Poteva
un cuore morto e freddo
spezzarsi? Mi sembrò che il mio potesse farlo.
Lei
era lì, tra le sue braccia. Quella che un tempo
consideravo alla stregua di una sorellina minore.
I
nostri clan avevano stretto rapporti ormai più di
cinquant’anni addietro, e fu allora che la conobbi. La
creatura più bizzarra
che avessi mai visto. Una mezza vampira!
Prima
di incontrarla non avrei mai immaginato che potesse
esistere una razza tanto strana, benché di leggende me ne
avessero raccontate
spesso. Non potevo certo credere all’idea che un vampiro
potesse procreare!?
Ma
andiamo…
roba da pazzi visionari, alla stregua di Alice! Mi
dicevo.
Ed
invece lei era la prova vivente che le mie supposizioni
fossero più che errate.
Il
capo del clan di Denali si era innamorato di un’umana,
Carmen, e con lei avevano concepito la piccola Bella. Quando la conobbi
non era
nulla più che uno scricciolo dagli occhi color cioccolato ed
un sorrisetto
sempre dipinto in volto. Aveva solo qualche mese, eppure dimostrava
poco più di
un anno.
Ci
eravamo recati da loro per portare le nostre
congratulazioni ai novelli genitori, ma spinti soprattutto
dall’immensa
curiosità che l’evento ci aveva indotto.
La
crescita accelerata di Bella – diminutivo di Isabella
–
aveva destato non poche preoccupazioni nella sua famiglia e per tale
motivo ci
stabilimmo presso di loro per svariati anni, permettendo a Carlisle di
svolgere
le dovute ricerche. Ciò che scoprimmo tempo dopo
allietò i nostri animi: a
quanto pareva le creature come lei arrestavano il loro sviluppo ad
un’età
apparente di diciotto anni, per affrontare
l’eternità da esseri immortali.
Mai
una notizia riuscii ad arrecarmi più gioia. In quegli
anni mi ero affezionato a quella piccola bambina, continua fonte di
disastri e
di sorprese. Per quanto fosse metà vampira era dotata di un
equilibrio carente
ed una sbadataggine colossale. In compenso possedeva la bellezza di un
qualunque vampiro, accentuata da quei tratti umani, come le gote
costantemente
arrossate e quel cuoricino palpitante, che la rendevano ancora
più splendida.
Per non parlare dell’immenso calore che infondeva al contatto
con il suo corpo.
Il
suo sguardo era in grado di ammaliare chiunque ed io non
ero che la sua vittima preferita. Era perfettamente consapevole di
avere su di
me il totale controllo, un piccolo insignificante broncio o una sola
lacrima mi
avrebbero condotto a compiere le azioni più folli.
E
con la sua crescita le cose non erano che peggiorate!
Era
diventata una ragazza, una bellissima ragazza ...
Ed
io, mi scoprii follemente ed incondizionatamente
innamorato di lei ... troppo tardi!