And the Shadow on my light.
I passi risuonarono nel corridoio in un’ eco lugubre e sinistro. La luce era data solo da delle fiaccole qui e la nel corridoio, a rendere ancora più tetro quel luogo. Due figure percorrevano il lungo percorso, una con una lanterna in mano a condurre un uomo dal volto apatico.
“ The doors of my cage open slowly.
I’m chained and my wrists bleed under the squeeze’s chain.
I don’t know what’s happened now…
I only want to die quickly!
I’m a *Kira! I don’t deserve to live!”
Madara e Kira. Due mondi diversi, due anime incompatibili che mai, prima di allora si era sfiorate. Due perfetti sconosciuti erano. Se non fosse che il quindicenne era stato catturato ed accusato apertamente di omicidio volontario. Madara era l’unica persona della sua famiglia che potesse pagare la cauzione del ragazzo, anche se quest ultimo non voleva che ciò accadesse. Kira si riteneva colpevole.
L’uomo dai lunghi capelli neri, la lunga frangia ricadente sull’ occhio sinistro, rosso come il gemello; il ragazzino, capelli lunghi, trattenuti da una coda bassa, gli occhi d’ antracite, il viso cupo e triste. Un fratello perduto che ha perso per sempre nel cuore.