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Autore: Mikayla    23/03/2010    3 recensioni
Era convinzione comune a Setsuna, Michiru e Haruka che quando Hotaru e Takashi organizzavano scrupolosamente qualcosa in realtà stavano programmando di stravolgere le loro tre vite: così era successo quando si erano fidanzati e avevano deciso di sposarsi.
[Partecipa alla "caccia alle uova" indetto su fw.it]
[dalla serie Tale of True Life]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haruka/Heles, Hotaru/Ottavia, Michiru/Milena, Nuovo personaggio, Setsuna/Sidia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
- Questa storia fa parte della serie 'e'
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[Uovo №16: prendi la tua altezza in cm, moltiplicala per 10 e dividila per 2. Scrivi una storia con quel numero esatto di parole]
Sono alta 174, moltiplicato per 5 viene fuori 870 parole esatte. Per contarle ho utilizzato il contatore pages (come word ma che non conta "«" come una parola XD).



Tre.





Haruka continuava a sedersi e alzarsi senza darsi pace.
Michiru e Setsuna la osservavano con disarmante sopportazione, la prima ricordandosi che l’amava e non poteva ucciderla per così poco; la seconda ripetendosi che possedeva uno dei tre talismani e quindi non poteva mettere fine ai suoi tormenti.
Con una simultanea alzata di spalle entrarono nella stanza.

« Ruka, sei pronta? »
« Sì, sì. »
« Non intendi davvero venire via così, vero? »
« Cosa non va? »

Le amiche si lanciarono un'occhiata di comprensione e sospirarono.
Era un caso disperato.

« Sei in pigiama. »

Quella rivelazione non imbarazzò minimamente la donna.

« Dobbiamo uscire: non puoi restare in pigiama… »

Haruka si alzò ancora, pronta a cambiare ancora posto.
Michiru la intercettò nel percorso e Setsuna le andò incontro, prendendola sotto braccio, una per parte.

« Su, andiamo a vestirci. »

La blandirono con parole musicali quasi sussurrate, trascinandola fuori dal salotto.
Erano già in ritardo, e per quanto Hotaru fosse paziente e conoscesse i problemi del padre, l'avrebbero capita se avesse deciso di porre fine a quello strazio con un solo, singolo colpo di falce.







« Eccovi! Temevo che vi fosse successo qualcosa! »
« Scusaci Hota-chan, abbiamo avuto un'improvvisa emergenza… vestiti. »
« Avanti entrate! Non vi preoccupate di nulla. »

Le tre entrarono trepidanti nell'appartamento: ci erano già state più volte, in quei quatto anni, ma faceva ancora uno strano effetto.
L'abitudine di stare tutte e quattro insieme era davvero difficile da smettere, da ambo le parti: più volte Takashi, non trovando la moglie a casa, era andato a recuperarla dai genitori, dove si rifugiava per non sentire la solitudine incombere.

« Hai davvero preparato tutto tu, Hota-chan? »

Lo stupore di Michiru derivava non tanto dalle dubbie capacità di Hotaru, poiché le aveva insegnato proprio lei; piuttosto era la quantità di pietanze, tanto che temeva l’allieva avesse superato la maestra.

Hotaru arrossì leggermente, lanciando un'occhiata di sbieco al marito.

« Abbiamo cucinato sia io che Takashi, in verità. »
« Certo che vi siete dati da fare! »

Annuirono leggermente, ammutoliti d'improvviso.
La cosa non poteva di certo sfuggire ai tre genitori, e in particolare Haruka gemette di disappunto.
Il suo sguardo voleva dire all'amata "lo sapevo che non dovevo venire qui!", ma Michiru la ignorò stoicamente.
Ancora non era successo nulla che valesse quello sguardo da cucciolo bastonato -che poi, Haruka, a un cucciolo non ci assomigliava per niente.
Anche se era vero che quei due avevano la tendenza ad assumere quell’atteggiamento quando dovevano comunicare qualcosa di particolare

« Ti spiace se usiamo il bagno prima? Setsuna... »

A dispetto del buon senso le madri li lasciarono in balia del padre, la quale non sapeva dove guardare per non sembrare a disagio.

« Cosa hanno in mente, quei due? »
« Non lo so… sposati lo sono già. »
« Di sicuro non intendono cambiare lavoro. »
« …possibile che cambino città? »

Le due donne ammutolirono, paralizzate dall’orrore di quella prospettiva.
Già era difficile così, se avesse cambiato città sarebbero probabilmente impazzite.

« E se… cambiassero stato? »

Quelle parole dette facendosi violenza piombarono su di loro con forza.
Non avrebbero potuto sopportarlo.
Loro erano quattro, non tre; e solo in quattro potevano essere loro stesse.
Una separazione era accettabile, ma se fossero andati a vivere in un altro stato non sarebbero riuscite a sopravvivere.

« Deve essere per forza così… »
« Spiegherebbe la loro pazienza, le pietanze, l’invito così di sorpresa… »

Michiru si fermò all’improvviso, sbiancata di colpo.
Setsuna la guardò preoccupata.

« Abbiamo lasciato da sola Haruka… con loro... »

Si precipitarono all’esterno, raggiungendo il salotto dove avevano lasciato la coppia felice e il padre desiderosa di essere mille chilometri da lì.
Fu con enorme sollievo che li trovarono tutte e tre tranquilli, seduto sul divano a chiacchierare - ovviamente Takashi e Haruka ai due estremi opposti di Hotaru, seduta nel mezzo.

« Pranziamo? »







« Caffé? »
« Sì, grazie. »
« Anche per me. »
« Io no, grazie. »
« Taka-chan, a me faresti una tisana? »

Hotaru osservò con occhi dolci il marito sparire oltre la porta della cucina.
I suoi genitori, invece, osservavano lei.
Era estremamente difficile accettare che la loro bambina avesse ormai trentatrè anni.

« Neko-chan »

Hotaru alzò lo sguardo sul padre, continuando a sorridere.

« Intendete dircelo prima o dopo il caffé? »

La figlia spalancò gli occhi sorpresa.

« Di cosa stai parlando, tou-chan? »

La donna incrociò le braccia sotto il seno, puntando lo sguardo sulla porta dalla quale sarebbe entrato Takashi.
Michiru e Setsuna, da sopra la sua testa, si lanciavano occhiate terrorizzate.
Tomoe, attonita, non sapeva più chi guardare, né cosa pensare.

A trarli dalla statica situazione fu Takashi, entrato in quel momento con caffé e tisana.
Troppo concentrato non s’accorse di nulla finché non ebbe poggiato il vassoio e alzato lo sguardo sulla moglie.

Haruka scelse quel momento per schioccare la lingua seccata, portandosi al centro dell’attenzione.

« Quanto ci volete mettere per dirci che tra sette mesi sarete in tre? »

A quella frase irritata Michiru e Setsuna scattarono in piedi, emettendo gridolini sorpresi.
Si gettarono sulla figlia facendole i complimenti, gioendo della notizia.

Solo Tenou si teneva in disparte, perfettamente impassibile.
Sentiva chiaramente che quel pargoletto, volente o nolente, avrebbe segnato la vita della sua adorata figlia: a dispetto di tutti, lei era l’unica a preoccuparsi di cosa poteva succedere a Hotaru, poiché da troppo tempo aveva dimesso i panni di Morte.
Ma quelli, non sono panni che si possono dimettere.
   
 
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