.rotting root.
Urla Urla Urla Urla.
Strepitii, toni alti, urla ancora.
E mani che corrono invisibili a tappare le orecchie, a ricercare il silenzio perso da molto...
Rannicchiarsi su se stessi nell' angolo più buio della stanza non serve a molto, loro ti raggiungeranno sempre.
Ti afferrano, ti avvinghiano, ti stringono.
Ti distruggono.
Parole gettate e lanciate, scagliate contro chi -spesso- non ha colpa.
Contro di te.
Fai schifo.
Sei inutile.
Non hai concluso nulla nella tua vita.
Sei inutile.
Non hai concluso nulla nella tua vita.
Tu che ami un uomo.
Tu che hai lasciato gli studi per la musica.
Cos' è per loro la musica? Cos' è per loro l' amore?
Vuoto. Povertà. Nullafacenza. Omofobia.
La musica -per quelle persone- non è altro se non toni distorti, privi di significato. Vuoti.
L' amore un palliativo alla crisi economica.
Per te sono libertà. Gli unici mezzi che hai per scacciare la loro rabbia, il loro schifo.
Nascondersi non servirà.
Piangere nemmeno.
Ogni parola riuscirà a trafiggerti come una lenta stillettata. Non c' è soluzione. Non c' è rimedio.
Non ne rimarrai assuefatto perchè ogni volta sarà sempre diverso, sempre nuovo. Ogni colpo avrà sempre un' intensità diversa e farà male sempre un po' in più.
Perchè accumuli, accumuli, accumuli.
Assorbi come una spugna tutta la merda che ti gettano addosso.
Mentre dentro di te aneli al silenzio. Mentre dentro di te capisci molte cose, entri nella testa di persone folli che commettono gesti inconcepibili e tu... tu li senti vicini.
Vicini come non sono mai state quelle persone che ti hanno messo al mondo per poi gettarti rabbia addosso.
Non ci vuole molto.
E' veloce.
E' istantaneo.
Un fendente secco e preciso.
Un taglio.
Una spinta.
Le armi da fuoco fanno troppo rumore, escludile.
Le lame, invece, sono perfette. Luccicanti nel loro bagliore di morte.
Esci dal tuo buio, esci da questo circolo vizioso.
Ti chiamano.
Puoi sentirle?
Si, così, da bravo.
Vibra?
Freme.
Quella lama gentilmente tagliente è alla ricerca di qualcosa nella quale affondare.
Perchè aspettare?
Uno. Due.
TreQuattroCinqueSei.
Sette.
Otto.
Nove.
Dieci.
Espira senza distogliere lo sguardo dal rubino liquido. Espira senza rimorsi.
Ora c' è il tuo silenzio.
Il tuo desiderato silenzio.
Non è stato difficile, hai visto?
Il tuo desiderato silenzio.
Non è stato difficile, hai visto?
Adesso lo senti il profumo di morte?
Quel tanfo così dolce e forte...
...
«Taka, come mai mi hai chiamato?»
Non tremare.
«Aiuto Ryo»
____毒の花____
No, non sono una pazza pscicopatica anche se... beh, potrebbe sembrarlo eccome.
Follia pura nuovamente. Nella fic precedente passionale, ora mortale.
Un modo per liberare la rabbia. Scrivere non ferisce.
Stile ancora diverso, veloce e rapido. La terza persona è data dalla presenza di questa coscienza/anima di Ruki che, come un secondo lui, lo spinge ad un gesto troppo forte per quel fantoccio che, invece, resta rannicchiato in un angolo buio. Impotente.
Dentro di lui vorticano sentimenti opposti e contrastanti, ma vince la parte stanca, affaticata, stremata da quelle continua urla, dal sentirsi sempre inferiore.
Il vero Ruki non me ne voglia per l' uccisione dei suoi genitori! U__U
Più che one-shot direi che è una flash-fic dato che sono circa 386 parole!
Beh, le ultime due frasi sono semplicemente una richiesta d' aiuto di Ruki verso Reita.
Finale aperto, as ever~
Non mi volete male, non pretendo che tutti capiscano questa storia.
*Fugge prima di essere linciata*
Mi sta lentamente tornando la voglia di scrivere...
Ps. Titolo preso in prestito dai Dir en grey. ♥