Titolo: Remember
Fandom: Prince of Tennis
Personaggi: Echizen Ryoma
Pairing: Yukimura/Ryoma
Rating: PG13
Genere: generale (e sarei tentata con un pwp, ma solo proprio perché non ho idea di dove sia finita la trama... XD)
Avvertimenti: crak!pairing, one-shot, shonen ai
Prompt: #77 remember, per la Criticombola @ Criticoni + Yukimura/Ryoma: festival estivo + kimono (di yuidirnt per il writing meme)
Spoiler: lieve sulla fine di Prince of Tennis
Conteggio Parole: 768 (Criticoni)
Betareader: nessie_sun ♥
Disclaimer: i personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne ha diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.
Note: Ambientata nel primo capitolo di New Prince of Tennis, da quando Ryoma raggiunge gli altri alla scuola superiore


E' da quando ha rimesso piede sul suolo giapponese che Ryoma ripensa ad un sogno fatto poche settimane prima. Un sogno così vivido e chiaro che ancora dubita sia stata solo un'illusione. Quando, poi, raggiunge quella scuola superiore e lo intravede in mezzo a tutti gli altri studenti, non può non tornare ancora una volta a ricordarlo.


***


- Ehi, Ryoma! E' arrivato un pacco per te!
- Eh?
Il giovane ragazzo scese le scale di casa senza particolare interesse.
- Viene dal Giappone! - esclamò ancora il padre, sorpreso.
- E' impossibile.
- Hai dato il tuo indirizzo a qualcuno? - domandò Nanjiro ignorando le parole del figlio.
- Ma sei sordo, vecchio? Ti ho detto che non è possibile!
- Yukimura Seiichi. - lesse l'uomo - Non è quel 'figlio di Dio'?
Ryoma non rispose, prese il pacco e tornò in camera sua.
Rimase a lungo a scrutare l'incartamento.
Come aveva fatto il capitano della Rikkai Dai a trovare il suo indirizzo americano?
E, soprattutto, cosa poteva volere? Anzi, mandargli?
Fu tentato di buttar via il pacchetto senza nemmeno vedere cosa fosse -in fondo, Yukimura era un suo rivale e, per quanto ne sapeva, poteva pure esserci qualche esplosivo. (Andando in Giappone aveva avuto conferma di quanto sospettato da suo padre: i tennisti, o almeno quelli giapponesi, erano pazzi e da loro potevi aspettarti di tutto. Aveva ben in mente i vari esperimenti di Inui, anche se il suo senpai continuava a definirli 'succhi'.)
Dopo un tempo indefinito, però, si decise a vedere cosa fosse.
Aperto l'involucro vi trovò dentro un kimono, un biglietto aereo per il Giappone ed il volantino di una festa che si sarebbe svolta di lì a poco nella città della squadra rivale.
Ryoma guardò il tutto con sguardo ancora più scettico. - Cosa dovrei farci con questa roba?
Osservando più attentamente vide che sotto un angolo del kimono spuntava un altro pezzo di carta.
Lo prese e scoprì che era una lettera.
Le parole esatte non le ricordava più, ma era sicuro che, per un po' di tempo, le aveva ricordate; il messaggio, però, era ovvio: voleva che partecipasse a quel festival e non gli aveva lasciato alcun appiglio al quale aggrapparsi per non andarci.


***


Gli sembra che Yukimura lo stia guardando. E' solo un attimo, quando si volta per vedere se la sua sensazione è vera, lo scopre a parlare con Sanada. Non sa come mai ci ha fatto particolare caso, o più che altro non vuole ammetterlo nemmeno a sé stesso. Così come non vuole ammettere che c'è un motivo ben preciso per cui sta particolarmente attento ai movimenti del capitano della RikkaiDai, alternando le immagini reali ai ricordi del sogno.


***


Non era ben sicuro di come, ma Nanjiro era venuto a conoscenza del contenuto di quel pacchetto e non si era astenuto dal fare i suoi commenti imbarazzanti (del tipo: - Sicuro che sia quel Yukimura? Non è che hai dato il tuo indirizzo a qualche ragazza e lei, per timidezza, si è firmata con un nome falso?) e si chiese perché -almeno in sogno!- non potesse avere un padre normale.
Alla fine, con un perché che solo il dio del sonno poteva sapere, accettò l'invito e salì sull'aereo per il Giappone.
All'areoporto, Yukimura lo stava aspettando con un autista che li avrebbe condotti nella villa del Figlio di Dio.
- Ryoma-kun - lo salutò il ragazzo - Quasi non speravo che saresti venuto sul serio.
- Ed invece sono qui...
- Lo vedo. - il più grande sorrise - Andiamo.
Dopo poco, erano a casa sua. Lì, Ryoma, poté farsi una doccia per rilassarsi dal lungo viaggio e indossare il kimono, per andare poi a quel festival estivo.
Era quasi pronto quando Yukimura lo raggiunse nella stanza che gli era stata assegnata.
- Ti sta bene quel kimono.
Ryoma lo guardò senza dire nulla, poi abbassò la testa, confuso.
Seiichi, intanto, gli si era avvicinato.
- Cosa vuoi fare? - domandò Ryoma.
- Non aver paura. - rispose Yukimura, portando le mani sul suo kimono e, poi, lasciandole scivolare all'interno, sul suo petto nudo.
Ryoma aveva indietreggiato, ma si era trovato contro un muro.
- Non aver paura. - ripeté il ragazzo prima di baciarlo, mentre la sua mano scendeva oltre la cintura, facendola cadere a terra.
Ryoma avrebbe voluto ribellarsi, ma sembrava non riuscire a muoversi e rifiutare quei tocchi gentili.

Quando si svegliò, per la prima volta, si ritrovò con il letto bagnato, ma in modo diverso da come era capitato tante volte quando era piccolo.


***


"Ryoma, che ti prende?" domanda Momoshiro, ridestandolo dai pensieri.
Il ragazzo lo guarda e poi scuote la testa. "Non è niente." risponde.
Quello non è il tempo per lasciarsi andare a ricordi fittizi, c'è una gara da vincere e lui non ha intenzione di farsi distrarre più da simili questioni.