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Autore: maby    03/05/2010    4 recensioni
Chi potrebbe essere il secondo Tom Kaulitz? Chi meglio del primo e unico? Forse tutti, forse nessuno. Eccetto lui. Suo figlio. Morto quando aveva 21 anni, lascia alla sua ragazza un ricordo di lui. Poche settimane dalla sua tragica morte, Sara scopre di essere incinta. Lo tiene e decide di chiamarlo come il padre. Tom. Tom Kaulitz. Quando il figlio arriva ai 15 anni, vuole sapere la verità che Sara gli ha sempre nascosto. E lì cambia tutto..
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Figlio di Tom Kaulitz

Hey, come va? Posso entrare vero?” Domandai rimanendo sullo stipite della porta.
“Certo amore, entra pure..” Sussurrò.
Entrai a passi lenti e incerti e mi avvicinai chiedendogli come stesse, e appena si portò una mano al cuore capì che la situazione non poteva andare peggio.
I suoi respiri erano lenti e andavano a toccare la mia pelle.
“Tom, ti ho portato qualcosa da mangiare..e il tuo cellulare, come mi avevi chiesto” Dissi porgendoglielo.
“Oh grazie amore..il mangiare qui fa schifo! Per questo ho sempre odiato l'ospedale! E il personale è brutto!” Esortò ridendo. Feci la finta offesa e rise ancora di più.
“Amore lo sai che per me esisti solo tu!” Non potetti negare un sorriso e lo baciai.
“Qui fuori è pieno di paparazzi!” Annunciai guardando fuori dalla finestra, tutti quei fotografi sparsi tra le fan che piangevano.
“Oh! Lasciamo stare!” Rispose.
“Bill e gli altri dove sono?” Domandai distogliendo lo sguardo dalla finestra, per poi guardarlo mentre probabilmente scriveva un messaggio.
“Emm..non so'” Sentì poi delle forti urla al di fuori. “Eccolo..” Commentai ridendo.
Pochi minuti dopo entrarono proprio loro, gli altri tre membri dei Tokio Hotel. Bill e Georg portava sfoggianti occhiali neri mentre Gustav un nuovo capello.
“Ciao! Gemellino!” Lo salutò Bill.
“Bombolone..” L'iniziò a stuzzicare Georg. Tom odiava essere chiamato dal piastrato così.
“Ciao Tom” Lo salutò semplicemente Gustav.
I due andarono a porgere un nuovo regalo a Tom, mentre Bill mi salutò.
“Ciao Sara..”
“Ciao Bill..” Risposi.

“Puff..” Sbuffai chiedendo la porta. I tre se ne andarono e rimanemmo solo io e Tom.
“Stanca?” Chiese Tom.
“Un pochino”
“Sara, se vuoi puoi andare a casa..non ti preoccupare per me”
“Tu pensi che me ne andrei lasciandoti qui tutto solo? Con le infermiere che passano e spassano? Non credo proprio mio caro” Mi andai a stendere affianco a lui e lo abbracciai, ispirando il suo dolce profumo.
“Sara..” Sussurrò al mio orecchio. Mugugnai e aspettai che parlasse. Quel tono di voce significava che voleva qualcosa.
“Ho voglio di farlo” Sentì subito dopo.
“Cosa? Tom qui?” Domandai aprendo gli occhi che poco prima avevo socchiuso.
Annuì e mi accarezzò la guancia.
“Mah..è scomodo!” Scoppiai a ridere io.
“Tu non ti preoccupare! Ci penso io..” Mi baciò portandomi la mano destra sotto la maglia. Mi slacciò il reggiseno, e infine portò la mano sulla lampo dei pantaloni, facendola calare a tratti.
Io intanto non avevo molti problemi a confiscargli il pigiama.
Portai la mano sulle sue labbra e lo fermai, ricordandogli che la porta era aperta e che le veneziane della finestra erano alzate. Così mi alzai e chiusi porta e calai le veneziane della finestra, rimanendo così totalmente allo scuro. Ritornai da lui e riprendemmo cioè che aveva lasciato in sospeso.
Tom si posizionò meglio su di me e mi tolse, cioè che ormai ci divideva, ovvero le mutande. Dopo di che entrò in me lentamente, facendo molta attenzione a non farmi male. Naturalmente io morsi il labbro inferiore e cercai di rilassarmi il più possibile. Era solamente la mia terza volta, e Tom mi aveva spiegato che era normale che facesse male.
Dopo i primi traumatici minuti, iniziai a rilassarmi e lui aumentò la potenza della spinta.
Portai le mie mani sulla sua schiena leggermente sudata, e quando mi faceva male, lo graffiavo.
Spingeva sempre più forte, interessandosi principalmente a soddisfare i suoi scopi.
“Tom..Tom, piano mi fai troppo male..” Sussurrai.
Spinse, spinse sempre più forte tanto che i graffi sulla sua schiena non servirono a farlo smettere.
Ansimava dal piacere, mentre una lacrima percorse il mio viso, finendo col andare a finire sul lenzuolo.
Il letto iniziò a muoversi leggermente, creando uno strano scricchiolio che sembrava quasi dare il tempo.
E con l'ennesima potente spinta, venne. Sentì scendere lungo le mie cosce un liquido caldo. E finalmente si riandò a sedersi affianco a me.
“Tutto... ok?” Domandò ansimante. Non risposi e continuai ad asciugare le lacrime.
Mi girai arrabbiata e mi tirai gran parte della coperta. Provò a chiamarmi più volte, senza chi gli risposi.
“Scusami se ti ho fatto male...” Commentò. Sentì il rumore delle coperte, e si avvicinò.
“Sara...io...credo di amarti” Sussurrò subito dopo. La cosa era così strana, che pensai che fosse solamente un sogno. Un strano e stupidissimo sogno.


Apra sta porta! La prego!” Sentì urlare dall'altra parte della stanza, accompagnato da forti pugni.
Non capì bene cosa volessero alle otto di mattina, così mi girai verso Tom e lo chiamai più volte.
I pugni continuavano e così mi alzai e andai ad aprire:

Ma vi sembra il modo?” Uno schieramento di persone si gettò su di me e spinsero con violenza, andando da Tom.
Ma che succede?” Domandai senza ricevere risposta. Guardai il dottore alla sinistra di Tom, che negava con la testa.
Scusi mi può dire cosa succede? Che cos'ha Tom?” Dissi avvicinandomi.
Siamo arrivati troppo tardi...” Lo sentì sussurrare.
Che cazzo succede?! Che cos'ha Tom eh?!”
Signorina...cosa ha spinto lei e la sua stupidissima coscienza, a chiudere a chiave quella maledetta porta?”
Sia più chiaro che cos'ha il mio ragazzo?” Il dottore si avvicinò a passo felpato, mentre tutte le altre infermiere abbassarono la testa e si misero in fila dietro l'uomo.
Mi dispiace...è morto. Disse freddo, guardandomi negli occhi.

  
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