Questa
sarà il primo di cinque capitoli, ognuno dei quali
tratterà di
un elemento diverso.
Questo capitolo
è un po’ insensato e drammatico (sì, mi
sto
specializzando nelle ff drammatiche e nelle Death-fic
ù.ù) spero che i prossimi
capitoli siano un po’ più allegri, ma conoscendomi
non ci giurerei ò.ò
Bene, detto
ciò spero che la raccolta vi piaccia ^^
Ringrazio Fede
perché recensisce tutte le mie ff e mi rende
sempre tanto tanto felice **
Fulmine.
Una scarica di energia la pervase e
sentì l’eccitazione
crescerle dentro.
Con movimenti fluidi fece passare la scarica elettrica dallo
stomaco alla punta delle dita.
Si morse il labbro inferiore mentre i suoi capelli
ondeggiavano seguendo gli spostamenti del suo corpo, liberi dalla
consueta
crocchia.
Gli occhi ambrati si puntarono su un punto ben preciso
davanti a loro e le labbra carnose si schiusero.
Puntò per terra i piedi piccoli e liberò
l’energia lanciando
un fulmine.
Fulmineo, abbagliante,
letale.
Un grido e poi un tonfo. Un corpo che si contorceva in preda
agli spasmi.
Lei lo guardava compiaciuta e, al tempo stesso, esaltata.
Gli si avvicinò. A ogni passo il viso assumeva sempre
più una
smorfia molto simile a un ghigno.
I capelli le ricadevano scomposti sul viso mentre gli occhi,
spalancati, fissavano
la figura che
giaceva in terra priva di vita.
Quando fu a pochi passi dal corpo lo osservò. La veste
purpurea era lacera e sfoggiava una piccola bruciatura
all’altezza del cuore,
là dove era stata trapassata dal fulmine.
Il ragazzo teneva le mani contratte in due pugni,
era accasciato su di un fianco, le gambe
piegate in una posizione innaturale, il volto pallido e infossato, le
labbra
sottili socchiuse, gli occhi ambrati fissi su di un punto non ben
definito. I capelli
neri e arruffati gli coprivano la parte sinistra del viso, lasciando
intravedere una vistosa cicatrice.
Gli occhi le si inumidirono e una risata gutturale le sfuggì
dalla bocca spalancata.
Azula si lasciò cadere di peso sulle ginocchia mentre la
risata si tramutava in un suono acuto, simile a un lamento.
Si piegò in avanti stringendosi la testa con le mani piccole
e si strappò alcune ciocche di capelli.
Digrignò i denti producendo un sibilo sordo.
Si morse la lingua sputandogli a dosso il suo disprezzo e le
sue frustrazioni mentre lo scrollava con forza per convincersi che era
davvero
morto – che lo aveva ucciso sul
serio.
Avvertì una forte fitta di dolore dietro la nuca e si
ricordò che Zuzu non
era solo. C’era
anche la ragazza della Tribù dell’Acqua.
La vista le si annebbiò, sentì il respiro
mancarle e, contro
la sua volontà, gli
occhi le si chiusero
e perse i sensi.
Prompt
70/Fulmine