Alice
ha un bel sorriso
Alice avvolge nella
stoffa della propria cravatta la mano ferita della Duchessa. Sorride e
la conforta, dice che guarirà presto.
Alice ha un bel sorriso: dolce, caldo, rassicurante.
La Duchessa si guarda la piccola mano, quasi totalmente nascosta dalla cravatta, poi guarda di nuovo Alice ed a propria volta gli sorride. « Grazie ».
Potrebbe arrabbiarsi con lui, perché è a causa sua che, se anche quella ferita guarirà, presto gliene saranno inflitte delle nuove. Eppure si limita a sorridere, perché Alice è diverso dalle Alice precedenti, Alice è gentile con lei, Alice l’aiuta sebbene si siano incontrati oggi per la prima volta.
Inoltre, Alice non lo sa, dopotutto, che lei è la sua sostituta.
« Non scapperò, ma non posso coinvolgerlo. Lascialo uscire dalla porta sul retro ».
Alice guarda la bambina che si aggrappa alle sbarre che ostruiscono la porta chiusa della stanza e non capisce. La Duchessa gli prende le mani e sorride ancora.
« Alice, mi dispiace. La prossima volta prenderemo il the con calma ».
E Alice non capisce, non può capire: ci sono tante cose che non sa, del Paese delle Meraviglie.
Tuttavia, non può fare domande – in ogni caso, non è del tutto certo che troverebbero una risposta – : può soltanto guardare la strana bambina mentre se ne va.
È così ingenua, l’espressione di Alice: lui non sa che uccide e ferisce anche senza una pistola.
La Duchessa si asciuga gli occhi con la cravatta che cela la ferita sulla sua mano, poi arriccia le labbra a cuore in quel grazioso sorriso che sa fingere tanto bene.
« Bentornato. La tua Alice è qui ».
Una riverenza in direzione dell’enorme mostro nero che cerca la sua Alice.
Una lacrima per il vero Alice che, dalla balaustra, vorrebbe aiutarla ma non può.
« Va bene così, Alice. Grazie ».
Alice ha un bel sorriso: dolce, caldo, rassicurante.
La Duchessa si guarda la piccola mano, quasi totalmente nascosta dalla cravatta, poi guarda di nuovo Alice ed a propria volta gli sorride. « Grazie ».
Potrebbe arrabbiarsi con lui, perché è a causa sua che, se anche quella ferita guarirà, presto gliene saranno inflitte delle nuove. Eppure si limita a sorridere, perché Alice è diverso dalle Alice precedenti, Alice è gentile con lei, Alice l’aiuta sebbene si siano incontrati oggi per la prima volta.
Inoltre, Alice non lo sa, dopotutto, che lei è la sua sostituta.
« Non scapperò, ma non posso coinvolgerlo. Lascialo uscire dalla porta sul retro ».
Alice guarda la bambina che si aggrappa alle sbarre che ostruiscono la porta chiusa della stanza e non capisce. La Duchessa gli prende le mani e sorride ancora.
« Alice, mi dispiace. La prossima volta prenderemo il the con calma ».
E Alice non capisce, non può capire: ci sono tante cose che non sa, del Paese delle Meraviglie.
Tuttavia, non può fare domande – in ogni caso, non è del tutto certo che troverebbero una risposta – : può soltanto guardare la strana bambina mentre se ne va.
È così ingenua, l’espressione di Alice: lui non sa che uccide e ferisce anche senza una pistola.
La Duchessa si asciuga gli occhi con la cravatta che cela la ferita sulla sua mano, poi arriccia le labbra a cuore in quel grazioso sorriso che sa fingere tanto bene.
« Bentornato. La tua Alice è qui ».
Una riverenza in direzione dell’enorme mostro nero che cerca la sua Alice.
Una lacrima per il vero Alice che, dalla balaustra, vorrebbe aiutarla ma non può.
« Va bene così, Alice. Grazie ».
Le battute, eccezion
fatta per l'ultima, sono prese dal quinto capitolo.
E' lì che sono arrivata, ma non ho potuto far a meno di scriverci qualcosa: la Duchessa mi ha fatto molta pena, povera bambina.
Chu.
E' lì che sono arrivata, ma non ho potuto far a meno di scriverci qualcosa: la Duchessa mi ha fatto molta pena, povera bambina.
Chu.