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Autore: Inucchan    25/03/2010    5 recensioni
Un filo di luce ed il mio riflesso.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Claire de lune

 

 

 

 

S

pento. Volteggia stanco lo sguardo nella stanza, e trema, vibra all'interno dell'occhio e si ferma. Un ansimo. Impalpabile, che si scuce tra le labbra semichiuse. Vuoto. Distinguibile nel petto che s'alza e s'abbassa con l'intensità del riverbero del respiro. Sale e scende, sale e scende, sale e scende, sale e scende.

Il palmo aperto si stacca dal petto, sollevandosi nell'etere immobile, a tentar di catturare il respiro stesso tra le falangi ora. E' ciò che voglio, è ciò che voglio, è ciò che voglio.

Oro, che si fonde alla volta della notte, unendovisi come devoto servo, in un complice e fermo contatto. Tu ed io, innegabilmente padroni di quest'attimo.

La stanza vuota e piena allo stesso tempo, pare distendersi oltre un punto focale ben definito ora, tracciando linee immaginarie attraverso la reale composizione delle quattro mura, divenendo impalpabile, raggiungendo l'esterno, per migrare altrove, dopo la finestra, al di fuori del mondo che non si ferma.

Pieno, vuoto, dentro, fuori, oro, nero, respiro e morte all'unisono.

Piego il collo quel tanto che basta per scorgere il segnale intermittente della sveglia, quattro e trenta, quattro e trenta, quattro e trenta. Non smette, follemente, d'indicare la stessa ora ai miei occhi da più di venti secondi; ed il tempo non scorre, s'avviluppa, s'accartoccia, si libra col respiro sino ad amalgamarsi completamente. L'istante diviene ora, ed il tempo si ferma ancora, come l'attimo precedente, e quello ancora prima. Quant'è lunga l'attesa?

Piego la gamba, muovo il braccio, frego le nocche sul cuscino, trattengo il fiato, mi concentro sui suoni, mi alzo e mi stendo. Eppure il tempo non passa.

Notte buia, quella d'ora, che si piega su di me coi suoi riflessi inargentati, diramandoli sul petto come rami spogli di qualche albero in gracili ombre.

Agitazione e attesa, calma e noia, caldo e freddo, fragilità ed onnipotenza.

Specchio specchio delle mie brame, se il mio riflesso esistesse, mi daresti risposta? Sono semplici metà di una maschera quelle che porto disegnate sul volto mattina, giorno e sera. Riconosceresti l'immagine giusta tra le mille che si rimescolano dinanzi a questo volto? E dimmi ancora specchio, quando riuscirò a scorgere la mia tra mille dubbi?

Disteso, mi alzo, cammino, mi fermo, m'adagio dinanzi alla figura che vedo. Il riflesso della mia faccia su di un vetro lucido. Il respiro si contorce tra i polmoni, raggiunge la superficie liscia dell'ovale e vi lascia una forma indecifrabile. Cancella l'altra metà del mio volto.

Ora siamo solo io e te, o mio riflesso, ad evocare i bei ricordi! Alzo il braccio, stendo il braccio, piego il braccio, calmo il braccio dal tremore. La mia mano si posa sulla guancia oscurata dall'alito che ancora macchia lo specchio. Quando la condensa svanisce rimango ancora col volto a metà. Non mi piace vedermi per intero, non mi piace osservare ciò di cui non ho la certezza. La mia anima è macchiata, così lo dev'essere anche l'immagine che vedo riflessa.

Freddo, freddo, freddo. Gelo!

Un brivido sul braccio, che mi costringe a spostare l'attenzione verso la finestra aperta. Il chiaro di luna. Chiudo gli occhi, riportando l'attenzione sullo specchio. Quando un'innocente filo di luce filtra eccessivo, quando l'anima della stanza si spoglia dei suoi scuri veli, comincio ad alzare l'altro braccio.

Battito cardiaco che s'espande, oro che diviene nero, forze che vengon meno.

Caldo, caldo, caldo. Fuoco!

Alzo l'altro braccio, stendo l'altro braccio, piego l'altro braccio, calmo di nuovo il braccio dal tremore. Ora è la mano opposta a coprire l'altra metà della mia faccia, perché ciò che di me ora vedo è l'altra parte di me.

Prima demone, ora uomo. Quand'è che di me stesso, riuscirò dunque a scorgere il vero riflesso, specchio? Basta ancora un chiaro di luna, per dividermi ancora e ancora a metà.

 

Chiudo gli occhi, abbasso entrambe le mani, non c'è più alcun riflesso ora.

  
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