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Autore: thequeenofdrama    27/05/2010    4 recensioni
“Avevo creduto davvero che potessi cambiare. Mi sbagliavo. Pensi solo a te stesso. Non ti importa nulla dei sentimenti delle persone che ti sono accanto. Delle conseguenze delle tue azioni. No. Ti interessa solo di te, del tuo tornaconto personale, del tuo divertimento! Mi fai schifo!”. // SPOILER fino all'episodio 1x21, D/E, POV di Damon
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“Mia madre! Come hai potuto? Mia madre!”.
Non ti ha dato nemmeno il tempo di pronunciare una sola sillaba. È piombata in camera tua come una furia, gli occhi pieni di disprezzo e rancore, tanto ardenti da sembrare solcati da fiamme indiavolate. La sua mano si riversa senza pietà sulla tua guancia. Ancora.
Solo che stavolta non riesci a spiegarti il motivo di quel suo gesto. Poi le sue parole. Isobel? Confuse idee ti vorticano in testa. Non capisci. No.
Mantieni la tua proverbiale calma. Accenni un mezzo sorriso ironico, mentre ti massaggi la guancia, più per abitudine che per reale dolore. “Non capisco di cosa tu stia parlando, Elena.”
“Oh, andiamo! Non fare finta di non capire!”. Ti guarda dritto negli occhi, fiera e combattiva come hai imparato a conoscerla. “Ti sei portato a letto mia madre! Mia madre! E io che ci avevo quasi creduto…”. Abbassa lo sguardo solo per un attimo, poi torna con le sue pupille sulle tue. “Avevo creduto davvero che potessi cambiare. Mi sbagliavo. Pensi solo a te stesso. Non ti importa nulla dei sentimenti delle persone che ti sono accanto. Delle conseguenze delle tue azioni. No. Ti interessa solo di te, del tuo tornaconto personale, del tuo divertimento! Mi fai schifo!”.
Quelle ultime tre parole ti feriscono molto più profondamente di quanto non lo abbiano fatto le sue dita poco prima. Solo i tuoi occhi tradiscono quell’intimo dolore. Ti lasci andare ad una finta risata. Anche se l’idea di aver perso la sua fiducia non è affatto piacevole. “Non so cosa ti abbiano raccontato. Ma non è come credi.”.
“Riesci a mentire anche davanti all’evidenza? Vi ho visti, Damon! Ti ho visto mentre la baciavi!”.
“Allora avrai anche visto che subito dopo ho allontanato Isobel da me. Nemmeno in modo tanto carino, adesso che ci penso.” Ti scappa un’altra risata.
Lei fa scivolare di nuovo lo sguardo in basso. “Sono andata via appena vi ho visti.”. E, non sai perché, ma ti sembra quasi di avvertire la sua voce che si incrina impercettibilmente. È un attimo, torna a sfidarti specchiandosi nei tuoi occhi. “Perché dovrei credere alla tua versione? Sei bravissimo ad ingannare le persone. A far credere agli altri quello che ti fa comodo. Perché dovrei? Dammi un solo motivo per fidarmi di te.”
Un motivo. Ce l’hai. È semplice e banale. Anche se probabilmente non hai avuto nemmeno il coraggio di ammetterlo a te stesso. Tanto meno riusciresti a confessarlo a lei. Forse. Forse per il bene di tutti è meglio scegliere il silenzio. Quindi non rispondi. Resti a guardarla senza proferire parola. Questa volta è lei a lasciarsi andare ad una risata. Nevrotica, delusa. Ti volta le spalle e si incammina verso la porta.
La guardi andare via e smetti di pensare. Senti solo una lama insinuarsi piano nel tuo cuore, mentre lei si allontana irrimediabilmente da te. E realizzi che non puoi lasciarla andare così. Che la tua vita, privata della sua presenza, tornerebbe ad essere solitaria e dolorosa. Di nuovo pregna di angosce che non ti danno tregua. Non puoi permetterlo.
In meno di un secondo ti ritrovi di nuovo davanti a lei, sbarrandole il passaggio. “Lasciami passare.”. “No.”. “Damon, lasciami passare!”. “No.”. Lei mette su una smorfia di disappunto, tu la trattieni stringendole le braccia. “Che c’è, il tuo arguto cervello di vampiro ha trovato una scusa plausibile per convincermi? Avanti, spara! Sono proprio curiosa!”. Inchiodi le tue iridi di ghiaccio nei suoi occhi scuri. “Dannazione, Elena, stai zitta!”.
E la baci. La baci e ti senti travolgere da una passione così intensa, così frenetica, che ti sembra quasi surreale. Le tue labbra si scontrano con le sue. Serrate e ostili. Non demordi, ma diventi meno impetuoso. Fai scivolare una mano su, fino ai suoi capelli, le tue dita scivolano tra le sue ciocche scure e poi cadono giù, per regalare una carezza al suo collo. La tua lingua sfiora leggera la sua bocca, cerca uno spiraglio, lei si lascia sfuggire un gemito e finalmente lo trovi. E non sei più solo in quel momento. Non è più il tuo bacio. È il vostro.
Lei si lascia andare, adesso ti asseconda. Le sue braccia si attorcigliano dietro la tua nuca, tu la stringi meglio e lei si solleva sulle punte. Approfondisce quel bacio. Si lascia completamente trasportare. Si aggrappa a te quasi con disperazione. E poi. Aria. Freddo. Vuoto. Lei ti ha spinto via. Ti guarda. Sconvolta. Confusa. Impaurita. Non sa dare una spiegazione razionale a tutto questo. E nemmeno tu. Vorresti riprenderla tra le tue braccia, stringerla ancora. Ma sai che non puoi. I suoi occhi ti chiedono tempo. Tempo. Non la trattieni questa volta quando varca la porta e va via. Senza voltarsi indietro.

   
 
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