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Autore: Yati    28/05/2010    3 recensioni
Più si avvicinano a Zanarkand, più diventa difficile lasciarla andare.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rikku, Tidus, Yuna
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy X e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

Nota dell'autrice: scritta per xianghua al FF Exchange.

ON THE PRECIPICE OF THE WORLD
scritta da Yati, tradotta da Alessia Heartilly

Quando Rikku ci pensava, la Piana della Bonaccia non era poi così diversa dal deserto. Certo, le lande dolci della piana erano più verdi e c'era vegetazione che cresceva ed era un sacco più fresca, ma era anche vasta e vuota e solitaria. Anche Bikanel era così: lunghe strisce di sabbia e dune e miseramente desolata.

Non c'era tanta gente, anche se sapeva che c'era una specie di albergo o luogo di riposo all'incirca nel mezzo della piana. All'inizio Rikku aveva pensato che non ci fossero nemmeno dei mostri, ma aveva scoperto di sbagliarsi nel modo peggiore, quando uno Iaguaro saltò fuori dall'erba alta mentre litigava con Tidus. Auron era stata l'unica altra persona abbastanza vicina, in quel momento, e non era stato di grande aiuto. "C'è un Molboro dietro di me," era stata la prima cosa che aveva detto quando Tidus era riuscito a uccidere lo Iaguaro.

A Rikku mancavano le città e i villaggi.

Fu felice quando raggiunsero il piccolo negozio, anche non c'erano visi amichevoli di Al Bhed che potesse riconoscere. Stava contrattando per alcune panacee (i Molboro erano creature odiose), facendo scivolare con fare assente una fiala di antidoti nelle tasche mentre nessuno la guardava, quando un uomo con una tunica da monaco si fermò per parlare al loro gruppo, causando una piccola confusione. Ora Yevon li voleva morti, stando a quel che diceva lui, ma quello non la sorprese più di tanto. Fu sorpresa, però, che l'uomo fosse stato un invocatore, e che l'unico scopo del suo incontrarli fosse per metterli in guardia per Yevon.

Forse alcuni yevoniti non erano poi così male, dopo tutto.

Rimase in piedi accanto al bancone un altro po', ascoltando il fruscio dell'erba e le voci degli altri che discutevano. Vide Yuna che parlava a Tidus, la fronte di sua cugina aggrottata. Erano traditori adesso, nemici di Yevon. (Ovviamente, Rikku era sempre stata il nemico, essendo Al Bhed e tutto il resto, ma doveva trattarsi di qualcosa che Yuna non avrebbe mai potuto immaginare.) La voce di Tidus echeggiò fino a dove si trovava Rikku: "e se si mette male, grida!" stava dicendo, e Rikku dovette sorridere. Non poteva immaginarsi Yuna che gridava per qualcosa.

Tidus era cambiato nel corso del viaggio. Non era più il ragazzo che aveva incontrato nelle rovine abbandonate del Tempio di Baaj. Era più sicuro di sé adesso, non così spensierato come prima. Più si avvicinavano a Zanarkand, più diventava serio, e Zanarkand adesso era definitivamente più vicina. Poteva quasi sentire l'ombra del Monte Gagazet che torreggiava su di loro. Tidus non parlava più di tornare a casa, o per niente di Zanarkand. Tutto quello a cui sembrava pensare, così vicino al posto a cui prima voleva così disperatamente tornare, era come salvare Yuna. Rikku lo ammirava per questo, ma non riusciva a vedere la soluzione all'intero pasticcio. Yuna avrebbe ottenuto l'Invocazione Suprema e sarebbe morta. Rikku non voleva che Yuna morisse. Non aveva ancora escogitato un modo per salvare Yuna, e il tempo scarseggiava.

Aveva preso la decisione senza pensarci. Gettando uno sguardo indietro per assicurarsi che gli altri non potessero vederla, rincorse il monaco di Yevon.

I suoi occhi si incresparono in un sorriso quando la vide avvicinarsi. "Buonasera," disse, prima di esibirsi nella preghiera rituale. Rikku fece un inchino imbranato e lo guardò negli occhi, resistendo alcuni secondi. Lui non si mosse. "Posso aiutarti?"

"Io..." Cosa doveva dire? Non voglio che Yunie muoia; sai come posso fermarla? Lottò per trovare le parole e decise di usare il tatto. "Grazie per averci detto di Bevelle."

Il monaco - Rikku non aveva colto il suo nome, prima, e non voleva fare la maleducata e chiederlo ora - inclinò la testa. "Era qualcosa che sentivo di dover fare." Lui rimase in silenzio per un po'. "Suppongo che tu provi risentimento verso di me, per aver fallito il mio pellegrinaggio." L'improvviso cambio di argomento la colse di sorpresa. "Se fossi riuscito, la tua amica non avrebbe dovuto intraprendere questo pellegrinaggio. Non ora, almeno. Non così presto."

"No!" esclamò. L'uomo sembrò spaventato. Rikku cercò di controllare la voce, ma uscì comunque violenta, troppo alta. "Voglio dire, non voglio che muoia nessuno. Nessun altro invocatore sacrificato a Sin nel nome di Yevon. Non te, non Yunie. Non qualcun altro."

"Come fermiamo Sin, allora?" chiese il monaco. Non stava cercando di contraddirla, si rese conto Rikku, o di convertirla al suo credo. Stava semplicemente facendo una domanda.

"Non lo so, ma non facendogli uccidere più persone!"

"Altre persone verranno comunque uccise da Sin, che gli invocatori vadano o no in pellegrinaggio." Incrociò le braccia, nascondendo le mani nello spesso tessuto dei suoi vestiti. "Quindi non pensi che una morte per salvare molte altre vite valga la pena, anche se è per un bene maggiore?"

Lei scosse la testa. "No." Soprattutto se era la vita di Yuna. "No." Aveva la bocca secca. Le bruciavano gli occhi, e si tolse i capelli dal viso. Era peggio che litigare con Wakka. Wakka era tutto un'accettazione cieca di tutto ciò che gli era stato insegnato e un seguire gli insegnamenti alla lettera. Quest'uomo cercava di fare della logica con lei.

Il monaco la guardò per un momento. "Questo è ciò che Yevon ci insegna: c'è un naturale ordine delle cose. C'è un ciclo per tutto, della vita e della morte, della creazione e della distruzione. Per tutto ciò che muore e scompare, c'è qualcosa di nuovo che ne prende il posto. Il ciclo è eterno, infinito." Il collo alto gli nascondeva il viso, alla stessa maniera in cui il collo alto di Auron copriva il suo. Rikku stava iniziando ad odiare i colli alti. "Sapere questo non aiuta, no?"

"No, non aiuta." Lei fece un sospiro pesante, sentendosi sia stanca che irritata. "Sei stato un invocatore. Devi essere stato nelle stanze interne del palazzo di Bevelle. Tu devi sapere come Bevelle ha tradito i precetti, come hanno usato le macchine anche se è proibito!" Bruciava a lei, e lei non aveva mai nemmeno creduto ai precetti. L'uomo rimase in silenzio. "Perché ci credi ancora?"

"Non penso che si debba incolpare Yevon, ma il modo in cui l'ordine attuale ha distorto i precetti." Aprì le mani, una supplica di perdono, di comprensione. "Ho poco altro in cui riporre la mia fede."

Rikku inspirò profondamente, e trattenne l'aria abbastanza da farsi girare la testa. Strano come speranza e fede fossero più forti dell'evidenza. Ci fu un momento di esitazione, ma decise di farlo con tatto e chiederlo comunque. "Quindi perché hai interrotto il pellegrinaggio?"

La risposta semplice di lui la sorprese. "Non ero pronto. Non nel modo in cui lo è la tua Yuna. Pensavo che nemmeno Lulu e Wakka fossero pronti."

"Non lo erano?" Ci rifletté un momento. "Forse Wakka. Ma Lulu è sempre pronta per tutto!"

"Penso," disse il monaco, "che ti somigliasse molto. Andò in pellegrinaggio come mia guardiana per salvare qualcuno che amava." Per salvare qualcuno che - oh. Rikku non l'aveva mai vista in questo modo prima. "I miei legami con loro non erano abbastanza forti. Erano legati da altre cose, altre preoccupazioni."

Non aveva mai davvero capito cosa richiedesse l'Invocazione Suprema, anche dopo tutto quel tempo. Non era sicura nemmeno che Yuna sapesse cosa richiedeva. L'unica persona che lo sapeva non parlava. "Ma perché?" L'intera linea di ragionamento le dava sui nervi. "Saresti morto comunque, perché avevi bisogno di legami con qualcuno?"

"Fa parte della prova di forza dell'invocatore. Non puoi salvare il mondo se non ci sei legato." L'uomo scrollò le spalle e c'era un qualche disprezzo di sé nel gesto. "Devi avere qualcuno che ami, qualcuno che vuoi proteggere, una ragione per continuare. Qualche legame personale a questo mondo."

Questo la colpì con anche più forza di qualsiasi logica e fede cieca. Rikku sentì che il suo respiro era troppo veloce e le mani troppo fredde. "Quindi siccome Yuna ama Spira più di chiunque altro, deve essere lei a morire?"

Il silenzio si stiracchiò da pochi secondi a minuti. Quando lui la guardò, i suoi occhi erano solenni, diretti. "Non ho risposte migliori per te, purtroppo. Vorrei averle. Davvero."

Lei chiuse forte gli occhi, sconfitta. "Ok. Grazie. È meglio che vada, adesso."

Il monaco si piegò di nuovo nella preghiera. "Auguro buona fortuna a Yuna. E auguro buona fortuna anche a te."

"Grazie," sussurrò, mentre lo guardava andare via. Aveva il cuore più pesante e la mente più frenetica, e pensò che adesso sapeva come ci si sentiva ad annegare.

Tornò arrancando dagli altri. Nessuno di loro sembrava aver notato la sua scomparsa. Vide Kimarhi in piedi con le braccia incrociate, voltato verso il Monte Gagazet, verso i picchi freddi e ostili che li separavano da Zanarkand. Qualunque cosa stesse pensando, sembrava seria. Lulu e Tidus erano in piedi in uno spazio aperto vicino ai recinti vuoti dei chocobo, Lulu che spiegava qualcosa e Tidus che annuiva vigorosamente, con Yuna seduta sull'erba che li guardava. Wakka era lì vicino, e faceva ruotare una palla da blitzball con una mano, scuotendo la testa.

"Hey, ragazzi. Che succede?" dice a mo' di saluto, chiedendosi quale fosse il problema stavolta. Yuna alzò gli occhi con un sorriso. Rikku vide che stava intrecciando distrattamente alcuni fiori azzurri e fronde che crescevano sulla piana, le dita abili e sicure.

Wakka fece un grugnito frustrato. "Quel ragazzo, eh? Adesso vuole imparare le magie nere."

Rikku si grattò una guancia. "Non sarebbe meglio se imparasse le magie curative, invece? Per togliere un po' di pressione a Yunie?"

Yuna iniziò a dire qualcosa (probabilmente una protesta) ma Wakka la interruppe. "Eh, è quello che ho detto io. E poi tu ne conosci già qualcuna, no?" Rikku annuì. Erano solo le basi: Fire e Idro e Blizzard, ma almeno era qualcosa. Thunder non era una magia che non vedeva l'ora di provare. "Ma ha insistito, e Lu ha detto sì, e quindi eccoci."

Qualsiasi cosa per salvare Yuna, ecco cosa stava probabilmente pensando Tidus. Rikku non poteva biasimarlo.

"Iniziamo con Idro," sentì dire a Lulu. "Dovrebbe essere il tuo miglior elemento."

"Beh, non mi intrometterò di certo," disse loro, e si diresse verso il punto in cui Auron era in piedi, come a far la guardia. Se Tidus stava per infradiciare tutti, preferiva essere fuori dal raggio d'azione.

Auron non si voltò a guardarla quando lei arrivò abbastanza vicina da parlarsi. "Spero che tu non gli abbia rubato niente," disse Auron, gli occhi che guardavano l'orizzonte ma Rikku sapeva che stava segretamente esaminando lei, cercando cose rubate.

"A chi?"

"Zuke," disse Auron secco.

"No, cattivone, cosa te lo fa pensare?" La risposta di Auron fu un "mh" neutro, senza alcuna elaborazione. Rikku si buttò a terra, tirando l'erba e raccogliendo alcuni fiori. Non riusciva a fare collane di fiori come Yuna. Quando le aveva chiesto come faceva, Yuna aveva detto che veniva da tanta pratica nel rammendare le reti da pesca a Besaid. Yuna amava Besaid, eppure aveva deciso di partire e iniziare il pellegrinaggio. Rikku lasciò andare un sospiro rumoroso.

"Non è stato di alcun aiuto. È stato abbastanza gentile, anche se è un monaco di Yevon. E almeno è vivo. O almeno pensa di esserlo? Stavo cominciando a chiedermi se l'intero clero di Yevon fosse fatto di raccapricciante gente non trapassata." Auron ridacchiò un poco a quella battuta. Rikku si accigliò. Lui stava ancora guardando la piana intorno a loro. "Quando hai intenzione di dirci di più sull'Invocazione Suprema, eh?" Lui non rispose e Rikku non si aspettava che lo facesse. Invece seguì il suo sguardo, pensando che sarebbero stati capaci di vedere tutta Spira se avessero guardato oltre il burrone. Si chiese se gli altri invocatori che erano arrivati prima di loro si fossero mai avvicinati verso il bordo, giusto per vedere cosa c'era. "Il padre di Yuna si è perso, qui?" chiese, sapendo che sembrava a disagio, ma era curiosa su questo zio di cui suo padre non aveva mai parlato. Braska aveva amato Yuna, ma aveva deciso di andare in pellegrinaggio. Era un enorme, gigantesco enigma.

Il silenzio si trascinò così a lungo che Rikku pensò che Auron non avrebbe risposto nemmeno a questa. "Sì," disse lui infine. "Penso che a quel tempo Yuna gli mancasse profondamente, soprattutto da quando eravamo passati così vicino a Bevelle e aveva deciso di non fermarsi. Penso che non avrebbe continuato il pellegrinaggio se avesse incontrato di nuovo Yuna."

"Oh." Rikku gettò una manciata di erba e fiori nell'aria. "Sarebbe stata una così brutta cosa? Non continuare il pellegrinaggio?"

Auron le rivolse uno sguardo fisso, lungo e duro che fece venir voglia a Rikku di confessare il furto di cose che non aveva nemmeno toccato. Stava per andarsene quando lui parlò. "No." La voce era d'acciaio, rabbia mescolata a rimpianto. "Per niente." Se ne andò prima che Rikku avesse abbastanza tempo da rendersi conto del proprio stupore, lasciandola a fissa la sua schiena a bocca aperta.

Stava per rincorrerlo quando udì la risata di Yuna che arrivava fino a lei, e voltandosi vide un bagnato ed irritato Wakka che gettava la sua palla da blitzball a Tidus. Yuna si stava alzando e pulendo la gonna, facendo cadere a terra i fiori che aveva raccolto. Camminò verso Tidus, che ora era accasciato a terra, e poi gli allungò la mano perché lui la prendesse. Lui la prese e lasciò che lei lo tirasse in piedi, e la risata di Yuna svanì e la piana tornò tranquilla. Per un momento entrambi rimasero in piedi così, a fissarsi l'un l'altro, e Rikku si trovò di nuovo a pensare a quanto tutto fosse ingiusto.

Dovevano trovare il modo di salvare Yuna. Dovevano e basta. Zanarkand stava aspettando.

*~*~*~*~*

Una cosa che non si era aspettato dal Monte Gagazet era che sarebbe stato così freddo. Tidus interruppe il suo tentativo di accendere un fuoco per guardare un attimo Yuna e Rikku, sentendosi esausto e infreddolito fino al midollo. Sarebbe stato anche più scontroso se non fosse stato per il fatto che Yuna continuava a scoppiare a ridere ogni volta che vedeva i suoi capelli bruciacchiati, ad un certo punto quasi perdendo la concentrazione nel tentativo di desigillare dal ghiaccio l'ingresso della grotta. La pratica sul bersaglio con Lulu di poco prima non aveva avuto molto successo. Forse una Fire era troppo oltre i suoi limiti, anche con il dolce incoraggiamento di Yuna e lo stuzzicare implacabile di Rikku.

"Yunie, tu sei la migliorissima maga di sempre!" dichiarò Rikku, saltellando intorno mentre Tidus cercava nuovamente di dare fuoco a qualche rametto. Si chiese se sarebbe stato più veloce farlo usando della pietra focaia - non che avesse un talento particolare nell'accendere fuochi in modo normale, comunque. (Era una buona pratica, aveva detto Lulu con viso serio. Devi imparare il controllo prima di spostarti su cose più grosse, aveva detto. Auron aveva fatto un sorrisetto e ne era rimasto fuori.) Rikku, dal canto suo, stava imparando a usare le magie molto velocemente, muovendosi già verso gli incantesimi più potenti. Sembrava ancora allegra, anche al freddo, anche con la minaccia di Ashoor che entravano nel loro rifugio e li sfracellavano in minuscoli pezzettini. "Vorrei che ci fosse una magia chiamata Annulla-Terreno-Duro così potremmo coricarci e stare comodi come se stessimo in un letto di piume di chocobo."

Yuna rise. La sua risata sembrava forzata adesso, e c'erano ombre nei suoi occhi. Forse la sua risata era sempre sembrata forzata e c'erano sempre state ombre nei suoi occhi e lui non se ne era mai accorto. Ma lei rideva ancora, per il bene di tutti loro. "Non funziona così, Rikku. Non puoi annullare qualcosa in qualcos'altro. Puoi solo proteggerti dagli elementi per un po'."

"Beh, dovresti inventarti qualcosa del genere!"

Yuna sembrò dubbiosa. "Non riesco a inventarmi le cose. Qualcosa del genere richiederebbe anni di studio, sempre che sia possibile." Soffiò un vento gelido, e Tidus si trovò a tremare, nonostante il calore relativo del loro rifugio. Rikku si accigliò, i pensieri concentrati sugli anni di studio che Yuna non avrebbe mai avuto. Le rotelle giravano nella mente di Rikku, ma doveva sapere che qualcosa di così piccolo non avrebbe fermato Yuna. Yuna non sembrò accorgersene - si stava strofinando i gomiti, la fronte aggrottata per la preoccupazione mentre sbirciava fuori dall'ingresso della caverna. Non c'era nulla da vedere a parte neve che veniva sballottata dal vento. "Spero che Kimarhi stia bene."

"Se la sa cavare." La fiducia di Auron in Kimarhi era rassicurante. Era stato Kimahri a trovare la grotta, quando Tidus non riusciva nemmeno a vedere intorno a sé per il luccichio del sole sulla neve. Il Gagazet aveva un sistema di caverne che attraversava le montagne, o così Auron aveva detto, ma fino a quel momento, nessuno umano o Ronso era riuscito a trovare quella che univa il villaggio Ronso alle caverne che si aprivano proprio sopra Zanarkand. Stava affilando la spada e probabilmente controllando nelle tasche per assicurarsi che Rikku non gli avesse rubato nulla. Rikku aveva preso il vizio di rubare gli oggetti di tutti, dato che erano lontani da città e da altre persone e non aveva nessun altro su cui esercitare le sue abilità di ladra. Era una scusa idiota ma nessuno aveva il cuore di rimproverarla, specialmente dato che Yuna sembrava trovare l'intera faccenda divertente. "Non devi preoccuparti di lui."

Nel posto che Rikku aveva dichiarato suo c'erano sparsi ovunque i materiali necessari a modificare l'asta di Yuna. ("Ti farà stare lontani i mostri," aveva detto con entusiasmo. "Vedrai se non è così!") Ci fu un rumore di metallo mentre Rikku tornava a frugare nella sua borsa, e festeggiò quando trovò una coperta leggera. Sembrava un qualcosa che poteva essere stato tessuto a Besaid, una combinazione di verdi e azzurri e macchie di giallo che somigliavano un po' ai chocobo, e ricordarono a Tidus posti lontani che erano in verità caldi. "Sì, Yunie. Smetti di preoccuparti così tanto." Gettò una gemma rossa tra le braci e quella si infiammò, e Tidus le lanciò un'occhiataccia. Il fuoco crepitò allegro mentre lui lo ingrossava con la scorta di rami secchi che Wakka era riuscito a salvare.

"Esibizionista," borbottò, e Rikku gli fece una linguaccia. Doveva aver rubato la gemma a Lulu mentre facevano pratica con la magia. Rikku riusciva a cavarsela con cose così ridicole. Lei andò a sedersi accanto a Yuna e coprì entrambe con la coperta. Era troppo sottile per essere utile, ma Yuna sorrise con gratitudine. "Che, e io non ho un po' di coperta?" grugnì Tidus, stiracchiandosi mentre si allontanava dal fuoco.

"Tu hai i pidocchi dei maschi," disse Rikku con voce perfettamente seria. "Noi non vogliamo prenderli." Yuna nascose una risatina con la mano. Il sibilo del vento fuori si fece più forte, e Yuna guardò di nuovo verso l'ingresso. Fuori dalla caverna, quasi fuori dal loro campo visivo c'era una collinetta, in memoria di un invocatore caduto. Yuna aveva raddrizzato attentamente le aste che contrassegnavano la tomba, i passi che a malapena lasciavano orme nella neve. Aveva solo bisogno di vedere quella sepoltura adesso per tornare seria.

Tidus seguì lo sguardo di lei. "Non capisco," annunciò. Wakka fece una smorfia e Lulu alzò un sopracciglio. Annunciare che non capiva qualcosa era in qualche modo diventata una routine quotidiana. "Voglio dire, dato che è pericoloso eccetera, perché non si raggruppano gli invocatori e vanno insieme? Con un intero esercito di guardiani e... miliziani e tutto il resto!" Colse lo sguardo di Wakka. "Anche senza macchina sarebbe meglio che andare soli, non pensi?"

Yuna si accigliò, e Tidus intuì che non aveva mai realmente considerato il problema da quel punto di vista. "È per lo più tradizione, e i precetti," rispose lei incerta, come andandoci cauta. "Inoltre, non si può far andare tutti in pellegrinaggio e lasciare eittà e villaggi senza persone che lottino, che curino e senza invocatori. È sempre un invocatore," dice, la voce molto bassa, "e di solito un guardiano, e a Zanarkand l'invocatore ottiene l'Eone Supremo. A volte è più di un guardiano, come mio padre, quando andò con Sir Auron e Sir Jecht, o come Lord Isaaru e i suoi fratelli." Rimase in silenzio per un momento, forse pensando alla Via Purificatio, ai passaggi sinuosi e ai vicoli ciechi. Non sembrava aver paura allora, anche se era stata sola. Tidus sapeva che le era piaciuto Isaaru, e che probabilmente lo rispettava ancora. La mente di Yuna lavorava in un modo strano. "Penso che nessuno abbia mai avuto sei guardiani, però," disse con un sorriso leggero. Auron si schiarì la voce.

La voce di Lulu riecheggiò dal punto in cui era seduta vicino all'ingresso, mentre usava la luce scarsa per ricucire uno strappo in uno dei suoi moogle. In teoria era di guardia, ma nessuno di loro pensava che far rimanere qualcuno fuori in una tempesta di neve avrebbe fatto bene a qualcuno. L'antennina rossa dondolò avanti e indietro mentre l'ago passava nella bambola. "Sono strane le cose che non abbiamo mai considerato." I suoi occhi si posarono su Yuna e Tidus, prima che il sguardo pensieroso di fermasse su Auron. "Gli invocatori hanno sempre seguito la loro strada con l'unica compagnia dei loro guardiani. Almeno un guardiano, uno che abbia un forte legame con l'invocatore - questo è quanto dicono i precetti." Auron scosse appena la testa a questa affermazione, sembrando quasi divertito. Tidus voleva metterlo spalle al muro con le domande, scuoterlo fino a fargli sbattere i denti e costringerlo a dire tutto quello che avevano bisogno di sapere. "Nessuno ha mai messo in discussione questo, nessuno ha mai nemmeno provato a fermarli. È il privilegio dell'invocatore, il diritto che si è guadagnato quando è partito per il pellegrinaggio. È anche un suo privilegio scegliere di porre fine al pellegrinaggio, e alcuni lo fanno."

"Come quel monaco che abbiamo incontrato alla Piana della Bonaccia?" chiese Tidus, accigliandosi appena. Si chiese quali fossero le ragioni del monaco, e se Yuna potesse essere convinta ad abbandonare il pellegrinaggio per le stesse ragioni. Sorprese Rikku a scuotere la testa, e rinunciò a quella linea di pensiero. "Allora perché gli altri invocatori non hanno sei guardiani?" si chiese Tidus, gli occhi che tornavano all'ingresso della caverna, pensando agli invocatori morti e ai loro guardiani, che soccombevano al Monte Gagazet dopo aver viaggiato così a lungo. "O otto, o dieci, o venti?"

Auron cambiò posizione sentendo la domanda, alzando la spada per esaminarla alla luce tremolante del fuoco. "Tradizione," disse amaramente. Tidus grugnì frustrato a quella risposta. "E sarebbe più semplice per Yevon tenere a bada le cose se qualcosa andasse storto."

"Come sta succedendo ora?" chiese Wakka. Sembrava sorpreso. Anche dopo tutto, sembrava sorpreso.

"Più semplice mettere a tacere un guardiano che sei, di sicuro," replicò Auron, l'occhio buono che andava a fermarsi su Yuna. Lei sembrò disturbata da questo, le sue dita appaiavano senza sosta i tasselli al bordo della coperta. La doppiezza di Yevon non era qualcosa che poteva superare facilmente.

"Sì," disse Rikku, suonando amara, "ecco a voi Yevon. E l'invocatore viene sacrificato comunque, quindi chi rimane a raccontare?"

Il silenzio stavolta fu assoluto. Nessuno disse nulla per un lungo momento. Il cielo fuori si fece più scuro e Tidus ravvivò il fuoco, e stava per augurare a tutti la buona notte quando entrò Kimahri, scuotendosi per togliersi la neve dal pelo.

"Ci stai bagnando tutti," si lamentò Rikku. Kimahri la ignorò e andò dritto da Yuna.

"Kimahri trovato qualcosa," le disse, prendendo quella che sembrava una sfera da una delle sue borse. "Kimahri pensa Yuna dovrebbe guardare." Poi si voltò e incrociò le braccia, e Tidus si grattò la nuca.

"Uhm, andremo da Auron laggiù e ti lasciamo con quella." Rikku stava guardando la sfera con occhi sbarrati dalla curiosità. "Rikku, muoviti."

Yuna scosse la testa. "Va tutto bene. Guardiamola insieme." Con le mani che tremavano leggermente, accese la sfera. Tidus si era immaginato un'altra delle registrazione di Jecht, ma stavolta era il Grande Invocatore Braska a parlare alla sfera.

Il padre di Yuna parlava alla sfera, e suonava più dignitoso di quanto avrebbe mai potuto esserlo Jecht. (Poi Tidus vide il suo vecchio che vagava sul fondo - senza maglietta sulle pendici del Gagazet, era pazzo? - e quasi si schiaffeggiò la fronte per lo sgomento. "Jecht non ha mai avuto il buon senso di restare fuori dalle riprese della sfera," sentì borbottare ad Auron, ma Auron aveva un'espressione distante mentre lo diceva, cosa che impedì a Tidus di sottolineare che c'era pure Auron nella ripresa.)

"Fai quello che devi fare," stava dicendo Braska, "nel modo in cui lo vuoi fare." Sembrava un uomo buono, calmo e dolce, la voce ferma e tranquillizzante. Era un peccato che non fosse stato in grado di esserci a vedere che Yuna cresceva.

La registrazione arrivò alla fine e la sfera di spense con un brusio leggero. Yuna continuò a fissare la sfera pensosa, il pollice che sfiorava la manopola di accensione.

"È... un bel tesoro, Kimahri," commentò Tidus, senza sapere che altro dire. Kimahri era andato a sedersi all'ingresso, la lancia in mano, di guardia.

Auron scosse la testa. "Mi ero dimenticato di quella sfera. Braska aveva chiesto a Jecht se ne avesse in più; non abbiamo mai saputo cosa registrava." Auron guardò Yuna. "Devo averla persa tornando alla Piana della Bonaccia." C'era una specie di scusa nelle sue parole, una sorpresa genuina per aver potuto dimenticare qualcosa di così importante.

"Va tutto bene, Sir Auron," disse Yuna, stringendosi la sfera al petto quasi con reverenza. "Penso di aver sempre saputo cosa voleva dire mio padre." Sorrise a Kimahri. "Ed è bello poter finalmente sentire lui che lo dice."

"Aveva... qualche buon consiglio," disse Rikku, ancora ad occhi sbarrati. "Soprattutto sul futuro."

"Sì," disse Tidus, guardando Yuna da vicino. "Di sicuro meglio che 'fa' il bravo'."

Yuna rise. C'era uno strano miscuglio di piacere e dispiacere, e Tidus pensò che poteva capire, almeno un poco, cosa provasse lei.

"Yuna," iniziò, abbracciandosi le ginocchia e non guardandola," se hai sempre saputo che... che tu padre ti avrebbe sostenuta, qualsiasi cosa avessi scelto di fare, perché sei diventata un'invocatrice?"

Lei sembrò spaventata. Tidus non pensava che qualcuno le avesse mai fatto quella domanda prima d'allora, almeno non così direttamente. Lulu sospirò e rispose al suo posto, quando tutto quello che fece Yuna fu fissarlo come se lui avesse appena annunciato che intendeva passare il resto della vista a dar la caccia alle farfalle nel Bosco di Macalania. "Perché Yuna voleva farlo. E perché può." Lulu sorrise, e Tidus si trovò ad essere spaventato dal calore di quel sorriso. "E so che Yuna dirà che non è stato ciò che ha influito sulla sua decisione, ma era quello che tutti si aspettavano dalla figlia del Grande Invocatore."

Rikku si accigliò. "Questo fa schifo. Nessuno si aspetta che io porti in giro un'aeronave perché lo fa papi."

Tidus si grattò la nuca, guardando Yuna di sbieco. "Un po' capisco. Tutti si aspettavano che io giocassi a blitz per gli Zanarkand Abes, solo perché lo faceva il mio vecchio. Dopo un po', ha iniziato a sembrarmi che fosse quello che avevo sempre voluto fare." Ravvivò il fuoco e quello bruciò più alto del previsto, riempiendo il viso di Yuna di una luce calda. Sembrava che stesse riflettendo attentamente su qualcosa tra sé e sé. "Ma cosa vuol dire Lulu, 'perché puoi'?" Indirizzò la domanda a Yuna, ma lei non rispose nemmeno stavolta.

"Non tutti possono diventare invocatori, eh?" disse Wakka. Era coricato con le mani dietro la testa, e fissava il soffitto basso della caverna. "Serve una specie di talento - una specie di abilità di sentire cosa stanno dicendo gli intercessori."

Rikku grugnì. "Tu sei troppo testone per sentire qualsiasi cosa stiano dicendo." Wakka la fissò di traverso ma non rispose.

"Questo taglia fuori anche te," fece notare Tidus. Rikku sembrò oltraggiata. Yuna nascose un sorriso dietro al bordo della coperta.

"Sono una Albhed! Albhed!" Incrociò le braccia. "Gli Albhed non invocano."

"Perché no?"

"Cosa ti fa pensare che io voglia sentire cosa dicono gli intercessori? Tutti quegli invocatori pazzi probabilmente sentono solo voci nella testa." Rikku guardò Yuna e le diede un buffetto sul braccio. "Senza offesa, Yunie."

"Nessuna offesa," mormorò Yuna. Stava tracciando con il dito un contorno ai bordi di una pezza gialla sulla coperta. "Ho sempre trovato strano che nessun altro sembrasse sentire cosa dicevano gli intercessori."

"Cosa dovresti sentire?" chiese Tidus, curioso. "L'inno? Lo sento sempre nei templi."

"Oh, no, tutti possono sentire l'inno. Sarebbe davvero strano se quello si fermasse all'improvviso, non pensi?" Tidus scrollò le spalle e basta, in mancanza di una risposta propriamente detta. Trovava strano che anime una volta vive incastonate nella pietra cantassero, in primo luogo, ma lui non era imprigionato in mille anni di tradizione. "È che si può sentire l'intercessore che parla davvero con te, come..." La voce di Yuna si affievolì, e per un momento sembrò perduta, "come io posso sentire te adesso, o come posso sentire Valefor che mi mormora cose, o Shiva che sospira perché non siamo al freddo."

"Li stai sentendo adesso?" Poteva sentire la sua meraviglia che echeggiava nella caverna.

"Sì. È tutto nella mia testa," disse Yuna, con una gomitata leggera allo stomaco di Rikku, "proprio come dice Rikku. Non sempre," aggiunse Yuna, le parole che si accavallavano l'una all'altra mentre Rikku la guardava a bocca spalancata, molto probabilmente pensando a quanto fossero pazzi gli yevoniti, "solo quando mi concentro e ascolto davvero."

"Wow." Tutto su Spira era meraviglioso e assurdo al tempo stesso. Tutto.

"Strano, eh?" Wakka sembrò distante mentre rifletteva sui tempi più felici della loro infanzia. "Penso che Yuna avesse più o meno dieci anni quando mi disse che la ragazza del tempio le stava dicendo che un giorno avrebbero volato insieme." L'imbarazzo fiorì sulle guance di Yuna, ma Wakka era incorreggibile. "Pensavo che fosse uno degli accoliti che le metteva strane idee in testa, capisci? Lu alla fine capì che era l'intercessore che le parlava e all'inizio pensammo che se non l'avessimo detto a nessuno, avremmo potuto proteggere Yuna." Sorrideva mentre lo diceva, la sua espressione una strana combinazione di colpa e affetto. "Hey, anche Chappu pensò che fosse una buona idea. Se nessuno sapeva, non potevano portarla via e farla diventare invocatrice, eh?"

"Ma lo scoprirono comunque," disse Auron, non proprio una domanda nella voce.

"Beh, sì." Yuna chinò il capo, i capelli che le nascondevano gli occhi come un velo da lutto. "Parlai al monaco, dicendogli che sentivo qualcuno che mi chiamava dal Naos dell'Intercessore e lui si agitò tantissimo. Mi chiese se volevo fare un test per vedere se potevo diventare un'invocatrice. Era molto semplice, a dire il vero, mi fece solo qualche domanda e io conoscevo tutte le risposte - sentivo l'intercessore che mi spronava. Mi chiese se volessi allenarmi per diventare un'invocatrice." I suoi occhi trovarono quelli di Lulu e ci fu un sorriso dolce nascosto agli angoli delle labbra. "Dissi di sì. Lulu era così arrabbiata quando le dissi cosa avevo fatto."

"Braska non aveva intenzione di partire in pellegrinaggio quando divenne un invocatore." Tutti si voltarono a guardare Auron, sorpresi. Auron era sempre troppo stoico per dare informazioni, soprattutto sul passato. Parlava più a Tidus di Jecht anche se era Yuna quella che stava seguendo le orme del pellegrinaggio di suo padre lungo le spiagge che visitavano. Yuna si raddrizzò a sedere, chinandosi un poco verso la voce di Auron, dimenticandosi della coperta. Sembrava più roco del solito. "È sempre stato più interessato al governo, a come far lavorare insieme le persone, e ad aiutare i malati e i feriti. Era contento di rimanere a Bevelle, con una visita alla Base di tanto in tanto." Rikku si avvicinò a Yuna e le prese la mano. "Le cose cambiarono quando tua madre morì, Yuna."

"Deve... essere stato molto triste." La tristezza le scivolò nella voce, e fece sentire impotente Tidus.

"Sì." Auron rimase in silenzio un momento. "Penso che l'unica cosa che lo rese più triste fu quando fu costretto a lasciare te."

Gli occhi di Yuna erano luminosi. "Grazie, Sir Auron. Grazie." Si risistemò nel suo spazio prima di rannicchiarsi contro Rikku e chiudere gli occhi. Gli altri tornarono in silenzio ai loro posti, e Tidus si addormentò guardando le fiamme tremolanti e pensando a Yuna.

Si svegliò un'ora prima dell'alba, sentendosi disorientato. Il fuoco bruciava appena quindi aggiunse qualche rametto, e guardandosi intorno notò che Yuna non era più nella caverna e Rikku aveva la coperta avvolta per bene intorno a sé. Non si potevano vedere né Auron né Kimahri nei paraggi. Si stiracchiò e si mosse verso l'ingresso più silenziosamente che poteva. Il vento si era calmato, lasciando solo una brezza leggera a imbottire la notte. Non c'era luna, e le stelle che punteggiavano il firmamento sembravano appese molto vicine alla terra. Guardandosi intorno, vide Auron che beveva dalla sua borraccia, di guardia per l'ora. Iniziò a muoversi verso di lui e Auron alzò la borraccia a mo' di saluto. Strofinandosi le mani per scaldarle, stava per chiedere di Yuna quando Auron parlò. "Jecht diceva che le stelle gli ricordavano Zanarkand." Guardò il cielo. "Come le luci negli edifici di notte. Braska diceva che era un peccato che non avrebbe mai avuto modo di vedere quelle luci. Sono stato a Zanarkand, non somigliano affatto a quelle luci."

"No," disse Tidus. "Per nulla." Auron fece un cenno verso la fine del sentiero prima che lui facesse domande, e strizzando gli occhi, Tidus riuscì a vedere Yuna di fronte, da sola, alla collinetta dell'invocatore caduto, il bianco delle sue maniche che danzava come un fantasma nella notte.

Si avvicinò a lei, affondando deliberatamente i passi nella neve per farla scricchiolare. Le sue orme erano chiare e profonde, ma sapeva che la neve fresca le avrebbe coperte in poche ore e sarebbero sparite nella nebbia del mattino, svanite con i sogni della notte. Sapeva che Kimahri era da qualche parte nei paraggi, tenendo d'occhio Yuna, pronto a intervenire in sua difesa alla minima minaccia. Yuna starà bene, aveva detto a Yuna prima. Lo sarebbe stata fino a quando avrebbero raggiunto Zanarkand. Potevano proteggerla da mostri e tempeste di neve e rapitori, ma non dall'Invocazione Suprema, e non da se stessa.

"Hey," disse lui.

"Hey." Lei non si voltò, non lo salutò con un sorriso come faceva di solito. I suoi occhi erano fissi sulla collinetta, sulle bandierine che volavano disperatamente nel vento. "Così lontano da casa. Così vicini a Zanarkand. Devono esserne stati devastati."

"Yuna..."

"Deve essere stato difficile anche per i guardiani, tornare a casa da soli." Si voltò a guardarlo e fece un cenno molto profondo con il capo, lasciandolo troppo sconvolto per rispondere. Le sue maniche accarezzarono il terreno, lasciando tracce nella neve. "Mi dispiace. So cosa stai cercando di fare, e cosa sta cercando di fare Rikku, ma non posso rinunciare adesso." Non sapeva cosa dire. Lei si raddrizzò, ed era ancora solenne e pensierosa e assolutamente non ilare come fingeva sempre di essere. "Stavo solo... pensando a cosa ha detto Auron." Si voltò appena a guardare dove Auron era di guardia, anche se solo il luccichio della sua spada rendeva loro possibile vedere dove fosse. "È una scelta, sai, se un invocatore vuole seguire il sentiero dell'invocatore. È ciò che mi è stato insegnato. Non c'è nulla di codardo nello scegliere di rimanere ai templi, o nello scegliere di insegnare agli altri, o di curare i feriti, o di trapassare i morti nell'Oltremondo - qualcuno deve rimanere e fare tutto questo. Io ho scelto di partire in pellegrinaggio. È qualcosa che sono convinta che dovrei fare, qualcosa che posso fare per Spira."

Lui chiuse gli occhi. Non poteva più pensare a ragioni, di un modo qualunque per impedirle di sacrificare se stessa. Non c'era modo di spezzare la sua risoluzione, e l'aveva saputo fin dall'inizio. Dovevano trovare un altro modo che non implicava l'Invocazione Suprema, e forse Zanarkand era l'unico posto in cui poteva trovare una risposta.

La sentì avvicinarsi prima che lei infilasse una mano nella sua, le dita calde nonostante il vento e la neve.

Lei continuò a parlare, la voce molto dolce, appena udibile al di sopra del sussurro della brezza. "So che posso cambiare Spira, se sei accanto a me."

"Sempre," disse, perché era quello che aveva promesso. Sentì il fruscio della sua gonna mentre si avvicinava ancora di più per posargli la testa sul petto. I suoi capelli profumavano come il mare; caldo e salato e pieno di sole e il pensiero di come non sarebbe stata in grado di vedere ancora Besaid gli fece balbettare il cuore in petto, un martellamento frenetico a fronte della cadenza regolare del cuore di lei. Aprì gli occhi. Lei si allontanò e sorrise, e stavolta il sorriso era reale.

Mise alcuni dei fiori azzurri che aveva intrecciato sulla collinetta. Erano secchi, ora, e alcuni petali le si sbriciolarono in mano. "Per la memoria," mormorò, e fece un passo indietro. Prese l'asta, rivolgendosi a coloro che se ne erano andati prima di lei. "So di essere in ritardo," disse piano, con dolcezza, una nota di scusa nella voce, ma non c'erano lacrime stavolta, "ma per favore, accettate questo." Alzò l'asta e fece un giro completo, volteggiando in cerchio, in cerchio, disegnando una spirale sempre più vicina alla tomba dell'invocatore sconosciuto. Le stelle sembrarono fondersi nella neve, e Yuna nel cielo. Tidus guardò mentre danzava verso l'alba in arrivo, i passi che appena facevano rumore, appena lasciavano un segno, e i lunioli che volavano verso il cielo gettarono ombre su di lei, a terra.

Il sole iniziava a sorgere. Zanarkand stava aspettando.

*****
Nota della traduttrice: grazie a Little_Rinoa per il beta reading! Ogni vostra recensione verrà tradotta e spedita all'autrice, e se ci saranno risposte ve le posterò :) Può darsi che alcune definizioni non corrispondano - non ricordo se Via Purificatio è corretto - se qualcuno di voi lo sa, me lo dica pure^^ Grazie e alla prossima!
Alessia Heartilly

   
 
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