Note: torno dopo tanto tempo con una piccola fic (400 parole) su un telefilm che mi aveva preso veramente: Gossip Girl. La frase che fa da titolo è di John Dryden, che mi ha dato l’ispirazione. Buona lettura, spero vi piaccia^^. Commenti, critiche, recensioni et similia, sempre molto gradite e apprezzate
Troppo
nero per il paradiso,
eppur
troppo bianco per l’inferno.
Chuck
Bass aspettava la limousine che lo portava a scuola. Si sentiva pigro e
svogliato e per sopperire alla noia guardò fuori dalla finestra del suo attico
nell’Upper East Side. Una vista del genere sarebbe stato il sogno di molti.
Poteva vedere tutto ciò che Manhattan poteva offrirgli: la bella vita, le belle
donne, tutti i vizi che aveva sperimentato ancora e
ancora.
Eppure
quella vista non lo emozionava più. Quel bambino viziato che era si sentiva
vecchio dentro, come se avesse assimilato troppo per poter ancora appartenere
all’infanzia.
Sentiva
di aver fatto troppe cose sbagliate, e quando a volte la notte si stendeva nel
letto a tre piazze (quasi sempre non da solo) capiva che la vita non era solo
quello.
Una
coscienza si stava risvegliando all’interno dell’essere che era Chuck Bass. Era
una coscienza nuova, ma già piuttosto spiegazzata e logora.
Chi
l’avesse visto in faccia avrebbe a stento represso una smorfia di ammirazione,
tanto era il suo fascino; ma chi lo conosceva bene, sapeva che dietro le
fattezze si andava delineando una figura piuttosto oscura.
Qualcosa
però a salvarlo dal proprio essere c’era: Blair. Blair, che nonostante tutto
era, nell’immaginario collettivo, quanto di più simile c’era a un angelo. Un
angelo stronzo e irascibile, d’accordo, però di un candore
assoluto.
Un
angelo che però non poteva avere. Un angelo che non lo
voleva.
E
allora che poteva fare il povero Chuck, che osservava ancora i cieli grigi di
Manhattan vedendo nelle nuvole il volto di quella ragazza, proibita come il
paradiso lo è alle anime dannate?
Poteva
solo resistere, nel suo purgatorio personale, fatto di espiazioni dei peccati
secondo curiose leggi del contrappasso. Animato da un desiderio che lo innalzava
verso le porte della salvezza, ma anche sufficientemente vizioso da essere
spesso ricacciato nell’inferno.
La
situazione si equilibrava lasciandolo in un mondo spento: un purgatorio in cui i
vizi non avevano quel delizioso sapore di prima e in cui però erano negate le
gioie eterne.
Il
purgatorio aveva per lui lo stesso aspetto di quell’Upper East Side in una
fredda mattina di Gennaio: grigio, assolutamente grigio.
Troppo nero per il paradiso, e troppo bianco per l’inferno, ecco come si sentiva il giovane Bass.
“Oh, bhè del resto il grigio va di moda quest’anno” pensò tornando a essere quello di sempre, indossando una sciarpa color purgatorio e uscendo dall’attico verso quello stesso regno dantesco che lo stava aspettando.