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Autore: Ariadne_Bigsby    28/04/2010    4 recensioni
Tornando da scuola, Ariadne scopre di avere un ospite inatteso in casa.
Fin qui nulla di strano....se non per il fatto che questo ospite è nientemeno
che il "fantasma" di John Lennon, sceso sulla terra per vedere quanto le cose
siano cambiate dalla sua morte.
Che cosa combinerà nella Londra del 2010, questo John Lennon nel suo giovane
aspetto da Beatle?
VENTISEIESIMO CAPITOLO AGGIORNATO
Jo aveva iniziato ad appassionarsi di musica alla tenera età di 5 anni, dopo aver sentito una canzone dei Rolling Stones alla radio (John aveva grugnito qualcosa, mentre lo sentiva raccontare dell’interesse con cui aveva ascoltato la canzone). All’epoca viveva in Francia, ed il suo desiderio di imparare a suonare qualcosa non poté realizzarsi se non dopo 5 anni, quando la famiglia Duchamp si era trasferita a Londra. Jo, in quei 5 anni aveva iniziato ad ascoltare tutti i tipi di musica che gli capitavano sotto tiro, attingendo dalle risorse dei genitori e dei parenti.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'John in the sky with diamonds'
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John Lennon Pictures, Images and Photos t

Approfitto di questo piccolo spazio per ringraziare Zazar90 e AndryBlack per le loro (graditissime) recensioni.

In realtà l'idea di raccontare la "crescita" di Ariadne (che, detto fra noi è la mia alter-ego xD) per mezzo della canzoni dei Beatles è basata su esperienza personale :9

Dalle canzoni più "soft" come "Yellow Submarine" o "Octopus Garden", sono gradualmente arrivata ad apprezzare anche i sound più lisergici (ovviamente li apprezzavo anche da piccola, ma non ero in grado di capire tutta la storia dietro alla notevole "evoluzione" musicale dei nostri beneamati fab four :)

P.s: le foto all’inizio del capitolo sono state una sorpresa anche per me:le avevo utilizzate per la mia pagina di presentazione qui su EFP, e poi mi sono resa conto che ho usato lo stesso foglio HTML che ho usato per la presentazione per scrivere la storia e che quindi le foto erano rimaste li.

Però mi hai dato un’idea e quindi ho inserito una foto anche in questo capitolo, per darvi l'idea dell'aspetto che dovrebbe avere John nel corso di tutta questa storia. (Russian Fanatic inizia a mugolare rimirando la bellezza di John in quella fotoo ^_____^ )

Bene, detto questo mi butto sul secondo capitolo, che mi sono ripetuta in mente tutta la mattina

What i'd say?

Non saprei dire per quanto tempo rimasi incosciente.

Fatto sta che il mio risveglio fa causato dalla sensazione di dita che mi battevano delicatamente sulla spalla destra e sul viso.

Ancora a metà strada fra il risveglio e l’oscuramento dei sensi mi ritrovai a pensare “Oh, ciao mamma! Meno male sei arrivata tu! Ti starai chiedendo che cosa ci fa la tua adorata figliola lunga distesa sul pavimento del salotto..Beh, ti dirò: tua figlia ha avuto il sogno più strano che abbia mai potuto concepire nei suoi 18 anni di vita! Ho sognato che tornavo a casa da scuola e che trovavo un estraneo seduto comodamente sul nostro divano, quello rosso che ti piace tanto e sul quale il gatto si affila le unghie. E indovina un po’ chi era questo buontempone? JOHN LENNON!! Ci crederesti? Ne faccio di sogni strani, vero mamma? Forse ha ragione Charles, li sto ascoltando troppo ed ora li vedo dappertutto..”

Tuttavia, questo mio dialogo e la mia convinzione che fosse stata solo un’allucinazione particolarmente vivida fu bruscamente interrotta da una voce dal timbro basso(ma non troppo) e dall’accento strano.

“Ehi, bella addormentata nel salotto! Ti ho visto strizzare gli occhi, lo so che sei sveglia! Apri gli occhi o devo pensarci io a risvegliarti con un bacio?”

Lo sconosciuto finì la frase e ridacchiò, fiero della sua battuta .

“Ok, sto ancora sognando” pensai io,riconoscendo quella voce(poiché l’avevo sentita in centinaia di video trovati su youtube o in quei pochi film in cui la persona da cui proveniva la voce aveva recitato) cercando di raccogliere le forze ed aprire gli occhi “ora mi sveglio e mamma mi starà guardando con quei suoi occhioni verdi, cercando di capire se mi sono fatta del male sul serio.”

Lentamente aprii gli occhi: il mondo appariva ancora sfuocato e riuscii soltanto a distinguere una figura umana protesa sopra di me.

Man mano che il mondo riacquistava una forma precisa e dei colori definiti, mi resi conto che si, mi trovavo sempre distesa sul p avimento del salotto..Ma la figura sopra di me non era esattamente mia madre.

La prima cosa che riuscii a distinguere furono un paio di occhi scuri, dalla forma allungata, che mi scrutavano divertiti.

Poi vidi che questi occhi si trovavano su una faccia magra, su cui spiccava un naso aquilino ed una bocca dalle labbra sottili, leggermente increspate.

“Oh no…” mormorai “sto ancora sognando?

“Questo non lo so, mia cara” rispose il ragazzo, sistemandosi un ciuffo ribelle sfuggito dalla sua frangetta “ gli occhi li hai aperti, no?Ora fai un bel respiro e mettiti a sedere! Non so perché ma in questa posizione sembriamo davvero la bella addormentata ed il suo bel principe pronto a baciarla!”

Rise di nuovo.

Lentamente mi alzai e mi stropicciai gli occhi, sicura che quel gesto avrebbe cancellato gli ultimi rimasugli del mio strambo sogno.

Ma, una volta finito di stropicciarmi gli occhi, mi accorsi che il ragazzo era ancora li, sempre col suo sorrisetto da mascalzone che ben conoscevo.

“Ciao!” esclamò lui tutto felice.

“Ciao John…” mormorai io, sgranando gli occhi (non avrei mai pensato che i sogni potessero essere così persistenti e realistici ma, visto che non c’era verso di uscirne, tanto valeva starev al gioco.)

“Oh, me no male!" ruggì lui “non hai riportato grossi danni! Vedo che mi riconosci! Bene bene! Beh sai sei caduta come un sacco di patate … voglio dire ti sei accasciata di schianto!!! E io mi sono preoccupato … sai, mi sono detto che magari avrei fatto meglio a presentarmi in un altro modo..forse avrei dovuto usare un po’ più di delicatezza! Non ci sono più abituato a queste cose, alle presentazioni “normali! Ehehe, eppure mi avevano avvertito nell’ Aldisù che sarebbe stato difficile fare la mia apparizione senza scatenare certi tipi di … reazione!”

Disse tutto questo senza mai riprendere fiato, gesticolando come un invasato e sfoderando un sorriso smagliante.

“…. Io …” non riuscii a proferire altro

Beh, è normale non sapere cosa dire! Ti trovi John Lennon venticinquenne seduto sul divano del tuo salotto, svieni e vieni svegliata dallo stesso venticinquenne che comincia blaterare cose apparentemente senza senso e tu cosa puoi fare?

“Beh vedo che il mio nome lo sai. So che mi conosci, quindi mi sembra superfluo dire che sono John Lennon.” Ricominciò lui.

Si fermò un attimo, sorrise di nuovo e poi riattaccò con l’entusiasmo di un bambino che non vede l’ora di far sapere qualcosa di strabiliante alla mamma “Va bene, però lo dico lo stesso … Ciao, sono John Lennon!”

“Ok sto sognando..” riuscii finalmente a dire

Lui si tirò i lembi della giacca, fece un sorrisetto malizioso e disse “Si lo so che sono un sogno. Sono il sogno di tutte le ragazze con buon gusto!”

“No, volevo dire … tu non puoi essere reale!”

“Non lo sono?” disse lui sgranando gli occhi in un tono di finta sorpresa.

“Lo so, sono caduta ed ho sbattuto la testa contro lo spigolo. I casi sono due. O sto sognando davvero oppure …” cianciai io cercando di rialzarmi

“Oppure … ?” mi provocò lui aiutandomi ad alzarmi, offrendomi gentilmente la mano

“Oppure niente! Tu non … tu non puoi essere qui! Non … .non è POSSIBILE!” cominciai a strillare senza neanche rendermene conto (anche se non rifiutai la mano che mi aveva proteso. )

“Tutto è possibile. Tranne ovviamente riuscire a leccarsi il gomito.” Fece una pausa e poi ricominciò a ridacchiare.

Ero assolutamente sconvolta: da una parte il mio cervello tentava di rimanere su un piano razionale.“Non può succedere SERIAMENTE. Per l’amor del cielo Ariadne, hai 18 anni ormai dovresti sapere da un bel pezzo che i fantasmi non esistono, così come Babbo Natale, le fate ed i folletti. Insomma, non esiste nulla di SOPRANNATURALE!”

Da l’altra parte, tuttavia, il mio animo da sognatrice incallita, il mio spirito da bambina che in fondo non ha mai smesso di credere nelle cose irrazionali, balbettava timidamente “E se fosse tutto vero? E se lui fosse davvero il..il fantasma di John Lennon sceso a farti visita?”

Non riuscivo a crederci.

“Seriamente, Ariadne..” disse lui “metti da parte per un po’ la tua logica e lasciati un po’ andare. Mica è tutto come lo dite voi… Mmm come potrei definirvi? Voi..esseri VIVENTI. Si…viventi, perché io, come ben sai, sono morto da un bel pezzo.”

“Come fai a sapere come mi chiamo?” indagai, sempre più strabiliata.

Lui si risistemò il solito ciuffetto ribelle prima di rispondermi, dandomi modo di osservarlo attentamente per qualche secondo.

Era davvero lui, in ogni particolare: alto, dinoccolato e dalla battutina pronta.

Era John Lennon, giovane e bello.

E dopo averlo sentito pronunciare il mio nome con quel tono dolce, le barriere fatte di raziocinio e logica che avevo innalzato cominciarono a crollare una dopo l’altra.

“So tante cose di te mia cara” rispose prontamente in tono amabile “ ti ho osservato per un po’ da…Lassù. Non saprei in quale altro modo definire il posto dove andiamo dopo morti.”

“Mi hai… osservato?” balbettai come un’ebete.

“Beh è una storia un po’ lunga da raccontare..”

“Sei un fantasma?” Lo interruppi.

Avevo paura, ma ero anche affascinata.

“Non lo so.” John reclinò livemente la testa a sinistra per studiarmi meglio “Non so se sono un fantasma. Beh di sicuro non sono un…un VIVO. Però non sono incorporeo. Penso, sento, ho un cuore che batte, posso comportarmi come un vivo. Però sono morto lo stesso.” Sorrise “Bizzarro, no?

“Si…” annuii “Spiegami per favore…”

CRASH!CRASH!CRASH!

Anche le ultime barriere di diffidenza stavano cadendo a pezzi.

“Mmmm prima non è che avresti qualcosa da farmi mettere sotto i denti?” mi domandò lui in tono implorante “STO MORENDO di fame!”

Si interruppe e si rese conto di quello che aveva appena detto.

Ridacchiando mi seguì, mentre lo accompagnavo in cucina.

 

   
 
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