Prologo
Kyle’s POV
Infilai la
chiave nella
toppa ed entrai finalmente dopo diversi giorni a casa mia. Ero stato ad
un
convegno medico in cui si erano discusse nuove tecniche per evitare che
i virus
riconoscano attraverso i recettori di membrana le cellule da infettare.
Dopo
giornate di ricerche si era riuscito a pensare a qualcosa che avrebbe
facilitato la nostra ricerca, ma non c’era niente di
definitivo. Ed ora eccomi
qui tranquillo, alle 2 di notte, dopo essere riuscito a liberarmi da
quel
gravoso impegno, lasciare il borsone con dentro i vestiti a terra in
cucina,
prima di aprire il frigorifero in cerca di un po’
d’acqua. Mi concentrai sui
battiti cardiaci dei miei cari e il mio cuore si fermò
quando ne sentii due in
più? Chi c’era? Quando cominciai a prestare
attenzione potei sentire un profumo
familiare, troppo familiare, che mancava da quella casa da 5 anni
ormai. Il
profumo della mia Jessi… dio, quanto mi mancava quella
ragazza. Per me era
sempre stata importante, fin dal primo giorno in cui l’avevo
vista, solo che la
mia stupidità mi aveva impedito di fare la cosa giusta
più volte ed era per
questo che se n’era andata. In questi anni passati lontano da
lei non avevo
fatto altro che pensarla, cercarla, ma sapevo per certo che aveva
deciso di
tagliare tutti i ponti con me e non sarebbe stata disposta a farsi
trovare. Lei
era stata il mio unico grande amore, perché se pensavo di
essere innamorato di
Amanda, mi sbagliavo di grosso: non avevo mai capito che cosa voleva
dire
veramente amare prima di essere stato con lei. Capivo perché
Steven e Nicole
stavano insieme dopo tutti quegli anni, perché
l’amore c’era sempre stato e non
era mai mancato. E speravo che anche quello mio e di Jessi sarebbe
potuto
durare così a lungo…ma ovviamente mi sbagliavo,
certo che mi sbagliavo. Non
potevo incolparla di essersene andata via lasciandomi solo a ripensare
ai bei
momenti passati insieme, perché ero stato io a rovinare
tutto. Avevo fatto in
modo che il nostro legame si dissolvesse come sabbia al vento ,e dopo
un paio
di mesi dalla nostra rottura se ne era andata di casa, ritornando in
quella di
Sarah, sua madre, per poi non avere più contatti con me. Non
la vedevo, non la
sentivo. Neanche non fossi mai esistito... Però con il resto
della famiglia si
sentiva molto spesso, perciò non perdevo occasione per
chiedere a Nicole come
stesse, che cosa stesse facendo…ma avrei voluto che mi
parlasse. Se solo…ma non
riuscivo a farmene una ragione. Lei era stata tutto per me, era il mio
primo
vero bacio, la mia prima volta, era essenzialmente tutto, e avrei dato
qualsiasi cosa per poter tornare indietro e evitare di commettere gli
stessi
errori.
Guardai nel
frigorifero
e decisi di bere un po’ di latte..Comunque non poteva essere
lei, non qui, non
era assolutamente possibile. Appena chiusi lo sportello del frigo mi
trovai un
bambino davanti. Avrà avuto sui 4 anni, e 2 occhioni azzurri
che mi erano
davvero familiari…mi ricordavano un po’ i miei.
Mi
fissò curioso “ Chi
sei?” chiese con un aria sospettosa
“Kyle.”
Risposi
sorridendo
Fece
altrettanto. Il
suo viso, anche quello familiare, mostrò due fossette
“Okay. Cosa ci fai qui
alle 2 di notte? Non
sei un ladro, vero?”
aggrottò la fronte pensieroso “ Perché
sembri troppo buono per essere un
malvivente, ma la mamma dice sempre di non fidarmi di
nessuno…” aggrottò la
fronte pensieroso
“No,
non preoccuparti,
non sono un ladro.” lo rassicurai “ Vuoi un
po’ di latte?”
“Sì,
grazie.” Mi
sorrise di nuovo
“Comunque
io qui ci
abito.” Gli dissi cercando di sviare ogni suo sospetto.
Annuì. “Tu cosa ci fai
qui? E come ti chiami?”
“La
nonna ha chiesto a
me e alla mamma di venire qua. E scusami se non ti ho detto il mio nome
prima
ma avevo sentito dei rumori e….comunque io sono--“
“Adam!”
sentii sibilare
per il corridoio “Quante volte devo dirti che non puoi andare
in giro così? Mi
hai fatto prendere un colpo. E ti ho già detto di no, non
dormirai nella stanza
con la vasca. Lo so che è come quella nella tua stanza ma
non è casa tua,
chiaro?” avrei riconosciuto quella voce tra tutte
ovunque…non era un sogno,
Jessi era qui
“Mamma,
non
t’arrabbiare, sono venuto qua perché volevo del
latte e Kyle me ne ha dato un
po’.”
Entrò
in cucina e appena
mi vide rimase sorpresa “Kyle?”
“Ciao,
Jessi.” Le
sorrisi incerto. Aveva un figlio? Com’era possibile che
avesse un figlio? Era
sposata oppure solamente fidanzata? E chi era il padre di quel bambino?
Il mio
sorriso si trasformò in una
smorfia…com’era possibile che lei fosse riuscita a
voltare pagina e io no? Perché si era rifatta una vita?
“Kyle…non
dovresti
essere qui…” le sue parole mi ferirono al
contrario di quello che potevo
pensare…mi facevano male. Non era contenta di vedermi
La guardai
confuso“Invece sì. Lo avevo detto a Nicole che
sarei tornato prima.”
“Adam…”
“Sì
mamma?” la guardò
con ammirazione
“Andiamo
a letto. Domai
si torna a casa”
“Ma--“
“Niente
ma, sai che la
mamma ha da lavorare, vero?” mi guardò con astio
“Notte, Kyle.” Prese in braccio suo figlio che
reggeva ancora il bicchiere di latte prima di dirigersi verso la sua
vecchia stanza. Sentii la sua porta chiudersi dolcemente alle sue
spalle, e tutto il dolore che avevo tentato di tenere
nascosto in quegli anni risalì in
superficie....perchè me l'ero lasciata scappare?
'Ti amo' mormorai prima di sospirare e andare nella mia stanza. Per
tutta la notte non feci altro che ascoltare il suo battito...