Pesce d’Aprile
Primo
aprile.
Pesce
d’aprile.
Primo
aprile.
L’inizio
di un nuovo anno scolastico per tutto il Giappone.
E come
resistere alla tentazione di unire il dovere al piacere?
L’aula
magna della scuola superiore Jimbo era piena di
ragazzi che schiamazzavano,in attesa di ricevere la
piccola brochure che avrebbe segnato il resto del loro anno;nel deplian c’erano infatti scritte le nuove classi che si
erano formate,dividendo gli amici di sempre e unendo coloro che si evitavano
come la morte.
Un giorno
molto importante,dunque.
Un giorno
talmente importante che -come al solito -all’ appello
della sesta classe mancava un’alunna:Sana Kurata.
“Se Sana-chan non viene nel giro di un minuto giuro che…”incominciò
un esasperata Fuka Matsui alla sua amica Hisae-chan.
“…che le confesserò finalmente il mio amore segreto per lei e
ci sposeremo. Lo so” concluse per lei una sorridente ma affaticata Sana,che si era fatto tutto il tragitto da casa fino alla scuola
correndo. E mangiando la colazione. Ma
questi sono dettagli…
La sua
amica per tutta risposta sussultò,sorpresa quanto
spaventata dall’ apparizione improvvisa dell’ amica.
“Alle
abitudini di Sana-chan non ci si abitua
facilmente”pensò indulgente la biondina al suo fianco,conoscendo
la rossa da molto più tempo di lei.
“Sana-chan! Accidenti a te,mi
volevi far morire di infarto? Proprio oggi,il primo
giorno di scuola? E visto che siamo in argomento:alla
fine dell’anno scorso non mi avevi promesso che il prossimo anno-quest’ anno- saresti venuta puntuale almeno il primo giorno?” eruttò Fuka-chan,fuori di sé.
Sana al
contrario si fece piccola piccola vicino alla sua
amica,nel vano tentativo di difendersi dalla sua
furia.
“Ehm…pesce
d’aprile?”
“Ehi…Sana-chan è arrivata” mormorò Tsuyoshi-kun
all’ orecchio del suo biondo migliore amico.
Il ragazzo
per tutta risposta girò lo sguardo nella direzione del rumore,causato
da due persone che conosceva fin troppo bene:Sana Kurata
e Fuka Matsui.
Sul suo
viso comparì una piccola smorfia-che Tsuyoshi,da vero migliore amico interpretò come il suo personale
sorriso-e rispose pacato “Un po’ difficile non
accorgersene,visto lo starnazzare che fanno”.
Al suo
fianco si librò la risata squillante di Aya-chan ,divertita dal comportamento del ragazzo.
Non voleva
essersi sbagliata,ma aveva sentito più volte
borbottare tra sé e sé il suo compagno di classe qualcosa che somigliava
terribilmente a un “ma dove cavolo è quella stupida”. Tipico di Hayama,far finta che niente e
nessuno gli importi .
Per
fortuna,ad interrompere gli sguardi interrogativi che
gli lanciarono i due ragazzi vicino a lei-il suo
ragazzo e il migliore amico del suo ragazzo-ci fu un silenzio che azzittì tutta
la sala,segno che il preside era finalmente arrivato.
Più di
mille paia di occhi si fissarono a guardare il vecchietto
attempato che con molta agilità saliva le scale,mentre parlava sommessamente
con la vice-preside e alcuni professori.
Dopo aver
salutato tutti con la mano si pose davanti allo spartito,reggendo
un microfono in modo tale che anche gli ultimi studenti in fondo potessero
sentirlo chiaramente.
“Benvenuti
a tutti voi,miei cari studenti appena usciti dalle
elementari,e per tutti voi che già frequentavano questa scuola,bentornati.
Perciò,benvenuti e bentornati. So benissimo che molti
di voi fremono,per sapere con chi passeranno
il resto del loro anno. Quest’anno poi ho insistito particolarmente perché
fossi io a dirvi le classi. Orsù dunque,senza
esitazione…quando chiamerò il vostro nome salirete sul palco,in modo tale che
io vi dia la brochure. Iniziamo!
Saitou
Etsuya…Tanaka Dayu…”
“È
fatta-pensò il biondino sospirando leggermente-bisogna solo aspettare…”
Sana Kurata stentava a crederci, o più semplicemente non ci voleva credere. Si era svolto
tutto troppo in fretta,ai suoi occhi.
Il
depliant che veniva sfogliato ferocemente-quasi come
le mani avessero volontà proprie- mentre gli occhi si affrettavano a cercare il
proprio nome.
Sana Kurata.
Sana Kurata,Sana Kurata,Sana Kurata…
Eccolo! Ottava
sezione,dunque non era nella stessa sezione dell’ anno
scorso. Pensò con rammarico alla professoressa di italiano
che le aveva caldamente consigliato di seguire il suo corso di poesie,vista la
sua bravura.
“Vediamo
con chi sono capitata in classe,speriamo che io e Fuka-chan non siamo state divise…”
La rossa
iniziò a scrutare con occhi curiosi i nomi dei suoi nuovi compagni:alcuni li conosceva solo di vista,altre erano vecchie
amicizie…”.
La ragazzo
sbarrò gli occhi,quando arrivò alla lettera h.
Hayama
Akito.
Hayama
Akito.
HAYAMA
AKITO?
“Cosa? È uno scherzo?”
Fuka Matsui era un tipo vendicativo. Molto vendicativo. Ergo,doveva vendicarsi della sua migliore amica. Un piccolo
scherzo a inizio anno,giusto per iniziarlo come si
deve.
Si erano
ripromesse,pochi giorni della riapertura della
scuola,che si sarebbero messe vicine di banco,come era già successo l’anno
precedente.
“Già,l’anno precedente…”’pensò rannuvolandosi la ragazza. Non è
che fosse andata così bene,l’anno prima.
“Proprio
per questo quest’ anno deve cominciare bene. E uno scherzo è il modo più giusto,no?” si disse dentro di se la mora,riacquistando in poco il
sorriso.
Essendo
una delle prime persone ad essere arrivata in classe poté decidere con calma-e
strategia -il posto perfetto. Assolutamente non vicino alla
finestra-“troppe distrazioni,quest’ anno devo
studiare”-e non troppo vicino alla cattedra-“diligente si,troppo secchiona no. Fa male alla salute!”.
Dopo
qualche secondo di indecisione optò per la fila a
sinistra-che si appoggiava al muro-,terza fila. Assolutamente perfetta,per controllare tutta la classe.
E
adesso bisognava solo aspettare.
Nel giro
di cinque minuti la classe si riempì di voci,impazienti
di iniziare la lezione per conoscere i nuovi professori.
Matsui
salutò con calore i due ragazzi appena entrati -Hayama-kun
e Gomi-kun -ma si impose di
non andare a parlare direttamente con loro. Aspettava qualcuno. Qualcuno di essenziale per la riuscita del suo scherzo.
Eccola.
Sguardo
basso,vestito impeccabile…Aono
Daduji. Ragazza estremamente
simpatica quanto introversa. La conosceva di vista,ma
faceva proprio al caso suo.
“Daduji!” le urlò sventolando la mano,cercando
di attirare la sua attenzione.
La ragazza
cercò la persona che la stava chiamando da sotto la frangetta,che
le nascondeva quasi completamente gli occhi neri come la pece.
Quando
vide che era Fuka Matsui a
chiamarla le sorrise di rimando,e con passi veloci la
raggiunse.
“Dimmi,Matsui-chan.”
“Prima di
tutto per te sono Fuka-chan;secondo…Sana
mi ha chiesto se potevo dirti se volevi metterti vicino a lei,quest’anno. È
rimasta indietro a cambiarsi le scarpe,ma mi ha
chiesto di farle da tramite. Quest’anno ha intenzione di studiare veramente
e ha pensato a te come compagna perfetta. Che ne dici?”
La ragazza
imbarazzata arrossì completamente, riuscendo a stento ad annuire.
“Perfetto!-trillò
la bruna di risposta- Allora vi metterete,al primo
banco,ti va?”.
Senza
nemmeno attendere la risposta la condusse fino al primo banco,dove
la fece sedere.
“Sana sarà
così contenta,vedrai!” e,detto questo,si risedette al
suo posto,visto l’entrata del nuovo professore.
Accanto a
lei si sedette una ragazza con i capelli neri a caschetto
dall’ aria molto vispa,che si chiamava Misako.
Le sorrise socievole,pronta a fare una nuova conoscenza.
Nel
momento esatto in cui professore si sedette sulla sedia entrò una trafelata
Sana,con i capelli scarmigliati e la maglietta fuori
posto.
“Fan…scatentati….scusi…p-prof…” riuscì a dire solo la povera
ragazza,davanti ad una classe allibita- tranne per due
occhi color miele che la fissavano beffardi.
“Si sieda,signorina Kurata. Per oggi,che è il primo giorno- solo per oggi- chiuderò un
occhio riguardo il suo ritardo.”
La rossa sorrise riconoscente al nuovo professore e subito dopo si mise con gli
occhi alla ricerca della sua migliora amica.
E ciò
che vide non gli piacque affatto.
Sbatté le
palpebre più volte,incredula.
Nella
terza fila a sinistra della classe le stava sorridendo una soddisfatta Fuka,che con la mano le indicava
la ragazza accanto a lei-rubaposto-e…il
banco vuoto in prima fila accanto a Daduji.
Non che la
ragazza le stesse antipatica ma…insomma…era muta!
“Signorina
Kurata? Attendiamo solo lei…” disse il prof
spazientito,visto che Sana era rimasta immobilizzata
dallo shock. Come un’automa
la rossa si mise a sedere al primo banco,compiendo quei pochi passi come un
condannato sul patibolo.
Una volta
seduta si girò subito alla ricerca del volto della sua ex-migliore amica,mentre la rabbia cresceva dentro lei.
Il primo
banco,lei?
“Che-diavolo-significa?” sibilò velenosa all’indirizzo della
mora,che la guardava sghignazzando.
“Come si
dice…ah giusto! Pesce d’aprile,no?”
E
anche oggi era finita. Bene o male che fosse andata,il
primo fatidico giorno di scuola era passato. Akito Hayama si stiracchiò
mollemente,assaporando l’odore della primavera che
avanzava. C’era qualcosa,nella primavera,che non gli
dispiaceva. Anche perché la collegava sempre ad una certa pazza scatenata,con i capelli rossi raccolti in due code laterali che la
facevano troppo bambina per la sua età.
Sana Kurata.
L’unico
eterno rompicapo della sua vita che non era ancora riuscito
a risolvere. Avendo una mente prettamente matematica aveva più volta provata ad
analizzarla-proprio come si faceva con un problema- ma ne aveva
ricavato solo un pugno di mosche. Sana Kurata era
come l’aria,etera e inafferrabile.
Si diede
dello stupido per i pensieri assurdi che stava facendo:certi
discorsi andavano bene per tipi come Kurata,non per
lui!
Che poi,neanche a dirlo,erano finiti in classe insieme. Quando aveva letto quel nome su quel pezzo di carta non aveva fatto
altro che aspettare che la lettera k arrivasse,per vedere che faccia avrebbe
fatto quell’oca. I loro occhi si erano incrociati per
un secondo,per poi essere distolti subito dopo,quasi
come due bambini colti con le mani piene di marmellata.
Ed in
classe era stato lo stesso.
Dopo la
spassosa scenetta di rappresaglie tra Sana e Fuka conclusasi solo alla quinta ora-dall’ultima
fila si era goduto tutto la scena attimo per attimo-erano cominciate le
occhiate da parte della rossa.
Si girava,lo guardava,gli sorrideva e poi si rigirava.
“Conoscendola,non è niente di buono…” pensò fra se e se il ragazzo.
A conferma
della sua ipotesi una voce da dietro lo richiamò.
Una voce
che avrebbe difficilmente dimenticato.
“Hayama-kun,aspettami!”
Sana Kurata correva verso di lui,con i
capelli slegati che le frustavano il viso leggermente arrossato per la corsa.
Le labbra erano piene e dischiuse,mentre la sua soave
voce lo richiamava.
“Idiota,ci sento perfettamente,non c’è bisogno di urlare” disse il
ragazzo,facendo finta di tapparsi le orecchie.
Per tutta
risposta la ragazza le diede uno scappellotto sulla testa e con voce offesa gli chiese: “A chi hai detto idota,razza
di troglodita?”.
Il ragazzo
scosse la testa con fare divertito. Non sarebbe cambiata mai.
Di colpo l’espressione
di Sana cambiò.
L’espressione
arrabbiata scomparì dal suo viso,per essere sostituita
da un espressione che Akito non aveva mai visto sul
volto della ragazza. Era…impenetrabile.
“Akito-kun…a parte gli scherzi sono venuta qui per dirti una cosa importante-abbassò la testa,quasi si
vergognasse-…visto che passeremo un anno insieme io,insomma…volevo dirtelo.”
Silenzio.
Sana,nascosta dalla frangetta, pregò tutti i suoi kami di non abbandonarla proprio adesso che arrivava il
difficile.
Alzò la
testa,cercando di allacciare i suoi occhi a quelle
pozze ambrate nel quale si era persa più volte.
“Tu…mi
piaci,Akito-kun. Perciò,ecco…io volevo solo dirti…questo” .
Cercando
di non ridere davanti alla faccia sconvolta del suo amico si alzò in punta di
piedi e si appoggiò alle spalle del ragazzo,come nell’
atto di baciarlo.
Si
avvicinò.
E
ancora.
E
ancora…era talmente vicina al viso di lui che poteva
sentire il fiato caldo di Hayama sulla propria bocca…
E
cedette.
Scoppiò a ridere. Allontanandosi dal ragazzo di pochi passi si
piegò su se stessa dalle risate,cercando di
trattenersi. La faccia di Hayama-kun non aveva
prezzo!
“Buon
p-pesce d’aprile,Hayama-kun…”
disse la ragazza,tra una risata e l’altra.
Il ragazzo
chiuse la bocca,ancora non capacitandosi di ciò che
era successo.
Lei si era
preso gioco di lui?
Come
piccola vendetta personale le diede un piccolo chop
sulla testa,in modo che smettesse di ridere-di lui.
“Ahio,Hayama-kun!
Eddai oggi è pesce d’aprile! Era impossibile che io
non ti facessi uno scherzo,no?” disse la ragazza tutto
d’un fiato,concludendo con un occhiolino.
“Adesso
però devo scappare,altrimenti chi lo sente Rei? A
domani,compagno di classe!” gli urlò la ragazza,per
poi correre come un razzo via dalla sua vista.
Rimase
fermo,cercando di capire ciò che si agitava dentro di
lui.
Scoppiò a
ridere.
Solo lei
riusciva a farlo ridere,a forza di scherzi e gag
impossibili.
Ci era
cascato davvero con tutte le scarpe.
Anche
se…
Anche
se. C’era sempre stato un se nel suo rapporto con la ragazza. Se.
Certo,lo scherzo l’aveva divertito…ma allora perché sentiva un
retrogusto di insoddisfazione in quella risata liberatoria?
Sana Kurata entrò di gran carriera in casa.
Il suo
scherzo era riuscito,ma il suo animo ne era riuscito
danneggiato. Aveva sperato che Hayama,in mezzo a quelle risa,avrebbe visto la verità. Perché a Sana Akito-non Hayama-piaceva davvero.
Scosse con
forza la testa,sapendo di avere gli occhi lucidi.
Per oggi
andava bene così.
“Buon
pesce d’aprile,Sana-chan…”
Perché lo scherzo alla fine se lo era fatto da sola.