Salve a tutti gente!!! :D
Ed ecco che ricomincio a scrivere su efp... eh... quanto mi mancava
farlo!!!
L'altro giorno, facendo pulizia tra vecchi file, mi son ritrovata a leggere delle piccole drabble che scrivevo tempo addietro per il concorso settimanale del forum Huddy... così mi son detta: perchè non pubblicarle su efp? dato che il mio tempo attuale per continuare tutte le fanfic su House non c'è, ne approfitto almeno per rimanere a postare qualcosa quì su efp :)
In tutto sono 8 drabbles, ma non è detto che a queste non se ne aggiungeranno altre! ;) Sono per lo più drabble con un massimo di 360/365 parole (ma penso posterò anche qualche one-shot), spero possano piacervi!!
Per chi già mi conosce, sa che il tema è sempre uno: Huddy! XD
Quindi... enjoy them! E fatemi sapere ;)
Miky91
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Sunshine
6 Novembre 1986
Detesto
scrivere diari.
Le persone che lo fanno dimostrano solamente un’insana voglia
di
spifferare al mondo ogni loro singola emozione apparentemente
“Segreta”, per
poi arrivare a pensare al suicidio come rimedio del fatto che, per puro caso, qualcuno ha avuto tra
le mani quella così profonda lettura.
Non è cosa. Almeno, non per me.
Eppure… eccomi a scrivere.
Jimmy dice che nonostante tutto, funziona per liberare la mente.
Si che sapere che lui scrive diari segreti, ha chiarito molte
cose... hahaha.
Ma, scommessa persa, diario da scrivere. Funziona così.
“Butta giù ogni tuo pensiero, non importa se
stupido o meno. Ti
aiuterà, vedrai.” Mi ha detto.
Mh... ogni mio pensiero…
Ci sarebbe da scrivere un manuale pornografico, altro che un
diario!
Lisa Cuddy intendo. Signorina
So-tutto-io-va-a-fare-l’idiota-da-un’altra-parte.
Era nella prima fila, come al solito del resto, scriveva appunti
sulla lezione, buttando di tanto in tanto lo sguardo alle mani
gesticolanti del
prof.
Io mi intrufolai nella sala, sgattaiolando velocemente
all’interno.
In quel momento le cadde la penna a terra e si chinò a
prenderla,
vedendomi gattonare sul pavimento.
“Sssh!!” le bisbigliai con una smorfia, portandomi
un dito sulle
labbra.
Il suo sguardo divenne attonito, ammutolito direi.
Ci guardammo per qualche istante, poi, improvvisamente, la vidi
sorridere divertita, cercando visibilmente di trattenersi dal fare
rumore.
Scosse il capo, tornando ad attenzionare il professore che, tralaltro,
ancora
non si era accorto del mio ritardo.
Pensavo fosse infuriata con me, dopo averle mandato all’aria
la
sua festa di compleanno con qualche petardo annesso a fuochi
d’artificio fatti
in casa.
Non l’avevo mai vista sorridere, pensavo fosse semplicemente
una
secchiona snob che dedicava la sua vita a rompere le scatole alla gente
e a
prendermi a parole per il rumore della pallina che lanciavo contro la
parete
del muro che divideva le nostre camere mentre lei studiava.
Eppure quel sorriso mi abbagliò, come un raggio di sole
abbaglia
quando si leva l’alba.
Son
curioso, è mio carattere esserlo dopo tutto.
Voglio continuare a stuzzicarla… voglio farla divertire,
impazzire, infuriare.
Solamente per vedere le sue reazioni.
Solamente per vedere fin dove riesce a spingersi.
Solamente per vederla sorridermi un’altra
volta ancora.
Gregory
House-Università del Michigan