Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: LetyJR    24/03/2010    2 recensioni
"Con le tue colonie la storia si è bene o male ripetuta sempre uguale ogni volta: individuata una colonia la tieni d'occhio, la invadi, la conquisti e la sfrutti per poi infine liberartene. [...] Cosa è cambiato, questa volta?!"
"[...] per una volta, anziché conquistare sono stato scelto. [...] voglio fare di lui un grande paese. Una volta tanto voglio creare, anziché distruggere [...]"
[Young America/Inghilterra]
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
i consigli di un pirla
Note&credits:

Questa one-shot, ambientata in un momento imprecisato durante l'infanzia di Alfred, nasce da un 'plot bunny' affidatomi da Mistral mesi fa XD

("prendi Alfred, Arthur e quella canzone... e vedi cosa esce")
Alfred e Arthur sono di esclusiva proprietà di Hidekaz Himaruya
Il 'monologo' di Arthur è liberamente ispirato dalla graphic novel "The battle for America", da "Axis Powers: Hetalia vol. 2", sempre di Hidekaz Himaruya
La Regina delle Fate... beh, da brava fata qual è, di padroni/proprietari non ne ha ^^
La canzone "I Consigli di un Pirla", titolo, punto di partenza e parte integrante di questa song-fic, è di esclusiva proprietà degli Articolo 31.


Dedicata a Mistral e a Yvaine,
senza le quali questa fic sarebbe l'ennesimo esperimento lasciato nel dimenticatoio ^_^''


*Big Bro advices*


E' ormai sera, e ho appena fatto il giro della casa per spegnere tutte le luci. Il piccolo Alfred si è finalmente addormentato, dopo un'intera giornata passata a giocare all'aria aperta, e finalmente posso permettermi di rilassarmi un po'. Sono a pezzi, damn. Non pensavo che badare a un bambino fosse così difficile e faticoso! Certo, è un «lavoro» che dà le sue soddisfazioni: Alfred è un bambino sano e felice, e ogni giorno che passa lo vedo crescere un po' di più... o almeno credo.
Sospiro, aprendo l'armadietto della credenza in cucina per cercare un nuovo barattolo di tea, ma dopo aver riflettuto un attimo mi fermo e richiudo l'antina. Niente tea, per questa sera. Ho le braccia e le gambe indolenzite, dopo averlo rincorso tutto il giorno, e a questo punto per addormentarmi mi serve qualcosa di più forte della mia adorata bevanda.

Cerco nel barattolo sul ripiano più in alto la chiave della cassapanca dove tengo i liquori. Litigo un po' con la serratura, leggermente arrugginita... non sono abituato a bere molto, di solito non esagero mai con l'alcool, quindi è raro che quella cassapanca venga anche solo sfiorata. Riesco comunque ad aprirla, e con la bottiglia di Whisky sottobraccio lascio la cucina per il caldo e confortevole abbraccio del mio salotto.
Il fuoco scoppietta allegro, invitandomi a sedere sulla mia poltrona preferita. La bottiglia finisce sul tavolino lì accanto, un bicchiere e un ditale da cucito a farle compagnia. Riempio entrambi e prendo un piccolo sorso di liquido ambrato. Il liquore mi brucia la gola, mentre mi perdo nei giochi delle fiamme che si rincorrono nel focolare, le palpebre che per un attimo sembrano volersi chiudere.
Sospiro di nuovo.

"Allora, si può sapere cos'hai da sospirare così tanto, Iggy?"
"Niente, sono semplicemente stanco..."
"Eh, questo lo vedo. A volte mi chiedo come fai, a gestire il tuo grande impero e al contempo crescere quel bambino!"

Mi volto lentamente verso il tavolino, la testa già pesante. La Regina delle Fate è seduta su un cuscinetto portaspilli di vellutino rosso, tutta intenta a riempire una minuscola tazzina immergendola nel ditale colmo. Mi gratto la testa, soppesando le sue parole. Non è una domanda difficile, damn, eppure... devo ammettere di non essermi mai posto il problema.
Cerco di prendere tempo, ma l'alcool sta già facendo effetto e l'intero set di risposte serie, logiche, ed educate che ho pronto per le situazioni di emergenza sembra essere sparito nel nulla. Riesco solo a sbuffare, agitandomi nervosamente sulla poltrona, mentre gli occhi della Regina mi inchiodano a lei come piccole punte di spillo.
Oh, al diavolo le formalità!
Bevo un altro po' di Whisky, puntando un gomito sul bracciolo e appoggiandomici con il mento.

"Mh... non è facile, no. Ma anche tu hai un regno da mantenere, o sbaglio? Certo, probabilmente per voi Fate la vita è leggermente più semplice, di nemici ne avete pochi, e avete tanti alleati... Però è sempre un lavoro a tempo pieno, eh?"  

Cerco di prendere tempo, sperando che cambi argomento. Non voglio parlare del mio rapporto con il bimbo dagli occhi blu che dorme al piano di sopra. Non voglio nemmeno pensarci. God, il minimo accenno mi fa porre migliaia di domande alle quali non so dare una risposta, quindi meglio evitare, no?

"Quello sì... però io lo faccio per un motivo ben preciso: amo le mie compagne fate, e loro amano me. Il mio regno continua in eterno perchè abbiamo bisogno di regole per vivere in pace e serenità, aiutandoci le une con le altre, condividendo tutto in amicizia, che si tratti di gioie o di dolori. Tu, invece? Con le tue colonie la storia si è bene o male ripetuta sempre uguale ogni volta: individuata una colonia la tieni d'occhio, la invadi, la conquisti e la sfrutti per poi infine liberartene. Non ho mai approvato, lo sai... Mi rendo conto però che nel vostro mondo la sopravvivenza è legata anche alla grandezza del proprio Paese, quindi il tuo modo di vivere è inevitabilmente questo, non hai alternative. Eppure non capisco... Cosa è cambiato, questa volta?!"

Ancora un po' e mi sbilancio in avanti, rischiando di cadere dalla poltrona. A quanto pare quelle domande dovrò pormele, prima o poi, e la cara Regina ha evidentemente deciso che quel «prima o poi» debba assolutamente equivalere a «ora».
Ci conosciamo da una vita, svolazzava sicura già nei miei primi ricordi, eppure non so dire se questa domanda sia solo frutto della sua inesauribile curiosità o se sia figlia del rapporto di affetto che ci lega.
Scuoto la testa, vuotando d'un colpo il bicchiere e subito riempiendolo di nuovo.
Il liquore ambrato dondola lievemente nel vetro, ricordandomi i vasti prati di erba secca mossa dal vento dove ho incontrato per la prima volta il piccolo Alfred.

"Vedi, il giorno in cui sono riuscito a sbattere Francis fuori dal nuovo territorio sono come diventato il fratello maggiore di quel bambino. Ho provato una felicità immensa, forse perchè per una volta anzichè conquistare sono stato scelto. Mi ha scelto lui come suo fratello, ha scelto lui di seguire me piuttosto che quell'idiota di un Francese! Ho visto completa fiducia nei suoi occhi blu come il mare, e in quel momento ho deciso e ho promesso a me stesso che me ne sarei preso cura. Lo sai bene, io di amici non ne ho. Ho degli alleati, certo, ma nulla li spinge a seguirmi se non i loro interessi. Ho delle colonie, sì, ma mi amano solo perchè le ho conquistate, solo perchè hanno paura a comportarsi diversamente. Lui invece... Anche se fossi stato una Nazione piccola e poco importante mi avrebbe accettato comunque, mi avrebbe scelto comunque come suo fratello. E io ho scelto lui: ha delle grandi potenzialità, un'immensa determinazione. Voglio lavorare sodo per crescerlo al meglio, per tenerlo al sicuro. Passeremo dei momenti difficili, lo so già, ma ci supporteremo a vicenda fino al giorno in cui io cesserò di esistere e lui, mio erede, camminerà da solo portando in tutto il mondo la gloria anglosassone!"

Dopo aver terminato con foga il mio monologo bevo alla goccia tutto il resto del Whisky e sbatto il bicchiere sul tavolino. Giro lentamente la testa verso la Regina, che mi osserva decisamente sconcertata.

"Ehm... qualcosa non va?" le chiedo.

Quanto odio l'alcool, damn. Finisce sempre per farmi dire cose poco convenienti, cose che dovrebbero restare chiuse nella mia testa bacata. Cose che è meglio non si sappiano in giro. Arrossisco fino alla punta delle orecchie: sarà il caldo del fuoco, sarà l'effetto dell'alcool, sarà la vergogna... Sono un gentleman inglese, accidenti, e i gentleman inglesi dovrebbero essere calmi e compassati!!
Cerco una scusa convincente per questa mia perdita di controllo, ma la Regina delle Fate mi interrompe proprio mentre sto per aprire nuovamente bocca.

"Devo dire che sono piacevolmente stupita, Arthur. La tua vita piena di guerre e conquiste non è ancora riuscita a far rinsecchire del tutto il tuo cuore. Spero però tu ti renda conto che quest idea dell'erede è piuttosto balzana, eh... Va bene crescerlo e donargli tutte le tue terre, ma non scommetterei sul fatto che resti per sempre fedele ai tuoi stessi ideali. Lui non è te, ha una testa tutta sua che un giorno imparerà ad usare, e non è detto che non finisca per esserti addirittura nemico."

Chino la testa alle parole della mia magica ospite. Ha ragione, lo so benissimo, ma tuttavia non mi sembra una ragione sufficiente per rinunciare.

"E' vero. Ciononostante voglio fare di lui un grande paese. Una volta tanto voglio creare, anzichè distruggere, capisci? Forse il futuro andrà come spero, o più realisticamente andrà come prevedi tu. Amico o nemico, la voce della ragione mi ricorda che difficilmente resterà al mio fianco fino alla fine. Certo, quel giorno lotterò perchè rimanga al mio fianco... sarà una battaglia persa in partenza, ma per lo meno ne uscirà più forte e autosufficiente. Comunque andrà sarò fiero di quello che ho fatto e di quello che diventerà. Anche se ne soffrirò, e conoscendomi sarò il primo a negarlo."

"Spero che quel bambino un giorno capisca il perchè delle tue azioni, Arthur. Lo spero davvero..."  

Un rumore improvviso mi fa voltare verso il corridoio, dove iniziano le scale per il piano di sopra. Nel silenzio della casa sento chiaramente i tenui lamenti del piccolo Alfred, di sicuro imbrigliato in uno dei suoi soliti incubi.
Dio solo sa quanto possano essere stati difficili i suoi primi anni di vita, solo e sperduto nelle grandi vallate americane, sempre all'erta per sopravvivere alle intemperie... ancora adesso fatica ad addormentarsi, e anche dopo una giornata intensa è difficile che riesca a concedersi un riposante sonno senza sogni.

"Meglio se vado a vedere cosa sta succedendo..." inizio, alzandomi dalla poltrona. Ma parlo al vuoto: della Regina delle Fate non c'è più nemmeno l'ombra, e anche portaspilli e ditale sono tornati al loro posto sulla mensola del camino. Mi strofino lentamente gli occhi. Non capisco se mi sono sognato tutto o meno... non si può mai sapere, con fate, unicorni e affini, ma sinceramente non mi importa. Alzo le spalle e mi dirigo verso la stanzetta di Alfred.

Lo trovo seduto sul letto, avvolto nelle coperte come un bruco, grossi lacrimoni che scendono dai suoi occhi assonnati.

"Ehi, piccoletto, che succede? Hai fatto un incubo?" gli sussurro, sedendomi sulla sedia vicino al letto e prendendolo in braccio.
Annuisce, prima di nascondere il viso sulla mia spalla e buttarmi le braccia al collo.
"Non ti preoccupare, sei al sicuro adesso. Ci sono io qui con te..."

Inizio a cullarlo, un po' goffamente perchè non sono tanto pratico e in più lui è già cresciuto un bel po' da quando l'ho raccolto, ma non sembra farci particolarmente caso. Richiude gli occhi, aggrappandosi con le manine alla mia camicia e rilassandosi piano piano, già dimentico del brutto sogno appena fatto, e io mi ritrovo mio malgrado a fare una cosa che non avrei mai immaginato di fare prima di conoscere questo strano bambino.
In fondo, da quando in qua i grandi conquistatori cantano per far addormentare le loro colonie? Si sapesse in giro... Francis mi prenderebbe per i fondelli in eterno, e tutti gli altri paesi perderebbero il rispetto che mi sono faticosamente guadagnato!
Tengo quindi la voce bassa, quasi un sussurro, mentre riverso in musica tutti i consigli che potranno servirgli per costruire il suo futuro.  

Ho tanti pregi quanti difetti
Mi mancheranno le virtù
Ma un fratello maggiore
Non ha sempre ragione
Solo qualche anno in più
E so darti il tormento su tutto
È chiaro dovrei finirla

Lo so, piccolino, a volte sono proprio insopportabile. Ma tutto quello che faccio o dico lo faccio per te. Perchè ti voglio bene.

Ma per tua disgrazia non ho figli
E da lasciarti ho i consigli di un pirla

E' che sei l'unico che posso e voglio considerare come «famiglia», in questo momento. E tutto ciò che ho sarà tuo, un giorno. Tutte le mie conoscenze saranno tue. Ma perchè ciò si avveri dovrai crescere, lottare, e dimostrare al mondo quanto vali.
Proprio come ho fatto io.

Se ti dicono di alzarti tu siedi
E quando siedono tu alzati in piedi
Non aver fede solo in quello che vedi
Insegui i sogni fino a quando li credi veri

Quindi ribellati a chi vorrà decidere di te e per te, impara a usare la testa. Credi nei tuoi sogni e non rinunciare a realizzarli, anche se tutti ti faranno notare che non hai nulla di solido su cui fare affidamento. Non sempre è indispensabile avere i mezzi, per ottenere quel che si vuole. Molte volte bastano anche solo testa, cuore e determinazione.

Ed a un certo punto saranno tutti amici tuoi
Diranno di amarti per quello che sei
Vorranno solo privarti di un pezzo di quello che hai

Il giorno che si accorgeranno di quanto vali non guardarli con distacco, e vedrai che per magia loro diventeranno tuoi amici. Tale è la potenza di chi è sicuro di se stesso! E allora vivili, relazionati con loro per quello che sono, raccogliendo i frutti della vostra collaborazione, ma ricordati di non fidarti mai completamente. In questo mondo nessuno fa niente per niente, potrebbero tradirti quando meno te lo aspetti.
 
Ma, ci sarà sempre la mamma
Che ha gli occhi più giovani di noi
Con lei sono giorni preziosi
Stalle vicino più tempo che puoi

Cerca di avere dei solidi principi sui quali puoi fare affidamento in caso di bisogno. Saranno la tua luce, il tuo faro nei momenti bui. Come la Nostra amata Regina, che ci sostiene e incoraggia come una madre amorevole! Ogni tanto è bello prendersi una pausa dalle guerre per riposarsi sotto la sua ala protettrice... ricorda che, se le cose andranno meno bene di quanto ti aspetti, potrai sempre tornare a casa. La porta rimarrà sempre aperta, per te.

Non importa se modelle o commesse
Certe donne si faranno gioco di te
Trattale tutte da principesse e sarai un re

Tratta tutti con equità, siano essi uomini o donne, ricchi o poveri, stupidi o intelligenti, sinceri o furbi. Solo se eserciterai la giustizia sarai un re amato da tutti. Non fare il mio stesso sbaglio, un regno fondato sul terrore non è un buon regno. Hai molto da imparare, dai miei errori, sai?

Hai la mia determinazione a compiere ogni errore
Prima di imparare
Solo
A volte non vale
Il prezzo da pagare
E come quando giocavi in cortile
È mio dovere evitare che tu ti faccia del male
O almeno tentare

E io sarò sempre al tuo fianco, fino a quel giorno, pronto a correggerti e a correre in tuo aiuto. Proprio come stamattina, quando cercavi di arrampicarti su quell'albero... ti ho sgridato, è vero, ma non voglio che tu ti faccia male, capisci? E' vero, devi fare le tue esperienze, devi imparare a camminare con le tue gambe... L'ho fatto anch'io, quando ero piccolo. Però io non avevo un fratello maggiore che mi stesse accanto. Tu sì, e io mi ritrovo quasi obbligato a seguirti passo passo. Non posso farne a meno.

Farai di testa tua
Seguirai la tua idea
Fatti un bel giro di boa
Anche se c'è la bandiera dell’alta marea
È un vizio di famiglia
Come questi consigli di un pirla

Voglio seguirti passo passo, fino al giorno in cui camminerai con le tue gambe e ragionerai con la tua testa. Allora te ne andrai, lo so, e affronterai da solo la vita con le sue sfide e i suoi pericoli. Lascerai il nido e volerai con coraggio verso il tuo futuro, proprio come me e tutti i miei predecessori.  

A un certo punto finita la festa
Vedrai tutti andar via
Ti accorgerai che quel poco che resta ti basta
Ed ecco, quella sarà casa tua

Vivrai il tuo tempo e costruirai la tua esistenza un mattone dopo l'altro. Ti circonderai di amici e alleati, ma maturerai abbastanza per renderti conto di stare bene con te stesso anche quando loro se ne andranno. E allora sarai veramente felice, orgoglioso e consapevole di te stesso.

T’insulteranno a gran voce
E tu ridi
Ti chiuderanno la bocca
E tu scrivi
Se ti picchieranno e ti imporranno divieti
Tu fatti beffa dei tuoi padroni
E canta i loro segreti

Sarai così capace di affrontare ogni difficoltà, credendo in te e nelle tue capacità. Nessuno riuscirà a schiacciarti. Sarai tu a schiacciare loro.

Sospiro di nuovo, spostandogli un ciocca di capelli dalla fronte, prima di rimetterlo a letto. Dorme tranquillo, adesso, un lieve sorriso sulle labbra. Gli rimbocco le coperte, prima di uscire dalla sua stanza chiudendomi la porta alle spalle.

Diventerai una grande potenza a livello mondiale, me lo sento.
E anche se non lo dimostrerò con i fatti, perchè dopotutto un gentleman inglese deve mostrarsi sempre distaccato, superiore;
e anche se non lo dimostrerò con le parole, perchè so già che seppur involontariamente invidierò il modo in cui il mondo intero ti amerà...
...io sarò fiero di te, America.
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: LetyJR