CAPITOLO UNO
HIDE AND SEEK
- Sssht!
- Eh? - fece la ragazza dopo aver tolto le mani che le coprivano gli occhi.
- Max! Cosa succede?
- Zitta e seguimi! - le disse lui, trascinandola per il polso dentro il dojo
di Nonno J.
Una volta che si furono rinchiusi alle spalle le ante dell'armadio in cui di
giorno tenevano i futon, che ora erano distesi sul pavimento di legno, il ragazzo
decise di dare a Hilary una spiegazione plausibile per il suo comportamento.
Prese fiato per iniziare a parlare, ma non fece in tempo.
- Sei appena arrivata? - chiese una voce proveniente da uno dei piccoli scaffali
dove, nei giorni di allenamento, venivano riposte le spade di bambù.
- Takao! Vuoi farmi prendere un colpo? - chiese la ragazza, in un tono un po'
troppo alto.
- Sssht! - le fecero i due, posandosi gli indici sulle labbra.
- Scusate! Ora mi spiegate che ci facciamo chiusi nell'armadio? - fece, spazientita.
- Ah, sì. Stiamo giocando a nascondino. Il Professor Kappa ci sta cercando,
ma noi non dobbiamo ASSOLUTAMENTE farci trovare!
- E perchè mai, scusate? - chiese, sempre più seccata.
- Perchè chi perde deve riordinare tutti i futon! - spiegò pigramente
Takao.
- Ma questa è una vera e propria sciocchezza! - rispose, molto irritata.
- Questo è perchè tu non hai dormito qui stanotte! Dovevi vedere
lo sguardo del Professor Kappa quando ha detto che non li avrebbe più
messi in ordine lui! - replicò Max.
- Max! Credevo che almeno tu fossi sano di mente in questa gabbia di matti,
ma è ovvio che ti hanno contagiato! Vuoi dire che il Professor Kappa
ogni mattina sbriga le vostre faccende domestiche???
- No, lui non ci prepara da mangiare, quello è Rei... ed è veramente
bravo!
- Non cambiate discorso! E' moralmente sbagliato sfruttare quel poveraccio coi
fanali in testa, e poi... è impossibile vedere il suo sguardo!
- Non è vero! - si intromise Takao, difendendo il suo amico - Ha solo
la frangetta un po' lunga!
- Sarà... ma scommetto che è per questo motivo che sta contando
lui...
- In effetti ci hai azzeccato. Sai, Rei non ha voluto cederci la sua fascia
rossa e ci siamo dovuti arrangiare come potevamo!
- Poveraccio...
- Ah, Takao! Dici che avrà finito di contare?
- Naah! Non lo senti?
I tre stettero in silenzio per un momento. Dal giardino si sentì una
voce chiara e squillante che urlava.
- Milleottocentocinquantadue, milleottocentocinquantatre, milleottocentocinquantaquattro,
milleottocentocinquantacinque...
Hilary sentì i brividi lungo la schiena.
- Da quanto tempo è lì a contare???
- Mmm... direi...
- Da stamattina alle sei - le rispose un'altra voce proveniente dalle sue spalle.
- Kai! Da quanto sei qui? - chiese Takao, che era scomodissimo nel suo scaffale.
- Da ben prima che entrasse Rei.
- Rei?
- Sì, sono qui anch'io! - fece una quinta voce dall'alto.
- Ehi, aspetta, dove sei?
- Nello scaffale sopra il tuo...
- Ah, ecco!
- Ehi, aspettate un momento! Volete dire che siamo nascosti tutti nello stesso
posto? Ma questo non è valido secondo le regole del nascondino!
- 'Regole del nascondino'? Esistono anche quelle?
- Ma certo che esistono! Ora stiamo infrangendo la regola duecentoventotto barra
bi - fece, orgogliosa, la ragazza.
- Ah, è vero! La duecentoventotto barra bi! Come ho POTUTO dimenticarmene!
- le rispose Takao, sarcastico, battendosi la fronte col palmo della mano destra.
- Ehi! Cosa vorresti dire?!? - domandò Hilary.
- Ssssssht! - fecero Max e Rei in coro - Il Professor Kappa ci scoprirà
presto se continuate così! E allora toccherà a voi due rimettere
in ordine tutto!
- Scusatemi.
- Sì, anch'io, scusate.
- Però... quella regola esiste!
- Non stiamo dicendo che non esiste, cara la mia ragazza, ma noi faremo finta
che non esista! - tagliò corto Takao.
- Ma così non è leale! - protestò lei.
- SSSSSSSSSSSHT! - fecero gli altri in coro, questa volta anche Kai.
- Ehi, Rei! Da quanto tempo è che siamo qui dentro?
- Mmm... da più o meno venti minuti...
- Che cosa???
- E' vero, ormai manca l'aria. Ora zitti un momento.
Questa volta non si sentì assolutamente nulla, segno che non c'era più
nessuno che contava.
- Allora è già arrivato a tremilacinquecento! - disse Max.
- E allora... tutti fuori di qui!
Le porte si aprirono rapidamente quanto silenziosamente, e tutti scivolarono fuori senza farsi sentire. Presto raggiunsero la porta che conduceva al cortile interno e il gruppo si divise.
- MI SPIEGATE PERCHE' CAVOLO SIAMO USCITI??? - chiese un'arrabbiatissima Hilary
ai due che erano con lei.
- Zitta, percarità! Perfavore, ora calmati! - fece il povero Max, che
cercava inutilmente di farla tornare in sè.
- Te lo spiego io - si offrì volontario Rei - Kappa, col suo computer,
può facilmente rintracciare le zone più calde della casa e così
scovarci subito. Perciò dobbiamo separarci e cambiare spesso nascondiglio.
Ora ci muoveremo in due gruppi separati, poi ognuno andrà per conto suo.
- Oh, Yes! :3 - confermò Max.
- Toglietemi una curiosità... ma questa cosa la fate spesso?
- Praticamente every day! :3
- Ah... mamma mia.
- Ora... troviamo un bel posto. Che ne dite della buca dietro il laghetto? -
domandò Rei, pensandoci sopra.
- Naah, non va bene. Io pensavo allo spazio stretto fra la casa e il muro di
destra - propose Max.
- E sia!
I tre raggiunsero lentamente e in punta di piedi la parete perimetrale esterna.
Si infilarono nella stretta cavità, passandoci solo dopo aver messo le
braccia attaccate ai fianchi e la testa di profilo.
- Ehi, Kai... dove possiamo metterci? - chiese Takao al suo compagno d'avventura
di quella mattina.
- Qui non ti va bene? - chiese lui con la sua aria seccata.
- Sì, ma... ci troverà subito...
- Ok, allora dividiamoci da subito. Io resto qui, tu vai pure dove credi opportuno.
- Credo proverò dentro casa.
- Vai.
Il ragazzo con il cappellino rosso si allontanò in direzione di casa
sua, praticamente a fianco della palestra. L'altro, invece, rimase con gli occhi
chiusi nell'angolo che la staccionata descriveva con il bidone delle immondizie.
- Avanti, computerino tesoro mio, ora mettiamoci al lavoro! - disse Kappa
tra sè e sè, dato che a noi comuni mortali non è dato sapere
se parla da solo o DAVVERO riferendosi al computer. - Ora ti installo questo
componente... et voilà! Ecco come rintracceremo tutti i Bladebreakers!
Sullo schermo iniziarono a lampeggiare quattro puntini colorati, uno rosso,
uno verde, uno blu e uno grigio. Continuando a parlare da solo, spiegò
il suo ingegnoso piano.
- E, carissimo computer, grazie al mio localizzatore di bit beast e beat power
costruito qualche settimana fa (NdA: questo non me lo sono inventata: c'è
davvero anche nella serie televisva.) posso trovare sia Dragoon che Draciel,
sia Driger che Dranzer! Non è ingegnoso, tesoro mio? Ora mettiamoci a
cercare... con tutta la pazienza che ci vuole. Hihihihi....
Ridacchiò come un ebete per un altro po' e alla fine decise di dirigersi
verso l'abitazione.
- Ahah! Ti ho trovato, Takao! - disse infine, dopo aver sollevato un lembo
di una coperta che pendeva nella camera degli ospiti. Il blader che era sotto
rabbrividì, poi fece un urlo udibile in tutto il vicinato.
- ODDDDIO! Che hai? Stai male? Ti ho pestato un piede? Ti ho...
- No, mi hai solo spaventato... ma ora corri! - rispose Takao, iniziando a correre
verso la vasca dei pesci rossi, scelta come base per il salvataggio dei malcapitati.
- Sono salvo! - urlò, poco prima di arrivare a toccarne il bordo. Non
aveva fatto i conti, però, con il Bey di Kappa, che riuscì ad
arrivare prima di lui all'acquario.
- NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! - Un altro urlo disperato si propagò nell'aria.
- Cos'è stato? - chiese Hilary, alquanto allarmata.
- Takao... l'avrà trovato... - ipotizzò Rei.
- Ah, va beh, se è Takao non importa - fece la ragazza, ormai disinteressata.
Gli altri due sarebbero caduti a terra se lo spazio fosse stato un po' più
largo.
- Come sei cattiva.... >:3
- Ma no, lui è Takao, se la cava sempre... vedrete che riuscirà
a non rifare i letti lo stesso - cercò di ribattere lei, che ormai aveva
già provato tutte le sue tecniche.
- Beh, io propongo lo stesso di dividerci - propose Rei, cauto - Io vado verso
il giardino esterno.
- Io andrò per di qua - li informò invece Max, indicando la direzione
opposta.
- Allora... io resterò qua - li informò Hilary, ma loro erano
già lontani, scappati via velocemente. - Ah! Grazie di aver chiesto la
mia opinione, eh! - In qualche modo riuscì ad infilarsi nella fessura
tra le fondamenta della casa e la terra vera e propria, essendo quell'abitazione
costruita come una palafitta. Arrancando nel semi-buio che regnava lì,
si mise tranquilla trovando un posticino poco polveroso e senza ciottoli fastidiosi.
- Ehi, non puoi stare qui, c'ero prima io - fece una voce alla sua sinistra.
- Eh?
- C'ero-prima-io. Capito?
- Dài, posso stare qui, Kai?
- Ah, per me è indifferente. Ma se mi scopriranno, rifarai i letti da
sola.
- Ehi! Un momento! Io non c'entro nulla!
- Esatto. Allora perchè ti nascondi?
Pensandoci, arrivò alla conclusione logica che non c'era una ragione
per cui doversi imboscare, ma, non volendolo ammettere, cercò rapidamente
una scusa.
- E' perchè, se uscissi, il professor Kappa mi chiederebbe di sicuro
aiuto per riordinare!
- Ma scusa, non è il tuo dovere? Sei una femmina, dovresti esserci abituata
- ribattè lui.
- Certo che sei solo uno stupido maschilista! - gli rispose, arrabbiatissima,
voltando la testa nella direzione opposta - Non è detto che, siccome
sono una donna, sappia fare bene le faccende domestiche! Anzi, se lo vuoi sapere,
non mi piace proprio!
Aspettò un po', ma poi capì di doverlo proprio dire.
- Scusa -
- Non preoccuparti, non è nulla - lo rassicurò, voltandosi supina
e fissando il soffitto, che in realtà era il pavimento, il sorriso già
sulle labbra. Incrociò le braccia sotto il capo. - Quanto sarà
alto qui?
- Mah... una quarantina di centimetri. E non cambiare discorso - le rispose.
- Ma noi non avevamo iniziato nessun discorso!
- Sì, hai ragione.
- Ehi, sei sicuro di stare bene? Mi sembri molto più strano del solito
- gli disse, con aria corrucciata.
- Di solito sono strano, vero?
- Beh... - fece lei, imbarazzata - sì, molto strano. Tu ti senti strano?
- Strano rispetto a loro di sicuro - rispose lui, serio serio.
- Ma no, sono loro che sono tutti matti - cercò di sdrammatizzare la
ragazzina, pensando agli altri componenti della squadra. - Per quello non ti
devi preoccupare.
- Ah, ok.
Ci furono una dozzina di secondi di completo silenzio. Era... come dire... pesante.
- Perchè non parli? - chiese lui, molto seccato.
- Credevo di darti fastidio... cioè, voglio dire, tu sei un tipo silenzioso,
giusto?
- Al contrario delle femmine pettegole...
- Ehi! Non tutte le femmine sono pettegole! - fece lei, sempre contrariata.
- Stupido anti-femminista!
- Mah... sarà...
- No 'sarà', è vero! - gli rispose.
- Resta il fatto che se fossi nato femmina mi sarei sparato un colpo.
- Ma non è poi così male! Puoi lamentarti, puoi incantarti, puoi
essere dipendente da qualcun'altro, puoi essere codardo... - motivò,
contando sulle dita le prime cose che le venivano in mente.
- Non è che siano vantaggi, sai? - fece lui, con una goccia in testa.
- Beh, è vero. Comuque sia, ti farò passare queste stupide idee
sul maschilismo!
- Ah sì? Se è una sfida, ci sto. Tanto non ci riuscirai mai.
- Si che ce la farò!
- Io dico di no.
- Allora cosa scommettiamo? - domandò lei, interessata a una battaglia
leale.
- Mah... se perdi dovrai cucinarmi la cena ogni domenica e anche rifarmi il
letto tutte le mattine. - le disse, opportunista, Kai.
- E lo stesso dovrai fare tu se perdi! - fece lei, soddisfatta.
- Ehi, ma io non so cucinare! - protestò lui, alzandosi di scatto. Sbattè
la testa sul legno duro a quaranta centimetri di distanza, rimbalzò e
ricadde indietro, tenendosi il palmo sulla fronte dolorante.
- ODDIO! Oddio, Kai, ti sei fatto male?
- Ahia...
- Ghiaccio! Ghiaccio! Urge del ghiaccio! Subito, ghiaccio!
- Zitta! La vuoi smettere di parlare? Kappa ci scoprirà! - le intimò,
tappandole la bocca con l'unica mano libera.
- Mmhf!
Si udì un altro forte urlo che distrasse entrambi. Si voltarono cercando
di vedere qualcosa, ma non riuscirono a scorgere niente, nemmeno un movimento
di piedi.
- Penso fosse Rei - ipotizzò Hilary.
- Sì, era lui. Vuol dire che l'ha localizzato. Ma come diavolo fa? -
si chiese Kai.
- Che ne so, quello è un genio, ormai non provo nemmeno più a
capirlo...
- Sì, sì, ma ora zitta. Non voglio farmi trovare.
- ...
- Ehi...
- ... Ora che ci penso, che ce ne frega a chi di noi toccherà fare i
letti? Cioè, cavolo, Takao era il primo e quindi tocca a lui. Se non
metterai subito del ghiaccio sulla fronte ti verrà un gigantesco bernoccolo.
Viola, naturalmente, perchè si intona alla perfezione con la maglia...
Ma sai che bijoux saresti con un bel cerottino sulla zucca?
- Si vede che non hai un minimo di spirito di squadra. Noi siamo un gruppo,
dobbiamo liberarci tutti. Se l'ultimo riesce a salvarsi salva anche tutti noi,
così toccherà a quel quattrocchi rimettere tutto in ordine. E
noi avremo la nostra vittoria. - spiegò eloquentemente. Pensandoci, non
l'aveva mai sentito parlare così tanto.
- A-HA! - fece una voce proveniente da davanti a loro.
- AAAAH! - urlò Hilary, costringendo quello che le stava a fianco a tapparsi
le orecchie. Picchiò il retro della testa sul legno, come poco prima
aveva fatto anche Kai.
- Ahio! Che male!! - si lamentò. Ma non c'era nessuno ad ascoltarla.
Kai si era trascinato fino fuori, Kappa l'aveva seguito: non avrebbe avuto uina
vittoria facile.
- Ah, sì, grazie! Almeno il viola del bernoccolo non si vedrà,
sotto i capelli... e in qualunque caso, si abbinerebbe alla perfezione con la
mia maglietta. Mphf! - fece, fingendosi offesa. - Che male, però... -
disse, continuando a massaggiarsi la testa, mentre si trascinava fino al giardino.
- Ghiaccio, ghiaccio, ghiaccio... - continuò a ripetere mentre rovistava
tra i numerosi cassetti del freezer collocato in cucina.
- Possibile che in questa casa non ci sia un cubetto di ghiaccio a pagarlo oro???
- si chiese, sempre più arrabbiata. Rovistò bene tra le scatole
di surgelati, tra i sacchetti di piselli, tra le numerose scatole di oggetti
indecifrabili dall'esterno. Non trovò nulla. Aprì il frigo, trovò
un vasetto di yogurt e decise di accontentarsi di quello. Dopo che si fu scaldato
un bel po' contro la pelle e i capelli senza aver sortito nessun effetto, venne
rimesso nel frigorifero.
- Maddài, come può non esserci del ghiaccio in questa casa???
- si chiese a voce alta, dirigendosi verso il cortile.
- Come va la testa? - chiese Kai quando la vide.
- Oh, ho preso una bella zuccata, grazie - gli rispose rapidamente. - E tu,
mister freddezza, l'hai poi messo quel ghiaccio? Hai la testa che sembra un
pallone.
- Non l'ho trovato - borbottò, toccandosi la fronte e controllando che
lei stesse solamente scherzando.
- Vieni, ho un meraviglioso e freschissimo vasetto di yogurt alla fragola che
sa il fatto suo... - lo invitò, tornando a dirigersi verso la cucina.
Arrivò nel cucinotto, dove ora c'erano sia Rei che Takao. Per sua somma
sfortuna, scoprì il preziosissimo barattolino di poco prima tra le mani
di qualcuno di sua conoscenza, ormai vuoto.
- TAKAO! Quello mi serviva!!! Ma cavoli, devi sempre mangiare tutto???
Takao guardò prima il cucchiaino che reggeva con una mano, poi l'etichetta
del barattolo, poi Hilary. Tornò a guardare l'etichetta. - Ehi, guarda
che questo l'ho comprato io, cavoli, quindi lo posso mangiare quando voglio,
sai???
- Sì, ma mi serviva per il mio bernoccolo! - protestò lei.
- Oh, sì, che bernoccolo raffinato! Ora ci spalmiamo sopra anche lo yogurt
più buono! QUESTA E' LA MIA COLAZIONE, NON UNA MASCHERA DI BELLEZZA!
- LO SO, SCEMO! NON PASSO LE MIE GIORNATE A FARMI LE MASCHERE AL VISO!
- BEH, IL RISULTATO SI VEDE, INFATTI!
- SENTI CHI PARLA, MISTER BELLEZZA!
- SICURAMENTE MEGLIO DI TE!
- ORA BASTA!! - li interruppe Rei, stanco di tutto quel baccano - Se volete
litigare, fatelo fuori da qui. Ah, Takao, conserva le energie per rifare i letti.
- Io non rifarò quei letti!
In quel momento si udì un urlo esultante dal giardino. Tutti e quattro
si precipitarono fuori; Kai molto meno velocemente degli altri, tanto per cambiare.
Alla fine aveva vinto Max: il professor Kappa giaceva semisvenuto sopra il
suo computer, che presentava una schermata blu di errore e la scritta 'TILT'
ben visibile in bianco. Max continuava a ripetere 'Ho vinto! Ho vinto! Yeeeeah!'
girando in tondo e abbracciando tutti a turno. Quasi tutti riuscirono ad evitarlo.
Una volta ripresosi, il cervellone del gruppo si rassegnò e, dopo aver
rimesso a posto il proprio portatile, tirò fuori dalla massa di capelli
un grembiulino col pizzo da cameriera e, tranquillamente, si mise a fare le
pulizie. Lo si sentiva canticchiare un allegrissimo motivetto anche da fuori
dalla casa.
- E noi cosa facciamo, intanto? - chiese Max, che aveva già cominciato
ad annoiarsi.
- Un'altra partita a nascondino! - propose Takao.
- Troviamo del ghiaccio! - disse Hilary.
- Ci facciamo i fatti nostri - fece, svolgiato, Kai.
- Per me è lo stesso. Basta che non stiamo qui. Il professor Kappa è
stonato come una campana - protestò Rei, tappandosi le orecchie.
- E allora... we go out! Usciamo! Avanti, prendete gli zaini! - disse Max, facendo
la propria proposta.
- Ci metteremo della roba da mangiare dentro? - domandò Takao, con gli
occhi a stellina.
- No. - gli rispose, sbrigativo, l'americano.
- E allora cosa andiamo fuori a fare? - chiese ancora Takao, ora con le lacrime
agli occhi.
- Andiamo via e basta. Così, per abbandonare Kappa...
- Ci stiamo! - fecero in coro Rei e Kai, avendo sentito un terribile acuto lanciato
dall'interno del dojo, dove il professore stava ora spazzando. Si trascinarono
dietro un Takao alquanto spiazzato e una Hilary che continuava a urlare 'che
crudeltà!' ai quattro venti.
Smisero di correre solo quando arrivarono ad un parco giochi, credendo di aver
percorso qualche chilometro quando in realtà erano riusciti a fare sì
e no duecento metri.
- E ora che sia fa? Il mattino ha l'oro in bocca! - chiese Rei.
- Gold! Gold! Where's gold? - gli fece il verso Max. Naturalmente lo ignorarono
tutti, ma molto gentilmente.
- Potreste allenarvi! - propose Hilary, raccogliendo il dissenso generale.
- Io me ne vado - disse Kai, già seccato dalla situazione.
- Sto pensando a quando Kappa ci troverà, ragazzi - rimuginò la
ragazza - probabilmente sarà furioso.
- Non credo proprio - le rispose Max, ridacchiando - It's always in this way!
Every morning! Don't worry...
- Sì, sì... povero Professore.
- Ehi, perchè non facciamo qualcosa di diverso dal solito? - domandò
Takao, volendo rischiare il tutto e per tutto in cambio di un po' di divertimento.
- Venite a casa mia! - propose Hilary, indicandosi con la mano destra.
- E a fare cosa, scusa?
- Che ne so, volete fare qualcosa di diverso! Dài, cosa vi costa, almeno
proviamo! - cercò di convincerli lei.
- Io sono d'accordo. E poi... fra poco pioverà. - disse Rei, alzando
gli occhi verso il cielo, poco prima sereno, ormai plumbeo. - Abbiamo bisogno
di un posto al coperto se non vogliamo ammalarci.
- Sì, anche per me va bene - disse Takao. - E poi la mamma di Hilary
cercherà di invitarci a pranzo, e noi non rifiuteremo, giusto? E' un'ottima
cuoca, sapete? - continuò.
- Va bene, siete anche invitati a mangiare - fece lei, rassegnata.
- Allora verrò anch'io! I'm hungry now! I didn't eat breakfast... - aggiunse
Max.
Kai, naturalmente, non disse nulla e si limitò a spiaccicare uno striminzito
'andiamo, allora' e incamminarsi.
Gli altri gli corsero dietro, dirigendosi verso casa di Hilary.
^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^
14 - 11 - 2003
Liberatami da questo peso che mi assillava ormai da un sacco di tempo, posso
ricominciare a scrivere musukishi! Come sono contenta!
Beh, tornando a QUESTA fic, posso dirvi che... dal momento non si vede molto,
ma dovrebbe essere principalmente romantica. Visto che non scrivo yaoi (non
che mi dispiaccia... in certi ambiti, però) ci sarà sicuramente
un'accoppiata maschio-femmina. La ragazza sarà indubbiamente Hilary,
il maschio chi? Boh, provate a indovinare, magari cambio idea :)
Non ho intenzione di scrivere molti capitoli, cinque al massimo secondo i miei
progetti. Al momento non ho nessuna idea per la trama, veramente, ma cercherò
di farmi venire l'ispirazione. Nel prossimo capitolo vedremo (secondo la mia
idea e il mio cervello cerebroleso) i mitici bladebrakers alle prese con qualcosa
di molto ridicolo che Hilary riuscirà a far loro fare. Cosa sarà,
l'uncinetto?
Bah... ci si vede in giro, ragazzi!
kurumi