bene,
per te ci sarò sempre <3
SasuSaku per sempre,
ricordatevi che noi siamo la coppia.
E ho detto tutto ù.ù
ps: mi scuso lo so devo ancora aggiornare " Il ragazzo di mia sorella"