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Autore: Lotiel    29/03/2010    3 recensioni
Quando due opposti si scontrano è difficile che ne esca un vincitore. Poi quando i due oppositori sono Claire Redfield e Albert Wesker, allora le cose cambiano.
REVISIONATO IL PROLOGO
Genere: Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Claire Redfield, Sherry Birkin
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Prologo






Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà della Capcom che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Resident Evil, appartengono solo a me.


PROLOGO

-Claire...
La voce alterata dalla mutazione rendeva il tutto troppo macabro.
-...io ti...
Claire guardava Steve con occhi pieni di lacrime, non riusciva a credere che anche lui fosse stato contagiato. Non riusciva a credere che quel ragazzo che aveva aiutato in Sud America, stava morendo.
-...amo.
Claire rimase per qualche istante bloccata da quelle ultime parole che uscivano come un rantolo mostruoso dalle labbra che aveva visto sorridere. Il virus di Alexia aveva portato via anche lui ed ora lo guardava morire.
Steve esalò l’ultimo respiro. La giovane donna continuava a guardarlo, senza riuscire a distogliere gli occhi che adesso, dopo tutto ciò che aveva sentito, ricacciavano le lacrime. Troppe per essere contenute. Cadde in ginocchio e gli occhi offuscati guardavano il corpo mutato del ragazzo.
Gridò con quanto fiato aveva in gola e sobbarcò per qualche istante i colpi sulla porta di qualcuno.
Claire sgranò gli occhi, dalla paura forse di vedere qualcosa che l’avrebbe segnata ancora una volta.
Poi il viso del fratello, attraverso la finestrella della porta, le portò un’insperata salvezza.
Si alzò di scatto e si fiondò verso l’unica via di fuga.
-Chris.
Dalle labbra della donna uscì un suono fioco, quasi impercettibile, lui non riusciva neanché a sentirla. Era rinchiusa in una camera per evitare la fuoriuscita di bio-armi, ciò che era successo a Steve.
Claire vide che Chris tentava inutilmente di aprire quella porta e per qualche istante anche lei aveva provato di aprirla, senza successo.
All’improvviso ricordò. Le mani iniziarono a frugare nelle tasche del suo giacchetto rosa preferito. Una mano andò ad infilarsi nella tasca interna e ne estrasse, con un piccolo sorriso sulle labbra, dei documenti accuratamente conservati.
-Chris.
Lei iniziò a battere sulla porta per cercare di catturare l’attenzione del fratello. Glielo si  leggeva in viso che era preoccupato per lei e lei riusciva solo a farlo stare in pena. Sembrava, però, che a volte Claire non lo facesse per dispetto, ma che sentiva quel bisogno impellente di ricercare la verità ad ogni costo, odiando a volte che gli altri la tenessero all’oscuro di tutto.
Eppure aveva vissuto come loro gli orrori di Racoon City. Aveva ucciso anche lei. Aveva lottato ed era riuscita a salvarsi.
Avuta l’attenzione da parte di Chris e sapendo bene che non riusciva a sentirla, cercò in tutti i modi di fargli capire che quei documenti servivano per liberarla. Erano i codici dell’intero stabile dov’erano intrappolati.
Claire riuscì a passare i documenti da un dispositivo che funzionava tipo finestrella. Infatti qualcosa si aprì e lei infilò tutto all’interno di questo scomparto. Chris ricevette solo pochi istanti dopo i codici e cercò di rassicurare Claire che l’avrebbe tolta fuori da quella stanza.
Claire annuì, era sicura che il fratello avrebbe fatto di tutto. In lui aveva sempre una cieca fiducia, infatti non la deludeva mai.
Gli occhi di Claire si spostarono nuovamente verso il corpo mutato di Steve. Nuovamente il pensiero di non essere riuscita a fare nulla per lui, prese il sopravvento. Si accasciò a terra, per il momento non poteva fare più niente.
Nella stanza non c’era praticamente nulla, l’aveva controllata prima che comparisse Steve e adesso sentiva solo il proprio respiro misto alla solitudine e al sangue.
Passarono solo pochi minuti quando la porta fece uno scatto secco. Alzò il capo e si rialzò frettolosamente. Sapeva che dietro quella porta c’era la salvezza, anche se al momento sembrava una semplice illusione dettata dalla sopravvivenza.
Sul riquadro della porta comparve infine la sagoma di Chris. Corse incontro il fratello, abbracciandolo e per qualche minuto sfogandosi con un pianto liberatorio.
-Claire, dobbiamo andare.
La donna prese un profondo respiro e afferrò la pistola che Chris le stava porgendo. Annuì debolmente, lasciando un ultimo sguardo alla sagoma del corpo di Steve.
-Addio.
Corsero a perdifiato, risalendo le scale che erano rimaste intatte dopo il crollo che avevano subito quelle adiacenti. Le gambe erano stanche, ma continuavano a muoversi senza tregua. Dovevano assolutamente riuscire a raggiungere il sistema di autodistruzione di quel luogo, dovevano distruggere tutto ciò che quello stabile rappresentava. Un nuovo inferno.
Claire aveva il fiatone ma seguiva Chris senza perdere la fiducia che, ancora una volta, l’avrebbe salvata. Dopotutto era stato quasi sempre lui a volerla proteggere a tutti i costi e lei gliene era stata sempre grata.
Tutto procedeva tranquillo, forse troppo. Raggiunsero in poco tempo il sistema che avrebbe segnato la fine di quel posto. Claire si guardò intorno, era l’aria a non piacerle e mise una mano sulla spalla di Chris.
Il respiro pesante, la penombra che rendeva difficile la vista. Si guardavano intorno mentre Claire stringeva più forte la pistola, tenendo bassa la guardia, ma le orecchie tese ad ogni singolo rumore.
-Presto, Chris.
Disse al fratello, intento a iniziare la procedura di autodistruzione. I muscoli erano tesi, gli sguardi attenti ad ogni movimento.
Non ci fu il momento di dire più nient’altro. Una nuova creazione scese dal soffitto portandosi a pochi metri da Claire che fu pronta a sollevare la pistola. Ma i colpi che vennero sparati partirono da dietro di lei, Chris aveva dato già qualche colpo.
-Claire, scappa. Ci penso io.
-Ma...
-Non discutere, vai verso l’hangar.
Claire abbandonò con malavoglia la sua postazione, lasciando un’Alexia Ashford trasformata nuovamente a combattere contro sul fratello.
-Aspettami lì.
La ragazza fece un cenno di assenso e corse a perdifiato verso l’hangar dove dovevano trovarsi i velivoli militari. Cercava di non pensare a suo fratello che doveva fronteggiare quel mostro, ma se lui le aveva detto di aspettarlo lì allora sapeva che sarebbe ritornato o almeno era quello che voleva che la sua mente le facesse credere.
Quando fu dentro, Claire si guardò intorno. C’era un silenzio troppo pressante e il suo cuore aveva il battito accelerato per la corsa. Una mano premeva sul petto e lo sguardo cercava di mettere a fuoco ogni angolo in penombra.
Sembrava tutto a posto, tutto regolare, ma qualcosa stranamente non quadrava. Claire si avvicinò lentamente ad uno dei velivoli ed improvvisamente sentì un suono sordo, di scarpe che battevano sull’asfalto dell’hangar.
Claire si sentì nervosa, come se captasse quella presenza come la più pericolosa che potesse esistere. La ragazza inumidì le labbra con la lingua sentendole improvvisamente secche. Il cuore accelerò i suoi battiti nuovamente e questa volta non era stata la corsa.
-Claire Redfield!
Quella voce, l’avrebbe riconosciuta tra tante. Inconfondibile quel tono derisorio e di superiorità. La figura possente dell’uomo mutato in bestia, ma che conservava ancora il bell’aspetto di quando era umano.
Claire si voltò velocemente alle sue spalle, dove Albert Wesker fece il suo ingresso. Strinse la pistola nella mano destra e gliela punto contro.
-Wesker!
Il tono era sprezzante e l’odio trapelava da ogni lettera pronunciata. Teneva d’occhio l’uomo che, al momento, non accennava ad alcun movimento. Era come lo ricordava. Capelli tirati tutti verso dietro, occhiali scuri a nascondere il disumano che viveva in lui e gli anfibi con cui quella volta l’aveva schiacciata al suolo. Era solo cambiato lo scenario, altrimenti era tutto uguale.
Come un incubo che ritornava.
Claire cercava di non esprimere la paura che l’opprimeva. Sapeva che non aveva speranze con Wesker, ma tentava inutilmente di tenerlo sotto tiro.
-Ti consiglio di non muoverti!
Albert Wesker la osservo per qualche istante, senza rispondere, poi irruppe con una risata che sembrava quella di un demone. Infatti si mosse troppo velocemente per la ragazza, che se lo ritrovò proprio dietro le spalle avendo sparato inutilmente ben tre colpi.
Con un gesto rapito, Wesker le fece cadere la pistola torcendole il polso e strappandole un gemito. Con un gesto fulmineo la scaraventò contro il muro con un rumore sordo.
Claire si rialzò completamente intontita e teneva la spalla destra, sicuramente lussata.
-Che strano! Finisci sempre contro qualcosa.
- Va a farti fottere, Wesker!
L’uomo digrignò i denti sadicamente per poi procedere a lunghi passi verso Claire, sempre con quel sorriso stampato sulle labbra.
-Vuoi essere tu la prima?
La prese per il collo e Claire, con la mano sinistra e sana, cercava invano di liberarsi. Il respiro infatti cominciava a mancarle e leggeri gemiti uscivano dalle sue labbra semiaperte.
Gli occhi di Claire, però, erano sempre puntati verso gli occhiali scuri dell’uomo, dove sapeva si nascondesse il demone che si era impossessato di lui.
Come per miracolo, Wesker lasciò la presa. Claire riprese a respirare ed annaspare l’aria che le era mancata. Dietro il biondino c’era Chris con l’arma puntata contro di lui.
Wesker teneva la mano sulla spalla, colpo di una Magnum che gli aveva fatto molto male. Un altro colpo partì dalla Magnum che Redfiend impugnava e Wesker cadde in ginocchio.
-Muoviti, Claire!
La ragazza annuì e si diresse verso uno dei velivoli.
Chris tentò di immobilizzare Albert Wesker in modo che non gli desse più fastidio e con uno stratagemma ci riuscì. Poco dopo, con Claire, prese il volo fuori da quell’inferno.
L’unica cosa che Chris vide prima di andare via erano gli occhi rossi di Wesker che brillavano e un ghigno malevolo disegnato sul viso, ciò che vide anche Claire.
  

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Angolo dell'Autrice

Spendo poche parole per questo rimodernamento dell'impaginazione della storia e spero che piaccia. So che ancora non l'ho finita ma mi impegno fin da ora, dato che metà dell'epilogo è finito, di postarlo entro e non oltre una settimana da questa ripresa della storia. Grazie ancora per chi l'ha seguita e commentata.
Questa invece è la mia pagina FB dove scoprire curiosità e altro su personaggi da me inventati e sulle mie storie.

 
Lotiel Scrittrice - Come pioggia sulla neve

   
 
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