Alla base della creazione di questa flash, c'è un
colpo di
fulmine che riguarda prettamente le ciambelle. Aggiungeteci una
immagine di Soi Fong con il suo luogotenente pescata nella rete, ed
eccovi qui il piatto servito.
Precisiamo, neppure loro sono tra i miei personaggi preferiti,
Ōmaeda poi non lo è proprio. Tuttavia non ho provato
ribrezzo nello
scriverla, ne ci ho fatto su bashin inutile.
Ho semplicemente provato a descrivere una giornata
“tipo” tra
i due. Ad ogni modo spero possiate apprezzare i miei sforzi e ditemi
cosa ne pensate, grazie!
.: Ciambelle :.
Guardò la ciambella trattenuta tra le tozze mani, con sguardo totalmente infatuato.
Se la girò e rigirò tra
le corpulente dita, studiandola attentamente in ogni suo aspetto
più
nascosto ed intimo.
La glassa rosata a
circondare quell'anello perfetto, la doratura invitante e senza
bruciature, e quel buco nel mezzo senza una imperfezione dovuta
all'impasto fatto precedentemente.
Talmente perfetta, che nel
giro di pochi secondi finì direttamente nella sua bocca.
Marechiyo
Ōmaeda amava le cose buone che gli stuzzicavano in modo particolare
il palato, ed essendo lui una buona forchetta ancor prima di essere
uno Shinigami, si deliziava di leccornie che non sempre erano
approvate dal suo capitano.
Soi
Fong, la giovane capitana della seconda compagnia del Gotei, guardava
il proprio luogotenente con totale disapprovazione e con sottile
disgusto.
Vedere
un uomo grande e grosso strafogarsi di quella roba ipercalorica e
così zuccherosa da far venire la carie al solo sguardo, era
per lei
qualcosa di vomitevole.
“Dai
il voltastomaco...”
Sentenziò
il capitano, osservando in modo glaciale Ōmaeda seduto accanto a
lei.
Il
corpulento Shinigami si voltò verso la minuta figura
femminile,
tentando di dire qualcosa al capitano con la bocca piena di quelle
schifosissime ciambelle.
“Dannazione!
Ingoia prima di parlare!”
La
voce le uscì praticamente stentorea da quel corpo
così gracile, che
avrebbe sicuramente sorpreso chiunque. Ma essendo il suo luogotenente
abituato a simili rimproveri, tutto ciò che fece fu di
obbedire e
poi parlare.
“Ho
detto... Che dovrebbe sicuramente provarne una capitano! -
tornò con
la mano nella scatola delle ciambelle per raccoglierne un'altra
–
...Come si fa a non resisterle?”
La
donna guardò con sospetto quell'anello dall'intensa glassa
rosa
circondata da canditi altrettanto colorati, e quasi le venne la
nausea a guardarla.
“Ma...
Che diavolo hanno di così speciale queste
ciambelle?!”
“Sono
unte capitano! Perchè non prova ad
assaggiarne una?”
Per
quanto fosse risaputo che Marechiyo non era quasi mai ben disposto a
cedere le proprie delizie ad altra mano, qui si trattava del proprio
capitano, e per di più quel nuovo cibo da poco scoperto da
lui era
davvero buono.
Nel
mondo mortale, questo bisognava riconoscerlo, avevano sempre grande
inventiva nel campo culinario.
Tuttavia
la donna guardò perplessa quei dolci ammucchiati in quella
scatola
di cartone, e dato che Soi Fong non era assolutamente
una
vigliacca a differenza del suo passabile luogotenente, ne prese in
mano una dopo una rapida scelta.
Raccolse
quella che a suo dire, era la meno ricca di ingredienti e al posto di
una grassa glassa, aveva dello zucchero a velo come contorno.
La
ispezionò sotto ogni punto di vista, e poi, molto lentamente, se la
portò alla bocca dandole un piccolo morso.
Le
labbra le si sporcarono di bianco zucchero a velo come una bambina
piccola, ma ciò che la sorprese maggiormente, fu che
mentalmente
dovette dare per forza ragione a quell'impiastro di Ōmaeda.
Quella
roba che si stava passando da una parte all'altra del palato, era
assolutamente dolce, deliziosa, e perfettamente unta. E per una volta
in vita sua, dovette dar ragione al proprio luogotenente.
Un
pensiero che le fece imporporare le guance di rosso per via
dell'imbarazzo, e a restituire la ciambella appena assaggiata ad un
uomo che, sinceramente, sembrò quasi sollevato nel vedere la
reazione della giovane capitana. A quanto pare le erano piaciute, ma
sempre a quanto pare non era dell'umore adatto per mangiarsene una.
“Mangiala
tu questa roba... Non fa per me!”
Le
cose troppo dolci non facevano bene ad una ragazza fredda come lei,
quindi si mise in piedi e si allontanò di il più
in fretta
possibile. Cercando inutilmente di scordarsi quel dolce sapore
zuccherato e unto.