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Autore: Jimmy    24/03/2010    4 recensioni
"Tu non morirai quì. Non morirai per me. Sei troppo importante per troppe persone per morire quì per me come un idiota! Se tu dovessi morire... io non te lo perdonerei mai!"
Genere: Introspettivo, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ishida Uryuu, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Battaglia-minaccia

Il rumore delle spade che si incrociavano, l'odore del sangue e il peso ooprimente della battaglia: tutte sensazioni che Rukia conosceva bene.
E ora li assaporava di nuovo, in una posizione mortificante, schiacciata a terra come una spettatrice stanca costretta a guardare una scena che conosceva fin troppo bene e che non voleva rivedere.
Chiudere gli occhi non bastava.
Sentiva il sapore della terra su cui era distesa; nella sua mente e davanti i suoi occhi sfrecciavano dolorose le immagini di lui, vestito con il suo cmpleto nero ora macchiato di rosso, che cadeva, si contorceva, tremava ma si rialzava sempre, sempre per scagliarsi a passo malfermo contro il nemico.
Ichigo, basta. Perchè continui a combattere? Questo tuo stupido orgoglio, questa tua follia... ti ucciderà. Perchè continui a combattere per una motivo tanto futile?
Vedere il suo corpo così martoriato la faceva incazzare.
Era incazzata con sè stessa perchè non era in grado di alzarsi, non era in grado di fare ciò che lui stava facendo, che lui aveva sempre fatto... Non riusciva mai a proteggerlo.
Rabbia, delusione, disperazione. Sarebbe esplosa, sempre se non fosse morta prima.
Non sarebbe riuscita a resistere a lungo: non poteva vedere colui che era riuscito a farle provare ancora quella sensazione di calore, morire.
Semplicemente non lo avrebbe sopportato, non di nuovo.
Ed era incazzata con Ichigo. Quell' idiota non si rendeva conto di ciò che faceva, si buttava nelle braccia della morte per difenderla da un nemico che non avrebbe potuto sconfiggere, calpestava i suoi sacrifici, ignorava la sua vita e tutte le conseguenze della sua morte.
Non capiva minimamente quanto quel suo comportamento era rischioso non solo per la sua vita, ma per tutte quelle che ruotavano intorno a lui.
Non capiva quanto la sua vita fosse importante.
E la buttava, la sprecava per salvare quella di lei.
Non glielo avrebbe mai perdonato, e neppure a se stessa.
Quella rabbia, quella frustrazione verso qualcosa che non capiva, quella sensazione che aveva già provato una volta: il dolore che fa un cuore quando si spezza; tutto questo cessò in un attimo.
Di fronte a lei, al centro del campo di battaglia, Ichigo cadde.
Nel silenzio più totale della sua anima, il rumore delle ginocchia di Ichigo che cedevano riempì le sue orecchie.
La testa non era più alta, guardava il terreno come vergognandosi di mostrare il prorpio volto a quell' avversario che l'aveva messo in ginocchio:  il nemico di Ichigo, Rukia lo sapeva, non era mai stato chi si trovava di fonte. Il nemico di Ichigo è sempre stato solo sè stesso.
L'unico in grado di sconfiggerlo è la sua stessa incapacità di proteggere.
Ciò che lo metteva in ginocchio era solo la sua mancanza di forza.

Di nuovo. Forse dovrei lasciarmi uccidere, ma che dico forse: io devo lasciarmi uccidere. Tutto questo è colpa mia, della mia debolezza, della mia stupidità e di quegli stupidi sentimenti che mi legano alle persone. Perchè ogni volta che sento quel calore, la fonte della mia felicità muore? Sono io che li uccido? La loro morte è colpa mia. Ma non posso permettergli di morire. Non per me. Lui non dovrà morire, non dovrà sacrificare la sua vita per me, ha già rischiato una volta. Deve vivere, perchè se muore ucciderà i suoi amici, la sua famiglia e anche...
Me.
Rukia strinse i pugni, chiuse gli occhi, tremò e si alzò barcollante, insicura.
-Idiota...
La sua voce era un sussurro ma bastò a rompere il silenzio assordante di quel momento.
Un paio di occhi la guardarono a metà tra il divertito e il sorpreso. Un altro paio invece, che lei conosceva bene, erano chiusi, troppo deboli e pieni di vergogna per mostrarli.
Ichigo era orglioso anche nel momento della morte.
-Idiota...-ripetè alzando piano la il tono di voce- Tu non morirai quì. Non morirai per me. Sei troppo importante per troppe persone per morire quì per me come un idiota! Se tu dovessi...-Rukia prese un respiro, smise di tremare e si impose di alzare la testa e di urlare come poteva, con tutta la forza della sua voce, del suo cuore e della sua anima- Se tu dovessi morire io... non te lo perdonerei mai!
Vide gli occhi di Ichigo spalancarsi: due fessure scure folgorate dallo stupore.
Subito la shinigami tornò a guardare il terreno prima di sussurrare:
-Non mi perdonerei mai...
Lo aveva colpito, di nuovo. Lei lo faceva sempre.
Le sue parole, il suo modo di dirgli le cose, lo spingevano sempre a fare meglio, a non smettere di combattere.
Sapeva che ora gli occhi di lei brillavano, bagnati da accenni di lacrime che però sarebbero rimaste lì.
Rukia non avrebbe pianto.
La conosceva così come lei conosceva lui. E si odiavano, odiavano il fatto che l'altro credesse sempre di non essere abbastanza forte, si ostinasse a non capire quanto la sua esistenza era necessaria, quanto quel peso che ognuno di loro portava sulle spalle se lo potevano dividere.
E odiavano sè stessi per le stesse ragioni.
Eppure nessuno, se non l' altro, riusciva a dargli quella forza che cercavano, che forse nasceva prorpio dal calore che l'uno donava all' altro.
Ma naturalmente nessuno dei due lo sapeva o forse lo sapevano, ma non lo avrebbero mai ammesso neppure a loro stessi.
Nonostante tutto, però, bastarono quelle frasi, così dirette, così brutali come uno schiaffo in piena faccia per dare la forza a Ichigo di stringere ancora la sua lama.
La risata del suo nemico era incontrollata, isterica, sadica mentre guardava il ragazzo dai capelli arancioni che si rialzava piano e caricava il prossimo colpo.
Ichigo finì il suo avversario in un solo colpo.
Tornò il silenzio.
Erano rimasti in due sul campo di battaglia, entrambi stremati, entrambi confusi, deboli ma anche... felici.
Perchè per una volta avevano sentito quel calore insieme e si erano ricambiati.
E anche se ora c' erano diversi metri a separarli, non erano mai stati tanto vicini.
E' incredibile come per sentirsi vicini, dovevano sempre avvicinarsi anche alla morte...
Perchè solo la morte riesce a spronarli: salvare l'altro è sempre stato il loro compito; lo sapevano perfettamente.
Ma ciò che non volevano ammettere era quel dannato bisogno, quella stupida necessità non solo di salvare, ma di essere salvati.



Prima di svenire per la stanchezza, Ichigo sorrideva...
-Se tu dovessi morire... io non te lo perdonerei mai! Non me lo perdonerei mai...
Stupida... Siamo così stupidi... Eppure siamo ancora quì, entrambi e insieme e ci sarà un motivo....





Questa poi da dove l'ho tirata fuori??
Bah, io caccio IchiRuki da ogni quaderno, eppure mi itrovo sempre a postare le più penose...
Chissà perchè...
Bah, comunque ho usato un modo di scrivere un po' diverso dal mio solito:
frasi corte e molte pause e il discorso di Rukia presenta tre concetti chiave: Idiota, morire quì e per me.
L'ho fatto perchè credo che in questa storia (essendo una battaglia) non si possono avere pensieri molto coerenti;
insomma tutto è istintivo, i nervi a fior di pelle, non è che si capisca molto quando tu mezza morta vedi il tuo amico (amore della tua vita NdM) che sta per essere infilzato come uno spiedino! xD
Vabbè basta, mi sono scocciata di scrivere xD E come al solito concludo con un nulla di fatto! Yeah! <.<

  
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