La sera prima il meteo aveva messo pioggia per la città di Domino, e infatti
il cielo non prometteva niente di buono, con delle nuvolacce nere che si stavano
avvicinando da nord e minacciavano un bel temporale; ma il brutto tempo pareva
non intaccare minimamente l'umore di una ragazza, che insieme ai suoi nuovi
amici, si stava dirigendo verso uno degli edifici più mal visti dai ragazzi, ma
che per lei era letteralmente il senso della vita. La ragazza fece qualche
saltello per l'allegria, si girò, mise le mani a coppa davanti al viso e urlò:
"FORZA PELANDRONI!!! O ARRIVEREMO STANOTTE!!!" e ridendo si rigirò e
cominciò a correre. Ma le sue grida furono coperte dal rombo dei tuoni del
temporale che si stava avvicinando.
"Cos'avrà da essere così felice, quando la giornata è uno schifo e per
di più ci stimo avventurando direttamente nell'antro dell'orco?"
disse Joey
"Smettila Joey!!" lo rimbeccò Tea, che stava cominciando ad avere
freddo a causa dell'arietta fresca che soffiava, portatrice di brutto tempo, che
avevano dovuto sopportare per quasi due ore, avendo loro stessi deciso di fare
un "tour" della città per mostrarla alla californiana.
Ma per fortuna erano quasi arrivati; infatti all'orizzonte si cominciavano a
intravedere i tetti dei grattacieli della KC, che cn la loro altezza sembrava
volessero bucare il cielo.
Finalmente arrivati all'ingresso della KC, Kaede superò la stanga abbassata del
parcheggio, e cominciò ad avviarsi con passo deciso verso l'ingresso del
palazzo, seguita a ruota dagli altri.
All'entrata, però, una guardia li fermò: "Avete un appuntamento cn il
signor Kaiba?" "Bè, no- rispose l'americana- ma è una cosa alquanto
importante..." "Mi dispiace ma oggi il signor Kaiba non riceve visite.
vi prego di passare un'altro giorno" "Ma..." La guardia non ne
volle sapere delle scuse di Kaede e cercò in tutti i modi di mandarla via, finché
Kaede non dovette ricorrere alla sua 'arma segreta' : "La prego, mi faccia
entrare; sono...sono qui per conto di Pegasus!!" L'agente si fermò
improvvisamente ed estrasse da un fodero agganciato ad una cintura una
ricetrasmittente; cominciando a parlarci dentro: "Signore?...mi scusi il
disturbo...dei ragazzini...come dice?...si credo che siano
loro...no...Pegasus...esatto, cosa faccio?....ah, ok." Kaede intanto
aspettava, con le braccia conserte e un'espressione seria seria:
"Allora?" la guardia riagganciò la ricetrasmittente alla cintura:
"Il signor Kaiba ha acconsentito ad un'incontro straordinario e breve...-
l'uomo calcò su quest'ultima parola- per raggiungere l'ufficio...ehi
aspettate!!!" la californiana non aveva aspettato oltre, e si era già
introdotta nell'edificio: non era la prima volta che entrava in un grattacielo,
e sapeva benissimo che l'ufficio del "boss" era sempre in cima.
Appena entrati i ragazzi notarono subito che c'era un'atmosfera febbrile quel
giorno, in azienda: la ditta era pena di persone con in mano delle cartelline,
che continuavano ad andare avanti e indietro, continuando a scrivere numeri su
numeri; 'nuotarono' tra la massa di persone fino ad arrivare all'ascensore, dove
poterono tirare il fiato.
"Come mai c'è tanto movimento anche di domenica?" chiese Tristan
"I think...stocktaking- rispose la californiana- inventario. Anche da noi
una volta al mese facciamo lavorare la domenica, ma solo per l'inventario"
"Allora Seto deve essere davvero impegnato..." disse Yugi, e in quel
momento un brivido freddo percorse la colonna vertebrale di Kaede: "S-scusa?
Hai d-detto che si chiama S-Seto?" "Si, ma proprio tu nn dovresti
saperlo???" "Conoscevo solo il nome del padre, Gosaburo, ma per il
resto era solo Kaiba..." Seto...quel nome continuava a ronzargli nella
testa, occupando la sua mente...Seto...Seto...Seto...Seto...Seto...Seto...Seto..
PLING!
L'ascensore era arrivato, e le porte si aprirono: il panorama era sempre lo
stesso del primo piano, cn un mucchio di gente che andava qua e là facendo
l'inventario.
La ragazza cominciò a guardare in giro, oltre le teste delle persone che
continuavano a passare avanti e indietro, cercando di individuare un qualche
cosa che le indicasse dove fosse l'ufficio che cercava; finché non la vide:
KAIBA S. |
La targhetta color oro spiccava nettamente su una porta di legno di mogano,
proprio in fondo ad un corridoio sulla destra.
Kaede si diresse verso la porta, facendosi avanti a gomitate e spintoni tra la
"folla" di impiegati, e seguita a ruota da Yugi&co. Arrivata
davanti alla porta si fermò, fece un lungo e profondo sospiro, guardò di
essere presentabile, e bussò alla porta: non aveva dimenticato le buone maniere
da uomo (donna nel suo caso) d'affari che il padre le aveva insegnato.
Da dentro lo studio si sentì un "Avanti" un pò fiacco, quasi che la
persona dall'altro lato della porta fosse intenta a fare qualcos'altro; ma la
ragazza afferrò la maniglia della porta, la abbassò ed entrò nell'ufficio di
Seto Kaiba.
Restò colpita: non era affatto come se lo aspettava. Davanti a lei, a guardarla
seduto alla sua scrivania, stava un ragazzo più o meno della sua età; ma
vestito molto seriamente, con una camicia verde sotto un trench violetto, e con
un espressione ancor più seria.
"E tu chi sei?" chiese Seto alla ragazza che era appena capitata
dentro il suo ufficio; ma subito dietro entrarono anche Yugi e gli altri.
"E voi che ci fate qui?....Sentite, non so cosa volete e nn mi interessa, ma ho
un mucchio di cose da fare; in più Pegasus mi ha mandato qui uno dei suoi e
dovrebbe essere qui tra qualche secondo, quindi se per piacere volete uscire dal
mio ufficio..."
"Sono io" disse Kaede "Prego?" "Sono io che ho usato il nome Pegasus...avevo bisogno di una scusa"
"Perfetto...sentite,
ho un sacco di lavoro da sbrigare e non ho assolutamente tempo da perdere cn
voi. Ve lo ripeto:..."
"Un appuntamento"
"Cosa??"
"Sono...sono venuta per un appuntamento....nn pensare male, volevo solo vedere la tua carta di Drago Bianco
Occhi Blu..."
"Senti, la mia carta non è un cimelio da museo..."
"Ma potrebbe aiutare sia lei che me!" s'intromise il Faraone
"Ancora cn quella storia? Ma fatemi il piacere...quindi, prima che perda la pazienza
e che faccia chiamare Roland per sbattervi fuori, volete gentilmente andarvene e
lasciarmi in pace?"
Il Faraone stava per ribattere, ma Kaede lo afferrò per un braccio e scosse la testa: avevano perso la partita.
Così la ragazza si voltò e a testa bassa si diresse verso l'ascensore.
La discesa fu molto silenziosa, perché nessuno sapeva come prendere la cosa cn
la californiana: consolarla o il classico:" Te l'avevamo detto!"??
Arrivarono all'ingresso senza che nessuno avesse ancora detto niente; durante il
loro breve incontro cn il presidente della KC, la nube di mal tempo era arrivata
fino a Domino, così il gruppetto si ritrovò a uscire sotto una pioggerellina
leggera.
"Senti Kaede...- cominciò il Faraone- forse avrei dovuto aiutarti di più, forse ci avrebbe dato
maggior ascolto; o forse lo abbiamo preso nel momento sbagliato...io..."
"Fa niente" rispose la ragazza
"Eh?"
"Davvero, non importa; nn avrei dovuto
insistere e mi dispiace che abbia cacciato via anche voi..."
"Oh, ci siamo abituati..." la
rincuorarono Tristan e Joey
Kaede gli rispose cn un debole sorriso "Scusatemi" disse ancora e poi
cominciò a incamminarsi giù per il viale, sotto la pioggia. Tea tentò di
andargli dietro, ma Yugi la fermò: aveva bisogno di stare un pò da sola.
.............Fa niente?? Nn importa?? ma a chi voleva darla a bere?? Certo che
gliene importava, certo che le faceva qualcosa....cavoli, lei aveva bisogno di
sapere!!! Forse era stata un pò troppo precipitosa, questo lo ammetteva, ma in
fondo nn aveva chiesto nulla di così strano!! Voleva solo darle un'occhiata, a
quella carta, nn gli aveva mica chiesto di comprargliela!!..........
La pioggia stava cominciando a intensificarsi sempre di più, mentre lei nn
sapeva minimamente dov'era diretta. Era sola, senza ombrello, senza meta e
nemmeno la benché minima idea di dove fosse....ottimo inizio per una nuova
vita, pensò sarcastica.
Si fermò a guardarsi in giro, e si accorse di essere finita al parco giochi
della città. Entrò a fare un giretto, nonostante per terra fosse un tripudio
di pozzanghere e fango, passando tra i vari giochi e vedendoci sopra lei e Jack
da piccoli, a divertirsi senza problemi.
In California aveva lasciato tutto: suo padre, il suo migliore amico...valeva la
pena lasciare la sua vita per qualcosa che nemmeno sapeva? La risposta arrivò
prima ancora che finisse di pensare alla domanda: si.
era ancora lei...quella strana sensazione che provava da ormai tanto tempo, quel
qualcosa che l'aveva spinta fin lì, al cospetto di Sua Maestà Seto Kaiba...che
aveva percepito più forte cn la vicinanza del Drago...ma perché però gli
aveva fatto incontrare un tipo così antipatico? ma anche così carino....Oh,
smettila!!! si disse, e si sedette in cima allo scivolo, a pensare se era qui
solo per Drago Bianco Occhi Blu o anche per qualcos'altro.
Skerzi a parte vi ringrazio tutte ancora una volta e spero che vi facciate sentire ancora!!!
BAX BAX ^______^!!!