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Autore: Biancaneve    23/08/2005    0 recensioni
E' una storiella senza pretese,scritta tanto per provare. J.J. è un ragazzo timido,omosessuale e tremendamente insicuro. Qui ci sono le sue vicende:qualche guaio,ciclisti indiscreti,mamme impiccione,fratelli troppo perfetti,amori inaspettati e altro. That's all,folks...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando la mamma fa la mamma.

La signora Johnson era piccola e rotondetta,sorridente e non troppo sveglia.
Amava gli orologi a cucù,i gatti(ma solo quelli di razza,molto pelosi),i tortini di carne e le orchidee. A volte s’impicciava degli affari degli altri,ma con moderazione.
Altre volte la moderazione mancava.Mancava molto.
Polly aveva sempre saputo che il suo Jamie era più delicato,più sensibile e più timido dell’altro figlio,Dan,ma non aveva mai immaginato che questa sua natura si sviluppasse come una delle sue orchidee annaffiate troppo spesso e si sedimentasse nel Jamie adulto;credeva anzi si sarebbe smorzata.
Ma delle volte guardava quel figlio magrolino e riservato che perdeva l’ascensore per dare la precedenza a tutti gli altri che puntualmente lo lasciavano fuori…,oppure trovava per caso,in uno dei suoi cassetti,un paio di scarpette da bebè di Jamie che lui aveva nascosto per ricordo….
Qualche volta lo vedeva passare fino trentanove minuti e dodici secondi(cronometrati per esperimento)davanti allo specchio a sistemarsi la cravatta in modo che apparisse messa al volo,infilata in un attimo con la classe di chi è sicuro di sé…
Ed erano questi i momenti in cui la signora Johnson capiva davvero come fosse fatto suo figlio.
Un bel giorno,stanca di quella situazione,si mise in testa di tagliare la testa al toro:”Dopotutto ogni madre la penserebbe come me…,una mamma deve fare la mamma.”
E così Jamie,trascorse le ore lavorative,trovò a casa una sorpesa che lo aspettava.
Era tornato dall’ennesima giornata grigia, otto ore passate in un ufficio di tre metri per due,senza finestre e con una pianta finta misteriosamente diventata marrone;portava il quotidiano sotto braccio,incastrato tra la ventiquattrore,le pratiche e una cartina dell’intera città.
Non stupitevi,Jamie era un uomo estremamente metodico e ogni sua azione era pensata e seguiva una inestricabile rete logica.
Sulla cartina infatti,erano segnati con grandi cerchi rossi tutti i possibili appartamenti,dato che J.J.(in famiglia lo si chiamava spesso così),alla tenera età di 26 anni e mezzo viveva ancora con i suoi e da più di tre anni non si decideva a comprare casa.
Ne sceglieva cinque o sei,ma poi le scartava tutte per svariati motivi:carta da parati eccessivamente colorata,la finestra del salotto troppo a destra,quando la scrivania doveva essere messa a sinistra,un vicino con tre figli maschi di età compresa tra gli otto e i dodici anni,un gatto che viveva accanto al cassonetto nel cortile interno.
E tutto ricominciava.
Ma non divaghiamo troppo.
Jamie tornò a casa,posò la valigetta sulla poltroncina a destra,salì le scale cominciando dal piede sinistro per poi arrivare all’ultimo gradino col destro,si sistemò la vertigine appena sugli occhi nello specchio sopra al mobile,aprì la porta e…sussultò,sgranò gli occhi,si avvicinò meglio,alzò un sopracciglio e,inaspettatamente,cominciò a ridere.
"Mamma…!Mamma!Ma’!….Come mai il Punk diciottenne che ci abita accanto mi ha lasciato un ricordino?…Non credevo di piacergli." La signora Johnson prese un’aria offesa…:"Tesoro,il piccolo Oliver,alias Diablo Mortimer,come preferisce lui,non centra…,sai, il fatto è che non ti vedo mai uscire,divertirti un po’…hai sempre un’aria così…così…",Polly sembrò trattenersi dal dire una cosa molto spiacevole,infine.:"Da, …perdonami caro,…topolino da biblioteca."
Jamie la guardò perplesso…:"Mamma,per quanto possa sembrarti terribile la mia vita sociale,ammesso che io ne abbia una,non vedo questo come possa riguardare il paio di pantaloni di pelle nera con …con catene abbinate posato sul mio letto!"Il ragazzo prese a gesticolare irritato e la mamma abbassò gli occhi e rispose con un filino di voce:"Speravo lo indossassi per andare da qualche parte…sai…in discoteca…" L’espressione di Jamie era inorridita.Spostò lo sguardo disgustato da sua madre agli spaventosi pantaloni che sembravano ammiccargli dal letto. "Mamma",Cominciò allora Jamie con una voce piatta che non gli apparteneva...:"Sono...sono...",La signora Johnson sorrideva incoraggiante...:"Inguardabili."Terminò lui,semplicemente. Inguardabili.
  
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