La
seguente fanfiction, la prima che ho scritto e che pubblico su questo
fandom, si è classificata settima ( su quattordici
partecipanti,
indi posso gongolare un po' XD ) allo Zodiac
Contest, indetto da Redseapearl
sul Forum di EFP.
Non
è niente di particolare, è una cosina romantica
– forse anche
troppo – e semplice, scritta in onore della mia coppia
preferita in
assoluto.
Buona
lettura, e spero di ricevere qualche commento. Positivi o negativi
non importa, mi basta conoscere la vostra opinione, visto che sono
anche nuova su questi lidi. <3
Di baci, stelle, ed amorevoli metafore
Sulla
Contea regnava il
silenzio, a quell'ora della sera.
L'arrivo
della stagione
calda aveva eliminato in un battibaleno anche il crepitio del fuoco
nel caminetto, che soleva dar sollievo agli Hobbit quando il freddo
dell'inverno si faceva sentire. Non v'era nulla che potesse
disturbare la quiete di due creature dolcemente abbracciate, in piedi
vicino alla porta. Quando Sam era entrato, dopo aver bussato due
volte come sempre usava fare, Frodo gli era corso incontro, come se
lo avesse visto per la prima volta dopo tanti anni; non gli aveva
neppure dato il tempo di sedersi, di chiedergli come stava. Il
bisogno impellente di stringerlo e ascoltare il battito del suo cuore
aveva preso il sopravvento su di lui, come accadeva quasi ogni volta
– invero, tutte le volte in cui si trovavano da soli, quando
calava
il buio, a casa Baggins.
“
Signor
Frodo... ” sussurrò il giardiniere, ma l'altro lo
zittì
poggiandogli un dito sulle sue labbra, sorridendogli.
“
Sai
che in questi momenti puoi chiamarmi solo Frodo, Sam. In
verità puoi
farlo sempre, ma tu sei così rispettoso nei miei confronti!
Mi
domando se mi merito tali gentilezze da parte tua ” disse,
cingendogli il collo con le braccia esili.
“
Oh,
molto più di quanto possiate immaginare ”
Gli
prese il volto fra
le mani, Sam, e carezzò la sua pelle, constatandone la
morbidezza;
considerava il suo padrone d'una bellezza rara, ma gli ci era voluto
molto prima di trovare il coraggio di dirglielo. Il rendersi conto
che anch'egli provava per lui un sentimento che andava ben oltre
l'amicizia lo aveva sconvolto non poco; positivamente parlando,
ovviamente.
Disegnò
il contorno
delle sue labbra con le dita segnate dai calli che il duro lavoro gli
causava; quelle dita che però, nonostante le loro palesi
imperfezioni, avevano il potere di far impazzire colui che le amava,
che le desiderava su di sé ogni ora, ogni minuto, ogni
secondo.
Sospirò
quando Frodo
chiuse gli occhi abbandonandosi a quei tocchi fugaci ma al tempo stesso
intensi; quanto adorava vederlo così! Cielo, avrebbe pagato
anche
tutto l'oro del mondo, se lo avesse posseduto, per poterlo osservare
sempre col volto leggermente arrossato, e con la bocca socchiusa in
attesa d'un suo bacio.
Bacio
che non tardò
troppo ad arrivare – giusto qualche secondo, per poterlo
ammirare
ancora –, e fu caldo ed inizialmente casto come al solito,
per poi
trasformarsi e divenire frenetico, colmo d'urgenza nel suo semplice
essere un dolce atto d'amore. Le mani di Sam vagarono fra i capelli
riccioluti dell'altro, spettinandoli un poco, per poi spostarsi sul
collo niveo, ricevendo in risposta un debole gemito soffocato. Era
appagante sapere che poche, calcolate mosse possedevano tal potere.
Ma
messer Gamgee,
quella sera, non voleva far le cose di fretta. In verità
aveva
preparato qualcosa di estremamente romantico, forse addirittura
troppo mieloso – se Merry e Pipino lo avessero saputo, certo
lo
avrebbero preso in giro per il resto dei suoi giorni –, ma
era
sicuro che Frodo avrebbe apprezzato. Si trattava alla fin fine d'una
cosa semplice, ma in fondo era questo a cui gli Hobbit erano
abituati: il complicato non li aveva mai attratti, in nessun
contesto.
Così,
interrompendo a
malincuore quel momento d'idilliaco piacere, invitò il suo
padrone a
seguirlo fuori dall'abitazione. Egli lo guardò perplesso,
quasi
insoddisfatto, ma ciò nonostante accettò.
All'esterno
l'aria era
piacevole, e la brezza di primavera sfiorava i loro capelli; Sam, con
un sorriso, fece cenno all'altro di sedersi accanto a lui sull'erba
del verdeggiante giardino da egli stesso curato con dedizione.
“
Ecco,
adesso guardate lassù ” indicò un punto
lontano nel ciel sereno,
e Frodo osservò attentamente; v'erano più stelle
l'una accanto
all'altra, e brillavano fiere e libere dalla morsa delle nubi. Erano
diverse da tutte le altre, e ciò lo attrasse in maniera
particolare.
Si strinse al proprio compagno e le guardò per lunghi
secondi, prima
di proferire parola.
“
Sono
splendide ” asserì, con sguardo sognante.
“
Quella
è la costellazione della Bilancia, sig... Frodo. Mi fu detto
da
Gandalf il Grigio, l'ultima volta ch'egli mise piede qui nella Contea
” spiegò, “ A quanto pare, gli stregoni
s'intendono anche di
queste cose ai nostri occhi così misteriose, pare che tale
scienza
venga definita astrologia, o qualcosa del genere ”
“
E
perché Gandalf ti ha parlato di una cosa così
speciale? ” curiosò
l'Hobbit, incollando letteralmente gli azzurri occhi al volto
riflessivo di Sam.
“
Ricordo
che, in quel periodo, quelle stelle si potevano ben osservare,
esattamente come adesso. Quando mi capitò di vederle, per
caso, la
prima cosa che feci fu domandare ” rispose, stringendo la
mano
dell'altro, “ Non hanno un significato preciso, almeno non
per noi
e non per ora, ma ci tenevo a guardarle assieme a voi ”
La
risposta alla sua
stretta fu una presa altrettanto ferrea, seguita da una carezza e da
un bacio sulla guancia paffuta. Come sospettava, il suo padrone era
entusiasta della sua idea.
Infatti
volse
nuovamente lo sguardo al cielo e sorrise, lusingato dall'amore che
egli provava nei suoi confronti, e da tutto quel che faceva per lui
ogni giorno. Stargli accanto lo faceva sentire bene, e mai era
riuscito a trovare le parole giuste per ringraziarlo. Eppure lui
pareva far tutto con estrema semplicità, come se fosse nato
per
soddisfarlo, dalla cura del giardino ai baci che depositava su ogni
centimetro di pelle chiara. Oramai ne era certo: non gli sarebbe
stato possibile vivere senza il suo Sam.
“
Sapete,
dopo tanto pensare ho capito; ho capito che la vita di noi tutti
può
essere comparata ad una bilancia ”
Frodo
lo guardò
stranito, senza capire cosa intendesse dire con quelle parole. Sapeva
che la bilancia era uno strumento per pesare i raccolti che i
generosi campi offrivano, che cosa c'entrava dunque con le stelle e,
soprattutto, con la vita?
“
Se
mettiamo sui piatti della bilancia due cose differenti, è
ovvio che
il suo ago verterà su di un'unica direzione. Guardiamo la
nostra
vita, ora. Come ben sappiamo, esistono bene e male a questo mondo. E
c'è chi è malvagio, chi invece è
benevolo; capite quel che voglio
dire? ” chiese, senza staccare gli occhi dalla costellazione
ben
visibile quella sera.
“
Sì...
adesso sì. Ma a che scopo mi rivolgi queste parole, Sam mio?
C'è
qualcosa che ti turba, forse? ” si preoccupò il
più anziano.
“
Oh,
no, tutt'altro ” rise, voltandosi verso Frodo, “
Sono
tranquillissimo ” aggiunse poi, iniziando ad armeggiare coi
bottoni
della sua camicia.
“
Sam,
no, non possiamo... qui fuori! ” esclamò
arrossendo vistosamente,
cercando di cacciarlo via; ma lui lo prese dolcemente in braccio,
stupendolo non poco – certo erano forti le sue braccia, e il
corpo
del proprio padrone decisamente più leggero del suo, ma mai
prima
d'allora lo aveva sollevato con tanta facilità -, portandolo
dentro
casa. Camminò fino alla camera da letto, lasciandolo cadere
delicatamente sulla coperta azzurra; teneva gli occhi fissi sui suoi,
pregando di perdervisi dentro, tanto erano profondi ed espressivi e,
in quel momento, sfumati di lussuria. Il suo volto tutto trasudava
piacere nonostante nulla fosse ancora cominciato, ma il solo sentire
il suo giardiniere così vicino lo faceva fremere, e
desiderare
disperatamente di poterlo sentire parte di sé. Mai aveva
provato
simili sensazioni, con nessuno prima d'allora.
Sam
lo baciò sulla
fronte, affondando le dita fra i capelli morbidi, per poi scendere
sull'orecchio destro; a tal gesto, udì un gemito
d'approvazione. Gli
prese il volto fra le mani, godendo di quella paradisiaca visione
–
oh, qual fortuna! -, dopodiché poggiò le labbra
calde sulle sue,
leccandole ogni tanto, saggiandone il sapore. Quel sapore che rendeva
il tutto ancora più speciale, e che nemmeno lui riusciva a
ben
definire; ma era il suo, e ciò bastava.
Non
pago scese verso il
collo, mentre velocemente e in verità un po' goffamente
sbottonava
la camicia dell'altro; Frodo rise notando la sua difficoltà,
e non
si curò del broncio ch'egli mostrò subito dopo,
prendendosi lui
l'onere di spogliarsi del proprio indumento. Alla vista del suo
torace glabro, nudo di fronte a lui, il più giovane
sussultò; non
era certo la prima volta che lo vedeva, ma avvertiva sempre quella
stessa sensazione. Era come cadere nel vuoto, eppure non provava
paura; ed era come trovarsi di fronte ad una cosa talmente bella da
parer sicuramente irraggiungibile, eppure non temeva di avvicinarsi
di più. Perché era così fortunato a
poterlo toccare, stringere ed
amare.
Si
tolse anch'egli la
maglia e si stese su di lui, attento a non costringerlo in una
posizione scomoda, e lo baciò ancora, con passione maggiore
e sempre
crescente. Frodo gemette, accarezzandogli la schiena. Quando si
staccarono, ansimanti, Sam notò una smorfia di disappunto
sul viso
dell'altro; sorrise, ma lui non cambiò espressione.
Piuttosto,
parlò:
“
Insomma,
non vuoi proprio finire il discorso che stavi facendo quand'eravamo
fuori? ” domandò, tradendo la propria
curiosità.
“
Oh,
Frodo... proprio adesso? ”
Samvise
Gamgee.
Maledetto. Quanto si divertiva a punzecchiarlo, in quei momenti!
“
Sì,
adesso ”
Irremovibile,
se ne
stava in attesa della risposta agognata. Dopo qualche minuto l'altro
si rassegnò, sospirando, abbracciando il suo padrone.
“
La
bilancia della mia vita è diversa da quella degli altri
” asserì,
“ Su di un piatto v'è il mondo, sull'altro voi
”
A
quelle parole, Frodo
strabuzzò gli occhi. Non era certo d'aver ben capito, ma fu
come se
il suo cuore avesse perso un battito.
“
E
sapete in che direzione verte il suo ago? ” chiese con un
sussurro.
“
Voglio
che sia tu a dirmelo, Sam ”
E
come dire di no a tal
gentile creatura?
Lo
strinse
spasmodicamente, affondando il volto nell'incavo della sua spalla.
“
Verso...
di voi ”
Quelle
parole,
pronunciate volutamente a bassa voce, risuonarono nella testa di
Frodo come una dolce nenia, e lo cullarono per lunghi secondi, fin
quando non aprì bocca a sua volta, per esprimere un concetto
che
entrambi ben conoscevano:
“
Oh,
Sam... mio Sam, ti amo ”
Ma
quella volta fu
diversa dalle altre.
Forse
erano stati i baci più passionali del solito, o forse le
stelle, o
magari quella metafora così... semplicemente splendida.
“
Vi
amo anche io ”
E
quel che successe
dopo lo racconteranno un giorno le stelle, che birichine osservavano
attraverso la finestra.
Fine ~