Approfitto
di questo piccolo spazio per ringraziare Zazar90 e AndryBlack per
le loro (graditissime) recensioni.
In
realtà l'idea di raccontare la "crescita" di Ariadne (che, detto fra noi è la
mia alter-ego xD) per mezzo della canzoni dei Beatles è basata su esperienza
personale :9
Dalle
canzoni più "soft" come "Yellow Submarine" o "Octopus Garden", sono gradualmente
arrivata ad apprezzare anche i sound più lisergici (ovviamente li apprezzavo
anche da piccola, ma non ero in grado di capire tutta la storia dietro alla
notevole "evoluzione" musicale dei nostri beneamati fab four :)
P.s:
le foto all’inizio del capitolo sono state una sorpresa anche per me:le avevo
utilizzate per la mia pagina di presentazione qui su EFP, e poi mi sono resa
conto che ho usato lo stesso foglio HTML che ho usato per la presentazione per
scrivere la storia e che quindi le foto erano rimaste li.
Però mi hai dato un’idea e quindi ho inserito una foto anche in
questo capitolo, per darvi l'idea dell'aspetto che dovrebbe avere John nel corso
di tutta questa storia.
(Russian Fanatic inizia a mugolare rimirando la bellezza di John in quella fotoo
^_____^ )
Bene,
detto questo mi butto sul secondo capitolo, che mi sono ripetuta in mente tutta
la mattina
What
i'd say?
Non
saprei dire per quanto tempo rimasi incosciente.
Fatto
sta che il mio risveglio fa causato dalla sensazione di dita che mi battevano
delicatamente sulla spalla destra e sul viso.
Ancora
a metà strada fra il risveglio e l’oscuramento dei sensi mi ritrovai a pensare
“Oh, ciao mamma! Meno male sei arrivata tu! Ti starai chiedendo che cosa ci fa
la tua adorata figliola lunga distesa sul pavimento del salotto..Beh, ti dirò:
tua figlia ha avuto il sogno più strano che abbia mai potuto concepire nei suoi
18 anni di vita! Ho sognato che tornavo a casa da scuola e che trovavo un
estraneo seduto comodamente sul nostro divano, quello rosso che ti piace tanto e
sul quale il gatto si affila le unghie. E indovina un po’ chi era questo
buontempone? JOHN LENNON!! Ci crederesti? Ne faccio di sogni strani, vero mamma?
Forse ha ragione Charles, li sto ascoltando troppo ed ora li vedo
dappertutto..”
Tuttavia,
questo mio dialogo e la mia convinzione che fosse stata solo un’allucinazione
particolarmente vivida fu bruscamente interrotta da una voce dal timbro basso(ma
non troppo) e dall’accento strano.
“Ehi,
bella addormentata nel salotto! Ti ho visto strizzare gli occhi, lo so che sei
sveglia! Apri gli occhi o devo pensarci io a risvegliarti con un bacio?”
Lo
sconosciuto finì la frase e ridacchiò, fiero della sua battuta .
“Ok,
sto ancora sognando” pensai io,riconoscendo quella voce(poiché l’avevo sentita
in centinaia di video trovati su youtube o in quei pochi film in cui la persona
da cui proveniva la voce aveva recitato) cercando di raccogliere le forze ed
aprire gli occhi “ora mi sveglio e mamma mi starà guardando con quei suoi
occhioni verdi, cercando di capire se mi sono fatta del male sul
serio.”
Lentamente
aprii gli occhi: il mondo appariva ancora sfuocato e riuscii soltanto a
distinguere una figura umana protesa sopra di me.
Man
mano che il mondo riacquistava una forma precisa e dei colori definiti, mi resi
conto che si, mi trovavo sempre distesa sul p avimento del salotto..Ma la figura
sopra di me non era esattamente mia madre.
La
prima cosa che riuscii a distinguere furono un paio di occhi scuri, dalla forma
allungata, che mi scrutavano divertiti.
Poi
vidi che questi occhi si trovavano su una faccia magra, su cui spiccava un naso
aquilino ed una bocca dalle labbra sottili, leggermente
increspate.
“Oh
no…” mormorai “sto ancora sognando?
“Questo
non lo so, mia cara” rispose il ragazzo, sistemandosi un ciuffo ribelle sfuggito
dalla sua frangetta “ gli occhi li hai aperti, no?Ora fai un bel respiro e
mettiti a sedere! Non so perché ma in questa posizione sembriamo davvero la
bella addormentata ed il suo bel principe pronto a baciarla!”
Rise
di nuovo.
Lentamente
mi alzai e mi stropicciai gli occhi, sicura che quel gesto avrebbe cancellato
gli ultimi rimasugli del mio strambo sogno.
Ma,
una volta finito di stropicciarmi gli occhi, mi accorsi che il ragazzo era
ancora li, sempre col suo sorrisetto da mascalzone che ben
conoscevo.
“Ciao!”
esclamò lui tutto felice.
“Ciao
John…” mormorai io, sgranando gli occhi (non avrei mai pensato che i sogni
potessero essere così persistenti e realistici ma, visto che non c’era verso di
uscirne, tanto valeva starev al gioco.)
“Oh,
me no male!" ruggì lui “non hai riportato grossi danni! Vedo che mi riconosci!
Bene bene! Beh sai sei caduta come un sacco di patate … voglio dire ti sei
accasciata di schianto!!! E io mi sono preoccupato … sai, mi sono detto che
magari avrei fatto meglio a presentarmi in un altro modo..forse avrei dovuto
usare un po’ più di delicatezza! Non ci sono più abituato a queste cose, alle
presentazioni “normali! Ehehe, eppure mi avevano avvertito nell’ Aldisù che
sarebbe stato difficile fare la mia apparizione senza scatenare certi tipi di …
reazione!”
Disse
tutto questo senza mai riprendere fiato, gesticolando come un invasato e
sfoderando un sorriso smagliante.
“….
Io …” non riuscii a proferire altro
Beh,
è normale non sapere cosa dire! Ti trovi John Lennon venticinquenne seduto sul
divano del tuo salotto, svieni e vieni svegliata dallo stesso venticinquenne che
comincia blaterare cose apparentemente senza senso e tu cosa puoi
fare?
“Beh
vedo che il mio nome lo sai. So che mi conosci, quindi mi sembra superfluo dire
che sono John Lennon.” Ricominciò lui.
Si
fermò un attimo, sorrise di nuovo e poi riattaccò con l’entusiasmo di un bambino
che non vede l’ora di far sapere qualcosa di strabiliante alla mamma “Va bene,
però lo dico lo stesso … Ciao, sono John Lennon!”
“Ok
sto sognando..” riuscii finalmente a dire
Lui
si tirò i lembi della giacca, fece un sorrisetto malizioso e disse “Si lo so che
sono un sogno. Sono il sogno di tutte le ragazze con buon
gusto!”
“No,
volevo dire … tu non puoi essere reale!”
“Non
lo sono?” disse lui sgranando gli occhi in un tono di finta
sorpresa.
“Lo
so, sono caduta ed ho sbattuto la testa contro lo spigolo. I casi sono due. O
sto sognando davvero oppure …” cianciai io cercando di rialzarmi
“Oppure
… ?” mi provocò lui aiutandomi ad alzarmi, offrendomi gentilmente la
mano
“Oppure
niente! Tu non … tu non puoi essere qui! Non … .non è POSSIBILE!” cominciai a
strillare senza neanche rendermene conto (anche se non rifiutai la mano che mi
aveva proteso. )
“Tutto
è possibile. Tranne ovviamente riuscire a leccarsi il gomito.” Fece una pausa e
poi ricominciò a ridacchiare.
Ero
assolutamente sconvolta: da una parte il mio cervello tentava di rimanere su un
piano razionale.“Non può succedere SERIAMENTE. Per l’amor del cielo Ariadne, hai
18 anni ormai dovresti sapere da un bel pezzo che i fantasmi non esistono, così
come Babbo Natale, le fate ed i folletti. Insomma, non esiste nulla di
SOPRANNATURALE!”
Da
l’altra parte, tuttavia, il mio animo da sognatrice incallita, il mio spirito da
bambina che in fondo non ha mai smesso di credere nelle cose irrazionali,
balbettava timidamente “E se fosse tutto vero? E se lui fosse davvero il..il
fantasma di John Lennon sceso a farti visita?”
Non
riuscivo a crederci.
“Seriamente,
Ariadne..” disse lui “metti da parte per un po’ la tua logica e lasciati un po’
andare. Mica è tutto come lo dite voi… Mmm come potrei definirvi? Voi..esseri
VIVENTI. Si…viventi, perché io, come ben sai, sono morto da un bel
pezzo.”
“Come
fai a sapere come mi chiamo?” indagai, sempre più strabiliata.
Lui
si risistemò il solito ciuffetto ribelle prima di rispondermi, dandomi modo di
osservarlo attentamente per qualche secondo.
Era
davvero lui, in ogni particolare: alto, dinoccolato e dalla battutina
pronta.
Era
John Lennon, giovane e bello.
E
dopo averlo sentito pronunciare il mio nome con quel tono dolce, le barriere
fatte di raziocinio e logica che avevo innalzato cominciarono a crollare una
dopo l’altra.
“So
tante cose di te mia cara” rispose prontamente in tono amabile “ ti ho osservato
per un po’ da…Lassù. Non saprei in quale altro modo definire il posto dove
andiamo dopo morti.”
“Mi
hai… osservato?” balbettai come un’ebete.
“Beh
è una storia un po’ lunga da raccontare..”
“Sei
un fantasma?” Lo interruppi.
Avevo
paura, ma ero anche affascinata.
“Non
lo so.” John reclinò livemente la testa a sinistra per studiarmi meglio “Non so
se sono un fantasma. Beh di sicuro non sono un…un VIVO. Però non sono
incorporeo. Penso, sento, ho un cuore che batte, posso comportarmi come un vivo.
Però sono morto lo stesso.” Sorrise “Bizzarro, no?
“Si…”
annuii “Spiegami per favore…”
CRASH!CRASH!CRASH!
Anche
le ultime barriere di diffidenza stavano cadendo a pezzi.
“Mmmm
prima non è che avresti qualcosa da farmi mettere sotto i denti?” mi domandò lui
in tono implorante “STO MORENDO di fame!”
Si
interruppe e si rese conto di quello che aveva appena detto.
Ridacchiando
mi seguì, mentre lo accompagnavo in cucina.