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Autore: Red_Hot_Holly_Berries    22/04/2010    3 recensioni
Ancora in vita, era come se per lui aveva smessso di vivere. Era come se non lo vedesse più.
Perciò Arthur lo lasciò così, inginocchiato nel fango, voltandogli la schiena mentre già piangeva la sua morte.
Quella di un fratello che non avrebbe mai più rivisto.

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Genere: Triste, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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-VATTENE!-
La furia di quell’unica parola fece indietreggiare Alfred, uno sguardo perduto sul suo viso mentre brividi correvano lungo la sua schiena, congelato in quell’uniforme blu dalle due cinte bianche incrociate.
-Arthur….- Sussurrò, un groppo in gola che lo faceva soffrire come un collare troppo stretto.
-Taci, America. È finita, perciò vattene.- disse in tono gelido l’uomo per terra, inginocchiato nel fango, i capelli intrisi d’acqua che gli si erano appiccicati sulla fronte.
-Arthur, io…- tentò di nuovo, ma l’altro lo interruppe: -TACI!-
-Non osare mai più chiamarmi così, America. E ora, per l’ultima volta, vattene.-
Finalmente il più grande lo aveva guardato negli occhi, come dentro di sé lo aveva supplicato di fare, ma ora desiderava ardentemente che non lo avesse fatto. Forse era la pioggia, forse era… ma a chi voleva darla a bere? Sapeva benissimo perché i suoi occhi erano più grigi che mai. Dov’era il verde che ricordava?
-Per me tu sei ancora mio fratello!-
Il perdente a ciò fece quello che visibilmente era uno sforzo enorme , facendo leva sulle ginocchia che minacciavano di cedere da un momento all’altro, ed ergendosi in piedi.
-Tu non sei mio fratello. Alfred è morto. L’ho ucciso io quando mi ha puntato contro un moschetto.-
Il giovane ribelle lasciò cadere la mano che aveva teso per aiutarlo.
“Ho deciso che voglio la mia libertà, dopotutto.” Un moschetto puntato contro una divisa rossa.
“Non te lo permetterò!” Un colpa solo, e l’arma che volava via.
“La tua incompetenza è qualcosa di deprimente.” Un colpo che tuonava a vuoto.
“E ORA VATTENE!” Un impero che cadeva in ginocchio. E la sua divisa, non era più rossa, ora.
Grigia in un mondo grigio.

America… Alfred… era così impegnato a pregare che ciò che bagnava il viso dell’altro fosse solo pioggia, perché no, non poteva essere lui la cause di quelle lacrime, da non accorgersi di stare piangendo lui stesso.
Il suo cuore, se non altro, lo stava facendo.
-Io volevo che tu ti rendessi conto che io ero forte… Che ero grande…- Oh, come sembravano patetiche e infantili quelle parole alle sue stesse orecchie!
-Mi dispiace… Mi dispiace così tanto…- Un rantolo. Dio, il dolore! Le morti, le ferite, la pioggia, quegli occhi che lo giudicavano…
-Cristo, abbi almeno le palle di affrontare ciò che hai fatto!- Scattò Inghilterra, fermo, freddo ed immobile. Una statua. Un statua straziata dal dolore.
-Vedi di crescere, è così che noi facciamo la guerra. L’hai voluto tu. Adesso… arrangiati.-
Uno sparo, poco lontano. Un soldato inglese cadde a terra gorgogliando, e fu come se fosse Arthur ad annegare nel sangue che gli invadeva i polmoni.
Inciampò, o forse si lasciò cadere, e fu di nuovo nel fango, la pioggia che batteva incessante sulla sua schiena, piegata nella sconfitta.
-Ma adesso è tutto finito, no? L’hai detto tu.- disse con un sorriso vacuo il più giovane, inginocchiandosi accanto all’Impero e accarezzandogli i capelli fradici con un gesto meccanico.
- Sarà tutto come prima! Tu mi vuoi tanto bene, e io… io ti amo. Non importa se come fratello, o cosa, io ti amo. Saremo felici …-
Era da molto che voleva dirgli quelle parole.
E forse, se ne reso conto solo allora, aveva provocato quella guerra solo perché l’altro fosse costretto ad ascoltarle.
Pensava sempre a lui, aveva sempre voluto renderlo fiero, aveva sempre voluto dirgli “Non ti preoccupare, adesso ci sono io” ogni volta che lo vedeva tornare da lui distrutto e ferito, stanco del mondo esterno. E sarebbero stati solo loro due, il suo fratellone non avrebbe più dovuto combattere, perché lui, sì, lui gli avrebbe portato la pace e la libertà.
Senza dire una parola, Inghilterra si alzò in piedi e, voltatagli la schiena, si incamminò lentamente, dolorosamente, verso le linee britanniche.
Si voltò solo al richiamo muto e senza parola di America, ma che proprio per questo lo assordò.
Si voltò, e America non poté vedere i suoi occhi perché li teneva socchiusi, e si chiese perché le lacrime, no, la pioggia, offuscassero la vista all'altro, mentre a lui tale grazia non era concessa.
-Io amavo mio fratello. Lo amavo così tanto, che se solo una volta nella sua vita avesse detto di amarmi, avrei fatto qualunque cosa per lui. Gli avrei dato tutto ciò che possedevo, e avrebbe potuto avere il mondo nelle sue mani.-
-Ma te… Io non ho nessun motivo per amarti. E mi fa male.-
Inghilterra non scoppiò a piangere, no, perché ormai America lo aveva capito che lo stava facendo già da molto, ma fu solo allora che lo sperduto ribelle permise a sé stesso di capire che quelle, quelle erano lacrime di lutto.
Lo lasciò così Arthur, in ginocchio sulla terra imbevuta del suo sangue, mentre senza più sapere dove andava, non lo vedeva più, e piangeva la sua morte.
Quella di uno sciocco che non aveva capito nulla del mondo. E che non sarebbe mai più tornato.
  
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