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Autore: Ray08    09/04/2010    5 recensioni
[Vecchia fiction]
Le parole di zio Jack continuano a vorticarmi in testa. "Non potrà mai amarti. Nessuno può...Spero che fosse davvero l'Empire quello che volevi, perchè ora come ora è tutto quello che hai"// Storia su Chuck e Blair, ambientata nella 3x17.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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There isn't 7,30 a.m
Sono già in giro per le strade di Manhattan; non riuscivo a prendere sonno. Fra quasi un'ora devo incontrarmi con mio zio Jack, per vedere se c'è anche una sola speranza per riavere il mio Empire. Dopo tutti i sacrifici che ho fatto non permetterò a nessuno di rovinarlo. Vorrei chiamare Blair, ma sono quasi sicuro che a quest'ora stia dormendo: niente corsi oggi alla NYU, giornata libera per loro! Quasi rimpiango di non essere un semplice studente universitario, aspetta, non dico uno stile Humphrey, ma uno come Nate! Comunque ricco, ma che studia alla Columbia, che ha molto più tempo per dedicarsi alla sua ragazza, che fa nuove conoscenze, e anche belle feste tuttosommato. Ma che sto dicendo?! Mi piace il mio lavoro...O forse no?! Troppe pressioni, tutti pronti a puntarmi il dito contro al primo passo falso, giornalisti invadenti, un agenda sempre piena di impegni. Forse potrei fare un salto da Blair, e distrarmi...Diavolo Chuck, ti devi concentrare e basta! Zio Jack non si arrabbierà se anticipo un pò il nostro incontro...

8,15 a.m
"E' una sensazione interessante possedere qualcosa di prezioso che appartiene a un altro uomo. Ti chiedi quanto andrà lontano per riaverlo e se c'è qualcosa che non farebbe" Zio Jack mi fissa, facendo roteare il ghiaccio nel suo bicchiere, aspettando una mia risposta.
"Farei qualunque cosa" dico, sicuro.
"Beh c'è qualcosa su cui mi è caduto l'occhio" ribatte lui, sorridendo.
"Ho bisogno di pensare..." sussurro io.
"Sono abbastanza di fretta Chucky...Ti lascio 15 minuti. Puoi andare a pensare dillà, nella tua ex-camera! Sai come è...Gli affari chiamano" sghignazza convulsamente e non so cosa mi trattenga dal dargli un pugno.
Arrivo in camera e mi butto sul letto...
Blair o l'Empire, l'Empire o Blair, Blair o l'Empire
"Ta-dan, tempo scaduto, nipotino...Allora, accetti lo scambio? La tua dolce passerottina diventa per una notte la mia e tu riavrai il tuo grande hotel?"
Annuisco lentamente, mentre qualcosa mi pugnala al cuore...

20.45  
Qui è Gossip Girl, la vostra sola e unica fonte nelle vite scandalose dell'elite di Manhattan. Avvistato C che ritrova il suo amato Empire, ma perde B. Oh-oh, Bass va tutto bene?
 
Cosa diavolo vuole Gossip Girl? Prendo il telefono e lo scaravento a terra. Mi passo una mano tra i capelli, mentre con l'altra continuo a tenere saldamente il contratto, come se avessi paura che da un momento all'altro possa scappare, prendere il volo.
Le parole di zio Jack continuano a vorticarmi in testa. "Non potrà mai amarti. Nessuno può...Spero che fosse davvero l'Empire quello che volevi, perchè ora come ora è tutto quello che hai"
Non è vero, Blair capirà, so che è difficile, ma ce la farà, mi perdonerà e tutto tornerà come prima. Ma chi sto prendendo in giro? L'ho usata per riavere l'hotel, l'ho invitata a prostituirsi per mio zio, non può perdonarmi. Le sue lacrime mi invadono la mente: non ho mai sopportato vederla piangere, eppure sono quasi sempre stato io la colpa del suo pianto. Mi avvicino al mobiletto degli alcolici:vodka, scotch, bellini, negroni, rum, martini... c'è solo l'imbarazzo della scelta! Prendo 5 bottiglie di alcolici a caso, l'importante e che siano forti. Sprofondo sulla poltrona e inizio a bere... Non posso fermare i pensieri, ancora quelle parole: "Non potrà mai amarti. Nessuno può" seguite da immagini chiare e dolorose. E' vero, faccio soffrire tutte le persone che ho vicino. Mio padre, mia madre, Nathaniel, Serena, Lily, Eric, e sopratutto lei...Dannazione l'alcool non basta!!! Mi alzo troppo velocemente, così faccio un pò fatica a tenermi in piedi, mi appoggio al bracciolo della poltrona. Poi passo dopo passo mi avvicino ad una credenza in alto. Dovrei avere ancora qualcosa. Apro uno sportello e...tombola: Marijuana, Hashish e una bustina di coca. Inizio a fumare l'hashish e noto che mi mancava quel sapore acre nella gola. Con cura preparo una striscia di cocaina. Il mio pensiero va a mia madre...Cosa direbbe ora di me? Ma andatevi tutti a farvi fottere!!! Così la striscia bianca sul tavolo inizia a sparire sotto il mio naso.  

22.05
Ubriaco e fattissimo sono seduto scompostamente sulla poltrona. In mano ho ancora una bottiglia di qualcosa, che non è totalmente vuota. Butto giù anche quest'ultimo goccio e lascio scivolare la bottiglia a terra; si frantuma in tanti pezzetti. "Cazzo!" esclamo. Provo a raccoglierla, ma un vetro si ficca nel mio dito: il sangue esce lento e caldo. Dannazione! Nonostante tutto, io non sento dolore fisico. Sorrido amaramente: sono immortale e dannato a vivere una vita da solo e infelice...In quel momento rimpiango di non essermi buttato da quel palazzo, dopo la morte di mio padre. Suicidio. Ancora quell'idea malsana, che viene solo nelle menti più distorte. "Non potrà mai amarti. Nessuno può" E' sempre colpa mia. Ogni volta che qualcuno soffre sono io la causa. Non può amarmi nessuno, sono difettoso, fatto male. Mi alzo rapidamente, preso da un'idea...Barcollando e strascicando i piedi arrivo fino alla mia cassaforte. Immetto lentamente la combinazione, respirando a fatica. La cassaforte si apre. Allungo una mano e prendo con cura il mio revolver. Un giorno l'avevo comprato con Nate, quando eravamo ancora due sedicenni, convinti di conquistare il mondo con fascino, scopate e canne. Ne accarezzo lentamente ogni più piccola parte. Prendo la mira verso un punto imprecisato. Poi inizio a sparare contro tutto quello che mi capita: il primo bersaglio è uno specchio: non riesco a vedermi riflesso. Poi tocca al vaso cinese, che si frantuma, rovesciando l'acqua e le bellissime rose gialle di mia madre; la foto di mio padre si rompe e cade dal mobile. Apro l'armadio e inizio a strappare la camicia del S.Jude, buttando alla rinfusa tutti i miei amati completi. Mi siedo a terra, con la pistola in mano, e inizio ad urlare.
"Chuck!" La sua voce.
Oddio ma ho le allucinazioni. No no, è lei. Cammina lentamente, nei suoi occhi leggo stupore e sincera preoccupazione.
"Cosa ci fai qui?" chiedo duramente.
Lei continua a guardarmi, con gli occhi gonfi: si vede che ha pianto, e che sta per ricominciare.
"Sono qui per te." risponde con un soffio.
Non posso farla avvicinare ancora, soffrirebbe. Poi nota la pistola e sbarra gli occhi. La sua bocca si apre, ma non ne esce alcun suono, o forse sono io che non riesco a sentire niente. Meccanicamente alzo l'arma e la punto verso di me.
"Non fare un passo di più, o sparo"
Lei scuote la testa, e avvanza verso di me. Chiudo gli occhi, non posso lasciarla avvicinare. Accade tutto in un attimo, forse troppo in fretta. Sposto la pistola verso di lei e premo il grilletto. Sento un tonfo e riapro gli occhi: Blair è distesa a terra, e il sangue le esce copioso dal petto. Cosa cazzo ho fatto? Arrivo fino al telefono e chiamo la sicurezza: "Portatela all'ospedale, il più presto possibile."
Mi prendo la testa tra le mani, e incomincio a piangere, mentre un uomo della sicurezza mi toglie la pistola.

23.40
"Serena fermati..."
"Chuck dove sei?! Io ti ammazzo!!!"
Nella stanza entra la mia sorellastra, a stento trattenuta da Nate.
"Cosa lei hai fatto? Perchè le hai fatto questo? Lei ti ama, ti ha sempre amato ed era qui, per perdonarti, per dirti che potevate tornare insieme e tu...Tu sei un mostro Chuck!"
Nate mi guarda, anche lui mi disprezza. Sono ancora una volta solo, come sempre. Scoppio nervosamente a ridere. Serena mi tira qualcosa, ma non sento dolore neanche stavolta.
"Lo sai Chuck?" singhiozza Serena..."Blair aspettava un bambino! Tuo figlio!!!!"
Nate sbarra gli occhi, anche lui non ne sapeva niente. Nate porta Serena fuori, ma tutti e due si girano, guardandomi con odio e compassione. Ho ucciso Blair e mio figlio. Ho ucciso una parte di me.

01.00
Sono all'ospedale dove è ricoverata d'urgenza Blair. Non posso avvicinarmi alla sua stanza, non posso vederla. Ho bisogno d'aria e di liberare i pensieri e allora prendo l'ascensore e arrivo al tetto. Ho sempre amato l'altezza. Respiro a pieni polmoni mentre fisso le stelle e la luna. Blair è ancora in vita, ha bisogno di alcuni organi per vivere, ma può resistere nell'attesa solo altri 2 giorni. Sono un assassino. Guardo in basso. E' un bel salto, ma tutti starebbero bene senza me. Suicidio. Immagino il New York Times dire: "Chuck Bass uccide la sua ragazza e preso dai rimorsi si butta dall'ospedale" con tutto un articolo sulle mie abitudini poco contenute e le interviste di persone che pensano di conoscermi davvero. Poi immagino il funerale: Serena non c'è, ho ucciso la sua migliore amica, è un comportamento giusto il suo, Nate è lì in prima fila, c'è anche tutta la famiglia Humphrey, insieme a Lily, Eric e Arthur. Solo un funerale con pochi intimi e altri ipocriti. Continuo a guardare in basso. E' da codardo buttarsi ora? Vedo la morte come un porto sicuro, l'unica salvezza di questa vita schifosa. Sono un codardo. Scendo dal cornicione lentamente, i miei riflessi e i miei movimenti sono ancora condizionati dall'alcool e la droga che scorre dentro di me. Scendo le scale a tastoni e arrivo ad una reception.
"Vorrei donare gli organi in caso di morte." dico.
La signora, una signora sulla cinquantina, mi squadra attraverso i suoi occhiali.
"Ma lei è molto giovane!"
"Voglio donare i miei organi."
La signora annuisce e mi da un modulo.
"Nome e cognome?"
"Charles Bartolomew Bass" Lo sguardo della signora si fa ancora più misterioso.
"Una firma qui, una qui, e un'altra qui."
Firmo tutto in silenzio. Respiro e mi rivolgo ancora alla signora.
"Posso scegliere una persona a cui donare gli organi?"
"Ma certo"
"Blair Cornelia Waldorf"
 La signora sbarra gli occhi e mi fissa: evidentemente sa che Blair è all'ospedale per colpa mia.
 "La signorina Waldorf necessita di due organi, ma le servono subito e..." "Io sono pronto a donarle i miei"
"Solo in caso di morte."
"Certo, solo in caso di morte."
La signora continua a guardarmi, chissà cosa sta pensando. Le sorrido mentre ripone i moduli e li mette tra i possibili donatori.

03.05
Sono in bagno. In uno squallido bagno ed è qui che consumerò la mia vita. Che fine indegna per un Bass. In una mano tre piccole pillole, nell'altra il mio fedele scotch. Questo bicchiere d'alcool combinato con queste tre pillole dona una morte lenta e indolore: blocca tutti i vasi sanguinii, ma non danneggia alcun organo. Se mi fossi buttato dal palazzo dubito che avrebbero trovato qualcosa da donare: voilà una frittata di Chuck.
La mia morte salverà Blair, e il nostro figlio. Ho un foglio davanti e scrivo il mio testamento. Lascio tutto alle uniche persone a me care. Finisco scrivendo qualcosa per tutti "Ti amo Blair, e amo anche il mio piccolo figlio che nascerà, grazie di tutto Nate, infondo c'eri sempre, scusa Serena, Eric ti voglio bene, ciao Lily, Arthur sei il miglior dipendente che abbia mai avuto..." firmato Chuck B. Bass. Piego tutto e con cura lo inserisco nella busta. Metto l'indirizzo dell'Empire e chiedo ad un infermiere di spedirlo. Poi torno nel bagno, a concentrarmi. Chiudo gli occhi e ingerisco le pillole. Prendo lo scotch e bevo anche questo, tutto in un sorso. Degludisco. Mi rimangono 5 minuti di vita. Esco dal bagno, sistemandomi il papillon e la giacca. Cammino, in fondo al corridoio c'è la reception della signora. Sorrido. Faccio un passo, un altro, un altro. Sento le gambe diventarmi molli, non riescono più a sorreggermi, boccheggio, mi manca anche l'aria. Cado in ginocchio. Due infermiere corrono a soccorrermi. "Si sente bene?" "Io sono Chuck Bass" ripeto meccanicamente, con il mio sorriso solito. Tutto intorno a me si fa ovattato, riesco a sentire solo il rumore del mio cuore che pompa lentamente, sempre più lentamente. Almeno so di avere un cuore. Un odore forte di anestetizzante invade l'aria, intorno si accalcano medici e infermieri.
"Chuck!" giro la testa. E' Nate.
"Chuck ma cosa stai facendo? Cosa hai?"
"Raggiungo mio padre, Nate. Ci vedremo eh?"
 "Chuck, ma che dici? Non puoi farlo...Cosa hai preso? Perchè?"
"Zitto Archibald. Forse mi mancherai.Ti prego, ascoltami, prenditi cura di lei."
"Chuck...Mi mancherai anche tu. Non sarà lo stesso senza te."
"Vedrai che starete bene senza il vecchio Chuck, ma ti prego, prenditi cura di Blair."
"Lo farò, te lo prometto."
Sorrido e chiudo gli occhi: "Io sono Chuck Bass".

Epilogo

Blair correva scalza sul prato verde. Rideva come una bambina.
"Zio!!!" disse il bambino e saltò in braccio a Nate.
"Zia" disse guardando Serena, che le stampò un bacio sulla guancia.
"Zio andiamo a giocare a football da Trip? Mamma non è capace" "Charlie, basta dar fastidio a zio, entriamo che dobbiamo mangiare." "Uffa"
"Più cresce e più gli somiglia."
Nate arrivò in silenzio dietro Blair, che si stava infilando le Manolo bianche. Blair annuì.
"Nate, mi manca terribilmente."
"Anche a me, Blair, anche a me."
"Delle volte mi sveglio di notte e vorrei stringerlo, baciarlo, abbracciarlo, e allora chiamo Charlie e lo faccio dormire con me."
"Chissà cosa sta facendo.."
"Per me lo cacciano anche da lì"
I due si guardarono e incominciarono a ridere.
"Terrà un posto per noi vicino a lui?"
"Certo che sì Blair, ma noi intanto teniamoglielo nel nostro cuore. E tu, sorridi, lui ne sarebbe felice. Ti ama davvero tanto. E credo che ora ci stia guardando, ovunque lui sia, e magari sta anche ridendo di noi: infondo, lui è Chuck Bass."
  
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