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Autore: ecila94hina    07/06/2010    2 recensioni
Ciao, avete mai riflettuto sull'importanza della vita delle persone prima di noi? Ebbene ho deciso di presentarvi la vita di un personaggio storico utilizzando i vari personaggi di Naruto. La protagonist sarà Temari che vivrà la vita di Caterina Sforza, una donna di cui secondo me è importante conoscere almeno il nome (il motivo potete scoprirlo solo leggendo...o cercando in internet, ma vi consiglio di leggere XD). Per quanto riguarda le coppie vi posso dire che Caterina si è sposatapiù di una volta XD e ci sarà Naruhina. Spero di avervi incuriosito e pero leggerete (vi prego... scherzo...ma forse neanche tanto XD, fate quello che volete).
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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1°capitolo

Ciao, a tutti.  Spero tanto che questa fic vi piaccia e che vi possa coinvolgere. Ho scelto di scrivere su Caterina Sforza perchè è un personaggio storico che mi ha molto colpito. Sebbene non sia per niente brava ho tentato. Spero troviate la forza di arrivare di arrivare a fine capitolo (il che è già una conquista) e magari di lasciarmi un recensione(se propio volete essere magnanimi). Buona lettura 

Sono Naruto Uzumaki e vi voglio narrare di una donna. Si, una donna, ma dal coraggio e dalla fierezza che solo pochi uomini possiedono.
Fu signora di Imola e Forlì, diventò poi reggente del figlio, si distinse per le sue azioni coraggiose e temerarie. Nel privato fu una donna passionale, ma anche un amorevole madre. Combattè per il suo posto nel mondo, per sollevarsi e distinguersi dalle donne sottomesse ai loro mariti e parenti diventandone un simbolo, lei è Caterina Sforza o per i più intimi Temari.

Temari nacque a seguito di uno dei tanti rapporti illegittimi tra Lucrezia Landriani e Galeazzo Maria Jiraya Sforza, all'epoca successore del duca di Milano, e che diedero vita anche a Carlo Kankuro, Alessandro Gaara e Chiara. I primi anni della sua vita li trascorse tra le dolci mura della casa materna tra risate, giochi e carezze. Lucrezia Landriani, sua madre, fu sempre molto legata ai figli e Temari mi descrisse più volte l'affettuoso rapporto che le legò sempre, prima e dopo la morte di lei.

Era risaputo che i figli di Lucrezia non fossero del marito Gian Piero Landriani e che lei fosse ritenuta la concubina del giovane condottiero Sforza, ma questo non potè che aumentare l'influenza e la potenza della famiglia.
Alla morte di Francesco Sforza l’8 Marzo del 1466, il figlio Galeazzo Maria Jiraya che al momento era in Francia alla guida di una spedizione militare inviata appunto dal padre in aiuto a Luigi XI, in lotta contro i grandi feudatari, venne richiamato in patria per succedere al genitore. Dopo essere diventato Duca fece trasferire i figli illegittimi Carlo Kankuro, Caterina e Alessandro Gaara di otto, tre e un anni a corte. Temari mi raccontò che quel giorno pioveva terribilmente e la sensazione di ansia invadeva i loro corpi. Lucerzia aveva gli occhi arrossati, probabilmente da un lungo pianto e informò loro dell'imminente separazione, sorvegliata dal marito seduto comodamente su una poltrona accanto alla finestra che la guardava con aria impassibile.
Non posso che provare pena per quel pover uomo che sopportò di avere una moglie non sua e dei figli non suoi solo per il potere, non rendendosi conto di quello che stava perdendo.

L<< Adorati figli miei, presto partiremo. Andrete a vivere alla corte di Milano dove verrete istruiti e diventerete ufficialmente i figli del nuovo Duca>>

K<< Madre voi non verrete a vivere con noi?>>

Gian Piero Landriani<< Lei vi accompagnerà e presenterà a vostro padre, niente di più. Dora in poi dovete considerarlo tale, ma non dimenticate la famiglia da cui provenite>>

Con queste parole del capofamiglia si chiuse il discorso. La signora Landriani e i tre figli partirono per la corte. Si può solo immaginare il miscuglio di sentimenti che si celavano dietro quei volti all'interno della sfarzosa carrozza. Probabilmente nei bambini c'era l'entusiasmo per il viaggio , ma anche l'inquietudine per l'abbandono in un mondo diverso dalla casa in cui avevano vissuto fino ad allora ed in cui arrivavano impreparati e come unico punto di riferimento un padre mai visto. Nel cuore di Lucrezia l'afflizione per la separazione, ma anche la gioia di rivedere quell'uomo che seppure usandola aveva amato e le aveva dato la felicità più grande.

T<< Madre quanto manca?>>

L<< Siamo arrivati>>

La visione di quello sfarzo esagerato, diverso da quello di casa loro li meravigliò. Percorsero i lunghi corridoi a testa alta facendo finta di non notare gli sguardi scrutatori e critici della nobiltà milanese. Sicuramente alcuni bisbigli devono essere giunti alle orecchie dei piccoli perchè Temari ricordò sempre l'ipocrisia dei nobili e in quegli anni imparò a valutare le persone che la circondavano. Vennero annunciati al Duca Jiraya che li ricevette in una delle camere dei suoi appartamenti.

L<< Buongiorno sua signoria, questi sono...>>

J<< I miei figli, è un piacere conoscervi, io sono il Duca di Milano vostro padre>>

So che fin da subito erano stati abituati a non rivolgersi al marito di loro madre con l'appellativo di padre ed essendo stati preparati da tempo a questo non ne rimasero particolarmente sorpresi.

J<< Lucrezia, vedo che il tempo per voi non scorre. Siete rimasta uguale dall'ultima volta che vi ho incontrato. Il parto, credo anzi, vi ha reso più splendente che mai>>

L<< Vi ringrazio sua signoria. Non posso che essere felice, tutti i miei figli sono nati forti e sani, merito del padre >>

Posso solo immaginare lo sguardo malizioso che deve averle rivolto, nonostante l'età Lucrezia è sempre stata una bella donna e di certo questo non è sfuggito a quel mal riuscito condottiero troppo festaiolo.

J<< Ora temo dobbiate andare o vostro marito si impensierirà. Spero di rivedervi PRESTO>>

Quanto deve esserle costato sentire quelle parole ed ubbidire cosciente dei propi limiti di donna e lasciando solo un abbraccio a quei poveri bambini sull'orlo delle lacrime.

J<< Ora credo sia il momento di condurvi da colei che vi insegnerà tutto ciò di cui avrete bisogno per essere considerati veramente gli eredi del Duca di Milano. Seguitemi>>

Galeazzo Maria Jiraya Sforza li portò a una grande porta a cui bussò. All'interno della stanza c'era una donna anziana vestita a lutto.

J<< Lei è mia madre, vostra nonna, si occuperà della vostra educazione>>

B<< Mi presento sono Bianca Maria Chiyo Visconti, potete chiamarmi nonna o semplicemente Chiyo>>

Forse quell'arzilla vecchietta vide in Temari la gloria che portò poi alla famiglia Sforza o forse fu solo colpita dalla sua sicurezza e dallo sguardo fiero e deciso che le lanciò perchè le si avvicinò e le sussurrò :

<< Tu devi essere Temari, credi riuscirai ad allontanare le catene che legano ognuna di noi?>>

Il senso della domanda la comprese solo molto dopo, troppo piccola per capire all'epoca.
Nell'ultima lettera che mi mandò poi mi accennò di quest'episodio e mi scrisse:

Credo di aver fatto tutto quello che è stato in mio potere per infrangere quelle catene, sono riuscita pian pianino ad allentarle causando problemi agli uomini più potenti del mondo. Non posso che essere orgogliosa di quello che ho fatto e sebbene non abbia liberato tutte le catene che legano le donne io le mie non c'è le ho più perchè ci sono uomini che si sono nascosti al mio arrivo, altri che si sono inchinati e molti altri che scrivono e cantano delle mie gesta. Passo il testimone alle donne che verranno dopo di me come è stato fatto da quelle prima di me , un accordo non scritto e non detto, ma che ci porterà a un futuro in cui ognuna di noi potrà scegliere. Lascio a te i miei ultimi pensieri fissati su carta con la mano debole di una vecchia malata, ma potenti nella convinzione. Sarò di certo onorata se ci sarai anche tu a cantare della mia vita, tu e tua moglie.
La vostra Temari

Gli unici uomini che riuscirono a domarla non furono con ordini o punizioni, ma a suon di carezze e baci e nemmeno sempre su un letto oserei dire.

Sono sicuro che tutte le donne del mondo ti ringrazieranno per la libertà che hai reclamato, per il simbolo che sei diventata e prenderanno spunto da te, come spero farà la mia piccolina.

  
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