Ebbene sì, sono ancora
viva! E presento a tutti voi… la sposa numero 10:
Bride n°
10
*Lotte*
Shikamaru
sospirò, lasciandosi cadere a peso morto su quel letto d’hotel. Non era casa
sua, ma sarebbe andato comunque. L’energia che aveva speso in quella giornata,
fisica e psichica, era più di quanto avesse preventivato per quell’anno intero.
Quindi, ora, si godeva il suo maledetto riposo. Prese un sorso di sakè,
l’ennesimo di quella giornata, e chiuse gli occhi.
“Ehm ehm”
Sfortunatamente,
qualcuno la pensava diversamente.
Shikamaru
frenò un ghigno, sistemandosi meglio le braccia dietro la nuca, piantandosi
ancora più comodamente nel cuscino di piume d’oca.
“Ehm ehm”
“Lasciami
in pace, Ino, voglio dormire” sbiascicò tirando le parole nel sorriso che
voleva mozzare.
“Io non
penso proprio, signor Nara!” gridò la ragazza stizzita, lasciando la sua
posizione ad effetto, appoggiata al paravento, e lanciandosi a cavalcioni
sull’uomo.
Sentendo
quel peso improvviso su di sé, Shikamaru aprì gli occhi. Lei indossava ancora
quel vestito candido, quell’abito da cerimonia che le avvolgeva i fianchi con
una naturalezza inconcepibile. Non perse tempo a farglieli sentire sotto le
dita, quei fianchi, prendendogli le mani e poggiandosele sulle anche con fare
suggestivo.
Shikamaru
alzò un sopracciglio.
La bionda
si slacciò il fiocco candido che portava all’altezza del seno, alzando a sua
volta un sopracciglio.
“Avevo
altri piani per stasera” mormorò Shikamaru, mentre lei si avventava sul suo
collo, con una scia di baci.
“E io avevo
altri piani per la mia vita, ma a quanto pare tu non la pensavi allo stesso
modo.”
“Nemmeno
tu” sussurrò Shikamaru piano, facendo scorrere le mani dai fianchi della
ragazza al suo viso, prendendolo dolcemente tra i palmi, guardandola intensamente
negli occhi, che non erano del colore che si ricordava.
“Ma ora non
mi puoi dire che non mi vuoi, Shikamaru!” protestò la ragazza.
“Ho già
fatto abbastanza fatica per i prossimi due mesi, Ino” rispose lui
focalizzandosi sulle labbra di lei, accarezzandole i fianchi attraverso quella
seta preziosissima.
“Non mi
puoi dire che non mi vuoi dopo che mi hai rapita dal mio matrimonio per
portarmi via con te!” ribadì lei determinata, guidando le mani di lui sui suoi
seni. Shikamaru le ritrasse.
“Ho dovuto
minacciare tuo padre, Ino. Sai cosa vuol dire questo? E ho dovuto stendere
Naruto, che voleva impedirmi di entrare. Ho bisogno di una sigaretta” sbottò
nervoso il ragazzo, cercando di alzarsi. Rendendosi conto di non poterlo fare,
con la ragazza sopra di lui. Imprecando contro le sigarette, che non si
trovavano, e contro la bellezza di lei, che invece era più reale di qualsiasi
cosa.
Un piccolo
“oh” si disegnò sulle labbra carnose della ragazza.
“Di solito
non picchio i miei amici” puntualizzò Shikamaru, togliendosela di dosso e
voltando il capo di lato come se quello chiudesse la questione, come se fosse
offeso. Come se avesse scoperto una parte di sé che avrebbe preferito dormisse.
“Mi
dispiace” fece allora lei lasciando scorrere le mani sul suo petto, accovacciandosi
al suo fianco come una bambina.
Shikamaru
non rispose.
“Ho
sbagliato, ho sbagliato tutto.” Sussurrò la ragazza, piano. “Sapevo che Ken non
faceva per me, ma sono andata avanti lo stesso. Sapevo che non lo amavo, che
amavo te, ma ero troppo orgogliosa per ammetterlo. Nemmeno mi ricordo quando è
cominciata questa storia, tanto ce l’ho dentro… sono stata una stupida,
cretina, superficiale, idiota. Ecco, contento adesso?” fece poi umiliata.
Speranzosa.
Shikamaru non rispose,
frenando l’istinto di abbracciarla e portandosi di nuovo le mani sotto la nuca,
per metterle da qualche parte, qualsiasi parte che non fosse su di lei.
Ino non si
diede per vinta: “Ti amo, Shikamaru. E voglio te, nessun altro. Hai niente da
dire, adesso?” insistette vicina alle lacrime. Shikamaru non rispose.
“Te lo sto
chiedendo, Shikamaru” insistette la ragazza domando un singhiozzo “Ti sto
chiedendo di perdonarmi. Non posso prendermi indietro quello che ho fatto, ma
posso cercare di rimediare ai miei errori… non c’è un modo? Dimmelo, chiedimi
quello che vuoi e lo farò, ma dammi la possibilità di rimediare!”.
Allora,
Shikamaru lasciò che la sua mano si levasse verso la guancia della ragazza:
“Ssh” scosse il capo.
“Ssh”
ripeté “Basta parlare”.
“Shikamaru…”
“Ino”
cominciò “non voglio più vederti…” continuò con una lentezza esasperante,
mentre le pupille della ragazza si dilatavano “… con quel vestito addosso”.
Ino lo
guardò incredula, poi mettendo mano alla cerniera scoppiò a ridere: “A questo
credo di poter rimediare”.
***
Il rumore
dell’orologio a pendolo si era fatto insopportabile quando Shikamaru riprese i
sensi, mugugnando deluso qualcosa sul posto vuoto di fianco a lui. Le coperte
erano fredde, e Ino non c’era. Aprì gli occhi terrorizzato, il battito che gli
andava a mille, guardando la stanza in preda al panico e realizzando quello che
la sua mente temeva.
Lei non
c’era.
C’era lui,
in una stupida stanza d’albergo, addormentato mezzo nudo, solo e patetico.
Si
maledisse, Shikamaru, si maledisse battendo un pugno contro la testiera del
letto e chiudendo gli occhi di rabbia.
“Ehm ehm”
Sentì
protestare davanti a sé.
Strinse gli
occhi più forte, mentre il suono si faceva più insistente. Bevve un altro sorso
di sakè, preso a tentoni dal comodino.
“Ehm ehm”
La voce non
si dava per vinta, così maledettamente diversa da quella che si immaginava.
“Sono 300
ryo” mormorò stizzita quella, buttandogli in faccia il vestito candido che
aveva indossato la notte prima.
“Il mio
amico mi aveva detto che chiedevi di meno” protestò Shikamaru, scuotendo il
capo. Due bottiglie in meno, se quella voleva quella cifra.
“Di solito
non mi faccio chiamare ‘Ino’ e non faccio dichiarazioni d’amore improbabili
prima di scopare con un uomo” rimbeccò la bionda, con un sorrisino sarcastico
sul volto.
“Fottiti”
sputò Shikamaru, allungandole i trecento ryo e ordinandole di scomparire.
“Di solito
ci pensano gli altri” rise quella, con un colpetto sulle natiche del giovane.
“Sei bello strano, ma mi piaci. Chiamami quando hai bisogno di Ino” sorrise in maniera provocante
ancheggiando verso l’uscita.
Shikamaru
le chiese di chiudere la porta, e tornò a buttarsi sul letto.
Strinse gli
occhi forte, cercando di scacciare una fastidiosissima voglia di piangere che
si insinuava prepotentemente tra le sue palpebre, e immaginò Ino, di fronte a
lui in tutta la sua bellezza, vestita di bianco e appoggiata al paravento, che
gli sorrideva in maniera semplice e provocante.
“Mi pareva
di averti chiesto di non vedere più quel vestito” mormorò, poi prese una
manciata di pillole che aveva lasciato sul comodino e le inghiottì insieme con
il sakè rimasto.
Al piano di
sotto, ancora impazzavano i festeggiamenti.
Ok,
ora potete uccidermi. Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace: era cominciato
tutto in maniera abbastanza tranquilla e spiritosa, ed è finito in un dramma.
Sorry, sorry davvero. Mi rifarò alla prossima però!
Ah,
sì, Lotte è la protagonista femminile de I dolori del giovane Werther di Goethe!
Grazie
a chi segue questa raccolta, e in particolare:
Nejisfan94: Francy! Grazie della recensione, è
come sempre magnifica, e mi fa quasi commuovere. Complimenti per
l’allitterazione in S! Sembrava stupida, ma pare aver preso molti questa
faccenda! XD Grazie, grazie, grazie, fa piacere avere lettori attenti come te,
e non ti preoccupare del ritardo: quando arriva una recensione a posteriori è
quasi più bello, perché è una sorpresa inaspettata! ShikaIno for ever!
Kikkyxx14: Eh sì, vi faccio sempre aspettare…
sorry! Ma ogni tanto me ne torno fuori, vedi? Spero di non avervi intristito
troppo con questa shot, ne arriveranno di più allegre!
Mimi: Verissimo, Shika è scemo, ma se non lo è
non ci piace! :P Ecco, Mimi, sappi che questa l’ho scritta solo per te (che
culo, eh?). Voleva essere una cosa leggera e carina, alla White Smile di Saretta, ma è
venuto fuori un cocktail depressivo. Non so che farci. Giuro che mi orripilavo
io mentre la mia mente dettava imperterrita alle mie mani parole senza appello.
Così è la vita, che ti devo dire? Arriveranno tempi migliori… si spera! Ma hai
letto in trasparenza il fatto che Barbie ha sposato Ken?! Era per te, topaH.
Ps lo so, lo so che vuoi la notte dopo, ma
quella arriverà, promesso, come dulcis in fundo. Il problema: quand’è
il fundo? Ai posteri l’ardua sentenza.
Celiane4ever: Vale! Ti ringrazio per i
complimenti, e anticipo invece gli insulti per questa, che per una come te che
ama gli happy ending non è il massimo… a mia discolpa dico che era cominciata
come una cosa carina e divertente, ed è finita nel lutto e nello sconforto,
senza che nemmeno io ne capisca il perché, ma tant’è… l’unica cosa che riesco a
dirti è: stay tuned! E BCH, BCH… hai ragione! Proverò un po’ a riprendere in
mano la mia vita di ficwriter…
Sveva90: Ciao, sono contenta che ti paccia lo
ShikaIno! E grazie mille per i complimenti, alla prossima!
Ryanforever: Ciao! Hai ragione: finissero
tutti così i momenti imbarazzanti… beh, in questa shot però ho dimostrato che
non ci sono sempre happy ending (purtroppo). Ma ci riprenderemo, ci
riprenderemo! A presto e grazie ancora!