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Autore: beat    21/03/2010    1 recensioni
“Ti faccio i miei complimenti Andromeda!”
Non c'era dileggio nella sua voce, quelle parole esprimevano davvero il suo pensiero, come ogni volta che parlava. Non era necessario prendere in giro l'avversario, se questo non era alla sua altezza. A fargli capire la propria inferiorità bastavano solamente i fatti e la forza del suo cosmo dorato.
Aphrodite vs Shun.
Genere: Generale, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Shun, Pisces Aphrodite
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Red Roses'
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Red Roses: Death in White


Esita un attimo, Aphrodite, prima di stringere tra le lunghe dita lo stelo della rosa bianca.
Con delicatezza ne sfiora un petalo, sovrappensiero.

“Tu sei la prima persona che mi ha costretto a lanciarla.”

Non completamente immobilizzato da quella corrente anomala, il Cavaliere dei Pesci si rigira la rosa tra le mani.
Esita ancora, anche se sa quello che deve fare.
Non ha mai lanciato la Bloody Rose, mai in un vero combattimento per lo meno.
Non c'era mai stato un avversario tanto degno da costringerlo a tanto.
La corrente intorno al suo corpo di fa sempre più vicina, sempre più pressante.
La presa sulla rosa si rinsalda con eguale intensità.

Parlano, Pisces e Andromeda, parole infinite in quello stallo momentaneo.
Parole vuote, quelle che si scambiano, due visioni del mondo totalmente inconciliabili. Stanno solo prendendo tempo cercando di evitare l'inevitabile; l'ignoto dei loro colpi più potenti – mai utilizzati – frena gli animi nonostante tutto determinati.

“Ti faccio i miei complimenti Andromeda!”

Non c'era dileggio nella sua voce, quelle parole esprimevano davvero il suo pensiero, come ogni volta che parlava. Non era necessario prendere in giro l'avversario, se questo non era alla sua altezza. A fargli capire la propria inferiorità bastavano solamente i fatti e la forza del suo cosmo dorato.
Aphrodite non si era lasciato ingannare, né dalla corporatura esile né dal bel viso del suo giovanissimo avversario. Lui per primo sapeva bene quando le apparenze potessero ingannare. Aveva fondato la sua forza proprio su quel fin troppo comune malinteso. Che la Bellezza fosse fragilità.
Delicatezza.
Mancanza di vigore.
Ma lui non si era mai curato di simili assurdità.
Quando aveva visto Pegasus e Andromeda stagliarsi all'ingresso della Dodicesima Casa non aveva pensato a loro come a due ragazzini, due miseri cavalieri di Bronzo.
Se erano arrivati sino alla sua soglia, voleva dire che avevano sconfitto tutti quelli sotto di lui. Per quanto fosse incredibile, quei guerrieri aveva scalato tutte le undici case precedenti.
Non aveva abbassato la guardia, dunque, aveva combattuto subito senza esitazione.
Andromeda, il suo avversario – così carino e all'apparenza fragile – gli aveva tenuto testa fino alla fine. In quegli enormi occhi castani aveva letto una determinazione così risoluta che lo aveva costretto a sfoderare tutte le sue armi.
Perché non era bastato arrivare fino all'ultimo Tempio. Quel giovane guerriero era sopravvissuto a tutto quello che gli era capitato fino a quel momento.
Aveva passato tutte le case del Santuario, innalzando il suo spirito oltre il disagio alla guerra.
Aveva resistito alla dolce fragranza delle rose rosse, innalzando il suo spirito oltre il torpore dei sensi.
Aveva resistito anche alla furia delle rose nere, innalzando il suo spirito oltre il dolore del corpo.

“Muori senza opporre resistenza, Andromeda!”

Ma il ragazzino continuava a resistere, avvinghiandosi disperatamente alla vita e al suo ideale.
Aphrodite si preparò a lanciare la rosa bianca, la candida messaggera di morte che l'avrebbe infine condotto nel regno di Hades.
Era la sua ultima arma, mai sfoderata prima in battaglia. Ma non rimpiangeva di stare per usarla con un Bronze Saint. Aveva resistito abbastanza, Andromeda, e un tale ardore andava premiato.

“Bloody Rose!”

Si può resistere, sempre continuare a resistere.
Ma solo fino ad un certo punto.
Alla fine sopraggiunge sempre la morte.

Un fiore immacolato che si tinge di rosso scarlatto.




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Angolo dell'Autrice:

Eccomi di nuovo qua, di nuovo con Aprhodite.
Mi arrendo, ormai mi piace troppo, e ho una voglia matta di scriverci su.
In ogni caso: preciso che i dialoghi presenti in questa storia sono alcuni frammenti presi dal manga. Giusto le parti salienti, visto che c'è un sacco di altro bla bla bla che mi avrebbe allungato all'infinito la storia e alla fin fine non serviva per quello che volevo dire! XD


Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat




   
 
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