Vecchio
Il grande
giardino del signore del Fuoco era silenzioso, le papere-tartaruga
sguazzavano
allegre nello stagno, mentre dei passeri cantavano sul ramo di un
grosso
albero. Seduto tra le sue radici un uomo fissava pensieroso il cielo
chiaro, di
tanto in tanto solcato da qualche nuvola solitaria.
Sorrise
ricordando che, tempo addietro, sotto quello stesso albero, era solito
passare
molto tempo ad osservare le nuvole, insieme a suo figlio.
Con una
mano si carezzò la lunga barba grigia e con
l’altra si batté il ventre.
Erano passati
molti anni dall’ultima volta che era stato in quel palazzo,
ma non era cambiato
quasi per niente, infatti suo nipote aveva voluto che il esso, quasi
completamente distrutto durante lo scontro contro Azula, fosse
ricostruito
secondo il modello originale, con la sola aggiunta di una sala
interamente
dedicata all’Avatar.
Gli faceva
ancora uno strano effetto pensare a suo nipote non più come
un bambino, ma come
un uomo.
Ridacchiò
ripensando
a una delle tante volte in cui Zuko l’aveva rimproverato
–dato in escandescenza- perché
lo trattava come un bambino.
Sì, era davvero cresciuto e lui era
diventato un vecchi nostalgico.
Il rumore
di passi lo ridestò dai suoi pensieri, spostò lo
sguardo incontrandone uno fin
troppo familiare.
-Zio.- lo
salutò porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Iroh
fissò
l’uomo davanti a sé e per qualche secondo
stentò a riconoscerlo.
-Zuko-
sussurrò per poi afferrargli la mano e tirarsi su.
Felice
l’abbracciò,
poi la sua attenzione fu richiamata da una figura più
piccola che si trovava
alle spalle del nipote.
Il bambino
lo fissava crucciato, dritto e rigido. Osservandolo bene Iroh
notò una certa
somiglianza con Zuko, anche se l’espressione del viso e
l’atteggiamento gli
ricordavano in un modo impressionante Mai.
Pacatamente
Zuko gli spiegò che quello che aveva davanti a lui era il
suo pronipote, la
ragione per la quale gli aveva chiesto di lasciare la capitale del
Regno della
Terra per ritornare in patria. Il bambino aveva raggiunto
l’età per iniziare a
imparare l’arte del dominio del fuoco e Zuko voleva che fosse
Iroh a
insegnargliela, come aveva fatto anni prima con lui.
Il
dominatore del fuoco si piegò sulle ginocchia portandosi
alla stessa altezza
del bambino. Il viso gli si illuminò e gli sorrise gioviale
porgendogli una
mano.
Il bambino
fissò prima la mano grassoccia e rugosa, poi il suo
proprietario con aria
interrogativa.
Il suo
viso si increspò in una buffa smorfia simile a un sorriso,
poi con la mano
piccola afferrò quella grande dell’uomo.
Ad Iroh
sembrò di ritornare indietro di molti anni, quando, in
quello stesso giardino,
aveva incontrato per la prima volta Zuko e Azula e si sentì
di colpo più
giovane.
-Vecchio!-
sentenziò senza troppa delicatezza il piccolo lasciando di
sasso i due uomini.
Iroh fece
ruotare gli occhi divertito mentre Zuko colpiva con un leggero pugno la
piccola
testa del bambino.
Forse si era
sbagliato-
pensò tra sé e sé. –Era diventato davvero un vecchio. Un vecchio
nostalgico.
Angolo
Autore:
ebbene sì, ne ho scritta un’altra, anche se non mi convince per niente xD
Prompt 58/ Futuro